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di Francesca Zanon, Franca Cimetta, Patrizia Michelutti*

3. Fra osservazione e progettazione: incontriamo i libri e le biblioteche

Nei primi 2 anni di Tirocinio, come già accennato, abbiamo avviato un focus di riflessione con gli studenti sulla promozione e la fruizione della lettura a scuola, esplorando le proposte editoriali ed individuando possibili percorsi didattici operativi partendo da alcune questioni:

– perché il libro: la scuola riesce a trasmettere la passione per la lettura?

Perché è importante promuovere un ambiente ricco di libri, leggere ad alta voce? Che rapporto esiste fra libro e crescita dell’identità? Quanto è cambiato negli anni il rapporto bambino/libro?;

– quali libri scegliere e come costruire una biblioteca in classe (libri di

narrativa, di divulgazione scientifica, sulle emozioni, albi illustrati, fila- strocche, silent book, libri tattili, graphic novel, testi plurilingue…); – quando leggere (all’inizio della giornata, come warm up per avviare

un’attività, per creare un momento magico, per approfondire un tema…); – dove e come allestire lo spazio (angolo lettura in classe, biblioteca, sot-

to l’albero del giardino…);

– come leggere (narrare, leggere ad alta voce, raccontare, con o senza

immagini, promuovere una lettura silenziosa, dialogata…);

– perché costruire libri a scuola (per narrare, approfondire temi, docu-

mentare attività, sperimentare tecniche…).

Filo conduttore è l’incontro con i libri e le biblioteche; le proposte si inseriscono all’interno di un percorso di tipo osservativo (osservazione dell’ambiente di apprendimento e di sequenze di insegnamento-apprendi-

mento) attraverso una circolarità che dal Tirocinio indiretto ricada su quel- lo diretto e viceversa influenzandosi reciprocamente secondo il modello dell’integrazione problematica (Lodini, 2003).

Nel primo step (Tirocinio1) esploriamo il nostro rapporto con la lettura chiedendo allo studente quale sia stato, durante la sua crescita, il libro di

affezione, di cui ha un ricordo nitido e preciso. Ripercorriamo, insieme, quindi quella situazione: dove lo leggeva, da chi è stato donato, perché ha lasciato una traccia dentro di lui. Nell’attività, che si svolge in piccoli gruppi, gli studenti raccontano liberamente le sensazioni che hanno ac- compagnato il piacere di quel libro, ricordano i luoghi, le persone ad esso legato, a volte anche ne ritrovano l’odore, riportano passaggi, immagini o ne raccontano la storia.

Dalla condivisione dell’esperienza si arriva all’analisi riflessiva: quanto l’esempio dell’adulto-lettore, sia esso insegnante o genitore, rappresenta per il bambino uno stimolo e un modello indispensabile per avvicinarsi al testo? Se presentiamo tanti libri i nostri alunni diventano automaticamente dei lettori consapevoli? È sufficiente il contagio? (Denti, 1999, p. IX).

Successivamente viene proposta un’immersione nei libri attraverso una sorta di mostra-espositiva allestita nell’aula universitaria che diventa luogo per toccare, maneggiare, sfogliare libri, scoprire autori, illustratori e nuove proposte editoriali

Solo a questo punto gli studenti in piccoli gruppi sono invitati a proget- tare un percorso didattico per la scuola dell’infanzia o primaria con l’aiuto di alcuni indicatori (Come organizzate lo spazio? Utilizzate dei mediatori?

Quali pagine sono adatte?) e ad esporlo al grande gruppo.

Parallelamente viene chiesto loro di sperimentare a scuola (Tirocinio diretto 1) un breve intervento di lettura ad alta voce con un’attenzione mi- rata alla progettazione dell’ambiente formativo, costruendo con accuratezza l’allestimento dello spazio aula/sezione, le modalità di presentazione, riflet- tendo sulla modulazione della voce, il ritmo, i tempi, i supporti utilizzati (musiche, immagini).

