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I residenti nel territorio di san Nicolò dell’Arcivescovato e il loro patrimonio immobiliare nel XVIII secolo

Cap V San Nicolò dell’Arcivescovado

2. I residenti nel territorio di san Nicolò dell’Arcivescovato e il loro patrimonio immobiliare nel XVIII secolo

L‟indagine attraverso i riveli ha permesso di individuare le caratteristiche del distretto di San Nicolò dell‟Arcivescovado, di analizzare i patrimoni, le attività economiche, i modi dell‟abitare che in ognuna delle circoscrizioni ecclesiastiche si declinava secondo la vocazione precipua della porzione di città che vi era inclusa. L‟area sotto il governo religioso di San Nicolò dell‟Arcivescovado comprendeva la zona da sempre più intensamente coinvolta nel fermento del porto, brulicante di scambi commerciali, intessuta di botteghe artigianali, che si affacciavano sulle strade percorse da una multiforme umanità composta di etnie diverse, in parte residente, in parte temporaneamente presente in città per stabilire basi mercantili, per organizzare le proprie attività economiche o semplicemente di passaggio tra un approdo e l‟altro del Mediterraneo. Una babele di lingue, di razze, di religioni, di usanze, tipica di ogni città portuale, anche se a metà del Settecento i traffici languivano e, nonostante la riapertura della scala franca (1695), l‟ inesorabile declino della città, già avviato nel XVII secolo, stava compiendo la sua triste parabola.

Accanto alle attività mercantili nel distretto di San Nicolò dell‟Arcivescovato si trovavano luoghi preposti a diverse funzioni amministrative e di rappresentanza. Il palazzo Reale, qui ubicato già dall‟ epoca normanna, ospitava il viceré con la sua corte quando era in visita a Messina, e accoglieva da sempre i più alti funzionari governativi. Il Gallo ne descriveva la posizione,

nell‟ultima curvità del Porto: una scelta che non manca di sottolineare, sin dai tempi più lontani, la

stretta connessione tra le attività commerciali legate agli scambi marittimi e gli organi di potere, preposti al controllo e alla gestione dei proventi economici legati ad uno scalo fondamentale del Mediterraneo, crocevia delle rotte tra Oriente e Occidente. L‟ubicazione indica, senza ombra di dubbio, che il centro di potere, il vertice gestionale della città, non poteva prescindere dalla sua vocazione portuale, dal suo mediare tra diverse culture, dal suo farsi ponte di civiltà, di economie, di idee. Così, se nelle città medievali dell‟Italia centro-settentrionale la piazza principale è segnata dalla sede del governo nel quale, insieme alla cattedrale, la comunità si riconosce e si identifica, a Messina il palazzo reale sovrasta un‟agorà marina, l‟ansa del porto naturale racchiuso dal braccio di San Raineri. In questo spazio si custodisce il genius loci della città, la sua ragion d‟essere. Le parole del geografo arabo Ibn Jubair ci tramandano, nel 1187, una poetica visione dell‟edificio, adagiato sulla costa, bianco come una colomba, il quale domina la spiaggia34, unitamente alla descrizione

del porto.

Il distretto di San Nicolò dell‟Arcivescovado comprendeva, dunque, l‟area della città in cui dall‟epoca normanna, si concentravano le sedi del potere. La presenza di due castra, rilevabile dalle parole di Ugo Falcando35, che descrivendo gli eventi della seconda metà del XII secolo, ricorda sia un palatium regis che un castellum vetus quod in portu secus ecclesiam novam (S. Maria La Nova)

situm est, avvalora l‟idea di una cittadella fortificata. In questo luogo circondato da mura,

prospiciente il porto, dovevano emergere il palazzo reale (neon kastron), forse già in costruzione nel 1116 e un palaion o castellum vetus, detto di Castellamare, restaurato o ricostruito nel 1081, comprendente diverse strutture, tra cui una possibile cappella palatina, ipotizzata nella chiesa

