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Le caratteristiche dei futuri assunti nell’industria

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi »

7.4. Flussi occupazionali e fabbisogno professionale nell’in-

7.4.2. Le caratteristiche dei futuri assunti nell’industria

Nell’industria alimentare, le assunzioni non stagionali previste alla fine del 2015 sono in forte crescita, raggiungendo in Italia i 10.990 addetti e i 1.330 in Emilia-Romagna; con una differenza rispetto allo scorso anno, rispettivamente di +46,7% e di +68,3%. Per queste persone, che entreranno, rientreranno nel mondo del lavoro oppure che cambieranno azienda, l’industria ha definito i profili ricercati.

Età richiesta agli assunti

Il 29%, circa, degli assunti, nel 2015, a livello nazionale ha una età non su- periore ai 30 anni, mentre per il 53% delle assunzioni gli anni non risultano es- sere un fattore discriminante. Una esperienza precedente, o nella professione o almeno nel settore è giudicata basilare per essere assunti nel 47% dei casi, un dato stazionario. In Emilia-Romagna per il 54% delle assunzioni l’età non è un fattore rilevante. Un dato tornato a crescere allontanandosi ulteriormente da quel 42% rilevato nel 2011, mitigando la variazione negativa per gli ultra tren- tenni. Di conseguenza, cresce la richiesta dei giovani sotto ai 30 anni, attestata sul 31%. Una esperienza precedente risulta meno importante nel 2015 calando al 37% delle assunzioni.

Livello di formazione scolastica

I dati a livello nazionale indicano che per ottenere un posto di lavoro, nelle imprese dell’industria alimentare, nel 47,7% dei casi è sufficiente un livello formativo equivalente alla scuola dell’obbligo, percentuale che scende al 28,8% se si tiene conto del sapere scolastico e di quello esperienziale. Seguo- no, in ordine decrescente, un livello secondario o post secondario, 24,4%, una qualifica professionale, 19,8% (sale al 37,5 in titolo equivalente) e una forma- zione universitaria, 8%. Questi dati, pur come sempre fortemente influenzati dalle tipologie di inquadramento previste, denotano una inversione nella cre- scita del livello di formazione richiesto rispetto al 2014, a favore del livello formativo di base che torna a crescere. Da sottolineare l’aumento di personale con qualifica professionale. Trova ancora conferma che le assunzioni non sta- gionali di livello universitario derivino prevalentemente dalle aziende con più di 50 dipendenti, che la qualifica professionale venga maggiormente apprezza-

ta dalle imprese fino a 9 addetti, mentre i diplomati troveranno più facilmente impiego nelle aziende di maggiori dimensioni ed in particolare in quelle da 10 a 50 addetti.

A livello regionale le percentuali suggeriscono l’assunzione di personale con una maggiore formazione scolastica pur in presenza di una crescita delle richieste di nessun livello di formazione specifica, 50,6%. Il diploma seconda- rio è sufficiente nel 30,1% dei casi, la qualifica professionale è richiesta nel 14,3% delle assunzioni, mentre il diploma universitario interessa l’11% del to- tale. Considerando i livelli formativi equivalenti cresce maggiormente la per- centuale degli addetti con una qualifica professionale, 24,1%, a scapito di quelli senza qualifica che scende al 31,6%.

Inoltre va considerato che le imprese valuteranno i candidati che sappiano, al di là del titolo posseduto, essere capaci ugualmente di lavorare in gruppo, in autonomia e dimostrino flessibilità e capacità di adattamento alle mutevoli condizioni. Importanti sono anche le capacità relazionali e comunicative all’interno e all’esterno dell’azienda.

