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STATO   Regno  Unito  

REGIONE   Sud  Ovest  

CONTEA   Somerset  

DISTRETTO   Bath  and  North  East  Somerset  

SUPERFICIE   29  km2  

ABITANTI   83.992  (censimento  del  2001)  

DENSITÀ   2.896,28  abitanti/km2  

Fonte: elaborazione personale

Da piccola cittadina la cui economia si basava principalmente su un’industria della lana non particolarmente affermata e su un traffico termale piuttosto limitato diventa, nel giro di pochi decenni, un importante “resort”, centro primario di salute e svago della Gran

                       

Bretagna. Il suo successo è tale da essere definita, nel suo periodo d’oro settecentesco, la

London-in-the-West.166

Bath è, oggi, una delle destinazioni britanniche più visitate e un notevole esempio di capacità di mantenimento dell’integrità storica e culturale di diverse tradizioni (prima tra tutte quella termale) ed edifici storici (come gli stabilimenti romani, incredibilmente conservati).

5.1S

TORIA E SVILUPPO DELLA CITTÀ

Nonostante sembri che la nascita di Bath risalga all’epoca in cui un gruppo di Celti scelse tale località come dimora permanente, per le sue sorgenti d’acqua calda e di vapore acqueo dedicate alla dea Sulis, le testimonianze più accreditate individuano la sua origine intorno al 30 d.C., nel periodo di dominazione romana: la località si trovava lungo la Fosse Way, strada costruita dai Romani come collegamento tra Exeter ed estuario dell’Humber. Sarebbe stato quindi il popolo romano a fondare Aquae Sulis nel I secolo d.C., costruendovi, oltre che un tempio dedicato alla dea Minerva (la stessa dea Sulis celtica), il primo complesso termale sacro, allo scopo di diffondere tra gli abitanti della zona l’uso del bagno caldo. Le terme romane erano costruite al di sotto del livello di superficie per favorire l’afflusso naturale dell’acqua e ci si serviva degli stabilimenti non soltanto per la sauna ma anche per nuoto, immersioni e altre attività di tipo curativo e ricreativo. Il complesso termale era, ed è ancora oggi, una notevole prodezza ingegneristica e uno straordinario esempio dell’arte e architettura romana. Una volta completato nel corso del IV secolo, ospitava cinque bagni d’acqua calda, piscine, stanze refrigeranti, bagni turchi riscaldati da un primitivo impianto idraulico ingegnoso e il Great Bath centrale (ricostruito ora come King’s Bath), dove si vedevano fluttuare tra le nuvole di vapore le statue delle divinità che lo circondavano; il complesso è oggi è l’attrazione turistica centrale della città. Fin dal suo primo sviluppo, dunque, Bath esercita il ruolo di stazione termale, che la porta a distinguersi notevolmente dagli altri centri del paese; nel II secolo d.C., i Roman Baths costituivano una struttura in grado di richiamare visitatori da tutto il territorio della                                                                                                                

166 Haley, A.J., Snaith, T., Miller, G. (2005), The social impacts of tourism: A case study of Bath, UK, Annals

Britannia e, anche nel secolo successivo, le classi abbienti non mancavano di far visita alla città e alle sue terme.167

Nel V secolo d.C., a seguito dell’abbandono da parte del popolo romano, la città entra in una fase di declino che si protrae fino al 675, anno di costruzione di un monastero (che diventerà poi abbazia) a seguito dell’occupazione da parte dei Sassoni. Nella metà del VIII secolo, Bath assume il ruolo di città-mercato (specializzata nel commercio della lana) e di importante centro religioso, destinata a crescere ulteriormente. Nel corso del basso medioevo diventa un importante arcivescovado; il vescovo Reginald Fitz Jocelin fa costruire il St. John’s Hospital, il cosiddetto hospital of the baths, a fianco delle sorgenti di

Cross Bath, dotate di importanti proprietà curative. Vengono inoltre costruite nuove

strutture attorno alle sorgenti di acqua termale. Nel XIV secolo, al declinare della sua funzione religiosa, inizia la sua notorietà letteraria legata alla “comare di Bath”, personaggio delle Canterbury Tales di Chaucer. La vera rinascita della città si vede però nella seconda metà del ‘500: Bath entra in una nuova fase di benessere economico a seguito alla ripresa della pratica del termalismo da parte degli inglesi che, come illustrato nel secondo capitolo, si recavano nella cittadina belga di Spa; Bath diventa quindi il centro esclusivo scelto dagli aristocratici per le loro vacanze di villeggiatura.