34 MICHELE AMARI, Biblioteca arabo-sicula raccolta da Michele Amari, vol. I, Torino e Roma, Ermanno Loescher editore, 1880, p. 147

35 UGO FALCANDO, Liber de Regno Siciliae, a cura di G. B. Siragusa, Roma, 1897, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Fonti per la Storia d‟Italia, 22, p. 152

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dell‟Annunziata poi detta dei Catalani. La presenza di una siffatta cappella regia, ricordata in più diplomi con il titolo di S. Maria in palatium, indurrebbe ad attribuirne la fondazione a Ruggero I. Maria Amalia Mastelloni ha identificato questo regium sacellum con la chiesa di S. Maria Annunziata36; qui, non casualmente, sono state ritrovate le epigrafi in caratteri arabi conservate al Museo Regionale di Messina. L‟esistenza di due fortezze è documentata anche dal racconto del Buonfiglio Costanzo che descriveva le fondamenta del muro di quella fortezza, il Castell‟à mare,

quale ne‟ tempi de‟ re normanni era in piedi ancora37

Si può affermare, pertanto, che in quest‟area della città, posta nel Settecento sotto la giurisdizione della parrocchia di San Nicolò dell‟Arcivescovado, ricadeva l‟antico nucleo medievale e in particolare normanno, con due palazzi, Reale e di Castellamare e con le strutture ad essi connesse. Una disposizione ispirata, secondo l‟interpretazione di Maria Stella Mazzanti38

, alle città fatimide, caratterizzate da una cinta muraria e dalla demarcazione di un‟area in cui si concentra il potere politico. Il caso particolare di insediamenti sul mare, protetti sempre da un forte, suggerirebbe l‟esistenza di un qaṣr che dominava il porto, tipico delle coeve città arabe. Questa area era limitrofa all‟Arsenale e alla Dogana regia, strutture saldamente legate agli interessi economici dei traffici marittimi. L‟intensa vitalità del porto è tramandata dalle descrizioni dei viaggiatori arabi. Idrisi non manca di ricordare, insieme alla lieta spiaggia e al ferace suolo, dove giardini e ortaggi producono

frutti abbondanti il grande andirivieni di genti: …qui l‟arsenale, qui un (continuo) ancorare, scaricare e salpare di legni provenienti da tutti i paesi marittimi dei Rum; qui si raccolgono le grandi navi: i viaggiatori e i mercanti sia della terra dei Rum, sia dei Musulmani…Il porto è una meraviglia, rinomato in tutto il mondo poiché non vi è nave smisurata che sia, la quale non possa ancorare39…Stessa febbrile attività traspare dalle descrizioni di Ibn Jubair che benché non risparmi

critiche alla città, piena di sudiciume e di fetore; schiva e inospitale, ammette che pure ha mercati

ricchi e frequentati; ha copia di quanto mai si possa desiderare per gli agi della vita e in

particolare, possiede un mirabilissimo porto… poiché non è si grosso legno che non possa

avvicinarsi da toccar quasi la terra40.

Ricordare le peculiarità e la storia di questa porzione urbana non è un semplice esercizio di memoria. Si intende, in realtà, mettere in luce i legami con il passato e far emergere l‟eredità che nei modi dell‟abitare, nelle attività produttive, nella presenza dei centri di potere e di rappresentanza era ancora percepibile nel Settecento e differenziava questo distretto dagli altri. Ogni circoscrizione, peraltro, era caratterizzata da precipue vocazioni residenziali ed economiche all‟interno del contesto urbano, disvelate sin dalle origini e sedimentate nel corso del tempo fino alle tracce ancora visibili nel XVIII secolo.

