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La situazione fitosanitaria in regione »

4. Le produzioni vegetali »

4.2. La situazione fitosanitaria in regione »

I cambiamenti climatici e il fenomeno in forte crescita delle specie allocto- ne invasive (quarantine pests), conseguente all'aumento degli scambi commer- ciali e del traffico internazionale di merci e persone, stanno notevolmente in- fluenzando il quadro fitosanitario degli ultimi tempi anche in Emilia- Romagna.

L'innalzamento delle temperature e i lunghi periodi di siccità creano, infat- ti, le condizioni ottimali per la sopravvivenza e lo sviluppo di parassiti esotici che in passato non sarebbero stati in grado di acclimatarsi nei nostri ambienti. L'attivazione di sistemi di rilevamento precoce e di efficaci interventi di eradi- cazione o contenimento delle specie invasive sono gli strumenti di difesa con cui si stanno fronteggiando questi nuovi rischi per il territorio e l'economia agricola regionale.

Nel 2015 al centro dell'attenzione è stata l'emergenza nazionale Xylella fa- stidiosa. Il batterio, associato a gravi deperimenti negli oliveti pugliesi, ha avu- to ripercussioni negative sul piano commerciale anche per l'Emilia-Romagna a causa del blocco delle importazioni imposto da alcuni Paesi per timore del contagio. Grazie ad un piano straordinario di monitoraggio, realizzato nel cor- so dell'anno con ispezioni capillari nei vivai e nelle aree con specie vegetali a rischio, è stato possibile escludere la presenza del batterio in Emilia-Romagna, con conseguente riconoscimento dello status di regione indenne da parte del Ministero per le politiche agricole (D. M. 18 febbraio 2016, n. 735). Per questa nuova calamità, per la quale non esistono al momento mezzi di lotta se non l'e- liminazione delle piante infette, occorrerà tuttavia mantenere molto alto il li-

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

69 vello di attenzione anche per il futuro.

Su diverse piante di melograno di origine americana è stata accertata la presenza del Tomato Ring Spot Virus (ToRSV) o virus della maculatura anu- lare del pomodoro; si tratta di un organismo di quarantena per l'Unione Euro- pea, ubiquitario negli Stati Uniti, ma mai trovato in precedenza su melograno. Le misure di controllo e profilassi realizzate sono finalizzate ad impedire che il virus si insedi nel nostro territorio, dove risulterebbe dannoso non solo per il melograno ma anche per molte altre specie frutticole, ortive ed ornamentali presenti nella nostra regione (pesco, susino, ciliegio, fragola, vite, pomodoro).

Oltre a ToRSV, sono stati intercettati nel corso dell'anno quattro nuovi or- ganismi nocivi per i quali sono state immediatamente attivate le misure di era- dicazione e lotta previste dalle norme europee (tabella 4.1).

Nel 2015 è stata rilevata nuovamente la presenza di cancro batterico del pomodoro, Clavibacter michiganensis subsp. Michiganensis (Cmm), in di- verse aziende agricole nelle province di Forlì-Cesena, Ferrara, Ravenna e Pia- cenza. Le indagini effettuate dal Servizio fitosanitario hanno evidenziato che questa batteriosi da quarantena ha interessato alcune varietà e lotti di pomodo- ro da industria. Il Cmm è un batterio trasmissibile attraverso il seme che viene largamente importato dai Paesi asiatici.

Ma è stata soprattutto la cimice asiatica Halyomorpha halys la vera prota- gonista dell'estate 2015: le infestazioni hanno investito gran parte del territorio

Tabella 4.1 - Organismi nocivi di prima segnalazione in Emilia-Romagna nel 2015

Specie rilevata Posizione sistemati-

ca Piante ospiti Tipo di danno

Chalara fraxinea Fungo ascomicete Fraxinus spp

Disseccamento di rami e foglie; cancri corticali Pantoea stewartii Batteriosi (Avvizzimento batterico del mais)

Mais Striature fogliari longitudinali

Tomato Ringspot Virus

Virus della macula- tura anulare del pomodoro

Melograno e altre

specie da frutto Ingiallimenti fogliari Crisicoccus pini Cocciniglia -

Pseudoccidi

Pinus domestica, Pinus pinaster

Disseccamenti della chioma

Aproceros leucopoda Imenottero - Argidi Olmo

Erosioni a zig zag sulle foglie; defo- gliazioni della chioma Fonte: Servizio fitosanitario - Regione Emilia-Romagna

modenese, aree del bolognese e del reggiano, con particolare aggressività su numerose colture. La situazione ha raggiunto, in alcuni contesti, le dimensioni di una autentica calamità. Le popolazioni di H. halys, complice un andamento climatico particolarmente favorevole e l’assenza di antagonisti naturali, hanno invaso ciclicamente i campi con una velocità impressionante. Il fenomeno, rapportato all’anno di introduzione di questa specie che è stata trovata per la prima volta solo nel 2012, non ha avuto eguali in nessun altro contesto mon- diale. La coltura più colpita è stata sicuramente il pero, con perdite che hanno raggiunto in taluni casi anche il 100%, ma i danni hanno interessato anche il melo e altre colture frutticole come pesco, actinidia e cachi.

