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Il fondo Congregazione del Concilio, Relationes Diocesium, conservato presso l‟Archivio Segreto Vaticano, ci permette di individuare, dalla fine del XVI secolo in poi, il numero delle antiche parrocchie di Messina, spesso, ma non sempre, corredato dall‟elenco dei titoli di ciascuna sede. Se la tradizione storiografica ci tramanda la presenza di undici antiche parrocchie, leggendo le relazioni degli arcivescovi recapitate alla Santa Sede ogni triennio, salvo eccezioni dovute a gravi impedimenti, quali contingenze belliche o sconvolgimenti di varia natura -terremoti e carestie- è possibile rintracciare delle variazioni rispetto al numero canonico di sedi parrocchiali da sempre riconosciute. Il margine di oscillazione va da dieci a tredici, anche se non è agevole mettere in luce il criterio che sottende queste diversità. Nella relazione dell‟arcivescovo Pietro Ruiz de Valdivieso (1609-1617), firmata dal canonico Antonio Ricciardo, procuratore del metropolita, non datata ma evidentemente elaborata tra il giugno e l‟agosto 1609, prima dell‟effettivo arrivo dalla diocesi di Burgos del Valdivieso (la relazione successiva è anch‟essa del 1609), si legge, infatti:… In

civitatem decim sunt Parochiales Ecclesiae…134

. Tuttavia la dichiarazione del numero delle

133

Ivi, p. 156-157

134 Cfr. Archivio Segreto Vaticano, Fondo Congr. Concilio, Relationes diocesium, vol. 517 A, ff. 143r-146v, (rinum. 9r- 12v); si veda in part. f. 144r (10r)

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parrocchie non è accompagnata dall‟elenco nominativo delle dieci sedi e non è possibile comprendere dal documento quali fossero escluse. La parrocchia più recente, l‟unica extra moenia, infatti, era già stata istituita tra la fine del Cinquecento e l‟inizio del Seicento dall‟arcivescovo Velardes de la Cuenca. È possibile pertanto che non fossero considerate le sedi appartenenti ai Greci orientali, poi inserite nelle successive relazioni. Allo stesso modo è ipotizzabile che non fosse compresa la chiesa di Santa Maria delle Grazie, il cui rettore doveva essere scelto tra il clero greco, già ricostruita in questa data, dopo la distruzione voluta da Carlo V per edificare la nuova cinta muraria. Nel rapporto135

immediatamente seguente, inviato il 9 novembre 1609 dallo stesso Valdivieso si afferma che le parrocchie sono dodici:

…Sunt in eadem civitatem duodecim ecclesiae parochiales, quindecim monialium coenobia, et totidem Religiosorum diversorum ordinum. Habentur etiam duo Montis Pietatis et duo Hospitalia…136

.

In mancanza dell‟elenco delle succitate chiese parrocchiali, si ipotizza che il passaggio repentino da dieci a dodici parrocchie non possa che indicare l‟omissione, nel precedente resoconto, delle parrocchie di rito greco.

Nella relazione successiva137

(ff. 605-610v rin. 81-86v) presentata dallo stesso arcivescovo tre anni dopo, cioè nel 1612, il Valdivieso torna a citare solo dieci parrocchie che, tuttavia, sommate alla cattedrale, parrocchia universale, estesa a tutta la comunità, e alla Cattolica (Santa Maria del Graffeo) di rito greco, possono chiarire l‟oscillazione del numero tra dieci e dodici.

…In civitate decem sunt parochie……praeter metropolitana in quibus animarum cura exercetur et

fidei rudimenta et christianam doctrinam pueri edocentur. Adest alia ecclesia La chatolica nuncupata presbiterorur graecorum qui ritu greco non tamen orientali divina officia persolvunt138

La spiegazione è ancora più plausibile leggendo la Visitatio limina apostolorum Messanensi,139

presentata il 13 novembre 1615 sempre dallo stesso arcivescovo Pietro Ruiz de Valdivieso.

…In civitatem decem sunt parochie praeter Metropolitana in quibus animarum cura exercetur, et fidei rudimenta et christianam doctrinam singulis diebus dominicis pueri educentur. Adest alia ecc.a (La chatolica) nuncupata, in qua divina officia persolvuntur a Presbiteris Graecis (non tamen orientalibus) ritu greco licet sint nati ex utroq. parente latino.