Quale eredità del passato è stata, dunque, trasmessa al luogo, a questa specifica area della città? Nel Settecento ancora emergevano le strutture di rappresentanza, sedi del potere civile e religioso. Il palazzo reale, benché ampliato e modificato, sorgeva nello stesso sito ricordato dai viaggiatori arabi, così come la sede arcivescovile. Qui, fino alla rivolta antispagnola, si trovava la Zecca dove si batteva moneta reale per antico privilegio concesso dagli imperatori di Roma, rinnovato dai Normanni41. Allo stesso modo una fitta rete di artigiani, venditori di mercanzie, bottegai, popolava le strade prospicienti il porto, abbellito sin dalla prima metà del Seicento dal teatro marittimo che,

36 MARIA AMALIA MASTELLONI, Aspetti fatimidi del potere normanno a Messina, in Quaderni dell‟attività didattica del Museo Regionale di Messina, n. 6, Numismatica, archeologia e storia dell‟arte medievale: ricerche e contributi, Messina, 1997, pp. 135-156

37 GIUSEPPE BUONFIGLIO COSTANZO, op. cit., p. 2 a

38 MARIA STELLA MAZZANTI, Paradiso arabo e Paradiso cristiano nella reggia di Ruggero II, in Quaderni dell‟attività didattica del Museo Regionale di Messina, n. 6, Numismatica, archeologia e storia dell‟arte medievale: ricerche e contributi, Messina, 1997, pp. 121-134

39 MICHELE AMARI, Biblioteca arabo-sicula raccolta da Michele Amari, vol. I, Torino e Roma, Ermanno Loescher editore, 1880, pp. 67-68

40

MICHELE AMARI, Biblioteca arabo-sicula raccolta da Michele Amari, vol. I, Torino e Roma, Ermanno Loescher editore, 1880, pp. 144-147

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con il suo prospetto continuo, ritmato da colonne, da balconi in marmo, da finestre a edicola e dalle diciotto porte monumentali, abbracciava l‟intera ansa naturale sulla quale si adagia la città. In questa epifania dell‟architettura barocca risiedevano famiglie illustri in dimore di prestigio; una vista che accoglieva il visitatore giunto dal mare, talmente stupefacente da essere annoverata tra le sette meraviglie del mondo. Insieme alle abitazioni di lusso, dislocate nella palazzata, nei pressi del regio Campo, lungo le strade Austria e Cardines e le contigue piazze, si disponevano gli alloggi modesti del popolo, qui concentrato ed impegnato nelle attività commerciali e artigianali. La vocazione mercantile di quest‟area della città fa emergere, in pieno Settecento, la presenza di numerosi vani ubicati prevalentemente al piano terreno, utilizzati per scopi commerciali e al contempo residenziali.

Non appare strano, pertanto, che accanto ai mestieri esercitati dai ceti popolari, l‟attività economica più cospicua che affiora dai riveli del ceto abbiente, sia connessa alle proprietà immobiliari; nel caso di beni urbani dagli affitti che se ne ricavavano, nel caso di possedimenti rusticani, dallo sfruttamento agricolo delle terre.

Accanto all‟area densamente abitata prospiciente le contrade limitrofe al Duomo, all‟Arcivescovato, alla Giudecca e ai sontuosi palazzi del teatro marittimo si ponevano le zone praticamente disabitate della penisola di San Raineri e del quartiere Terranova, trasformato in piazza d‟armi. Qui si concentravano i militari accolti nelle fortezze del Salvatore, della Cittadella e nella Torre della Lanterna impiegata non solo come avamposto di avvistamento ma anche come faro per i naviganti. In questa area ai margini della città, terra di nessuno, trovavano posto anche il Lazzaretto, costruito in mezzo al mare e collegato con un pontile alla terraferma e il cimitero della Spina, destinato in origine agli appestati e in seguito anche a coloro che non professavano la fede cattolica, privati di cristiana sepoltura e confinati in territorio sconsacrato.