L'andamento climatico ha favorito lo sviluppo di attacchi importanti anche da parte delle cimici autoctone che, mai come quest'anno, hanno deprezzato i frutti un po' in tutto il territorio regionale.

I danni conseguenti alle infestazioni del moscerino della frutta Drosophila suzukii sono stati sul ciliegio e sulle altre drupacee molto contenuti rispetto al 2014, complice anche la stagione meno favorevole al fitofago. Il problema tut- tavia non può considerarsi risolto; si proseguirà nella messa a punto di metodi di monitoraggio più efficienti, tali da garantire un corretto posizionamento dei trattamenti insetticidi e, al contempo, nell’individuazione di tecniche di difesa alternative alla lotta chimica.

Rilevante invece, anche nel 2015, l’espansione di Capnodis tenebrionis sugli albicocchi coltivati nelle colline romagnole. Si tratta di un insetto origi- nario di ambienti a clima arido, che fino a qualche anno fa era confinato agli impianti del Sud Italia. Da qualche anno infesta le aree non irrigue delle colli- ne romagnole, dove ha creato seri problemi alla coltivazione dell’albicocco.

L’andamento climatico primaverile, caratterizzato da abbondanti precipita- zioni, ha contribuito all'instaurarsi di infezioni latenti di Monilia fructicola. Nel nostro territorio, come in tutti gli areali europei dove le drupacee vengono coltivate, si sta assistendo alla progressiva sostituzione di M. laxa con M. fruc-

ticola e questo porta necessariamente a ridefinire le strategie di difesa. Sono

inoltre continuati i problemi di deperimento del pesco favoriti da un'accelera- zione nella messa in produzione delle colture e dalle ultime due primavere par- ticolarmente piovose che, a seguito di ristagni idrici e conseguenti scompensi fisiologici, hanno favorito l'emissione di essudati gommosi su cui si è insedia- to il fusicocco.

Sempre più diffuse le infezioni su ciliegio determinate da Apiognomonia erythrostoma, soprattutto nelle aree collinari. Questa malattia, nota come ma- culatura rossa del ciliegio, si può manifestare anche su albicocco. La gravità delle infezioni dipende dalla quantità di inoculo presente in campo e da piogge ed umidità persistenti nel periodo che va dalla fase di scamiciatura fino

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

71 all’allegagione-invaiatura dei frutti.

Nel 2015 è proseguita la diffusione negli actinidieti di Pseudomonas sy- ringae pv actinidiae (Psa). La batteriosi interessa oramai il 70% della superfi- cie regionale coltivata a kiwi e rimane l'avversità più grave per questa coltiva- zione. Le strategie di difesa definite a livello regionale stanno comunque per- mettendo una convivenza con il patogeno senza ripercussioni negative sulla produzione.

Le ripetute precipitazioni di maggio e giugno hanno favorito diffusi attac- chi di peronospora sulla vite, ma l'arrivo del tempo stabile e delle alte tempera- ture estive ha riportato ovunque la situazione alla normalità. Da segnalare in- vece la progressiva espansione delle infezioni di flavescenza dorata e del suo vettore, Scaphoideus titanus, trend che è stato confermato anche nel 2015.

Nel corso dell’anno è sopraggiunta l'attesa inversione di tendenza nella lot- ta al cinipide del castagno Dryocosmus kuriphilus, che ha riportato soddisfa- zione e ottimismo tra i castanicoltori dell’Emilia-Romagna. Per contrastare questo pericoloso fitofago è stato messo in atto un lungo lavoro a partire dal 2008, anno del primo ritrovamento del cinipide: oltre 1.000 rilasci dell'antago- nista Torymus sinensis distribuiti su tutto il territorio regionale; quattro centri di moltiplicazione dell’antagonista; decine di incontri formativi e informativi sul territorio. Il tutto grazie ad una virtuosa collaborazione tra pubblico e pri- vato, in particolare con alcune realtà associative della montagna.

Il 2015 è stato l'anno in cui la crescente attenzione alla sostenibilità fitoia- trica, resa obbligatoria dalle nuove regole europee (Direttiva 2009/128) si è tradotta nella creazione di strumenti operativi per limitare l'utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura e nelle aree extra-agricole. In tal senso è stata data at- tuazione al Piano d'Azione Nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosani- tari, adottato con Decreto il 22 gennaio 2014, nell'ottica di coniugarne le finali- tà con gli obiettivi di politica agricola regionale ed è stato messo a punto il Piano regionale di controllo dei prodotti fitosanitari per gli aspetti di impatto ambientale e per le valutazioni nell’ambito delle specifiche misure del PSR 2014-2020.