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3.2 Soft Economy

3.2.2 Consumo critico

Risulta fondamentale approfondire le pratiche di consumo dei GAS per evidenziare i loro effetti sulla diffusione del modello industriale di produzione agricola e sulla glo- balizzazione. Il primo fenomeno, denominato Rivoluzione Verde, è iniziato negli anni Cinquanta ed ha portato ad introdurre la chimica e la meccanizzazione nell’agricoltura; il secondo invece ha promosso la recente diffusione di accordi commerciali interna- zionali e l’apertura dei mercati anche per il settore agricolo [Coscarello]. Tutto ciò ha portato all’affermazione del paradigma della modernizzazione agricola, in cui l’agri- coltura si sgancia dal suo ecosistema, dal suo contesto sociale e locale, per dipendere da fattori esterni alla produzione sia a monte che a valle. Infatti la modernizzazione dei processi produttivi agricoli ha intensificato la produzione, producendo un aumento dell’offerta di beni ed una contrazione dei prezzi percepiti dai produttori [Coscarello]. Le grandi multinazionali agroindustriali sono le uniche a dominare tutti gli anelli della catena produttiva agricola, riuscendo ad abbassare i prezzi d’acquisto dei prodotti agri- coli e sostenendo i prezzi dei loro prodotti [Coscarello]. Oltre all’omologazione dei prodotti, questo modello produttivo provoca:

• effetto squeeze: maggiori costi per le aziende agricole a fronte di una diminuzione costante dei ricavi;

• esternalità negative sull’ambiente e le biodiversità produttive; • uso scorretto delle biotecnologie.

Èper questo che parallelamente nascono le reti alimentari alternative, basate sui principi dell’economia solidale, in cui i produttori e i consumatori si aggregano con metodi diversi da quelli del mercato convenzionale promuovendo il benessere di entrambe le parti[Coscarello]. Risulta interessante capire anche se queste attività possono condurre a diffondere altre attività economiche, per sviluppare in modo sostenibile una comunità. “L’agire del consumo” non è più un processo individuale: è un’azione simbolica e comunicativa perché esprime una visione del mondo e l’appartenenza a un determinato contesto sociale per realizzare una maggiore giustizia distributiva tra gli attori della

filiera produttiva [Coscarello]. La soddisfazione dei propri bisogni avviene attraverso il consumo di prodotti “buoni” non solo per le qualità intrinseche al prodotto, ma anche per i metodi produttivi adottati, per la salvaguardia dell’ambiente e delle condizioni lavorative. Il consumo critico può assumere tre forme[Coscarello]:

1. boicottaggio (forma negativa): non acquistare; 2. sabotaggio culturale (forma discorsiva)

3. buycottaggio (forma positiva): comprare nella rete alternativa

Normalmente il consumo critico non nasce da un malessere sociale per cui le perso- ne si uniscono per ridurre i costi dei prodotti, ma da un aumento della scolarizzazio- ne, dell’informazione e quindi da un aumento del benessere in una classe benestante [Coscarello]. Tuttavia la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione ha de- finito una nuova classe media, capace di riflettere sulle proprie azioni di consumo. I diffusori di queste pratiche appartengono all’area dell”’altra economia”: finanza etica, bilanci di giustizia, Slow Food, commercio equo e solidale, Gas, banche del tempo, turismo responsabile [Coscarello]. Questi soggetti agiscono su diversi piani e in base a tre livelli:

1. creazione di nuove “identità” attraverso il consumo (livello culturale); 2. costruzione di reti economiche sostenibili (livello economico);

3. promozione di forme di regolazione volontaria per tutelare i diritti umani e l’am- biente (livello politico): attraverso soft law si cambiano le politiche aziendali, a fronte del cambiamento dei consumi [Coscarello].

Riguardo ai GAS, essi vengono definiti “Solidali” per differenziarli dai gruppi d’ac- quisto tout-court, che non assumono connotazioni etiche e si costituiscono solo per conseguire un mero risparmi economico[Coscarello]. Per comprendere meglio la dif- ferenza riportiamo la definizione di Gas contenuta nel Documento Base dei Gas del 199970:

“Quando un gruppo di persone decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio guida il concetto di giustizia e solidarieta’, da’ vita a un GAS.

70http://www.retegas.org/index.php?module=pagesetter&func=viewpub&tid=2&pid=

Finalita’ di un GAS e’ provvedere all’acquisto di beni e servizi cer- cando di realizzare una concezione piu’ umana dell’economia, cioe’ piu’ vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente, formulando un’etica del consumare in modo critico che unisce le persone invece di dividerle, che mette in comune tempo e risorse invece di tenerli separati, che porta alla condivisione invece di rinchiudere ciascuno in un proprio mondo (di consumi).

Essere un GAS perciò non vuole dire soltanto risparmiare acquistando in grandi quantitativi, ma soprattutto chiedersi che cosa c’e’ dietro a un determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate; quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicita’ e la distribuzione; qual e’ l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto... fino a mettere in discussione il concetto stesso di consumo ed il modello di sviluppo che lo sorregge.

Per costituire un GAS o per entrare a farne parte non bisogna essere dei "duri e puri" ma prendere coscienza della necessita’ di cambiare nel piccolo e voler riflettere sull’approccio da avere quando si fa la spesa.

I GAS nascono dall’esigenza di cercare una alternativa ad un modo di consumare poco attento; l’obiettivo che va ben oltre i GAS sarebbe in futuro poter fare a meno di questo strumento, quando vi saranno le condi- zioni per creare un mercato diverso. I GAS sono una possibile risposta alla situazione attuale in cui l’unico dovere e’ consumare per essere felici.”