Agli abitanti in seno al circuito parrocchiale di San Nicolò dell‟Arcivescovato, in posizione sociale elevata per censo e per titoli nobiliari, risulta intestata una notevole quantità di botteghe e di stanze gabellate ad artigiani di vario genere, spesso ubicate al piano terreno dei loro palazzi o, in alternativa, nelle strade vicine ma anche in altre aree della città. In questi semplici alloggi, usati sia per esercitare i mestieri sia per abitarvi, i piccoli artigiani e i bottegai vivevano modestamente, in spazi piuttosto angusti, con carenze igienico-sanitarie facilmente intuibili.

L‟analisi dei riveli permette di precisare con dati di fatto le suesposte considerazioni.

Nella seguente tabella che fa riferimento al fondo Deputazione del Regno conservato presso l‟Archivio di Stato di Palermo sono elencati i proprietari che a metà del Settecento abitavano in immobili ricadenti nella parrocchia di San Nicolò dell‟Arcivescovado. Si tratta di ventinove rivelanti, tra i quali compaiono tre ecclesiastici, e ventidue istituzioni religiose comprendenti chiese, confraternite, conventi, monasteri.

VOL. FOGLI PROPRIETARIO UBICAZIONE CONFINANTI

3419 164v Giovanni Ruffo, principe della Scaletta

Nucleo di 5 persone (abita nel distretto di San

Nicolò ma non dichiara questo immobile sua

residenza)

Strada del Campo (nel teatro marittimo)

Un palazzo

Piano terra: porticato grande e porticato piccolo, pozzo, fischia, 2 magazzini, 3 stalle, 2 carretterie

1° appaltato: 9 camere, 6 balconi di pietra

2° appaltato: 5 camere, 5 camerini, 9 balconi di pietra sulla marina, 1 balcone di pietra e 1 di ferro su piazza del Campo

3° appaltato: 7 camere piccole per servitù, cucina, dispensa

Abitato da Placido Smeriglio Capitale: onze 570, 20

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VOL. FOGLI PROPRIETARIO UBICAZIONE CONFINANTI

3422 180v Giovanni Pagliarino,

maritali nomine, erede della

baronessa Paola Brigandì e Stagno

Affitto:

Regia Corte, per uso del Direttore delle entrate di

sua Maestà

Piano di Don Giovanni d’Austria

Un quarto di palazzo: (altra parte appartiene ai Corvaja)

Piano terra: porticato con acqua corrente, 4 magazzini (per legna, stalla, paglia, vino)

1 appaltato: 12 camere, 11 balconi di pietra Capitale: onze 280 Corvaja 3424 101v Gaspare Marchetti, negoziante pubblico Nucleo di 9 persone

Presso Porta Tuccari, nel teatro marittimo

Una casa grande appalaziata a tre appaltati, o ordini:

1°appaltato: porticato grande, al di sopra 8 camere, 1 sala, 1 cucina, 6 balconi di marmo; affittato ad Andrea Ricciari Capitale: onze 642, 25

2° e 3°appaltato: abitazione del rivelante piano terra: porticato grande, pozzo, fischia, fontana con acqua corrente; magazzino grande con 4 grate verso la marina, stalla, carretteria, scrittore nella scala,

piano primo: 8 camere, 1 sala, 1 cucina, 6 balconi di pietra e …(n.s.) balconi di ferro sul retro, astraco; il 3° appaltato è incompleto Capitale: onze 714, 8 Capitale totale:onze 1357, 05 Principe di Calvaruso Fu Francesco Bisignano 3425 19 Giovanni Pentauro Nucleo di 7 persone

Strada (o piazza) del Tersanà, dietro la chiesa delle Anime del Purgatorio

Una casa con bottega

Piano terra: piccolo porticato, bottega, pozzo, fischia

1° piano: 2 camere, alcova, cameretta, cucina, balcone di ferro

Capitale: onze 120

Lelio e Luca Pisci Vincenzo Cianciolo

3425 47v Domenico Piccolo

Nucleo di 3 persone

Contrada di S. Caterina Valverde

Una casa 2camere, 2 catoi Capitale: onze 34, 8

Monastero di Santa Caterina Valverde Beni dei Padri Gesuiti

3425 98v Ambrogio e Giuseppe de

Pattis (minori); tutori rivelanti Caterina Foti (madre) e sac. Antonino de

Pattis (zio)