In conclusione, in Emilia-Romagna si riscontra un numero crescente di im- prese che hanno previsto di assumere nel 2015, dato leggermente inferiore a quello nazionale. L’industria alimentare fa registrare ancora un saldo occupa- zionale totale in diminuzione, ma migliorato, e alcune classi dimensionali sono tornate positive. I nuovi occupati ricercati dalle imprese sono prevalentemente: figure operative, anche senza alcuna qualifica, di difficile reperimento, che ne- cessitano di ulteriore formazione e lavoratori stagionali. Il ricorso a lavoratori extracomunitari prevede l’assunzione anche di personale non più giovanissimo e da formare. Importanti sono anche i segnali derivanti dalla domanda di un crescente livello di formazione scolastico, o equivalente, richiesto ai nuovi oc- cupati e, in alcuni casi, dalla presenza di assunzioni legate ad una crescita della domanda, in particolare per le imprese capaci di esportare il loro prodotto. In- dicazioni sull’agire, in particolare delle piccole imprese, e sull’adeguamento dell’organico per poter rispondere alle evoluzioni del mercato e ai pensiona- menti. Tuttavia, le piccole imprese, operando in un territorio più specifico e spesso fianco a fianco con i propri concorrenti, evidenziano una maggiore dif- ficoltà nel reperire localmente o da altre province le figure da assumere. (Una ricerca, con un minor ricorso a laureati, che si protrae per un tempo superiore rispetto alle imprese con oltre 50 addetti, e che deve, in Emilia-Romagna, fare anche i conti con le maggiori difficoltà di formazione post inserimento del nuovo assunto). In particolare, la formazione dei nuovi assunti avviene preva- lentemente mediante l’affiancamento. Questo, se da un lato comporta l’interessamento delle strutture pubbliche e private a sostegno delle imprese, d’altro canto può alla lunga portare ad un depauperamento delle competenze e

7. L’INDUSTRIA ALIMENTARE

193 conoscenze specifiche di una piccola impresa, in particolare se il periodo di af- fiancamento al lavoratore che lascia l’azienda non è sufficiente, e insufficiente è l’adeguatezza del nuovo entrante. Il tutto aggravato dalla capacità di assun- zione da parte delle imprese e dal maggior ricorso a lavoratori che resteranno in azienda solo con dei contratti stagionali o interinali. Questo ancor più se, come riportava l’indagine Excelsior, le ragioni dell’interruzione del contratto sono prevalentemente dovute al non rinnovo dello stesso, per circa un quarto, e alla sostituzione di personale in uscita, tra cui i pensionamenti.

Il primo trimestre del 2016 indica una crescita dell’8,8% dei contratti atti- vati da parte dell’industria alimentare nazionale, un fenomeno da valutare all’interno di una situazione che permane difficile, dato l’atteggiamento ancora cauto da parte delle imprese, almeno per quelle maggiormente orientate al mercato stagnante interno e poco innovative, ma con previsioni più ottimisti- che. Va considerato, che nel 2016 andrà attenuandosi l’impulso del Jobs Act, e che la ripresa del mercato dovrebbe favorire, come nel 2015, il minor ricorso alla CIG. Permane un forte richiamo al fatto che la difficoltà da parte delle im- prese di reperire personale con la necessaria esperienza, a fronte di uno stock di inoccupati e disoccupati ancora importante segnala il gap qualitativo tra domanda e offerta, tra formazione e qualifica professionale.

In Emilia-Romagna il complesso dei contratti attivati nel primo trimestre del 2016 denotano una crescita del 18%, con un incremento superiore a quello nazionale. L’industria alimentare contribuirà per oltre il 4%, circa 540 assun- zioni, il 14,4% delle quali a tempo indeterminato e il 78% a tempo determina- to. Di queste ultime, quasi il 60% del totale delle assunzione sono motivate da attività stagionali e per la rimanente parte dal periodo di prova.

Le assunzioni totali riguarderanno per il 65% operai e personale non quali- ficato, in particolare conduttori di impianti, con una specifica esperienza (56%), una età maggiore di trent’anni (30%); infine 29% è la quota ricoperta da personale immigrato. Il diploma secondario, o una qualifica professionale è richiesto al 30% dei neo assunti.

Il saldo regionale atteso è positivo, tenuto conto anche degli interinali e delle forme contrattuali autonome, quali quelle a progetto. I tempi di ricerca, e dunque la difficoltà a trovare nuovo personale, saranno molto in funzione delle aspettative in termini di esperienza posseduta. Se per i giovani i dati del primo periodo del 2016 sono ancora penalizzanti, prospettive migliori sono attese per personale con alte competenze di studio o equivalente e specifiche qualifiche professionali e di esperienza.