Adsunt duae aliae ecclesiae Parochiales Graecorum orientalium in quibus solent administrare sacramenta graecis p.ttis Orientalibus... 140

Le altre due parrocchie di rito greco, oltre alla Cattolica, citate dall‟arcivescovo Valdivieso fanno accrescere il numero delle sedi fino a tredici, come appare nella relazione del successore, l‟arcivescovo Mastrillo141

, presentata il 2 aprile 1621.

…In eadem civitatem tresdecim ecclesiae parochiales reperiuntur quorum duae sunt graecos, sed

iuxta Const. Pij iiii ordinario messanense subiecta, adeo ut quoties opus fuit, eas visitavi, et in eis prout in latinor(um)Parochiis facienda fieri mandavi, et corrigenda correxi, salvis eor(um) ritibus a Santa Sede Apostolica permissis142.

135 Ivi, ff. 594r-603r (rinum. 76r-78r) 136 Ivi, f. 594v (rinum.77v) 137 Ivi, ff. 605r-610v, rinum. 81r-86v 138 Ivi, f. 606v, rinum. 82v 139 Ivi, ff. 595r-602v, rinum. 87r-94v 140 Ivi, f. 596v, rinum. 88v 141 Ivi, ff. 99r-102v (rinum.) 142 Ivi, f. 214v, rinum. 100v

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Questa oscillazione tra dieci e tredici, dovuta al contare o meno le sedi di rito greco ha termine con il governo ecclesiastico dell‟arcivescovo Simone Carafa che elegge come unica parrocchia per questia etnia la chiesa sotto il titolo di San Nicolò dei Greci. Le sedi parrocchiali sono così undici, elencate puntualmente nella relazione datata al 1648143

, cui è da aggiungere San Nicolò dei Greci.

Sunt etiam in hac civitate undecim parochiales ecclesiae quae propria proprios limites et terminos per domos divisos habent . V.li Ecclesia sancti Nicolai, epi. olim cathedralis, S. Jacobi Apostoli, S. Laurentij, S. Antonij, S. Julianij, S. Petri, S. Lucae, S. Leonardi, S. Matthei, S. Mariae Gratiarum, et S. Mariae de Arco prope muros, quibus singulis praesunt proprijs rectores cura(m) animarum ordinaria(m) exercentes post Archiepiscopus, ac proprias oves habet ad concursus electi iuxta formam S. C.T. (Sacri Concilii Tridentini) praeter illam quae est Sanctae Mariae Gratiarum, cuius Parochus debet elegi vel assumi ex ijs praesbiteris greco latinis, qui praefatae ecclesiae catholicae nuncupatae inserviant, quia hac parochialis est membrum anexum ecclesiae praedictae, qui quidam rectores se ipsos et ecclesias parochiales substentant ex fructibus praestitis a parochianis, et elemosinis provenientibus ex iuribus sepulturae, et sacramentorum administratione eis solutis loco decimarum. 144

Accanto ad esse, come si è detto, si deve collocare la parrocchia di San Nicolò dei Greci, unica autorizzata dal Carafa ad impartire i sacramenti a tutti gli osservanti il culto orientale presenti in città. La situazione delle chiese greche è, infatti, affrontata dal Carafa nel resoconto del 13 aprile 1655 145:

Non omittenda ecclesia Sanctae Mariae de Graffeo, La Cattolica nuncupata, quaendam solum in hac urbe, verum per totam Siciliam unica est, et singularis, cui preest quidam presbiter, et dignitas Protopapa nuncupatus idest Archipresbiter qui cum suis presbiteris, et clericis catholicis, et greco- latinis divina officia ac missas idiomate greco celebrant,….

Ultra praedictum Protopapam, et Presbiteros latinos quodem natione, sed idiomate greco persolventes divina, sunt et aliae tres ecclesiae Graecorum Orientalium qui divina officia concinunt, et missas celebrant redicto idiomate, sed etiam greco ritu, quorum duae sub cura confratrum Graecorum, sacerdotes habent aliquando uxoratos, aliquando monachos ordinis Sancti Basilj orientales. Tertia vero est Grancia Monachorum Montis Sijnai, in qua nonnulli Patres, seu calogeri desunt….

