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Il sistema Cosenza-Rende Valle del Crati – Sibaritide E’ costituito dal nodo urbano di Cosenza-Rende, dagli insediamenti di versante dei Casal

cosentini e dai centri della catena costiera-cosentina, da un cantone interno dato da S. Giovanni in Fiore, Savelli, Longobucco, e dall’insediamento diffuso della Sibaritide e Media Valle del Crati. E’ l’altra area, a cui per

dotazioni di natura ambientale, produttiva ed insediativa, è possibile affidare un ruolo strutturante, sia interno (per la parte nord della regione), che sovraregionale, in direzione delle aree pugliesi. Per l’area della Sibaritide si tratta di prevedere una serie di infrastrutture in grado di rafforzare il ruolo produttivo nei settori dell’agricoltura, del turismo e dei servizi, delle aree industriali, e dei beni culturali.

In tale quadro una particolare funzione voleva assumere il sistema urbano Rossano-Corigliano anche sulla base delle indicazioni contenute nella delibera del CIPE relativa alla “emergenza Calabria”. Tale sistema basato, da una parte sulla presenza di insediamenti diffusi lungo l’area costiera, dall’altro su una pluralità di centri pedemontani e montani e la presenza di minoranze etniche significative, necessita di infrastrutture viarie in grado di assicurare uno stretto collega-mento tra la Sibaritide e l’altopiano Silano.

La fascia medio-alta tirrenica.

Comprende i centri pedemontani della costa medio-alta tirrenica e l’insediamento lineare costiero dato dalla fascia tirrenica, da Praia a Mare ad Amantea. Si tratta di un’area in cui, accanto ad elementi di notevole potenzialità, si affiancano fenomeni diffusi di degrado dell’ambiente e degli insediamenti.

La collocazione ed il ruolo, che ha assunto nel tempo, per i rapporti interregionali sul versante tirrenico, pongono per quest’area la necessità d’interventi, prevalentemente, di tipo riqualificativo.

Sempre con riferimento all’articolazione del territorio regionale secondo le sei aree, come sopra definite, occorre aggiungere che accanto a queste, permangono alcune “zone di margine”, per le quali le ulteriori verifiche, cui si è già fatto cenno, potranno definirne l’attribuzione a qualcuna delle sei, o comunque, una più precisa connotazione quali la fascia Melito-Bovalino; l’area di Soverato; la fascia Cirò-Cariati; l’alta Valle del Lao e del Mercure; la fascia costiera Alto-Ionica.

I PIANI QUADRO

I Piani Quadro costituiscono l’uscita di natura propositiva che discende dalla messa a punto dei diversi quadri di riferimento settoriali che hanno costituito oggetto della fase di studio. La loro formulazione ipotizzata già in sede di impostazione programmatica, costituisce uno dei filoni su cui vanno indirizzate elaborazioni di piano nella fase conclusiva. In dettaglio si possono enucleare;

1° Il

Piano Quadro per la difesa e valorizzazione dell’ambiente

naturale con

annessi progetti per l’assetto idrogeologico e la difesa sismica che, in particolare, contiene indicazioni sulle seguenti tematiche:

- idrologia e climatologia, mirate alla difesa dagli eventi calamitosi ed all’uso delle risorse idriche;

- caratterizzazione geologica, morfologica e geotecnica dei versanti e loro evoluzione;

- assetto, sistemazione e tendenze evolutive della rete idrografica;

- ripartizione del territorio regionale in base alla caratterizzazione sismica e indicazione per la installazione di un sistema di sensori.

2° Il

Plano Quadro per la catalogazione, conservazione e valorizzazione del

patrimonio dei beni culturali:

quello connesso all’insediamento storico; quello delle emergenze architettoniche; quello delle unità ambientali.

3° Il

Piano Quadro per l’edilizia pubblica,

che riguarda sia gli aspetti

quantitativi, tipologici ed economici connessi alla produzione edilizia basata su finanziamenti pubblici, sia più in generale, la ristrutturazione del settore edilizio.

4° Il Piano Quadro per le Infrastrutture di trasporto, elaborato in relazione a quanto emerge dal Piano Generale dei Trasporti e dal Piano Regionale del Trasporti, avendo particolare attenzione al sistema della mobilità ed alle sue implicazioni sull’assetto del territorio.

5° Il

Piano Quadro per le infrastrutture energetiche, idrauliche e di

telecomunicazione.

