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Il ruolo degli istituti di credito »

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi »

6.1. Una fonte di finanziamento: il credito di banca »

6.1.4. Il ruolo degli istituti di credito »

Le imprese agricole che hanno bisogno di finanziamento bancario possono accedere a istituti di credito di dimensioni differenti; a conferma di ciò è il fat- to che la Banca d’Italia, tenendo conto della dimensione economica degli isti- tuti di credito, li classifica in cinque differenti tipologie (istituti di credito di dimensioni maggiori, grandi, medie, piccole e minori).

Da ciò ne deriva, per le imprese agricole che hanno bisogno del credito di banca, una notevole varietà di proposte, sia per valore di credito consentito sia per condizioni contrattuali applicate, con cui confrontarsi per individuare la ri- sposta finanziaria più adeguata al successo della loro gestione.

Sulla base della classificazione dimensionale degli istituti di credito emerge che un ruolo importante è esercitato dagli istituti di credito di piccola e minore dimensione. Infatti, a fine settembre 2015, gli imprenditori agricoli presentano una sostenuta posizione debitoria nei loro confronti; dei 5.696 milioni di euro di credito agrario in essere a quella data, 2.126 milioni di euro sono riconduci- bili a tali istituti. Ciò significa che 37,3% della consistenza del credito agrario regionale è presente in tali istituti; in particolare, il 21,8% è rilevabile presso gli istituti di credito di dimensione piccola e ben il 15,5% in quelli di dimen- sione minore.

In misura simile a quanto evidenziato per la realtà regionale, a livello na- zionale si conferma la presenza importante degli istituti di credito di dimen- sione piccola e minore; infatti, l’incidenza della loro consistenza rispetto a quella del credito agrario totale è pari a 39,5%, e a tale valore contribuiscono in misura quasi identica le due tipologie dimensionali.

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

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di, emerge uno stock di credito agrario di 2.089 milioni di euro; in particolare,

il 27,1% della consistenza del credito agrario proviene dagli istituti di credito di dimensione maggiore e il 9,5% da quelli di dimensione grande; nell’insieme essi rappresentano il 36,6% del credito agrario regionale.

Con riferimento alla realtà nazionale, spicca il ruolo degli istituti di credito di dimensioni maggiori da cui proviene il volume di credito agrario più eleva- to, raggiungendo ben il 31,6% del totale; debole è invece il ruolo degli istituti di credito di dimensione grande, il cui contributo si ferma al 5% del totale.

Infine, i rimanenti 1.481 milioni di euro di credito agrario regionale rappre- sentano la consistenza presente negli istituti di credito di dimensione media, assorbendo circa un quarto del credito agrario della regione. Anche a livello nazionale si ripropone una medesima quota percentuale (tabella 6.3).

Per quanto riguarda il ruolo dei differenti istituti di credito a livello provin- ciale, emerge che la consistenza del credito agrario proveniente dagli istituti di credito di piccola e minore dimensione assume una funzione di spiccato rilie- vo nelle province romagnole, dove essa si avvicina o supera il 50% del totale per le province di Ferrara, Ravenna e Forlì e per arrivare al 72,7% per la pro- vincia di Rimini. Anche con riferimento alla provincia di Bologna questa tipo- logia di istituti di credito ha una presenza significativa, rappresentando il 43,3% del credito agrario totale.

A sua volta, il credito agrario è presente soprattutto negli istituti di dimen- sione media per le imprese agricole delle province di Piacenza e Parma, arri- vando rispettivamente al 44,7% e al 44,5% del credito agrario provinciale.

Infine, gli istituti di credito di dimensione maggiore e grande concentrano l’offerta di credito agrario nelle province di Modena e di Reggio Emilia, in cui la loro consistenza arriva rispettivamente a 66,6% e a 45,8% della consistenza del credito agrario provinciale.

Dal confronto fra la consistenza rilevata a fine settembre 2015 rispetto a quella di 12 mesi prima, emerge che sono gli istituti di credito di dimensione

grande a caratterizzarsi per una variazione nella consistenza del credito agrario

regionale più elevata rispetto a quella relativa alle altre quattro tipologie di isti- tuti; essa raggiunge il 14,5%.

Entrando nel dettaglio a livello provinciale, emerge nettamente l’intensificarsi molto forte del loro ruolo soprattutto in due province; così è per la provincia di Ravenna, con una crescita del 127% e per quella di Ferrara, che incrementa del 95,2%.

