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Andamento dei prezzi e consumi alimentari degli italiani

Secondo il rapporto Agritrend [Agritrend-INEA], in media i prezzi dei prodotti alimen- tari (comprese le bevande analcoliche) sono aumentati del 2,7% rispetto al III trimestre 2011 mentre sono diminuiti dell’0,2% rispetto al II trimestre 2012. Tuttavia il confron- to tra i tassi tendenziali mensili del 2012 mostra un incremento dei prezzi, così come per le altre voci di spesa dei consumatori. Ad esempio il tasso tendenziale di crescita a settembre 2012 è salito di tre decimi percentuali rispetto ad agosto dello stesso anno (Figura 8).

Figura 8: Indici mensili dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari lavorati e non lavorati nel 2012: variazioni % rispetto allo stesso mese dell’anno precedente

Fonte: Elaborazioni INEA su dati ISTAT [Agritrend-INEA]

In base all’andamento congiunturale dei consumi e dei prezzi (ICC), monitorato dal centro studi di Confcommercio5, la variazione tendenziale dei consumi è stata de- cisamente negativa con un -4,2% a settembre 2012, dopo che per i due mesi preceden- ti erano rimasti stazionari, con una flessione dello 0,8% rispetto al mese precedente. Come evidenziato da Confcommercio all’interno del rapporto Agritrend, le famiglie sono soggette ad una progressiva contrazione del reddito disponibile, a fronte della permanente crisi economica, per cui sono state spinte ad adottare modelli di spesa più prudenti dopo il periodo estivo. Le quantità di beni alimentari acquistate sono state

5Consumi&prezzi è uno strumento di analisi congiunturale elaborato da Confcommercio in cui è

riportata la dinamica di breve periodo della spesa reale delle famiglie e dei prezzi delle principali voci di consumo.

segnate da un -5,7% rispetto allo stesso mese nel 2011, lo stesso vale per la mobilità (- 20,5%) e per i beni e servizi per la casa (-5,3%) [Agritrend-INEA]. Nel terzo trimestre 2012, l’indice generale dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori ha beneficiato di una significativa variazione tendenziale positiva (+8,1%) dopo i ribassi del primo semestre dello stesso anno. Come riportato nellaTabella 10, la situazione è abbastan- za differente per le varie tipologie di prodotti agricoli, comunque gli indici dei prezzi dei prodotti vegetali e di quelli animali hanno mostrato una variazione simile. Ragio- nando in termini mensili, i prezzi di vendita hanno registrato una forte accelerazione del tasso di crescita tendenziale nel 2012, che è passato dal 5,1% di luglio all’11,1% di settembre[Agritrend-INEA]. Sul versante degli acquisti effettuati dagli agricoltori (Tabella 11), l’indice dei prezzi è aumentato del 2,5% rispetto al trimestre precedente

e del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. Anche in questo caso, se si osser- va la dinamica mensile di questi indici, si conferma la tendenza di una forte crescita iniziata nel mese di giugno 2012: si è passati dal 3,7% di luglio al 6,7% di settembre [Agritrend-INEA].

Tabella 10: Numeri indici dei prezzi alla produzione dei prodotti venduti dagli agricoltori III trimestre 2012, base 2005=100

Fonte: Elaborazioni INEA su dati ISTAT [Agritrend-INEA]

Tabella 11: Numeri indici dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori III trimestre 2012, base 2005=100

Fonte: Elaborazioni INEA su dati ISTAT [Agritrend-INEA]

I maggiori aumenti tra i prodotti acquistati si sono registrati per i carburanti (+13,9%), i combustibili (+12,7%), i mangimi composti (+12,4%) e i concimi azotati (+9,7%). Confrontando la dinamica dei prezzi dei prodotti agricoli e dei consumi intermedi per

settembre 2012, nel rapporto Agritrend si evidenzia una variazione tendenzialmente positiva della ragione di scambio (+1,6%) [Agritrend-INEA]. Dopo che dalla metà del 2011 si sono susseguiti quattro trimestri in cui la ragione di scambio assumeva valori negativi, nel terzo trimestre 2012 in media si registra un miglioramento per gli agricol- tori (Figura 9). Come precisato nel rapporto Agritrend, sulla base dei dati di contabilità nazionale riguardanti l’agricoltura, il rincaro degli input intermedi e l’aumento dei costi variabili sono stati compensati parzialmente dalla dinamica dei prezzi alla produzione. Infatti dall’inizio del 2012, la variazione positiva del mark up si è sempre più affievoli- ta ( da +1,7% del I trimestre 2012 a +0.4% del terzo) come riflesso di una sostanziale diminuzione del valore aggiunto in termini reali, non compensata nemmeno con l’au- mento dei prezzi [Agritrend-INEA]. Altro dato importante fornito da Agritrend è l’au- mento del costo del lavoro per unità di prodotto, dovuto ad un’inferiore diminuzione dell’impiego di lavoro rispetto alle quantità prodotte (Tabella 12).