Nucleo di 5 persone

Dietro la chiesa di S. Giuseppe (piano del Palazzo)

Una casa a 1 appaltato

Piano terra: porticato grande, pozzo, fischia, magazzino

1° piano: 1 sala, 5 camere, cucina, 2 balconi di ferro

Capitale: onze 142, 25

Mario Natoli, marchese di Camporotondo

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VOL. FOGLI PROPRIETARIO UBICAZIONE CONFINANTI

3425 275 Conte Francesco Averna

Nucleo di 12 persone

Piano Annunziata dei Catalani

Un palazzo a tre appaltati

Piano terra: porticato, pozzo, fischia, 2 magazzini per legna e carbone, alloggio della servitù

1° appaltato: 3 camere, 3 alcove, 1 camerino, cucina, 1 balcone di legno, affittato a Giovanni de Lilles

Capitale: onze 85, 22

2° e 3° appaltato: abitazione del rivelante

2° appaltato: 7 camere, cappella, 2 astrachi, 3 balconi di ferro

3° appaltato: solaio morto Capitale: onze 259, 4 Capitale totale: onze 344, 62

Chiesa dell‟Annunziata dei Catalani

3425 275v Conte Francesco Averna Contrada dei Calabresi

Una casa sotto l‟abitazione del rivelante, un magazzino, un forno con officina Magazzino: ad angolo, affittato ad Antonino La Barbera

Capitale: onze 140

Forno: con camera sopra e officina a lato, vacante (prima affittato a Giovanni Matragà)

Capitale: onze 120

Casa: 1 stanza, affittata a mastro Pietro d‟Aloisio

Capitale: onze 28, 17 Capitale totale: onze 288, 17

Beni del rivelante (sotto l‟abitazione del

rivelante)

3425 316v Saverio Spadaro

Nucleo di 5 persone

Strada della Giudecca

Una casa a un appaltato Piano terra: 2 porticati

1° piano: 5 camere, 1 balcone di ferro, cucina

Capitale: onze 114, 8

Beni del convento del Pilerello (S. M. del Piliere) Vinella pubblica 3425 388 Antonio Visalli Nucleo di 5 persone Strada Nuova Una casa

Piano terra: porticato, scrittore, magazzino per legna, 1 camera in mezzo alla scala

1° piano: 3 camere, cucina, 1 balcone di ferro

Capitale: onze 142, 25

Notaio Ignazio Gaetano Beni dei Padri Gesuiti

3425 429 Francesco Celesti

Nucleo di 4 persone

Calata delle Quattro Fontane (o dell’Anime del Purgatorio)

Una casa con botteghe Piano terra: bottega 1° piano: 2 camere Capitale: onze 85, 22 Antonino Minutoli, principe di Collareale Lorenzo di Salvo 3425 449 Andrea Vita Nucleo di 4 persone

Strada dei Calabresi

Una casa con bottega

Piano terra: camera con finestre (bottega)

Capitale: onze 57, 4

Beni del monastero di Basicò

Altri confini (Domenico Polizzi, f. 451)

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VOL. FOGLI PROPRIETARIO UBICAZIONE CONFINANTI

3425 470 Principe di Collareale Antonino Minutoli

Nucleo di 5 persone

Strada Austriaca (sul retro vi è la strada dei Calabresi)

Un palazzo

Piano terra: 2 porticati, uno con fontana, 2 stalle, 2 cantine, l‟altro con pozzo, fischia, 2 magazzini, 4 stanze in mezzo alla scala per la servitù (cappellano, cocchiere, cuoco)

