Ludovico Quaroni, nel rievocare il lavoro svolto a fianco di Adriano Olivetti, riassume i punti salienti di una vicenda durata pochi anni ma intensamente vissuta.
Nei quattordici anni nei quali ho seguito Adriano," tenendomi e restando parecchi passi indietro, io ho potuto solo avvertire da lonta no quel lavoro continuo, incessante, della sua mente: ed avvertirlo, per di più, solo dal punto di osservazione d'un urbanista archi tetto, al quale sfuggiva completamente la metà della sua elaborazione mentale: quella, non indifferente, che riguardava la sua fabbrica, l'industria italiana e il modo di saldare, non da padrone, gli interessi della fabbrica o dell'industria genericamente, con la, vita degli operai e con gli interessi nazionali per il miglioramento del prodotto, per la produttività. Ecco i principali episodi della vita di Adriano ai quali ho preso parte più o meno da vicino.
Interventi col Piano ERP e INA CASA; trasformazione di questo Piano nella Cassa per il Mezzogiorno e nell'UNRRA CASAS Ia giunta; azione di conquista dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e gestione annuale della meravi gliosa palestra d'incontro costituita dai Congressi e dai Convegni dell'INU stesso; costituzione dell'IRUR, Istituto di ricostruzio ne urbana e rurale, ente denominato in questo modo da Adriano, in un primo tempo, per tentare
d'offrire al paese un Istituto di studi capace di gestire la pianificazione ("ricostruzione" è il termine da Adriano escogitato come surrogato al termine "pianificazione", allora politica- mente proibito) in tutto il territorio delle regioni, dei comprensori e dei comuni italia ni, fino alla produzione delle case popolari. Termine trasformato, dopo la bocciatura, nel- 1 ' I-rur per il Canavese, dove rur non è più che il solo aggettivo "rurale", scompare la città, per ridurre lo scopo alla gestione del territorio agricolo, in relazione allo sviluppo industriale; azione meridionalista, intesa soprattutto alla trasformazione struttu rale del sistema agricolo nell'Agro Lucano, e studio scientifico multidisciplinare della poetica realtà dei Sassi di Matera col corolla rio della pianificazione dell'Agro Materano e coll'affrettata costruzione del borgo La Martella da offrire poi al massacro delle forze al governo, dopo l'inaugurazione fatta da De Gasperi e dopo il compromesso storico fra la DC e le sinistre, per silurare alla base la vita del capoluogo attraverso un piano regolatore e una serie di quartieri commissio nati a firme illustri; azione promozionale dell'urbanistica, nel contesto delle idee olivettiane, attraverso la rivista "Comunità" e la rivista "Urbanistica", con una spinta verso la presentazione d'una nuova legge urbani stica che vide compatte, contro, destre e sinistre; piano intercomunale di Ivrea, organiz zato su analisi scientificamente condotte, ma poi strozzato e bocciato dalla politica DC locale, salvo ad approvarne poi la maggior
parte, con qualche ritocco nei vincoli e con qualche autore cambiato, per renderlo meno bruciante; organizzazione del Movimento Comuni tà, e in particolare, per me, organizzazione del Centro romano del Movimento stesso, colla sua vasta vita di rapporti fra i partiti, fino all'avventura triste delle elezioni, con i suoi addentellati del "Seminario Interna zionale di Ischia", del "CEPAS", del "Seminario di Arezzo", e via dicendo.
Ecco i principali episodi della vita di Adriano ai quali io ho preso parte in terza, in seconda, in prima persona. (...) Sono episodi, avventure, tentativi, proposizioni che noi conosciamo solo per la parte che noi stessi vi abbiamo avuto, sempre che la memoria ci assista. Ma fatti di cui non sempre è tutta chiara la storia; di cui non sono chiarissime, spesso, le ragioni del fallimento loro e del modo col quale il fallimento stesso è stato perpetrato, e decretato ufficialmente, da parte dei nemici.
Adriano aveva una tale fede nell'avvenire delle sue idee, che era capace di incassare le sconfitte senza batter ciglio, e senza dire, a noi piccoli intorno, come realmente erano andate le cose. Sarebbe quindi opportuno che, dopo queste giornate di ricordo e di commemorazione, fosse possibile organizzare delle ricerche sistematiche per far luce completa sui precedenti storici e sulle vicende, sulle conclusioni di queste "parti" del discorso olivettiano, lasciando poi a qualcuno di stabili re gli importantissimi legami che univano 171
una alle altre queste tessere del grande mosaico. Gli archivi della famiglia Olivetti, quelli della fabbrica, saranno stati esplorati, spul ciati, saccheggiati; ma restano altri archivi, da esplorare: quelli d'Ivrea e di certi altri comuni, quelli dell'ISES, quelli della Cassa del Mezzogiorno e degli Enti di Riforma, oltre ad altre istituzioni.
Ma, dicevo, la parte più importante e difficile spetterebbe a chi fosse capace di stabilire i collegamenti, i ponti, tra queste varie operazioni, perché la grandezza e l'origina lità del discorso di Adriano sta, oltre che nel prevedere e prevenire, nel "progettare" di cui parlava l'architetto Vittoria, nella capacità con la quale lui stabiliva rapporti stretti fra aspetti della realtà e del suo operare che apparentemente non ne avrebbero dovuto avere.
E ' da questi rapporti che nasce quella interdisciplinarità che era uno degli strumen ti alla base della sua azione e della sua predicazione. In fin dei conti Adriano aveva impostato, avantilettera per l'urbanistica e la gestione industriale e del territorio, un vero e proprio "sistema", nel quale trovavano collocazione tutte le valenze, i parametri delle realtà, esistenti o utopistiche, con le quali trattava; sistema nel quale trovavano opportuna collocazione, poi, tutte le figure umane, di tecnici e di intellettuali, di politi ci, che lui era riuscito a coinvolgere nel suo "progetto impossibile", e che in parte minima sono presenti in questo seminario.
Capitolo Quinto