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Sito archeologico di Cnosso (Creta)

                                                                                                               

70 Franco, S. (2001), Salute e qualità della vita: il turismo termale in Campania, Università degli studi di

La mitologia greca specificava che determinate sorgenti naturali o pozze di marea fossero benedette dagli dei per curare le malattie. Attorno a queste pozze sacre iniziarono a essere stabilite strutture adeguate alla balneazione per coloro alla ricerca di cura, che lasciavano in loco offerte agli dei nella speranza di una guarigione. I Greci quindi, inizialmente, sfruttavano gli elementi naturali arricchendoli però di amenità e servizi come decorazioni o mensole.

Se nell’epoca omerica la balneazione era usata principalmente con finalità igieniche, intorno al 400 a.C., ai tempi di Ippocrate, si aggiunsero anche finalità lenitive e salutistiche. Come già accennato, il medico di Cos, superando le concezioni superstiziose e religiose, avanzò l’ipotesi che la causa di tutte le malattie fosse rintracciabile nello sbilanciamento dei fluidi corporei (o dei “quattro umori”), sangue, flegma, bile gialla e bile nera.71 Per riacquistare questo equilibrio, consigliava un cambio di abitudini e di ambiente, includendo balneazione, sudorazione, camminata e massaggi tra i principali rimedi. I bagni iniziavano a essere spesso combinati con ginnastica ed educazione, in un certo senso i precursori delle moderne palestre. Durante l’età ellenistica, quindi, iniziò a diffondersi il rinnovo dei Gymnasium con l’inclusione di facilities per la balneazione. Ai Greci si deve anche l’introduzione, oltre ai bagni privati a uso esclusivo di coloro che li possedevano, dei bagni pubblici, accessibili a pagamento e frequentatissimi dai cittadini, destinati al ginnasio, all’igiene, allo sport e alla cura del corpo: presenti in ogni città, gli stabilimenti erano molto semplici, costituiti da stanze dotate di tinozze dove un servo versava l’acqua addosso al bagnante; dopo il bagno si procedeva con massaggi e unzioni. La grande importanza che questa pratica assunse presso i popoli antichi si deve anche all’introduzione di forme sempre più raffinate, tra cui quelle apprese ad esempio da Erodoto durante i suoi viaggi verso il Mediterraneo orientale, dove l’utilizzo di sorgenti termali e il culto del bagno erano già radicati; egli fu, infatti, il primo a enunciare i principi del termalismo, dalla durata delle cure alle caratteristiche dei trattamenti.72

I Romani ereditarono molte delle pratiche dei predecessori apportando grandi miglioramenti e sorpassandoli in termini di dimensioni, complessità e funzionalità; ciò avvenne per diverse ragioni, quali la maggior dimensione delle città e della popolazione, la disponibilità d’acqua conseguente alla costruzione degli acquedotti e l’invenzione del cemento, che rese la costruzione di grandi edifici più semplice, sicura ed economica.                                                                                                                

71 Si tratta della cosiddetta Teoria Umorale.

72 Bellati, G. (2003), Aspetti geo-economici del turismo termale. L’anomalo caso della Liguria, Collana di

I primi stabilimenti dell’epoca romana erano dedicati all’igiene e alla cura del corpo e stavano diventando una possibilità sempre più alla portata di tutti e non un privilegio per i ceti più abbienti. Il culto dell’acqua era radicato nella mentalità del popolo e acquisì presto anche una finalità curativa. Inoltre, con la costruzione degli acquedotti, i Romani ebbero a disposizione quantità d’acqua da dedicare non solo a usi domestici, agricoli o industriali ma anche per il tempo libero. In altre parole, il bagno era un piacere e allo stesso tempo una cura per il corpo.73 Questo ambiente fu inoltre anche caratterizzato da promiscuità e fu, spesso, all’origine di diversi scandali.74

La balneazione nell’antica Roma poteva avvenire in tre tipi di stabilimenti: i bagni privati, a cui accedeva una limitata clientela abituale e privilegiata; i bagni pubblici, in genere dati in appalto ad un impresario che riscuoteva il biglietto d’ingresso; le terme pubbliche, istituzioni civiche che offrivano relax e svago al termine di una giornata di lavoro da parte dell’impero o di alti funzionari alla ricerca della benevolenza della gente.75

Le stazioni termali erano suddivise in ambienti diversi, ognuno con una specifica funzione: dopo lo spogliatoio (apodytherium), si accedeva al tepidarium, a temperatura moderata, che preparava il corpo alle successive variazioni di temperatura e successivamente al

calidarium, cuore delle terme, in cui si trovava una grande vasca di acqua calda, con lo

scopo di aprire i pori e diffondere il calore in modo uniforme sotto l’epidermide. Ultima tappa era costituita dal bagno in una piscina d’acqua fredda (frigidarium), che aveva la funzione di tonificare i muscoli e richiudere i pori. Le terme più grandi ed importanti erano dotate anche di altri ambienti, quali il laconicum, sauna in ambiente secco, e le sudationes, per i bagni di vapore. Gli stabilimenti erano anche dotati di palestre e sale per i massaggi.

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Non è chiaro a quando risalga il primo bagno pubblico romano ma durante il regno di Cesare Augusto (27 a.C. – 14 d.C.) vi erano approssimativamente 170 bagni in tutta Roma

77 e, con la crescita dell’impero romano, crebbe anche il numero dei bagni pubblici e, entro

                                                                                                               

73 Battilani, P. (2009), Vacanze di pochi vacanze di tutti. L'evoluzione del turismo europeo, il Mulino,

Bologna, pag. 62.

74 Per un approfondimento, si consiglia la lettura di Ibid.

75 Il biglietto era gratuito per anziani e bambini e quasi irrisorio per il resto della popolazione. (Carcopino, J.

(1947), La vita quotidiana a Roma all'apogeo dell'Impero, Laterza, Bari, pag. 37.)

76 Angela, A. (2010), Una giornata nell'antica Roma: vita quotidiana, segreti e curiosità, Mondadori,

Milano.

l’anno 300 d.C., il numero di bagni in tutto l’impero era arrivato a superare i 900.78 Le terme imperiali portarono una vera e propria rivoluzione; tutti gli imperatori volevano lasciare edifici e opere sempre più imponenti e sontuose: basti ricordare le famosissime terme di Caracalla o quelle di Diocleziano, le più grandi tra tutte, completate nel 305 d.C., che coprivano un’area di oltre 13 ettari e potevano ospitare fino a 6000 bagnanti.79