1° appaltato: (sulla strada Nuova) 3 camere, sala, 1 balcone di ferro 2° appaltato: (sulla strada dei Calabresi), 6 camere, camerone, cappella, retrocamera, 6 balconetti di ferro, astraco, cucina, dispensa, (nel sottotetto) Capitale: onze 571, 13

Sotto il palazzo 12 botteghe con mezzanello, affittate a : (ff. 487-492v) Giovanna Bonaccurso

Gaetano Nigrello Mastro Antonino Nicolò Carmelo Giuseppe Abate

Convento S. M. del Carmelo Maggiore Giovanni Ristuccia

Giuseppe Bensaja Mastro Antonino Pastiglia Capitale: onze 616, 34 Capitale totale: onze 1187, 47

Beni dei Padri Gesuiti Beni dei Padri

Domenicani Principe di Pietra Santa

3427 4 e 8 Annibale Sollima

Nucleo di 3 persone

Strada di S. Nicolò

dell’Arcivescovado

Una casa grande a tre appaltati

Piano terra: porticato grande, carretteria, stalla, 2 magazzini

1° appaltato: 7 camere

2° appaltato: 8 camere, cucina, sala, 9 balconi di ferro

3° appaltato: 5 camere, 1 sala, cucina, 5 balconi di ferro

Capitale: onze 257, 4

Giovanni Natoli d‟Alifia Principe di Sperlinga

Beni della chiesa Cattolica (S. M. del Graffeo) – un casalino diruto 3427 4-4v Annibale Sollima Affitto: Regia Corte Come abitazione del direttore delle miniere

di Sua Maestà

Di fronte alla chiesa della Candelora

Metà di un palazzo

Piano terra: porticato grande, carretteria, stalla, 3 magazzini

1 piano: 12 camere, cucina, 11 balconi di pietra

Capitale: onze 142, 5 (da moltiplicare per due)

Placido Ruffo barone di San Basilio

3427 23 Andrea Geraci

Nucleo di 7 persone

Di fronte alla chiesa dell’Annunziata dei Catalani

Una casa

Piano terra: porticato, pozzo, fischia, magazzino, 1 stanza,

1° piano: sala, anticamera, 3 camere, 3 balconi di ferro, astraco

Capitale: onze 171, 12

Domenico, Geronimo, Letterio Messina Strade pubbliche

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VOL. FOGLI PROPRIETARIO UBICAZIONE CONFINANTI

3427 66v Bartolomeo Avarna

Nucleo di 12 persone (coabita con il figlio Francesco, ammogliato e con Giuseppe,

canonico)

Strada Nuova o Austria

Una casa a due appaltati con due botteghe

Piano terra: portone grande (carrozza), stalla, carretteria, 1 stanza (pagliera), 1 magazzino (vino), 1 stanza in mezzo alla scala (arnesi per cavalli), 2 botteghe affittate a

Mastro Francesco Grifò Mastro Paulo….. 1° appaltato: 7 camere 2° appaltato: 5 camere Capitale: onze 442, 2 Ignazio La Scala Fu Casimiro Castelli (f. 69v)

3427 149 Giuseppe e Letterio Romeo (minori) tutore rivelante sac. Domenico Ruggeri (zio)

(o S.Lorenzo?)

Nucleo di 7 persone

Collaterale al convento di S. Agostino

Un quarto di casa grande o palazzo (1/4 a Francesco Antonio Romeo, 1/2 al marchese Gaspare Tettamanzi)

Abitazione dei rivelanti, prima affittata al marchese Palermo

Piano terra: porticato grande, fontana con acqua corrente, fischia, 4 magazzini (2 per stalle, 1 per paglia, 1 per servitù), carretteria, scala in pietra, camera per servitù nel sottoscala