Il rilancio di Bath come centro termale si deve da un lato al primo trattato medico sulle proprietà terapeutiche delle sue acque, scritto nel 1569 da William Turner, e dall’altro all’attività di propaganda di questa “moda” tra la nobiltà inglese. È da ricordare che, verso la fine del ’500, nonostante l’interesse per la vita di società avesse contribuito alla diffusione della moda dei soggiorni termali, nella maggior parte dei casi questi erano motivati da necessità terapeutiche; in particolare, all’epoca, Bath era caratterizzata dalla carenza di servizi ricreativi e dall’insufficienza delle strutture ricettive non in grado di soddisfare l’intera domanda dell’alta stagione.168 La situazione dei servizi offerti muta nel corso del XVII secolo e, in linea con lo svilupparsi della moda del termalismo in tutta la nazione,169 nel 1660 Bath figura nuovamente come località termale più importante d’Inghilterra, frequentata dalle famiglie più altolocate della nobiltà inglese, attratte sempre più anche dagli spazi verdi realizzati per il tempo libero; parallelamente, anche la capacità                                                                                                                

167 Rocca, G., Da centro termale a polo di turismo urbano integrato: il caso di Bath, in Salgaro, S. (a cura

di), (2006), Scritti in onore di Roberto Bernardi, Pàtron, Bologna, pag. 336.

168 Ibid., pag. 337.

169 Nel corso del 1600 si registra in Inghilterra un processo di moltiplicazione dei centri termali, aumentati tra

la fine del ‘500 al 1640 da 3 a 13 e divenuti 60 alla fine del XVII secolo (cfr. Battilani, P., Vacanze di pochi vacanze di tutti. L'evoluzione del turismo europeo, pag. 94).

ricettiva era aumentata rispetto al secolo precedente, arrivando ad un totale di 52 strutture (24 locande e 28 pensioni) e circa 300 posti letto.170 Anche artisti (Gainsborough, Lawrence) e letterati (Pope, Smollet, Fielding e Jane Austen) contribuirono alla sua fama, eleggendola come primaria sede mondana di villeggiatura e di manifestazioni culturali. Si sviluppa quindi una vera e propria industria del turismo.171

Nel ‘700 la città aumenta ulteriormente il suo richiamo. Si assiste alla crescita e alla trasformazione di quella che allora era una piccola città-mercato di 2.000 abitanti in una metropoli “di tendenza” che raggiungeva i 30.000 abitanti. La notorietà acquisita così celermente dal centro termale si basava sulla crescente diffusione del concetto di rigenerazione del corpo e dello spirito e sulla sperimentazione scientifica degli usi terapeutici degli elementi naturali. L’obiettivo era, inoltre, quello di creare un nuovo stile di vita che attraesse sempre più il pubblico; Bath diventa quindi il prototipo della moderna città di cura balneare, dove era facile curarsi e contemporaneamente divertirsi: la città del tempo libero, dell’otium, della mens sana in corpore sano.172

Questa incredibile crescita fu in gran parte dovuta agli importanti interventi di trasformazione sociale e urbana spinti dalle figure di Richard Nash173, John Wood174 e

Ralph Allen175. In particolare, il primo, non a caso definito uno dei giants of tourism,176

riesce ad instaurare nuove regole sociali di comportamento e abbigliamento e ad incrementare notevolmente la reputazione della città svolgendo, in pratica, le funzioni che 300 anni dopo svolgerà il Bath Tourism Plus.177 Egli incoraggia l’istituzione di migliori servizi per l’accoglienza del turista, attraverso il miglioramento igienico delle strade, la                                                                                                                

170 Battilani, P. (2009), Vacanze di pochi vacanze di tutti. L'evoluzione del turismo europeo, il Mulino,

Bologna, pag. 87.

171 Zanni, N. (1993), L’immagine della città termale: da Bath a Salsomaggiore, Guerini, Milano, pag. 22. 172 Ibid.,pag. 23.

173 Richard ‘Beau’ Nash nasce a Swansea, nel sud del Galles, nel 1674. Frequenta la facoltà di legge

all’Università do Oxford e all’Inner Temple di Londra. Entra a far parte di circoli di moda londinesi e alcune testimonianze lo ritraggono come giocatore d’azzardo e probabilmente proprio così arriva nella città di Bath Nel 1704 diventa Master of Cerimonies di Bath, posizione che mantiene fino alla morte, dopo essere arrivato ad essere conosciuto come il King of Bath.