Ex his tribus ecclesijs Grecis orientalibus, una quae est Sancti Nicolai, Nuper a Me in proxima synodi fuit erecta et assignatam in Parochialem utriusque Grecis orientale ritu riverientibus omnia sacramenta ministrat per presbiterum eiusdem ritus previo esamine a Me eligendo, atque emessa solemni fidei professione iuxta forma a fel. Record. Gregorij XIII Grecis specialiter traditam. Sunt etiam in hae civitate undecim Parochiales ecclesiae quae proprios limites et terminus per domos divisos habent. 146…

Segue l‟elenco già riportato nel precedente rendiconto: San Nicola dell‟Arcivescovato, S. Giacomo, S. Lorenzo, Sant‟Antonio , S. Giuliano, S. Pietro, S. Luca, S. Leonardo, S. Matteo, S. Maria delle Grazie, S. Maria dell‟Arco, fuori le mura. Per S. Maria delle Grazie, l‟arcivescovo

143 Ivi, ff.1081r-1095r, rinum. 107r-116v 144 Ivi, ff. 112r-112v (rinum.)

145

Ivi, ff. 1050r-1059v, rinum. 139r-146v

146 Ivi, ff. 1053v-1054r, rinum. 142v-143r; identiche affermazioni si ribadiscono nella relazione del 1658 (ff. 147r- 157v), in part. f. 153r

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Simone Carafa specifica che il parroco deve essere eletto tra i presbiteri greco-latini che appartengono alla chiesa di Santa Maria del Graffeo.

Da questo momento in poi la città risulta divisa in undici parrocchie, oltre San Nicolò dei Greci, per un totale di dodici chiese parrocchiali147

. Unica variazione importante è la scomparsa, tra la fine del Seicento e l‟inizio del Settecento della sede sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie, provocata dalla reazione alla rivolta antispagnola. In realtà si tratta, più che di una soppressione, di uno spostamento in altre sedi contigue. La citazione di questa parrocchia attraverso l‟antica originaria dedica a S. Lucia delle Moselle e il trasferimento in altre sedi già esistenti i cui titoli si sommano al precedente ( S. Andrea Apostolo o dei Pescatori, Gesù e Maria di Terranova), sono eventi che rendono molto complesso delineare le travagliate vicende di questa chiesa. Solo sul finire degli anni trenta del Settecento, a causa delle guerre dinastiche, la parrocchia posta nella zona di maggior rischio bellico, ossia il quartiere Terranova, prossimo alle fortezze reali, sarà definitivamente eliminata; tuttavia il rettore continuerà ad essere nominato, con beneficio simplex, ovvero sine cura

animarum, perché l‟area risulterà ormai priva di abitanti ad esclusione dei contingenti militari di

stanza nelle roccaforti regie.

Nella relazione non datata (1678?) presentata dall‟arcivescovo Cigala non compare nessun accenno alla rivolta antispagnola (1674-78) ed è ribaditata la tradizionale divisione del territorio in undici parrocchie, oltre San Nicolò dei Greci, compresa la succitata Santa Maria delle Grazie in Terranova148

. Medesime dichiarazioni si trovano nel rapporto successivo, risalente al 13 marzo 1683149. L‟afasia in merito alle conseguenze della repressione spagnola, anche riguardo alle eventuali modifiche in merito alla suddivisione in circoscrizioni parrocchiali ha, forse, solo un cedimento nella stringatezza della relazione riferita al 25 settembre 1690; presentata dall‟arcivescovo Francesco Alvarez (1686-1698), -spagnolo, peraltro- annota con molta concisione solo i dati numerici degli abitanti e dei religiosi, omettendo sia il numero delle parrocchie che il loro elenco150, quasi fosse più opportuno parlare il meno possibile della difficile situazione locale, limitandosi alle sole questioni pastorali.

Stessa concinnitas nei rapporti successivi , quali quello del 1693151

, dove non si fa riferimento alcuno alle parrocchie. Tuttavia compare un accenno al terremoto occorso nel medesimo anno e alla necessità di restaurare molte chiese danneggiate.

147 In tutte le relazioni successive si dichiara sempre la presenza di undici parrocchie oltre San Nicolò dei Greci. Si vedano in Archivio Segreto Vaticano, Fondo Congr. Concilio, Relationes Diocesium, vol. 517 A, gli altri rapporti dell‟arcivescovo Carafa ; 15 settembre 1658 (ff. 147r-157v, in part. ff. 152v –153r); giugno 1662 (ff.161r-173v, in part. f. 164v); 1664, (ff. 178r-187v in part. ff. 18r1-181v); 17 settembre 1667, ff. 190r-199v; 27 agosto 1670,ff. 207r-218v, in part. f. 213v ; 20 agosto 1673, (ff. 226r-231v; vi si ripete la divisione della città in undici parrocchie ma in maniera più sintetica, senza elencarle ( ff.227r-227v).

