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4.3 Il PTCP

La LUR Calabria riafferma ampiamente in capo alle Province il ruolo di ente intermedio con penetranti funzioni di coordinamento e supporto per gli enti comunali, in sintonia con il canone di sussidiarietà, perseguite in seno all’intero percorso di formazione e approvazione dei PSC attraverso il dimensionamento su scala territoriale delle linee di azione e delle prescrizioni del QTR, oltre che di raccordo con l’ente regionale, con particolare riguardo ai valori paesaggistici ed ambientali.

Il Piano Territoriale di Coordinamento rappresenta il principale strumento di ascolto e di governo a disposizione della comunità Provinciale e costituisce lo strumento di pianificazione che delinea gli obiettivi e gli elementi fondamentali dell’assetto del territorio provinciale, in coerenza con gli indirizzi per lo sviluppo socio-economico e con riguardo alle prevalenti

vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche,

idrogeologiche, paesaggistiche e ambientali.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.)42 è l’atto di

programmazione con il quale la Provincia esercita, nel governo del territorio, un ruolo di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale; riguardo ai

valori

paesaggistici31

ed ambientali, di cui di cui al

Decreto Legislativo 22

gennaio 2004 n. 4232

, esso si raccorda ed approfondisce i contenuti del Q.T.R..

Il PTCP, ai sensi dell’articolo 18 della L.R. n. 19/02, è lo strumento intermedio che articola sul territorio di competenza le indicazioni della programmazione regionale, dal QTR alle altre previsioni, adeguandola alle specificità locali ed alla consistenza, vulnerabilità e potenzialità delle risorse naturali ed antropiche presenti.

Il PTCP recepisce altresì gli indirizzi programmatici e normativi del QTR per quanto riguarda la valenza paesaggistica. Tuttavia rispetto a questo si limita a dettagliare, a livello provinciale, quanto indicato e prescritto dal QTR.

Il P.T.C.P. contiene:

− il quadro conoscitivo delle risorse essenziali del territorio e il loro grado di vulnerabilità e di riproducibilità in riferimento ai sistemi ambientali locali, indicando, con particolare riferimento ai bacini idrografici, le relative condizioni d’uso, anche ai fini delle valutazioni di cui all’articolo 10;

− il quadro conoscitivo dei rischi;

− le prescrizioni sull’articolazione e le linee di evoluzione dei sistemi territoriali, urbani, rurali e montani;

− prescrizioni, criteri ed ambiti localizzativi in funzione delle dotazioni dei sistemi infrastrutturali e dei servizi di interesse sovracomunale, nonché della funzionalità degli stessi in riferimento ai sistemi territoriali ed alle possibilità di una loro trasformazione;

− prescrizioni localizzative indicate da piani provinciali di settore; − le opportune salvaguardie ai sensi dell’articolo 58.

Del tutto coerente con tale ruolo è la previsione secondo la quale il PTCP costituisce quadro di riferimento imprescindibile ed esclusivo per la formazione e l’ adeguamento dei PSC, che i Comuni sono tenuti a redigere nel termine massimo di 12 mesi dall’approvazione del PTCP pena la attivazione da parte delle Province dei poteri sostitutivi, verificandone la compatibilità con le proprie previsioni (art. 18, c. 5 e 9).

La fase cogente di dettaglio della pianificazione paesaggistica è demandata ai piani paesaggistici di ambito (PPd’A) di titolarità comunque regionale le cui previsioni normative, prescrittive e propositive devono essere assunte dal

PTCP che può integrare e completare le indagini conoscitive dei PPdA relativi al territorio di riferimento (art. 17 bis L.R. 19/02 ).

Il PTCP indirizza condizioni e limiti di sostenibilità delle previsioni urbanistiche a scala comunale; costituisce lo scenario di riferimento condiviso dai comuni per il loro sviluppo sostenibile e per definire:

- ruolo socio-economico;

- rango nel sistema insediativo provinciale.

Una distribuzione equa delle soglie, dei limiti e delle condizioni di sostenibilità, costanti a parità di condizioni ambientali e territoriali.

La Pianificazione comunale dunque è attuata rispetto alle linee guida del PTCP

Il PTCP è strumento di pianificazione territoriale che ha come campo di competenza le scelte con una dimensione ed un impatto sui sistemi ambientali e territoriali di scala sovracomunale; tale configurazione, per i principi di sussidiarietà enunciati dalla legge, deve nascere in un quadro di concertazione con la regione ed i comuni e di intesa con altri enti territoriali. Il PTCP costituisce infine quadro di riferimento per la perequazione territoriale nell’ambito provinciale: la dove il territorio si può definire come una rete di opportunità locali basata sulla differente distribuzione di risorse, vincoli, opportunità.

Il PTCP ha lo scopo di assumere le carenze tra i diversi ambiti comunali in modo da riprogrammare lo sviluppo ridistribuendo le risorse.