174 John Wood (il Vecchio), nato a Twiverton, oggi sobborgo di Bath, nel 1704, fu un architetto inglese che

operò soprattutto nella città di Bath, oltre che a Bristol, Londra e nello Yorkshire. Deve la sua fama, infatti, in larga parte alla progettazione di strade ed edifici nel centro termale inglese. A seguito della sua morte, diversi suoi progetti furono portati a termine dal figlio John Wood (il Giovane)

175 Ralph Allen, amico di John Wood, dopo aver fatto grandi fortune, aveva comprato una vasta zona

collinare nei pressi di Bath. Wood per lui costruì in forme palladiane la villa di Prior Park, che divenne un centro di ritrovo per i maggiori intellettuali e uomini politici del tempo. Fu proprio Allen a spingere Wood nel progetto di ampliamento di Bath, potendo così sfruttare la pietra delle cave di cu era proprietario.

176 Butler, R., Russell, R. A. (a cura di), (2010), Giants of Tourism, CAB International, Wallingford, UK. 177 Heeley, J. (2011), Inside City Tourism: A European Perspective, Channel View Publications, Bristol, UK,

costruzione di una prima Assembly Room (luogo di incontro e ritrovo serale) e di una Pump

Room (luogo di mescita o buvette) e i collegamenti fluviali offerti dall’Avon per collegare

la città alla vicina Bristol, divenuta il porto alternativo a Londra.178 Se da un lato, quindi, Nash riesce ad inventare un vero e proprio programma di intrattenimento per i turisti, John Wood crea una forma per il suo svolgimento, riuscendo a riproporre gli usi e le abitudini dell’antico vivere quotidiano e a portare la Roma antica nella città moderna.179 Favorisce operazioni di scavo per riportare alla luce la Bath romana e modella la cittadina termale con portici, colonnati e anfiteatri, ripristinando anche l’uso della piazza come luogo di assemblee e ritrovo. Nascono così Queen Square, piazza quadrangolare con obelisco al centro, The Parade, prima passeggiata pubblica in Europa, un percorso fiancheggiato da una serie di edifici ad uso residenziale, il King’s Circus, ispirato al Colosseo e successivamente raccordato al Royal Crescent, primo di una serie di emicicli che saranno costruiti in seguito; saranno poi il figlio e i suoi successori a consentire la continua ridefinizione di Bath seguendo il suo esempio.

È interessante notare come l’avvicinamento tra antico e moderno che caratterizza il suo progetto urbanistico è il motivo che si ritrova, a secoli di distanza, nel recente progetto di rinnovamento delle terme di Bath, che fa di questa caratteristica il suo principale punto di forza.

La sequenza square-circus-crescent, lì realizzata per la prima volta, diventa il modello portante della progettazione urbanistica britannica. Il modello urbano di Bath, che assolveva contemporaneamente alla funzione igienica e ricreativa, si diffonde in tutta Europa negli anni ’70, diventando base di riferimento per le altre città termali europee o per nuove zone e quartieri cittadini sviluppati per rispondere alla domanda di “quel benessere fisico e spirituale fonte di efficienza e di conseguente prosperità collettiva”.180 Come suggerito da Little, Bath costituisce la città inglese in cui hanno fatto quasi sicuramente la loro comparsa le prime guide turistiche che, segnalando al visitatore le abitudini locali, i negozi, le terme e altri luoghi di interesse, consigliavano di iniziare la giornata di vacanza con una visita delle terme al mattino presto, seguita dalla bevuta di un bicchiere di acqua minerale nella Pump Room, e quindi da una public breakfast accompagnata da buona musica; il resto della giornata poteva essere trascorso nelle coffee                                                                                                                

178 Rocca, G., Da centro termale a polo di turismo urbano integrato: il caso di Bath, in Salgaro, S. (a cura

di), (2006), Scritti in onore di Roberto Bernardi, Pàtron, Bologna, pag. 338.