1° appaltato: 6 camere tra grandi e piccole 1 cucina, 1 dispensa

2° appaltato: 7 camere tra grandi e piccole, 2 balconi di ferro, 4 finestre grandi, cucina, giardino con acqua corrente. Capitale: onze 83, 24 Convento di S. Agostino (?) Francesco di Giovanni, duca di Precacuore Strade pubbliche 3427 174v Vincenzo Moncada, principe di Calvaruso Nucleo di 5 persone (abita nel distretto di San

Nicolò ma non dichiara questo immobile sua

residenza)

Presso Porta Tuccari, nel Teatro Marittimo

Una casa a 2 appaltati

Piano terra. porticato, stalla, pagliera 1° appaltato: 5 camere, 5 balconi di pietra

2° appaltato: 5 camere Capitale: onze 500

Affittato al colonnello Virtz

Gaspare Marchetti

3427 281v Domenico Amanti

Nucleo di 4 persone

Vinelle di S. Sebastiano

Una casa a tre solara

Piano terra: 2 camere, pozzo, fischia 1° piano: 2 camere 2° piano: 2 camere Capitale: onze 85, 11 Fu Stefano Alessi Fu Francesco Amanti Archivio Arcivescovile 3427 360v Francesco Insigneri Nucleo di 7 persone Piano di S. Mercurio

Casa a due appaltati Capitale: onze 86, 20

Antonino Verardo Sac. Domenico Insigneri (o Ingigneri) Vol. 314, f.

203 Strade pubbliche

3427 377v Antonino Ruffo (figlio primogenito del principe

Ruffo)

Nucleo di 7 persone

Contrada del Regio Campo, nel Teatro marittimo

Strada del Tersanà

Un quarto del palazzo di proprietà del principe Ruffo, suo padre.

5 camere, guardaroba, 2 balconi di ferro grandi

Capitale: onze 285, 21

Strada del Tarsanà Principe Ruffo

165

VOL. FOGLI PROPRIETARIO UBICAZIONE CONFINANTI

3427 381 Giovanni Manna

Mastropaolo

Nucleo di 4 persone

Piano della chiesa della SS. Trinità

Una casa a due solari con magazzino al piano terra

Piano terra: porticato, 2 stanze terrane, 1 sotterranea, 1 magazzino (affittato a Filippo Castiglia)

1°piano: sala, 4 camere, cucina, 7 finestre (abitazione del rivelante) 2° piano: 4 camere, 8 finestre, porta indipendente, affittato a Francesco Donato

Capitale: onze 244, 5

Fu Francesco Anzalone Beni del monastero di S.

Barbara Vinella pubblica

Via pubblica

3427 478 Mario Natoli, marchese di Camporotondo

Nucleo di 4 persone

Piano del Regio Palazzo

Una casa grande

Piano terra: porticato grande, pozzo, fischia, patio (scoverto), stalla, carretteria, 2 magazzini (per paglia e legna)

1°piano: 7 camere, 3 balconi di pietra Capitale: onze 257, 4

Sacerdote Antonio Patti e Caterina Patti Strade pubbliche

3434 512v Antonio Lamantia

Nucleo di 5 persone

Strada del Campo (o piazza del Tersanà)

Una casa con bottega

Bottega con mezzanello di sopra Capitale: onze 45, 21

Bottega del convento del Carmine Maggiore Domenico Amante

3436 34v Caterina Tozzi, innutta (perpetua) del sac. Vincenzo Gangemi

Nucleo di 4 persone

Contrada di Santa Domenica

Una casa a due appaltati con piccolo giardino

Piano terra: porticato, pozzo, fischia, tre magazzini (per vino, legna, carbone e olio), piccolo giardino con cinque pergole e tre prugni;

una camera a metà scala (per la servitù) 1° piano: una sala, tre camere, una dispensa

2° piano: quattro camere un piccolo astraco Capitale: onze 100 Fu Giacomo Capone Altri confini 3436 259 Salvatore Campolo Nucleo di 9 persone Strada Cardines

Una casa in due appaltati