Ugualmente significativa è la variazione della consistenza del credito agra- rio presente presso gli istituti di credito di tale dimensione a livello nazionale, che è pari al 15,2%.

Tabella 6.3 - Il credito agrario per dimensione degli Istituti di credito in Emilia Romagna e nelle sue province, a fine settembre 2015

Bologna Piacenza Parma Reggio E. Modena Ferrara Ravenna Forlì Rimini Emilia R. Italia Confronto sul totale, in %

Maggiori 21,4 19,6 33,4 36,2 41,7 24,7 24,1 21,0 9,0 27,1 31,6 Grandi 8,2 2,8 8,0 9,6 24,9 7,1 7,3 7,1 6,3 9,5 5,0 Medie 27,0 44,7 44,5 29,1 22,9 20,8 12,6 17,1 13,1 26,0 23,8 Piccole 16,1 26,4 5,9 5,5 5,4 32,5 48,3 29,8 21,9 21,8 19,3 Minori 27,2 6,5 8,2 19,6 5,1 14,9 7,6 25,1 49,8 15,5 20,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Variazione 2015/2014, in % Maggiori -2,8 12,4 70,2 2,1 2,1 7,4 9,7 -0,9 12,9 9,4 5,2 Grandi 2,6 9,3 2,7 10,4 1,3 95,2 126,9 6,2 -1,1 14,5 15,2 Medie -2,6 1,7 0,6 -2,7 -8,7 6,6 16,9 -3,6 3,1 -0,2 -1,5 Piccole 1,4 -11,3 -66,3 95,1 -6,6 -11,1 -5,6 -1,2 1,4 -9,2 -6,1 Minori 1,2 -16,0 -7,9 10,1 4,7 -0,1 -0,2 -7,7 0,8 -1,4 0,4 Totale -0,6 -1,4 1,9 5,7 -1,2 2,5 5,5 -2,8 2,1 1,1 0,7

Fonte: Banca d'Italia - Rilevazioni interne.

IL SISTEMA AG RO-A LIME N T A R E D ELL’EMILIA -RO M AGN A . RA PP O R T O 20 15

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

135 agrario relativa agli istituti di credito di dimensione maggiore essa si caratte- rizza per un sensibile incremento, pari al 9,4%; la corrispondente variazione a livello nazionale si presenta positiva, ma di valore più basso, pari al 5,2%. A livello provinciale, spicca la forte crescita relativamente alla provincia di Par- ma, pari al 70,2%.

Con debole segno negativo è, invece, la variazione relativa agli istituti di credito di dimensione media, pari a -0,2%; tale riduzione raggiunge il -1,5% con riferimento alla realtà nazionale. È comunque vero che le singole realtà provinciali presentano una dinamica evolutiva piuttosto differente; infatti sono presenti, oltre a variazioni di segno negativo, anche quelle con segno positivo, fino ad arrivare ad una crescita del 16,9 % per la provincia di Ravenna.

Infine, più netta è la riduzione con riferimento alla consistenza del credito agrario regionale presso gli istituti di dimensione piccola e minore, la cui va- riazione raggiunge rispettivamente il -9,2% e il -1,4%.

Entrando nel dettaglio delle singole realtà provinciali, emergono situazioni estremamente differenti; in particolare con riferimento alla variazione della consistenza del credito agrario negli istituti di dimensione piccola spicca la circostanza che, a fronte di una variazione negativa molto forte ravvisabile nel- la provincia di Parma che raggiunge il -66,3%, vi è una variazione decisamen- te opposta, infatti la consistenza di tale tipologia di credito aumenta di ben il 95,1% in provincia di Reggio Emilia.

Pertanto, si può affermare cheil credito agrario in Emilia-Romagna è ero- gato da istituti di credito di dimensioni differenti, ognuno dei quali con un proprio stock di credito agrario, con una propria dinamica evolutiva, con una differente presenza a livello provinciale e ognuno caratterizzato da una speci- fica politica creditizia nei confronti delle imprese agricole.

In conclusione, sembra importante sottolineare che, proprio in presenza di una congiuntura economico finanziaria che come emerge dalla relazione della

BCE incomincia a presentare segnali reali di ripresa, gli istituti di credito pos-

sano rafforzare il loro ruolo di importanti stakeholders per le imprese agricole e mantenere la loro insostituibile funzione di polmone di ossigeno per la per- formance economico-finanziaria di tali imprese, così essenziali per il raggiun- gimento dell’eccellenza dell’intero sistema agro-alimentare.