Compartimenti Sorgenti % sorgenti utilizzate per bagni o bevanda
Stabilimenti balneari % sorgenti con stabilimento Piemonte 107 64 17 16 Liguria 13 69 1 8 Lombardia 118 64 16 14 Veneto 50 90 14 28 Emilia-‐Romagna 184 70 8 4 Umbria 47 89 5 11 Marche 108 54 1 1 Toscana 368 63 36 10
Abruzzi e Molise 122 57 1 1
Campania 179 80 16 9 Puglia 24 63 0 0 Basilicata 54 69 3 6 Calabria 113 62 3 3 Sicilia 82 46 9 11 Sardegna 60 80 4 7 Totale 1.629 66 134 8 Nord 472 69 56 12 Centro 645 62 43 7
Sud e isole 512 69 35 7
Fonte: Battilani, P. (2009)
Solo l’Italia della metà del XIX secolo era pronta a sfruttare le opportunità di questo nuovo tipo di turismo avviandosi verso il boom del fenomeno, che avvenne nel periodo tra la fine del 1800 e la prima guerra mondiale, da considerare il periodo d’oro delle terme italiane, superata ormai la concezione di ‘bagni’.
4.2.1I
L TERMALISMO LUDICOFu una belle époque non solo in termini di visitatori ma anche dal punto di vista dell’immagine che i centri termali italiani riuscirono ad affermare;139 questi costituivano infatti le più importanti mete turistiche del paese e il divario che li separava dalle eccellenze europee era stato finalmente colmato. Nei primi trent’anni del XX secolo lo sviluppo di queste villes d’eaux termali è caratterizzato dal Liberty, il cui contenuto
139 Nonostante fosse prevalente la dimensione regionale e nazionale del turismo termale, grazie ad alcuni
estetico si adatta perfettamente alle città termali e che assume anche un contenuto globale in quanto, oltre all’aspetto urbanistico, inizia a riguardare anche la musica, lo sport, la moda, fino allo stesso stile di vita della popolazione più agiata.
Il “passare le acque” aveva la stessa valenza che ha attualmente la frequentazione delle alcune località balneari e, nei più importanti centri termali, si concentravano molti politici, artisti e imprenditori. La fruizione termale era anche il presupposto per il gioco, lo svago, il divertimento della classe aristocratica e borghese e, come tale rappresentava anche una vera e propria esperienza turistica.
In questo periodo, considerato la prima generazione di attività termale, al termalismo viene attribuita una funzione ludica e, come evidenziato nel Rapporto di Federterme, il richiamo storico presenta una grande attualità: si stava realizzando, infatti, un insieme integrato di politiche e azioni che soddisfano le moderne esigenze di marketing territoriale e di prodotto, ancor prima che questi concetti venissero teorizzati; la chiave di volta è rappresentata proprio dalla costruzione di città termali che, sul piano del marketing, diventano tanti prodotti singoli e, a livello di sistema, identificano una vera e propria rete di prodotti con un marchio unico, che trova forma nel Liberty e sostanza nelle acque termali e nel sistema di trattamenti connessi.140
4.3.2I
L TERMALISMO SOCIALENel periodo tra le due guerre, ma soprattutto nel secondo dopoguerra e fino agli anni ’60, il “passare le acque” diventa “l’effettuare cure termali”: la componente salutifera assume un’importanza sempre maggiore, facendo passare in secondo piano la componente ludica e ricreativa, ormai propria del turismo balneare. Si entra quindi nella seconda generazione di attività termale, quella del termalismo sociale: a seguito di diversi provvedimenti adottati dal regime fascista,141 che hanno dato il via ad un processo di “democratizzazione”, le
140 Becheri, E. (a cura di), Federterme (2004), Rapporto sul sistema termale in Italia 2004, Il Sole 24 Ore,
Milano, pagg. 72-73.
141 All’interno del quadro legislativo che diede il via alla crescita del numero di prestazioni termali erogate in
questo periodo vanno ricordati tre provvedimenti principali: la legge n°3184 del 1923 sull’invalidità, che inseriva un importante riferimento all’erogazione di cure termali; la legge n°1827 del 1935 che stabiliva l’importanza delle cure idrotermali in risposta ad uno stato invalidante; la riforma dei contratti di lavoro del 1936-1939, che inseriva l’erogazione dei trattamenti termali ad operai ed impiegati tra le prestazioni contro la malattia.
terme iniziano a consentire ferie aggiuntive pagate dalle mutue di allora (ovvero il Servizio Sanitario Nazionale) e il termalismo si identifica con i concetti di terapia e di cura.
4.3.3I
L TERMALISMO ASSISTITONella terza generazione delle attività termali (dalla seconda metà degli anni ’70 agli anni ’80), il termalismo sociale si evolve in termalismo assistito, conservando e accentuando il legame terme-malattia. Se da un lato emerge come la valenza scientifica delle prestazioni sia sempre meno supportata da studi e ricerche, parallelamente si assiste ad una perdita di credibilità del comparto indotta dalla massificazione dei trattamenti. Infatti, verso la fine degli anni ’80, della spesa totale sostenuta per l’acquisto di prestazioni termali in Italia, circa l’84% è relativo a trattamenti terapeutici per utenti assistiti dal S.S.N.142 Si
affermavano quindi le cure di massa con il rimborso, da parte del S.S.N., anche delle spese di soggiorno, e il comparto termale si collocava ormai fuori dal mercato.143
In tale contesto, l’individuo stava contemporaneamente riscoprendo l’importanza della salute e la necessità di benessere psicofisico e cura del proprio aspetto e immagine e, di conseguenza, iniziano a diffondersi diverse forme di centri benessere come beauty farm e cliniche estetiche. Esisteva già una prima percezione dell’esistenza di un rapporto tra terme e benessere, come dimostra lo schema seguente, presentato da Becheri nel 1989 al Convegno dell’AIEST (Associazione Internazionale Esperti Scientifici del Turismo) di Budapest, avente per oggetto Spa and tourism.
142 Ferrari, S., Gli effetti economici del turismo termale, in Borghesi, A. (a cura di), (1994), Il marketing delle
località turistiche, Giappichelli Editore, Torino, pag. 160.
143 Il termalismo assistito si colloca fuori dal mercato in quanto le cure sono pagate, in modo nettamente
prevalente dal Sistema Sanitario Nazionale; fino agli anni ’80 non esiste alcun catalogo specializzato dei Tour Operator dedicato alle terme e, per disposizione dello stesso S.S.N non si potevano pubblicizzare le cure termali. Il ruolo dell’intermediazione turistica nell’organizzazione dei soggiorni termali era molto ridotto e, ancora oggi, resta debole.