Esso si configura come strumento intermedio tra il Quadro Territoriale Regionale (QTR) e la Pianificazione urbanistica di livello locale (PSC). La sostenibilità delle trasformazioni e dello sviluppo insediativo costituisce l'obiettivo generale del PTCP, declinato secondo cinque obiettivi specifici43:

Compatibilità ecologica e paesistico ambientale delle trasformazioni.

Persegue la sostenibilità delle trasformazioni rispetto alla qualità e quantità delle risorse naturali: aria, acqua, suolo e vegetazione. Presuppone altresì la verifica delle scelte localizzative per il sistema insediativo rispetto alle esigenze di tutela e valorizzazione del paesaggio, dei suoi elementi connotativi e delle emergenze ambientali.

Integrazione fra i sistemi insediativo e della mobilità. Presuppone la

coerenza fra le dimensioni degli interventi e le funzioni insediate rispetto al livello di accessibilità proprio del territorio, valutato rispetto ai diversi modi del trasporto pubblico e privato di persone, merci e informazioni.

Ricostruzione della rete ecologica provinciale. Prevede la realizzazione di

un sistema di interventi atti a favorire la ricostruzione della rete ecologica provinciale, la biodiversità, e la salvaguardia dei varchi inedificati fondamentali per la realizzazione dei corridoi ecologici.

Compattazione della forma urbana. E' finalizzato a razionalizzare l'uso del

suolo e a ridefinire i margini urbani; ciò comporta il recupero delle aree dismesse o degradate, il completamento prioritario delle aree intercluse nell'urbanizzato, la localizzazione dell'espansione in adiacenza all'esistente e su aree di minor valore agricolo e ambientale, nonché la limitazione ai processi di saldatura tra centri edificati.

Innalzamento della qualità insediativa. Persegue un corretto rapporto tra

insediamenti e servizi pubblici o privati di uso pubblico attraverso l'incremento delle aree per servizi pubblici, in particolare a verde, la riqualificazione ambientale delle aree degradate e il sostegno alla progettazione architettonica di qualità e l’attenzione, per quanto possibile, alla progettazione edilizia ecosostenibile e bioclimatica.

Persegue inoltre la diversificazione dell'offerta insediativa anche al fine di rispondere alla domanda di interventi di "edilizia residenziale sociale" diffusi sul territorio e integrati con il tessuto urbano esistente.

Così come specificato nelle Linee Guida della Pianificazione Regionale il PTCP segue un determinato processo metodologico di redazione e approvazione. Il processo metodologico-procedurale del PTCP, ai sensi dell’art.26 della LR 19/02 , consta delle seguenti fasi:

- fase di conoscenza e indagini di avvio, con l’analisi dei problemi alle differenti scale e dei diversi settori, la individuazione dei vincoli e dei primi obiettivi strategici;

- formulazione delle alternative di assetto territoriale orientate agli obiettivi strategici contenente inoltre la parte di indagine e definizione riguardo al sistema naturalistico e agli ambiti paesaggistici;

- definizione dei quadri strategici di sintesi e la valutazione di alternative e politiche territoriali;

- definizione del PTCP e degli scenari indagati e l’ipotesi di assetto del territorio provinciale in coerenza tra i diversi scenari;

- predisposizione del Documento Preliminare da parte del Consiglio provinciale

- convocazione della conferenza di Pianificazione (durata ai sensi dell’art. 13 della LR19/02);

- deposito e pubblicazione presso la sede del Consiglio provinciale; - eventuali osservazioni;

- adozione da parte del Consiglio provinciale;

- trasmissione alla Regione per la verifica di coerenza; - approvazione.

La fase di conoscenza e indagine comprende la costruzione dell’archivio e delle indagini analitiche, sia socio-economiche che territoriali, con

individuazione dei sistemi insediativo, naturalistico-ambientale e relazionale a livello provinciale. Ancora, dalla valenza paesaggistica del QTR viene recepita e dettagliata, a livello di Provincia, la configurazione del sistema ambientale.

Le analisi e le interpretazioni dei sistemi territoriali presenti permettono una prima formulazione di obiettivi e il recepimento e conferma dei vincoli sovraordinati.

La fase di sintesi strategica (formulazione delle alternative di assetto territoriale orientate agli obiettivi strategici) prevede la definizione di diversi schemi alternativi di assetto territoriale (scenari) e la relativa presentazione, interpretazione e valutazione, anche durante apposita conferenza di pianificazione. Essa inoltre individua e definisce, per l’appunto, i quadri strategici di sintesi e le azioni utili a perseguire e consolidare l’assetto territoriale già prefigurato dal QTR.

La fase di scelta fra le alternative e le politiche territoriali) prevede la configurazione dell’assetto ritenuto più consono, risultante dai principali e differenti scenari indagati, e quindi la formazione del vero e proprio sistema di azioni di piano. Anche in questo caso è suggerita la conferenza di pianificazione, che facilita, tra l’altro, la presentazione di osservazioni e la

definizione del programma attuativo.44