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«Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso… lavorare insieme un successo»1. È da questa frase, pronunciata da Henry Ford, da

cui traggo l’opportunità per parlare di progettazione intesa come forza co- mune, sinergica fra tutte le Università.

Essere qui insieme, per confrontarci, per parlare di buone pratiche, non può che costituire l’inizio di un percorso che dovrebbe vedere le Università unite per dialogare, confrontarsi, discorrere su temi concernenti la forma- zione dei futuri docenti. La collaborazione, è risaputo, è fonte di arricchi- mento reciproco, di scambio, di interazione. Guardare insieme alle proble- matiche inerenti la formazione del futuro insegnante non può che rivelarsi proficuo per la pluralità di idee, pensieri che possono essere dibattuti e condivisi.

La collaborazione fra le Università, approdo apicale degli studi, è non solo auspicabile, ma dovrebbe essere attuata al fine di armonizzare i piani di studio, le modalità di espletamento del Tirocinio, del fare ricerca.

Tale collaborazione, armonizzazione risulta importante sia per eventuali trasferimenti degli studenti da un Ateneo ad un altro, sia per il nostro cre- scere insieme.

Al fine di rendere fattiva questa apertura sarebbe rilevante la creazione

di una piattaforma ove Tutor organizzatori e coordinatori delle diverse Università italiane possano dialogare, confrontarsi, scambiarsi idee, mate- riali, osservazioni… in una parola far tesoro delle buone pratiche attuate nei diversi Atenei per eventualmente farle proprie adeguandole alle realtà locali.

* Tutor del Tirocinio del Corso di laurea di Scienze della Formazione primaria, Univer- sità della Basilicata.

Alla luce di quanto detto i Tutor organizzatori, previsti dal D.M. 10/09/2010 n. 249 art. 112, potrebbero confrontarsi su tematiche inerenti

le modalità di progettazione e attuazione del Tirocinio nei diversi anni; dal canto loro, i Tutor coordinatori potrebbero condividere gli strumenti per l’analisi del contesto classe, degli organi collegiali, dei campi di espe- rienza, delle discipline, del micro teaching, dell’osservazione dell’alunno durante una conversazione, un lavoro di gruppo, nonché strutturazione del diario di bordo inerente l’analisi di una giornata nella scuola dell’infanzia e/o primaria. Ciò nell’ottica di un percorso formativo sempre più funzio- nale volto, anche con l’ausilio degli strumenti in precedenza menzionati, all’osservazione e al riconoscimento delle strategie didattico/educative più efficaci nei diversi contesti/situazioni.

Auspicabile sarebbe ancora la condivisione delle esperienze, delle ricer-

che/azioni che gli studenti potrebbero effettuare per il tramite dell’osserva- zione nelle classi.

Potremmo insieme pensare di fare ricerca al fine di migliorare alcuni aspetti relativi al contesto educativo-didattico, relazionale, di gestione della classe, e, per il tramite dei nostri studenti e delle scuole ospitanti, trarre gli elementi da cui iniziare questo percorso. Studenti e scuole accoglienti di- verrebbero il perno della ricerca educativa.

Risulta chiaro che, individuato il tema specifico da analizzare, sarà necessario sottendere ad un preciso quadro teorico di riferimento relativo agli studi e ai risultati di ricerca, insieme ad un esame storico-critico della letteratura nello specifico settore, per poi procedere alla formulazione del piano di analisi: definizione del campione oggetto di studio, delle tecniche, degli strumenti di rilevazione dei dati, di analisi e di interpretazione dei ri- sultati, sino alla stesura del rapporto di ricerca unitamente alle indicazioni operative.

Per tale lavoro potranno essere di ausilio i docenti di Pedagogia Speri- mentale, Speciale, altro, afferenti alle nostre Università.

La raccolta dei dati potrà essere effettuata dai Tutor coordinatori per il tramite degli studenti, mentre l’analisi statistica e l’elaborazione critica po- trebbe essere effettuata dai nostri ricercatori unitamente ai docenti.