148

Ivi, ff. 234r-247v, in part. ff. 241v-242r

149 Ivi, ff. 530r-547v rinumerati ff. 258r-269v) dove al f. 264v si elencano le tradizionali undici parrocchie, compresa S. Maria delle Grazie.

150 Ivi, ff.278r-281v ; f.279v:

Animarum numerum in hac urbe est quadraginta millia circuite Communionis num. 22000

Confessionis num. 10000 Sacerdotes n. 500 circiter

Ordinum minorum 500 etiam circiter

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Anche nella relazione del 26 marzo 1697152

, il generico cenno alle parrocchie si limita a dichiararne il numero (undici) privo dell‟elenco: Existent in civitate Archipresbiter Grecus dictus protopapa et

Parochiae undecim, ac etiam Collegia, domus et oratoria Clericorum Regolarium et Secolarium ad. n. 8 153

Un‟altra variazione che appare registrata solo per brevissimo tempo, e non ben specificata, è la momentanea cancellazione della parrocchia di San Giuliano, risalente ai primissimi anni del Settecento, corrispondente al governo ecclesiale dell‟arcivescovo Giuseppe Migliaccio (1698- 1729). Tuttavia sembra palesemente un errore materiale di trascrizione, ossia una semplice omissione, piuttosto che un‟ effettiva quanto temporalmente limitata soppressione.

Nella relazione compilata durante il 1701 e presentata l‟anno successivo154

, infatti, il numero delle parrocchie è sempre pari a undici ma ne sono elencate solo dieci, mancando all‟appello S. Giuliano:

…Et Tandem haec civitas Messanae divisa est in undecim parochias, videlicet Sancti Nicolai

Episcopatus, Sancti Jacobi Apostoli, Sancti Antonij Abbatis, Sancti Laurentij Martyris, Sanctorum Apostolorum Petri et Pauli; Sancti Lucae Evangelistae, Sancti Leonardi Abbatis, Sancti Matthei Apostoli, Sanctae Mariae de Arco, et Sanctae Mariae Gratiarum155...

Tra le parrocchie citate è compresa ancora Santa Maria delle Grazie che però, all‟epoca, doveva già essere stata trasferita nella chiesa intitolata a Sant‟Andrea Apostolo.

Che l‟omissione di San Giuliano sia imputabile ad un semplice errore di trascrizione è confortata dal fatto che lo stesso Migliaccio, nel rapporto seguente risalente al 1705156 elenca le tradizionali undici parrocchie, includendo il succitato titolo:

…Divinissimum Eucharistis Sacramentum cum Maxima devozione veneratur, et per circulum

quolibet die esponitur in tabernaculis autem bene dispositis lampadibus accensis die noctuque in hae nobili civitate Massanae servatur in mea Metropolitana, in infrascriptis parochialibus ecclesijs, videlicet in ecclesia sub titulo Sancti Nicolai, S. Laurentij, S. Jacobi, S. Petri, S. Juliani, S. Lucae, S. Matthei, S. Mariae de Itria cum coadiutrice, S. Lucia de Musellis, S. Antonij cum sua coadiutrice, et S. Maria de Arcu seu S. Tadei. …

È ancora citata la parrocchia di Santa Maria delle Grazie ma con il primigenio titolo di Santa Lucia delle Moselle. Anche l‟unica sede extra moenia , Santa Maria dell‟Arco, è ricordata con una doppia onomastica, San Taddeo (o San Leo), dal nome del borgo in cui era ubicata. Compare in più Santa Maria dell‟Itria ma come coadiutrice della parrocchia intitolata a San Matteo. Non si fa cenno particolare alle difficoltà belliche se non nella supplica che precede la relazione, inviata al pontefice e tesa a ottenere il permesso di inviare un procuratore; il Migliaccio scrive, infatti di … essere

tenuto per il prossimo Natale portarsi in Roma a visitare Limina Apostolorum, e perché stante la presente Guerra e turbolenze non può venire, né mandare alcuno del suo capitolo; supplica pertanto La Santità Vostra a volersi degnare ammettere il sacerdote Don Giuseppe de Marinis suo procuratore a fare per questa volta la suddetta visita… 157

152 Ivi, ff. 298r-301v 153 Ivi, f. 299v

154 Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano, Fondo Congr. Concilio, Relationes Diocesium, vol. 517 B, ff. 304r- 313v