Figura 9: Andamento mensile della variazione tendenziale degli indici di prezzo dei prodotti agricoli e dei consumi intermedi, dal 2011 al 2012

Tabella 12: Deflatori, costi unitari variabili e margini nel settore agricolo III trimestre 2012, base 2005=100

Fonte: Elaborazioni INEA su dati ISTAT [Agritrend-INEA]

In sostanza l’aumento dei prezzi al consumo e il calo del potere d’acquisto delle famiglie impattano egualmente sui consumi finali delle famiglie, compresi quelli ali- mentari. Secondo il rapporto sulle DOP, la spesa a valori correnti delle famiglie6 nel 2011 è rimasta stazionaria, a fronte del +1,2% del 2010, tuttavia, se si esaminano le sue componenti interne, risulta che la spesa per alimentari, bevande e tabacco è di- minuita dell’1,1% nel 2011 (a dispetto del +0,5% del 2010) evidenziando come non siano più considerati incomprimibili. Ciò che oggigiorno assume un’importanza vi- tale è la tecnologia, essendo la spesa per la voce ricreazione e cultura, comprendente computer e accessori, salita del 3% a valori concatenati e del 2,6% a prezzi corren- ti [Qualivita-ISMEA]. Altri andamenti positivi si registrano per la spesa in volume della sanità (+1,7%), degli alberghi e ristoranti (+2,1%), dei mobili, elettrodomestici, manutenzione casa (+1,9%) ed infine dell’abitazione compresi i costi di acqua, elet- tricità e gas (+0,4%). Prendendo in considerazione le stesse famiglie consumatrici esaminate nel rapporto sulle DOP, si sottolinea un aumento del 3% della spesa per consumi finali a valori correnti che è accompagnato da appena il +2% per il reddi- to disponibile e segna il calo del potere d’acquisto delle famiglie a fronte dell’anda- mento dell’inflazione, che è sceso del 4,1% su base annua nel secondo trimestre del 2012[Qualivita-ISMEA]. Ne deriva che anche la propensione al risparmio, data dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile, ha subito una sensibile riduzione: al netto della stagionalità nel 2011 arriva all’8,8% e nel periodo aprile-giugno del 2012 tocca l’8,1%, il valore più basso dal 1990, mentre nel 2010 era attorno al 9,7% [Qualivita-ISMEA].

6Il settore delle famiglie è costituito dalle famiglie consumatrici, dalle famiglie produttrici e dalle

istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. In sostanza sono individui o gruppi di individui che hanno come funzione principale quella di consumare e producono beni e servizi non finanziari ad esclusivo uso personale.

Figura 10: Indice della spesa per consumi finali delle famiglie italiane per macro-voci di spesa dal 2002 al 2011, base 2000-2001=100 (valori concatenati, anno di riferimento 2005)

Fonte: Elaborazioni ISMEA su dati ISTAT [Qualivita-ISMEA]; *abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili

Figura 11: Propensione al risparmio delle famiglie e tasso di variazione delle relative componenti dal 2009 al 2012 (dati annuali e valori correnti)

Figura 12: Propensione al risparmio delle famiglie e tasso di variazione delle relative componenti dal 2001 al 2011 (dati trimestrali destagionalizzati, valori correnti)

Fonte: Elaborazioni ISMEA su dati ISTAT [Qualivita-ISMEA]