La costruzione di un setting accogliente ed ospitale risulta fondamenta- le perché solo all’interno di un clima favorevole, in un’ambiente disposto all’ascolto, si possono tessere gli apprendimenti e suscitare la curiosità del sapere, come ben dimostrano le numerose scuole senza zaino che stanno crescendo nel nostro Paese (Orsi, 2015; Merletti, 2001).

Sottolinea, inoltre, B.V. Merletti (2001) che non si tratta solamente di predisporre un ambiente fisico idoneo, ma che la creazione di un ambien- te favorevole alla lettura è qualcosa di più complesso. A questo punto del percorso (2° anno di Tirocinio) gli studenti effettuano un’osservazione di promozione alla lettura in una biblioteca ragazzi del territorio assistendo ad un intervento (lettura animata, laboratorio del libro, ora delle storie…) realizzato da operatori professionisti.

Riteniamo l’osservazione effettuata nelle biblioteche ragazzi un valore aggiunto per lo studente. “Le biblioteche di pubblica lettura hanno spalan- cato le porte ai giovani lettori (…) senza le prestazioni delle biblioteche il rapporto libro-ragazzi non avrebbe di certo raggiunto – neppure lontana- mente – gli attuali livelli di sviluppo” (Denti, 1999, p. 85). “Il promotore della lettura, inoltre, è un professionista che si occupa di questi temi a tem- po pieno e coniuga un’approfondita conoscenza delle proposte editoriali an- che recenti con specifiche capacità relazionali e di tecniche di animazione” (Barcelò e Bassi, 2014, p. 54).

L’obiettivo che ci prefiggiamo è quindi anche di far comprendere allo studente l’importanza dell’interazione scuola-territorio quale luogo capace di produrre circuiti innovativi da integrare con quelli scolastici.

È grazie ad un lavoro di rete con i progetti Crescere leggendo, Nati per leggere e diverse agenzie educative (prime fra tutte le biblioteche) che siamo riusciti a co-costruire percorsi di collaborazione e scambi di com- petenze. Tale raccordo fra scuola-università-territorio va costantemente alimentato affinché la lettura non sia un’appendice facoltativa, ma diventi un’attività sistematica.

L’osservazione accurata e mirata in biblioteca ha permesso ai nostri studenti di analizzare il rapporto lettore-alunni, gli aspetti organizzativi dello spazio (in un continuum con l’anno precedente), i tempi, le strategie utilizzate per facilitare la partecipazione del gruppo-classe, l’utilizzo di mediatori (fotografie, musiche…), le tecniche narrative, le modalità di in- tervento (uso voce, gestualità, prossemica…) e di capire l’importanza della condivisione delle letture senza “L’uso infernale delle schede operative” (Denti, 1999, p. 79).

Lo strumento che proponiamo è semi strutturato perché, se è sempre necessario delimitare il campo dell’osservazione (e quindi individuare dei descrittori), allo stesso tempo è anche importante fornire una griglia aperta che lasci spazio alle annotazioni personali per cogliere il vissuto dell’espe- rienza.

Conclude il percorso una proposta di simulazione di un silent book da effettuarsi nel Tirocinio indiretto realizzata in piccoli gruppi dove la scelta del registro linguistico da adottare, il mettersi in gioco diventano gli obiet- tivi principali dell’attività.

Tab. 1 - Scheda di osservazione

Scheda di osservazione di un’attività in biblioteca Tirocinio 2

Cognome Nome Luogo Data osservazione ora Breve presentazione dell’iniziativa: è inserita in un progetto particolare? (Nazionale, regionale)

Partecipanti (scuola, classe, n. alunni…)

Libro/i presentati (autore, anno, titolo, casa editrice, luogo)

Promotori della lettura (breve descrizione del profilo professionale, associazione di appartenenza…)

Organizzazione spazi

Mediatori utilizzati per l’attività Svolgimento attività

Strategie di animazione utilizzate (interazione con i bambini, gestualità, modula- zione e uso della voce, pause e ritmi narrativi, ascolto e utilizzo delle risposte dei bambini…

Sviluppi dell’attività (lo studente individui possibili piste di lavoro e/o approfondi- menti all’attività proposta in biblioteca)

Osservazioni libere