155 Ivi, f. 310r

156 Ivi, (23 dicembre 1705), ff. 323r-333v, in part. f. 325r

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La relazione successiva, redatta e consegnata tra il 16 novembre 1709 e il 15 novembre 1710

158riporta sempre la tradizionale divisione in undici parrocchie con l‟aggiunta, come consueto, di

San Nicolò dei Greci:

Urbs haec dividitur in undecim Parochias. Videlicet Sancti Nicolai cuius templum continuum aedibus Archiepiscopalis fuit olim Cattedrale usque dum princeps urbis ecclesia perficeretur eius Rector est Capitulum Huius Protometropolitanae et illi ministratur annua vice per binos Canonicos qui Economi Parochiae appellantur: Sanctorum Petri, et Pauli Pisanorum cuius cura est demandata Arcidiacono: Sanctae Luciae de Musellis huius rectoris beneficialis electio est de jure patronatus Protopapae cleri graecorum huius urbis. Sancti Jacobi Apostoli. Sancti Antonij Abbatis, Sancti Laurentij Martyris, Sancti Juliani Martyris, Sancti Lucae Apostoli et Evangelistae, Sanctae Mariae ab Arcu. Hae suis distinctae sunt limitibus, et providentur Rectoribus ab ista Sancta Sede Apostolica vel ab Archiepiscopo alternatim. Est et alia parochia Sancti Nicolai Graecorum sub titulo Innocentum, et curam habet Graecorum, vel advenarum, vel degentium in hac urbe, qui nullius continetur finibus…159

Dopo la morte del Migliaccio venne eletto arcivescovo Tommaso de Vidal; nelle relazioni di quest‟ultimo è ripetutata la tradizionale divisione in undici parrocchie, oltre a San Nicolò dei Greci160. Nel rapporto successivo si palesano le distruzioni causate dalla guerra, cui si fa cenno anche nelle suppliche inviate al pontefice per ottenere proroghe riguardo alla visita dei sacri limini161. La relazione del 1741162, nell‟elencare le parrocchie, afferma che la chiesa di Santa Lucia de Musellis…hodie bellorum impetu diruta est…

A parte questa notazione, che reca implicitamente la soppressione di tale parrocchia, la suddivisione del territorio ecclesiastico ricalca la tradizione:

NOTITIA VI De urbis Messane Parochiis, et Populo163

Undecim parochiae totam Messanae dividunt civitatem. Prima est S.Ti Nicolai olim Cathedralis, eam regit Protometropolis Capitulum, cuius ex corpore per annuas vices duo eliguntur canonici economi Parochiae appellati, qui eius administratione praeficiuntur : cappellanus ad nutum amovibilis ab eodem Capitulo electus, sacramenta fidelibus administrat. Secunda SS. Petri , et Pauli Pisanorum quam Metropolis Archidiaconus regit. Tertia S. Lucia de Musellis, quae hodie bellorum impetu diruta est, Protopapa, et Clerus Graecorum huius urbis gaudet jure patronatus beneficialem eius ecclesiae rectorum erigendi.

Quarta. S. Antonij Abbatis Quinta S. Leonardi

Sexta S. Laurentij Martiris Septima S. Juliani

Octava S. Jacobi Apostoli Nona S. Lucae Evangelistae Decima S. Matthei

Undecima S. Mariae ab Arcu extra moenia.

Hae Parochiae certis terminis dividuntur, et alternatim a S. sede Apostolica, vel Archiepiscopo Parochi ad praescriptum S. C. T. (Sacri Concili Tridentini) eliguntur. Omnes pro sacramentorum

158

Ivi, ff. 342r-359v; in part. ff. 349r-349v

159 Stessa divisione nelle medesime undici parrocchie più quella ad personas riservata ai Greci orientali ; (San Nicolò dei Greci), si ripete in tutte le successive relazioni dell‟arcivescovo Migliaccio. Ivi, si vedano i ff. 362r-369v (relazione del 16 luglio 1712; in part. ff. 363r-363v) ; ff. 386r-401v (relazione del 7 ottobre 1718, in part. ff. 393r-393v); ff. 404r- 420v (relazione del 1 agosto 1722, in part. ff. 411r-411v; ff. 433r-442vv(relazione del 16 agosto 1726, in part. ff. 433v- 434, ma vi si ricorda solo il numero delle parrocchie, undici, senza elencarle)

160Ivi, Relazione del 1736, ff. 452r-473v; in part. ff. 461r-461v 161

Ivi, ff. 447r-448v; ff. 459r-451v; 162 Ivi, ff. 480r-499v

47 administratione Preaesbitero alio utuntur: diligenter a S. C. T. libros praescriptos detinent, et in visitatione observantur. Adest, et alia parochia S.ti Nicolai Graecorum sub tutulo Innocentium, a qua Greci, vel advenes vel incolae in urbe, qui nullis continetur finibus sacramenta suscipiunt.

