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di Francesca Zanon, Franca Cimetta, Patrizia Michelutti*

4. Il Tirocinio del III anno come Ascolto

L’esperienza dello studente nei primi anni di Tirocinio si concentra, co- me sopra descritto, sull’osservazione del contesto scolastico inteso come si- stema complesso che al suo interno racchiude spazi, tempi, oggetti, perso- ne che contribuiscono, tramite la loro interconnessione, al raggiungimento di un fine comune, quello dell’Educazione.

Lo studente nel Tirocinio indiretto: sperimenta tecniche e strategie, si- mula, ipotizza, relaziona, riflette sull’esperienza come professionista, recu- pera le conoscenze teoriche e approfondisce i contenuti dei documenti mi- nisteriali; nel Tirocinio diretto: coglie ed elabora prassi osservate e si mette in gioco attivando le competenze che caratterizzano la professione docente. Egli osserva, progetta, realizza e valuta le proprie azioni didattiche, riflette sulle conoscenze pedagogiche riferite alle dimensioni di sviluppo del bam- bino (Serena e Zuccari, 1999, p. 42) e sperimenta le capacità di gestire la complessità educativa-relazionale.

Al terzo anno di Tirocinio l’azione dello studente si rivela, nell’ambito del Tirocinio stesso, più complessa e coinvolgente. Le conoscenze, le abili- tà e la soggettività devono essere concertate e spese nell’ambito professio- nale. Allo studente viene chiesto di attivare i propri “saperi” per progettare un percorso didattico che tenga conto di molteplici aspetti che riguardano l’azione dell’apprendere e quella dell’insegnare.

L’inserimento nella scuola richiede, oltre alle abilità acquisite nelle precedenti esperienze, lo sviluppo di capacità progettuali che colgano, in un contesto educativo già esistente, le peculiarità presenti e i bisogni del gruppo sezione/classe; lo studente realizza un percorso didattico coerente con la realtà osservata. Fondamentale, quindi, l’utilizzo dell’’osservazione pedagogica di tipo contestuale essa permette di analizzare, fare ipotesi e operare scelte adeguate; è una procedura metodologica decisiva per la co- noscenza dei bambini (Olmetti Peja, 1998).

Uno degli aspetti determinanti nell’agire educativo, oltre all’osservazio- ne, è “l’ascolto”.

L’ascolto permette di creare dal punto di vista comunicativo un mo- vimento di “avvicinamento” tra insegnante e bambino che determina un cambiamento nella relazione; sotto l’aspetto cognitivo esso determina un primo livello di elaborazione di idee e conoscenze possedute e crea degli organizzatori anticipati, rispetto allo scopo dato.

L ’insegnante, nell’atto di ascoltare, interagisce stando nella relazione e partecipa alla costruzione della realtà (Bertalanffy, 1969).

Creare una situazione di “ascolto” richiede allo studente, di mettere a fuoco i contenuti di apprendimento e di verificare le proprie conoscenze in merito ai contenuti stessi. Per organizzare le proprie conoscenze allo stu- dente viene chiesto l’utilizzo delle mappe concettuali (Novak, 1989; 2001) e solo in seguito egli organizza le attività dedicate all’ascolto dei saperi e delle abilità già presenti nel gruppo sezione/classe.

L’ascolto cognitivo, come afferma Ausubel, ha lo scopo di stimolare i bambini ad esprimere le loro conoscenze e le loro idee e permette di va- lorizzare le proprie esperienze. Le nuove informazioni vengono inserite nelle preesistenti i concetti specifici vengono associati a concetti generali. (Ausubel, 1968).

Le rilevazioni ottenute dal gruppo di bambini coinvolti nel progetto ha una duplice funzione; orienta la proposta di apprendimento verso un livello superiore a quello esistente e crea un ponte tra le conoscenze pregresse for- mali e informali (Pontecorvo, 1990). In seguito, alla luce di quanto appre- so, allo studente viene chiesto di pianificare le proposte didattiche e le stra- tegie metodologiche per attuarle. Nell’agire lo studente viene esortato ad avere un attento sguardo verso le Indicazioni Ministeriali per il Curricolo del 2012 e verso le proprie conoscenze teoriche che fanno parte del proprio curricolo di studi universitari.

È fondamentale far comprendere allo studente che quanto affermato da Ausubel ha valore sia per quanto lo riguarda sia per quanto riguarda la figura professionale che diventerà: «Se dovessi condensare in un unico principio l’intera psicologia dell’educazione, direi che il singolo fattore più importante che influenza l’apprendimento è dato dalle conoscenze che lo

studente già possiede. Accertatele e comportatevi in conformità nel vostro insegnamento» (Ausubel, 1968, p. 17).

Tab. 2 - Organizzare l’ascolto dell’alunno

Esempio di come organizzare l’ascolto dell’alunno

Per comprendere come organizzare un ascolto significativo si è dovuto riflettere con gli studenti sulle modalità con cui sia possibile pianificare un’esperienza di ascolto; ascolto che ponga in primo piano il bambino come individuo portatore di temperamento, affettività, capacità, esperienze e cultura.

Lo studente indaga le esperienze dei bambini:

• a livello personale: famiglia, amici, attività, cultura… altro;

• a livello scolastico: relazioni, gioco, attività, uscite didattiche e altro.

L’esempio sopra descritto rende possibile, nella scuola dell’infanzia, cre- are una situazione dinamica e concreta che pone i protagonisti in un primo spazio e tempo di apprendimento.

La raccolta delle conoscenze del gruppo classe/sezione orienta lo studen- te nel progettare e costruire attività che possano favorire l’acquisizione di competenze articolate e non univoche attraverso un ambiente ricco di inte- razioni fra i diversi soggetti che ne fanno parte (Pontecorvo, 1990).

5. Conclusioni

Questo nostro percorso di Tirocinio ci ha insegnato che, imparare a conoscere nella pratica, ad interrogarsi sul proprio operare e mediante le riflessioni far emergere e criticare le tacite comprensioni sorte attorno alle esperienze ripetitive di una pratica specialistica, può far trovare nuovo sen- so nelle situazioni caratterizzate da incertezza, unicità ed instabilità così come sono quelle educative. Imparare a diventare “professionisti che riflet- tono sul proprio conoscere nella pratica” diventa strumento essenziale per avvicinarsi alla professione educativa con le dovute cautele, sperimentando di persona situazioni che per loro natura ci vedono immersi non solo come professionisti, ma anche come esseri umani.

Riferimenti bibliografici

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Combi F., Catarsi E., Colicchi E., Fratini C., Muzi M. (2003), Le professionalità

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Merletti R.V. (2001), libri e lettura da 0 a 6 anni, Mondadori, Milano. Novak J.D., Gowin D.B. (1989), Imparando a imparare, SEI, Torino. Novak J.D. (2001), L’apprendimento significativo, Erickson, Trento.

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