179 Zanni, N. (1993), L’immagine della città termale: da Bath a Salsomaggiore, Guerini, Milano, pag. 23. 180 Ibid., pag.31

houses, nei negozi di lusso, passeggiando lungo le promenades o ancora compiendo

escursioni nella campagna circostante; la sera poteva essere trascorsa a teatro o in una delle

Assembly Rooms in grado di offrire sale da ballo, da gioco, da tè e da concerto.181

Agli inizi dell’800, nonostante eventi negativi quali la recessione economica e il protrarsi delle guerre napoleoniche, la popolazione è ancora in aumento; la cosiddetta epoca d’oro però sta per concludersi in quanto, già da alcuni anni, si stavano modificando le abitudini vacanziere e spesso si privilegiavano località marine come Brighton o altri centri termali alla moda. A fine secolo si assiste comunque all’apertura di nuovi alberghi, alla riapertura degli scavi della città antica, al restauro della grande piscina centrale dello stabilimento termale e all’ampliamento di edifici come il duomo e il municipio, allo scopo di reagire alla fase di declino. In parallelo al costante incremento della popolazione, nel corso dei primi decenni del ‘900 si sviluppano l’industria manifatturiera e altre attività commerciali e terziarie. Di notevole importanza per la città è anche lo sviluppo di trasporti e infrastrutture che facilitassero gli arrivi turistici. Nel 1913, infatti, la guida ufficiale della città parlava di Bath come la città ‘a sole due ore da Londra grazie al più rapido e sofisticato servizio del mondo’ e, solo tre anni dopo, si stima che il 90% dei visitatori fossero arrivati in loco tramite la rete ferroviaria.182 Inoltre, all’arrivo in città, i visitatori

trovavano un ampio servizio di trasporti interni e verso le aree circostanti; questo non era comunque l’unico servizio offerto ai turisti in arrivo e di grande importanza era anche la diffusione di mezzi informativi sulla città e le sue attrazioni, come guide, mappe e itinerari da realizzare a piedi, che si adattavano anche alle necessità di visitatori di passaggio. Tutto ciò contribuì notevolmete, già all’epoca, nel dare a Bath la possibilità di essere considerato un vero e proprio centro turistico.

A seguito del declino del termalismo, a partire dagli anni ’60 si assiste alla tendenza di trasformare il centro termale in una sorte di ‘esclusivo shopping centre’, con ricadute positive dal punto di vista economico e occupazionale ma con impatto negativo sulla sua immagine architettonica e di importante centro termale.183

                                                                                                               

181 Little, B., The story of Bath, its life and its buildings, cit in: Rocca, G., Da centro termale a polo di

turismo urbano integrato: il caso di Bath, in Salgaro, S. (a cura di), (2006), Scritti in onore di Roberto Bernardi, Pàtron, Bologna, pag. 341.

182 Atkinson, R., Bath Improvement Scheme, cit in: Borsay, P. (2000), The Image of Georgian Bath, 1700-

2000: Towns, Heritage, and History, Oxford University Press, Oxford, pag. 272.

183 Rocca, G., Da centro termale a polo di turismo urbano integrato: il caso di Bath, in Salgaro, S. (a cura

Nei decenni successivi si registrano due avvenimenti importanti, seppur in modo diverso: nel 1978 le terme vengono chiuse al pubblico, a seguito della sospensione dei finanziamenti ai trattamenti termali da parte del National Health Service e alla messa in dubbio della qualità delle sue acque; nel 1987 l’Unesco, invece, inserisce la città nella

World Heritage Site List per il suo notevole heritage romano e la sua straordinaria

architettura georgiana, evento molto significativo che offre la spinta per una ripresa dell’attività turistica e per il ripristino della stessa attività termale. Negli ultimi anni del secolo scorso, infatti, si è dato il via al progetto di realizzazione del nuovo complesso termale intorno alle terme storiche e al restauro degli edifici esistenti, permettendo la riapertura delle terme al pubblico nel 2006.

5.2L

A CITTÀ TERMALE

:

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ULIS A

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HERMAE

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ATH

S

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La zona in cui oggi sorge la città di Bath sembra essere stata scelta dai Celti, prima, e dai Romani, poi, per ragioni pratiche. Come già accennato, il fiume Avon si presentava facilmente guadabile e la strategica Fosse Way la attraversava. La località, però, per i Romani, non era adatta a funzioni militari, commerciali o amministrative ed era considerata periferica, “un lontano angolo di terra" non integrabile nell’impero;184 ma era dotata di una grande attrazione: le acque termali.

L’acqua termale di Bath emerge in diversi punti ma la maggior parte sgorga da tre sorgenti, conosciute come King’s Bath Spring, Hot Bath Spring e Cross Bath Spring. La temperatura delle acque alle sorgenti ha registrato modeste variazioni nel corso del tempo, oscillando comunque sempre dai 40°C ai 49°C. Le acque sono al 95% di origine meteorica e contengono ferro e alte concentrazioni di ioni sodio, cloruro e solfato.185

Per richiamare un concetto emerso fin dai primi paragrafi del presente lavoro, l’acqua è l’elemento naturale da sempre associato alla cura e al sollievo nella mente delle persone; si ritenevano, così, le acque termali capaci di curare malattie e dolori, di sollevare dalla fatica e di nutrire il corpo umano.