Il Vidal ci fornisce anche informazioni sul notevole decremento della popolazione messinese : …Populus Mamertinus his temporibus valde diminutus est; urbs enim Messana olim dives populi

ad centum vigenti animarum millia, nunc quatraginta circiter hominum millia dinumerat…164

Con l‟appoggio delle fonti citate possiamo con certezza affermare che la città a metà del Settecento era suddivisa in undici parrocchie: i rispettivi curati amministravano i sacramenti e provvedevano alla cura delle anime che all‟interno dell‟area urbana, compresi i borghi adiacenti alle mura inseriti nei territori di parrocchie aventi sede intra moenia, non dovevano superare di molto le quarantamila unità. Negli atti e decreti della Sacra Regale visita di Giovanni Angelo de‟ Ciocchis

per ordine di Carlo III 165, avvenuta nel 1742 sono numerati gli abitanti complessivi dell‟intera

diocesi di Messina, suddivisi nell‟ambito cittadino e nei casali circonvicini. Nei suddetti atti si legge: In omnibus autem Diocesis locis censita hominum capita sunt 233980. videlicet.

Messana civitas habet animas ………Num.° 38448…. Altri riferimenti alla popolazione

residente a Messina e nella diocesi nel XVIII secolo si trovano negli Annali del Gallo166 e nel

Lexicon topograficum, di Vito Amico che annotava la presenza di 40393 anime e 12197 fuochi e un

accrescimento di circa duemila individui, prima dell‟epidemia di peste del 1743, con una popolazione che ammontava a 42161 unità167. L‟Amico e il Gallo facevano riferimento ai censimenti, o riveli, che periodicamente si svolgevano nel Regno e permettevano di avere contezza della situazione demografica e patrimoniale dell‟Isola: sulla base di questi dati si imponevano i prelievi fiscali e la chiamata alle armi, obbligatoria per gli uomini compresi tra i diciotto e i cinquant‟ anni.

La tornata ufficiale qui presa in esame fu bandita nel 1748, ma si protrasse per la lunghezza delle operazioni di censimento, svolte manualmente, per circa dieci anni; se la maggior parte delle denunce risulta consegnata nel 1752, alcuni riveli ecclesiastici furono trasmessi ai funzionari regi addirittura nel 1758.

Tra la visita di Monsignor de Ciocchis e questa numerazione di anime e beni ordinata dalla Deputazione del Regno era sopraggiunta l‟epidemia di peste del 1743, che aveva contribuito a far perire un cospicuo numero di abitanti168, tanto da avvalorare l‟idea che la popolazione di Messina fosse diminuita e non aumentata.

Questo decremento demografico in atto nel Settecento, stimato attraverso le progressive tornate dei riveli, è citato più volte nel carteggio che compone la vertenza sulla dismembrazione dell‟ Archidiocesi di Messina169.

164 Ivi, f. 489r

165 Cfr. Archivio della Curia Arcivescovile e Archimandritale di Messina, Sacra Regale visita di Giovanni Angelo

de‟ Ciocchis per ordine di Carlo III, 1742, Ms, con cc non numerate (ma c 3 ); carpetta 21

166 Cfr. CAIO DOMENICO GALLO, Annali, op. cit., vol. IV, libro II, p. 91. L‟Autore si riferisce alla numerazione di anime indetta nel 1714 e portata a compimento nel 1716, secondo la quale la popolazione di Messina, esclusi i casali, ammontava a 40393 anime.

167

Cfr. V. AMICO, Dizionario Topografico della Sicilia tradotto dal latino e annotato da Giocchino di Marzo, Palermo 1856, vol. II, p. 94

168 Cfr. CAIO DOMENICO GALLO, Annali, op. cit, vol. IV, libro V, p. 346 e segg.. L‟Autore parla di 28.841 morti, ma sottolineando la difficoltà di un censimento nella contingenza specifica, denota la certa presenza di errori nel conteggio delle anime.

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A questo proposito una fitta corrispondenza intercorse nei primi anni dell‟Ottocento tra l‟Arcivescovo di Messina, Mons. Gaetano Garrasi, rappresentato da don Giovanni Galbo, canonico