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6. La catena decisionale nella scuola, formazione iniziale, formazione continua e co-evoluzione

All’interno della scuola c’è una catena decisionale che è fondamentale che lo studente approfondisca per sapere in che modo collaborare ed in- tervenire democraticamente all’interno delle opportune sedi istituzionali ovvero degli organi collegiali e di gestione della scuola. A scuola di solito le buone pratiche sono un patrimonio di ciascun insegnante. Ma perché diventino buone prassi e definiscano lo stile della scuola, debbono essere condivise, confrontate, discusse, acquisite, adottate come espressione con- divisa della scuola. Questo percorso decisionale fa parte delle competen- ze necessarie per essere insegnante. Molti sono gli Istituti dove le buone pratiche sono tante ma, ancora, non c’è la consapevolezza di trasformarle in buone prassi da inserire nel piano dell’offerta formativa. Tale consape- volezza è necessario venga acquisita nella formazione iniziale e in questo senso la scuola è determinante per fornire un rispecchiamento profondo. Questo è un punto dove maggiormente il rapporto università e scuola può portare ad una co-evoluzione positiva e un arricchimento della scuola stes- sa. Per questo si è diffusa la consapevolezza che è necessario un protocollo d’intesa riguardante l’accoglienza degli studenti nelle scuole che amplifichi il reciproco feedback istituzionale; attualmente i lavori per tale protocollo,

ancora in bozza, sono giunti ad una fase piuttosto avanzata. Tale protocollo è necessario per implementare quegli intrecci virtuosi che già esistono.

Alla luce dell’esperienza del vecchio ordinamento e di quanto realizzato nel nuovo, ci sono alcuni esempi d’intrecci virtuosi che è possibile imple- mentare. Innanzi tutto la proposta di laboratori sperimentali, organizzati dall’università per studenti e Tutor accoglienti insieme, in aree di fragilità della scuola (nuove tecnologie; italiano come L2; percorsi e tecniche di animazione – tra le quali la stop motion, particolarmente indicata anche con bambini piccoli), che hanno espresso una grande sinergia in quanto avevano come intento progettuale la formazione congiunta di studenti ed insegnanti accoglienti. Da qui derivava poi l’opportunità per gli studenti di svolgere il Tirocinio progettando un percorso coerente con la progettazione di una sezione o classe, direttamente con il Tutor accogliente, oltre che con il Tutor universitario. Il punto focale di questi laboratori era rappresentato dalla partecipazione dei docenti universitari e, tramite intesa, di istituzioni di grande rilevanza culturale nel territorio, quali la Cineteca di Bologna o il Museo di Arte Moderna di Bologna (MAMBO).

Un’altra fonte di sinergia è stata individuata nell’asse istituito tra il Piano dell’Offerta Formativa (POF) di ciascuna scuola e il percorso formativo previsto per gli studenti, con una programmazione di attività, unità didatti- che, progetti didattici connessi alle proposte di rilievo espresse nei POF. In altre parole il piando dell’offerta formativa è divenuto la matrice di riferi- mento per i progetti sviluppati dai singoli tirocinanti.

Ciò ha portato un ulteriore intreccio virtuoso, individuato nella forma- zione, proposta e offerta ogni anno dal Corso di laurea ai Tutor accoglienti dei diversi territori provinciali, sulla base delle esigenze individuate e di- chiarate dalle scuole.

Da ultimo, ma non meno importante, sta diventando un grande cataliz- zatore motivazionale l’intervista che gli studenti rivolgono ai Tutor acco- glienti. La narrazione dei docenti esperti riesce a coinvolgere ed emozio- nare i tirocinanti. Gli intrecci virtuosi sono così rappresentati da laboratori per studenti e Tutor insieme su aree di fragilità della scuola, la formazione per i Tutor e l’intervista agli insegnanti visti come modelli di competenza ed esperienza da parte dei tirocinanti. Manca solo una narrazione della re- ciprocità di questi legami in uno statuto o protocollo esplicito.

Conclusioni

Dall’esperienza accumulata in questi anni un luogo di sinergia e scam- bio è quello della formazione offerta dall’università agli insegnanti Tutor dalla scuola condivisa o meno con gli studenti tirocinanti, quella di una

proposta continua e permanente, la ricerca sul campo, il percorso di rac- colta e cura delle biografie professionali attraverso riviste pedagogiche, il confronto sulle didattiche attive, gli strumenti di programmazione, la pro- gettualità anche con agenzie formative collaboranti (università e fondazio- ne Golinelli, MAST, MAMBO, Cineteca, Istituto per ciechi Cavazza). Le scuole, se fanno massa critica positiva, potrebbero essere anche in grado di accogliere docenti dell’università nella scuola stessa. In questo senso, oc- corre dire che dei sei profili stilati a suo tempo da Altet, Perrenoud ed altri (ovvero l’insegnante come pratico/artigiano; Pratico/riflessivo; Possessore di una padronanza - maestro istruito; Tecnico; Attore sociale; Persona) alla scuola italiana si addice una complessità molto ampia che vede un po’ una combinatoria di dei diversi profili e un’attitudine (da migliorare) alla comu- nicazione efficace e politicamente elaborata istituzionalmente.

A conclusione del percorso, ci preme riportare, come alta finalità da condividere da parte di tutti, i diritti imprescrittibili del discente stilati da Perrenoud per fondare il contratto pedagogico e didattico con i discenti. Essi dichiarano: il discente ha il diritto di non essere costantemente atten- to, il diritto alla sua interiorità, il diritto d’imparare solo quello che ha sen- so, il diritto di non ubbidire da sei a otto ore al giorno, il diritto di muover- si, il diritto di non mantenere tutte le sue promesse, il diritto di non amare la scuola e di poterlo dire, il diritto di scegliere con chi vuole lavorare, il diritto di non cooperare al proprio processo, il diritto di esistere come per- sona; che curiosamente sono in sintonia con i diritti naturali del bambino stilati a suo tempo da Giancarlo Zavalloni, grande pedagogista della scuola e nella scuola. Quello che è sotteso alla formazione degli insegnanti è la competenza delle competenze: insegnare ad apprendere, nel quadro delle competenze per la cittadinanza europea, valorizzando le personalità di tut- ti, intrecciando tempi soggettivi, complessità, meta-competenze, curricolo formale, non formale e informale.

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5. Per la formazione del docente curricolare