In tal modo la ricerca in Italia, almeno nelle scuole dell’infanzia e pri- maria (sono questi gli ordini di studio cui il nostro Corso di laurea affe- risce) diverrebbe sempre più efficace e i risultati potrebbero, in qualche modo, elevarsi rispetto alle politiche educative del nostro Paese.

2. Regolamento concernente: «Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244» (11G0014).

La sinergia che si attuerebbe tra le diverse università, gli studenti, i Tutor organizzatori e coordinatori, i docenti universitari, i ricercatori e non ultime le scuole e gli insegnanti, fungerebbe da volano per la condivisione

di buone pratiche, per una spinta propulsiva alla ricerca, per una even- tuale azione politica sempre più attenta ai bisogni educativi.

Proporrei l’avvio di osservazioni, focus group, interviste, colloqui agli studenti del terzo e quarto anno di Tirocinio, che cominciano ad avere una visione più ampia della scuola rispetto ai suoi punti di forza/debolezza in quanto già avviati verso un’osservazione partecipata delle classi e dell’Isti- tuto.

Tale tipo di osservazione, senza tralasciare quelli che sono gli altri focus educativo-didattici, comporterà per gli studenti una maggiore attenzione ad aspetti specifici riguardanti il contesto classe in particolare e la scuola in generale. Porterebbe lo studente a comprendere fattivamente quanto posto in essere nell’ambito di una ricerca educativa e lo condurrebbe ad essere sempre più consapevole delle azioni da attuare all’interno dei diversi conte- sti scolastici.

Tutto ciò potrebbe essere condiviso attraverso l’implementazione di una piattaforma nazionale la quale attraverso focus group mirati risulterebbe

essere propulsiva di confronti, dialoghi, idee di ricerca.

Al fine di fornire l’opportunità ai nostri studenti di avere una visione sempre più ampia delle diverse metodologie di insegnamento potremmo anche pensare all’apertura di tutte le università italiane all’Europa, sull’e- sempio della spinta trainante fornita dagli Atenei di Milano e Palermo.

Tale apertura potrebbe realizzarsi con l’utilizzo, nei percorsi di Tirocinio, della piattaforma eTwinning3 e, in particolare, dell’eTwinning Initial Tea- cher Training.

Quest’ultimo, insieme all’eTwinning Teachers Training Pilot, consenti- rebbe:

1. un contatto diretto fra gli studenti dei diversi Paesi a vantaggio della conoscenza di differenti sistemi di formazione, nonché di metodologie di insegnamento;

2. un confronto fra le diverse università;

3. la crescita professionale dei futuri docenti e l’apertura sempre più forte all’innovazione didattica, al fine di favorire lo sviluppo di competenze chiave per l’apprendimento permanente, verso l’Europa del 2020;

3. Nata nel 2005 su iniziativa della Commissione Europea, attualmente tra le azioni del Programma Erasmus+ 2014-2020, eTwinning si realizza attraverso una piattaforma

informatica che coinvolge i docenti facendoli conoscere e collaborare in modo semplice,

veloce e sicuro, sfruttando le potenzialità delle nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) per favorire un’apertura alla dimensione comunitaria dell’istruzione e la creazione di un sentimento di cittadinanza europea condiviso nelle nuove generazioni.

4. la continuità nella didattica quotidiana tra locale, regionale, nazionale, europeo, internazionale;

5. il coinvolgimento attivo degli studenti nella relazione didattica attraverso

eTwinning, strumento di dialogo intergenerazionale, interculturale e di cittadinanza attiva.

Condivisione, ricerca, apertura tra le Università italiane e le scuole eu- ropee visti come progetto comune da implementare al fine di proporre ai nostri studenti una formazione sempre più ampia, ricca di contenuti e stru- menti, aperta a nuove culture e strategie.

Riferimenti bibliografici

D.M. 10/09/2010 n. 249 art. 11 Regolamento concernente: «Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244».

4. Osservo, provo e cambio