                                                                                                               

184 Stewart, B. (1981), The Waters of The Gap: Mythology of Aquae Sulis, cit. in: Gesler, W.M. (2003),

Healing places, Rowman & Littlefield, Lanham, USA, pag.44.

Il fondamento della reputazione delle acque curative di Bath si ritroverebbe anche in epoca più antica rispetto a quella romana: una leggenda racconta di come Bladud, sovrano della Britannia discendente dai troiani, ammalatosi di lebbra, ottenne la guarigione bagnandosi nelle acque termali sgorganti da quelle sorgenti e, per dimostrare la sua gratitudine, fondò la città di Bath e la dedicò alla dea Sulis.186

Questo spiega come le sorgenti termali non solo abbiano svolto un ruolo fondamentale per la città ma siano la sua stessa ragion d’essere, senza le quali, probabilmente, Bath non esisterebbe.

Come illustrato nel precedente paragrafo, dalla sua nascita, Bath e le sue terme hanno attraversato periodi di splendore e declino, fino al XVIII secolo, “the age of watering

places”,187 in cui la città si è riproposta come principale attrazione per il turismo termale, della salute e del benessere.

Nel corso dei secoli, molta gente arriva a Bath per ottenere cure fisiche ma anche in quanto affascinata dal suo social environment:188 non solo le sue acque ma anche la sua atmosfera e le attività che offriva contribuivano al senso di benessere e, di conseguenza, alla sua attrattiva.

Nel primo ‘900 era già percepibile il declino e la progressiva scomparsa della tradizione e della medicina termale che avrebbe interessato Bath nel giro di qualche decennio. Dopo la nascita del National Health Service, ottenere il supporto dello stato per i pazienti che visitano il Treatment Centre diviene più difficile, nonostante il ‘compromesso’ per il quale il centro termale potesse essere utilizzato come supplementare al servizio ospedaliero. Nel 1960 il centro viene modernizzato e allargato e il Bath Development Plan dello stesso anno suggerisce che la città debba mantenere e sviluppare le sue strutture termali.189 Nonostante ciò, nel 1976, il NHS sospende i finanziamenti per i trattamenti e il Medical Treatment

Centre è così costretto a chiudere. Solo due anni dopo, a seguito delle preoccupazioni

riguardo alla salute pubblica e alla qualità delle sue acque, dovute anche alla morte di una ragazza per meningite dopo un bagno termale, si arriva alla completa chiusura dello stabilimento. Mentre diverse proposte avanzate da consorzi commerciali per la riapertura della spa fallivano a causa dell’elevatissimo capitale necessario per l’opera di restaurazione                                                                                                                

186 Per approfondimenti sul tema si consiglia la lettura di Gesler, W.M. (2003), Healing places, Rowman &

Littlefield, Lanham, USA, pagg. 49-51.

187 Gesler, W.M. (2003), Healing places, Rowman & Littlefield, Lanham, USA, pag.47. 188 Ibid., pag. 62.

189 Borsay, P. (2000), The Image of Georgian Bath, 1700-2000: Towns, Heritage, and History, Oxford

e ripristino, le Roman Baths e la Pump Room divenivano una delle attrazioni turistiche più visitate nel Regno Unito.

5.2.1B

ATH

S

PA

P

ROJECT

   

Nel novembre del 1997 la Millennium Commission 190 decide di supportare il Bath and North East Somerset Council nel piano ambizioso di ricostruire e riaprire il suo centro termale, premiando il Bath Spa Project con i fondi derivanti dalla National Lottery, a cui si uniscono fondi privati e fondi dell’autorità locale. La restaurazione di cinque edifici che avrebbero dovuto costituire il complesso termale inizia del 2000 e la fine dei lavori è programmata per il 2002. Nonostante la cerimonia di apertura formale tenutasi nell’agosto del 2003 con il concerto dei tre tenori Luciano Pavarotti, Placido Domingo e Jose Carreras, il progetto si trova a essere notevolmente in ritardo. La data di apertura continua a slittare a causa di numerosi problemi, tra cui atti vandalici e diverse dispute legali tra appaltatori che