Per le infrastrutture energetiche, tendendo ad una razionalizzazione dei consumi, come della produzione e distribuzione; per quelle idrauliche, avendo come riferimento l’intervento straordinario, configurato nel Progetto Speciale 26; per quelle di comunicazione a distanza, indicando criteri e opzioni territoriali per la installazione di sistemi adeguati alle esigenze sempre più ampie e affinate che in questo campo si pongono.

6° Il

Piano Quadro per il potenziamento dell’armatura urbana

regionale,

con riguardo sia alle attrezzature pubbliche (sanità, istruzione, cultura),

sia al servizi del cosiddetto

terziario avanzato

(servizi alle imprese,

direzionalità, ricerca applicata).

7° Il

Piano Quadro per la localizzazione delle attrezzature ricettive

per il

turismo ed il tempo libero, avendo riguardo alle diverse tipologie di turismo ed alle diverse situazioni territoriali: aree consolidate, aree in sviluppo, aree potenziali.

8° Il Piano

Quadro per il riordino delle attività produttive,

considerando gli

aspetti che hanno maggiori implicazioni di carattere territoriale; quali la ristrutturazione delle aree attrezzate degli agglomerati industriali e la formazione di più adeguate reti infrastrutturali a servizio dell’attività agricola.

Quanto alle strutture dei Piani Quadro, si può fin d’ora stabilire, come criterio generale, che essi debbono fornire indicazioni relative alla localizzazione degli interventi; ai costi e alle fonti di finanziamento; ai tempi di attuazione; alle norme e strumenti per l’attuazione; alle procedure per i poteri sostitutivi.

I suddetti Piano Quadro di settore, una volta accettati in sede politica, costituiscono elementi per la costruzione del modello di assetto e, al contempo, per il proseguimento.

PROGETTI FINALIZZATI

All’interno della struttura ipotizzata per il P.T.C.R., i Progetti finalizzati si collocano nella fase di gestione, costituendo uno dei requisiti indicati come indispensabili per assicurare il trasferimento delle prescrizioni di piano in azioni di governo del territorio regionale.

Seguendo questa impostazione, fanno parte del P.T.C.R. gli indirizzi per la formulazione di tali progetti, che in dettaglio sono:

1) Il

Progetto Cartografico,

finalizzato a dotare la Regione di una

documentazione cartografica a scale e per temi diversi, aggiornata in base ai rilevamenti più recenti, ed affinati e aggiornabile in concomitanza con la trasformazione che il territorio via via subisce;

2) Il

Progetto Informatico,

per l’archivio degli strumenti urbanistici

finalizzato ad automatizzare il flusso di informazioni che provengono dal territorio a fini di verifica e revisione continua del piano, ed il flusso che da questo emana ai fini della modificazione delle azioni sul territorio;

3) Il

Progetto Formativo,

finalizzato alla formazione ed all’aggiornamento

di apparati tecnici (quadri teorici e strutture) in grado di recepire e rendere attuative le indicazioni del piano;

Una serie di

Osservatori,

intesi come centri operativi a servizio della

Regione e degli enti locali, per il controllo dei più rilevanti fenomeni territoriali:

a)

l’Osservatorio Economico Regionale,

che analizzi l’andamento delle principali variabili economiche, fornisca previsioni di breve, medio e lungo periodo, sia aggiornato rispetto ai progetti di investimento e rispetto all’attività prevista dagli enti nazionali, regionali e locali;

b)

l’Osservatorio Demografico,

finalizzato a fornire informazioni su quattro aspetti principalmente connessi al dimensionamento del piano: la distribuzione della popolazione sul territorio; il movimento demografico

naturale e migratorio; la composizione della popolazione in rapporto ai nuclei familiari; la composizione della popolazione in rapporto all’attività lavorativa;

c)

l’Osservatorio sulle Trasformazioni Territoriali,

articolato su due filoni principali: quello dello studio delle trasformazioni dell’assetto territoriale conseguente alla crescita ed alla modificazione dei centri urbani e dei territori estensivi; quello dello studio degli strumenti di piano operanti alle varie scale e nessi intercorrenti tra i loro contenuti e le suddette trasformazioni;

d)

l’Osservatorio per la Difesa del suolo,

legato alle tematiche idrauliche, geologiche, geologiche applicate, ecologiche, geotecniche, con particolare riguardo alle analisi costi-benefici degli interventi in questi settori.

L’attività dei suddetti Osservatori andrà prevista, attraverso la costituzione dell’apposito Centro per la ricerca applicata, nel cui ambito essa potrà svilupparsi e raccordarsi.