Si delinea qui di seguito l’articolazione progressiva dei CFU4 e i re-
lativi contenuti trattati nella sede torinese, con un’attenzione particolare agli aspetti di inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali che da sempre costituisce un filo rosso nella nostra “idea” di formazione iniziale.
Nel secondo anno di corso sono trattate tematiche relative alla scuola come sistema complesso, in riferimento alla specificità della scuola dell’in- fanzia e primaria; si avvia un primo approccio alla realtà scolastica, all’os- servazione del contesto, allo sviluppo della professionalità docente declina- ta in entrambi gli ordini di scuola.
Nel terzo e quarto anno gli studenti affrontano aspetti inerenti l’osserva- zione, la progettazione e la valutazione, seguendo una programmazione de- gli incontri condivisa collegialmente; in particolare nel terzo anno il focus è rivolto alla lettura del setting formativo e della sua organizzazione, anche in relazione ad alunni con esigenze educative speciali. L’attenzione del fu- turo insegnante è rivolta alla comunicazione e alla mediazione relazionale: clima e dinamiche interne al gruppo classe, stili di insegnamento e modali- tà di conduzione e gestione d’aula, sono oggetto di analisi e riflessione. Già a partire dal secondo semestre gli studenti concentrano il proprio Tirocinio sulla progettazione di brevi attività con attenzione a struttura, fasi, metodo- logia e modalità di conduzione.
Durante gli incontri di Tirocinio indiretto il Tutor coordinatore guida gli studenti, in coppia o in piccoli gruppi, nell’elaborazione di progetta- zioni per competenze, in raccordo con i materiali proposti dai laboratori, affinché il tirocinante possa realizzare uno o più interventi nella classe/ sezione in cui è inserito, condividendo con il Tutor d’aula la metodologia e i contenuti da sviluppare nell’intervento stesso. Inoltre nel setting secon-
dario, costituito dal Tirocinio indiretto, lo studente seguirà, con il gruppo dei pari, la riflessione personale e la socializzazione delle azioni didattiche effettuate in classe/sezione, con particolare attenzione ai feedback ricevuti nel lavoro d’aula (setting primario) dal Tutor d’aula e dagli allievi.
4. Articolazione dei CFU di Tirocinio nella sede torinese: 2 CFU nel secondo anno di corso, 6 CFU nel terzo anno di corso, 6 CFU nel quarto anno di corso, 10 CFU nel quinto anno di corso. Le ore di Tirocinio diretto vengono suddivise al 50% tra infanzia e primaria.
La quarta annualità annovera un percorso specifico, denominato “set- tembre a scuola”, già ampiamente sperimentato nel vecchio ordinamento, incentrato sulla tematica della collegialità analizzata in tutti i suoi aspetti (il lavoro collegiale nei documenti, l’organizzazione della scuola, l’osserva- zione delle riunioni, la comunicazione tra colleghi, la progettazione annua- le, l’accoglienza degli alunni, il rapporto con le famiglie).
Fin dal quarto anno il Tirocinio si concentra prioritariamente sulla pro- gettazione di sequenze di apprendimento nella scuola dell’infanzia e prima- ria, sul rapporto tra progettazione e valutazione, sulle modalità di verifica e valutazione degli alunni, sulle scelte metodologiche che l’insegnante attua nella trasposizione didattica. In particolare lo studente approfondisce la progettazione didattica e le sue articolazioni: sulla base delle progettazioni raccolte a scuola e delle azioni osservate e/o agite, il gruppo di studenti di- scute sui diversi modelli di progettazione osservati e agiti (per obiettivi, per sfondo integratore, per concetti, per progetti, per competenze) e sulle scelte metodologiche in ambito progettuale. La riflessione prende spunto dall’os- servazione delle diverse metodologie adottate dai Tutor d’aula nel loro agire didattico in relazione ai saperi disciplinari ed interdisciplinari5.
Per costruire strumenti valutativi legati alle progettazioni pensate, si invita lo studente ad osservare le verifiche predisposte dagli insegnanti e le modalità valutative adottate e a conversare con il Tutor d’aula in merito alle modalità di verifica/valutazione degli alunni: criteri, strumenti e mo- dalità di somministrazione degli strumenti valutativi, anche in riferimento agli allievi con esigenze educative speciali, nonché alle pratiche di autova- lutazione degli alunni.
Infine, il percorso di Tirocinio diretto si completa condividendo con il Tutor d’aula quanto progettato, sia in riferimento alla metodologia scelta, sia agli strumenti valutativi predisposti, traducendosi in azione sul campo.
Nel Tirocinio indiretto, oltre alla riflessione ricorsiva di quanto osserva- to e agito durante il processo di immersione a scuola, il Tutor universitario, grazie alla sua funzione di distanziamento dalla pratica d’aula, attiva nello studente un processo di esplicitazione finalizzato alla presa di coscienza dell’azione6.
5. La riflessione verte sull’analisi di:
• metodologie euristiche: metodologia della ricerca, problem solving o didattica per pro- blemi, didattica per progetti;
• metodologie cooperative: cooperative learning, tutoring, peer education;
• metodologie dialogiche e narrative: autobiografia, approccio dialogico, argomentazione. 6. E. Damiano, Un’agenda per le professioni del Tirocinio, in Nella terra di mezzo.
Una ricerca sui Supervisori del Tirocinio, a cura di C. Laneve e F. Pascolini, La Scuola, Brescia, 2015, pp. 293-320.
Inoltre, il gruppo torinese ha scelto di proporre alcuni compiti autentici7
che rispecchiassero il focus della terza e quarta annualità (osservazione/ progettazione nel terzo anno, progettazione/valutazione nel quarto an- no), con i seguenti obiettivi: dare la possibilità allo studente di ricevere feedback sul proprio operato e di auto-valutarsi; consentire al gruppo dei Tutor coordinatori e organizzatori di verificare la bontà delle scelte conte- nutistiche proposte al gruppo di studenti durante gli incontri di Tirocinio indiretto; infine permettere ai Tutor di effettuare un’autovalutazione sulle proprie modalità di conduzione degli incontri e trattazione delle tematiche selezionate.