Sulla base dei dati ISTAT presi in considerazione nell’elaborazione del rapporto sulle DOP, si evince che la flessione della spesa corrente degli italiani riguardi prin- cipalmente i beni non alimentari perché la spesa alimentare, comprese le bevande e i tabacchi, è salita dell’1,4% su base annua nel primo trimestre 2012 e dello 0,5% nel secondo trimestre 2012[Qualivita-ISMEA]. Tuttavia il confronto su base annua a valori concatenati risulta negativo anche per i consumi alimentari come si può notare osser- vando la Figura 13, anche se alcune tipologie di prodotto continuano ad essere molto richieste perché sono alla base di una migliore gestione dell’economia familiare e con- tribuiscono a mantenere certe abitudini alimentari. Un esempio è la drastica riduzione di acquisti di ortaggi, frutta fresca e prodotti ittici freschi perché facilmente deperibili, costosi e considerati non importanti anche se sono alla base della tradizione culinaria italiana. I prodotti maggiormente acquistati sono quelli che hanno un contenuto di ser- vizio e di innovazione, capaci di soddisfare una serie di bisogni preminenti: risparmiare tempo, consumo pratico e lunga conservazione. Queste caratteristiche sono in grado di giustificare il valore medio unitario più alto di questi prodotti, per cui non costituisce un deterrente all’acquisto agli occhi dei consumatori: infatti continuano ad aumentare gli acquisti di insalate e ortaggi di IV gamma, di primi piatti pronti, di sostituti del pane, di tonno in scatola e di surgelati ittici. Praticità e versatilità d’uso sono i motivi alla base dell’aumento degli acquisti di formaggi (+3,6% in volume e +5% in valore) e di prodotti a base di carne (+3,4% in volume e +2,6% in valore) nel periodo che va da gen- naio a settembre 2012 [Qualivita-ISMEA]. In questo trend rientrano anche i prodotti a DO, anche se con un tasso di crescita degli acquisti inferiore ai prodotti convenzionali, confermando la crescente attenzione verso la genuinità e la tradizione del cibo.

Figura 13: Dinamica della spesa delle famiglie per i consumi finali, anno 2012

Fonte: Elaborazioni ISMEA su dati ISTAT [Qualivita-ISMEA]

Figura 14: Dinamica degli acquisti in volume e in valore di alcuni prodotti agricoli (Variazione % 2011/2010)

Fonte: ISMEA, Panel famiglie GFK-Eurisko [Qualivita-ISMEA]; *Anno di riferimento=2005

La sinergia tra il comportamento di acquisto di prodotti tipici e quello di prodotti biologici conferma che la tipicità di un prodotto per il consumatore rappresenta una garanzia della qualità organolettiche e dei processi produttivi. I consumatori di pro- dotti quasi esclusivamente biologici acquistano mediamente formaggi duri e prosciutto crudo a DO in maniera superiore, dal 5% al 15%, rispetto ai non acquirenti bio, dan- do prova dell’efficacia di un reciproco effetto traino [Qualivita-ISMEA]. Nella ricerca Eurobarometro del luglio 20127 si indaga quanto importante sia la sicurezza e la qua- lità del cibo per i cittadini europei: ciò che emerge è che più del 90% del campione ritiene che la qualità (96%) e il prezzo (91%) sono determinanti nell’acquisto di beni

alimentari rispetto all’origine (decisiva per il 71%) e alla marca (47%). Sotto l’aspetto della conoscenza dei marchi di qualità all’interno dell’UE, si nota una maggiore facilità nel riconoscere i loghi identificativi del rispetto dei principi etici, solidali e ambientali mentre meno conosciuti sono i marchi d’origine. Nel caso degli italiani, il 24% degli intervistati dichiara di conoscere il logo del biologico, in linea con quella della media europea, mentre per quanto concerne i marchi di origine questa percentuale aumenta scoprendo degli importanti margini di sviluppo nel mercato di questi prodotti. Ripren- dendo le curve di concentrazione e focalizzandoci sui consumatori più vicini agli alti acquirenti, che hanno caratteristiche socio-demografiche simili a quest’ultimi ma con livelli di acquisto inferiori per più della metà (medio acquirenti), basterebbe incremen- tare leggermente il loro livello di consumo per spostare volumi importanti di mercato. Infatti non è realistico pensare che queste famiglie possano raggiungere i livelli di ac- quisto del segmento più alto di consumatori, ma rappresentando il 30% degli acquirenti di prodotti a DO, cioè diversi milioni di famiglie, sono in grado di generare degli effetti in questo mercato[Qualivita-ISMEA]. Inoltre una sfida per gli operatori del settore sa- rebbe riuscire ad avvicinare di più i giovani, i single e i residenti al Centro-Sud essendo degli acquirenti occasionali e costituendo una garanzia per uno sviluppo di mercato orientato al lungo termine.