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ARTICOLI FIRMATI DA LUIGI PIRANDELLO, MA OPERA DEL FIGLIO STEFANO

STEFANO PIRANDELLO: OPERE

M. Martini “LʼArgante” è il nome di più riviste attive nella prima metà del Novecento; molto probabilmente quello che a noi interessa è o “LʼArgante:

3.1.6 ARTICOLI FIRMATI DA LUIGI PIRANDELLO, MA OPERA DEL FIGLIO STEFANO

Lʼelenco che segue riporta tutte le opere che, secondo la critica, sono state firmate da Luigi Pirandello, ma presumibilmente sono opera del figlio Stefano.

ANNO TITOLO DATA E LUOGO

1925 Il guardaroba

dellʼeloquenza

30 dicembre, “Il popolo dʼ Italia”

1926 Il direttore artistico 26 gennaio,

“Il Popolo dʼ Italia”

1932 Parole ai giovani 25 dicembre,

“LʼItalia letteraria”

1933 Parole ai giovani Almanacco Letterario

Bompiani 1933 (già in “LʼItalia letteraria” 25 dicembre

1932)

Non parlo di me Gennaio-marzo,

“Occidente”

Si dovrebbe intendere 6 agosto, “Quadrivio”

1935 Insomma la vita è finita 2 giugno,

“LʼIllustrazione Italiana”

Viaggi 23 giugno,

“LʼIllustrazione Italiana”

Stefano o della bontà 28 luglio, “LʼIllustrazione

Italiana”

Quando manca la data di morte 1 settembre, “LʼIllustrazione

Italiana”

Stando a quanto riportato da Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla in

due curatori precisano che Il guardaroba dellʼeloquenza e Il direttore artistico sono siglati da Luigi, ma opera di Stefano. Gli studiosi, per avvalorare questa dichiarazione rimandano alla lettera che Stefano scrisse al padre il 4 novembre 1925:

Di più, se tu non hai nulla in contrario […] dirò a Luigi Freddi che tu per ora non potendo scrivere novelle darai al “Popolo dʼItalia” questi articoli per 600 lire lʼuno. Di tutto quello che si ricaverà così potremo fare a mezzo, in modo che tu potrai avere da questa parte senza colpo ferire da 1500 a 2000 lire al mese. Approvi? 69

Nella missiva, amio avviso, sta la prova della collaborazione tra padre e figlio. È chiaro, infatti, che “senza colpo ferire” si può intendere come “senza che tu lavori per tali richieste”. Inoltre la certezza che Stefano stia facendo riferimento ai due articoli elencati, cioè Il guardaroba dellʼeloquenza e Il direttore artistico, è data dal fatto che non vi sono altre occasioni di collaborazioni con “Il Popolo dʼItalia”.

I curatori precisano anche che Parole ai giovani è composto da Stefano su sommarie indicazioni di Luigi, mentre Non parlo di me, Si dovrebbe intendere,

Insomma la vita è finita, Viaggi, Stefano o della bontà e Quando manca la data di morte sono firmati da Luigi, ma da attribuire al figlio.

Ovviamente ciò implicava un accordo: Luigi poteva mantenere alta la sua fama tramite gli articoli, nonostante fosse sempre più impegnato in altro e quindi sempre meno attento a tali pubblicazioni. Stefano, da parte sua, riceveva una buona parte dei compensi da tali opere, su accordo col padre. Se sul lato economico lʼoperazione era proficua, da un punto di vista professionale non lo era affatto: la fama di Stefano non poteva così accrescere, in quanto appariva sempre il padre. Al tempo stesso il figlio non componeva testi suoi, poiché impegnato in queste opere.

69

Ancora una testimonianza in merito alla collaborazione tra padre e figlio per questi articoli, è data nel volume Saggi e interventi di Luigi Pirandello, a cura di Ferdinando Taviani 70

. Il curatore, nella sua introduzione, riporta una nota di Manlio Lo Vecchio-Musti «nella quale affiora la voce di Stefano» 71

:

Sappia inoltre il lettore che sotto il nome di Luigi Pirandello sono apparsi altri articoli, anche su giornali stranieri, nonché altre prefazioni a volumi e pubblicazioni varie; tutto preso dalla composizione delle sue novelle e dei suoi drammi, e dalla direzione delle sue Compagnie teatrali, e tuttavia assillato da continue richieste, a volte dʼautorevole fonte, lo Scrittore ormai celebre nel mondo era costretto, per non opporre incresciosi rifiuti, a prendere impegni che poi riusciva a mantenere valendosi della collaborazione di taluno, al quale forniva la traccia e sommarie indicazioni. Trattandosi di apòcrifi, ne ometto la citazione.

Non è difficile comprendere che dietro a “taluno” si celi lo stesso Stefano Pirandello. Viene confermato che Luigi, non potendo assolvere alle richieste giornalistiche, delegava il tutto a “taluno”: lo scopo primario di Luigi era mantenere viva la sua fama. Taviani, pertanto, dedica una sezione del suo volume proprio agli Scritti con «Taluno». Qui troviamo riportati gli articoli già citati in precedenza, tranne Il direttore artistico e Parole ai giovani; inoltre rientrano nella casistica anche i seguenti testi (aggiuntivi rispetto allʼaltra tabella):

ANNO TITOLO DATA E LUOGO

1931 Abbasso il pirandellesimo 15 dicembre, “Il Dramma”

Interpretazioni. La forma necessaria “Almanacco del teatro italiano” 1932 La barzelletta del «teatro teatrale» Aprile, “LʼArgante”

70 L. PIRANDELLO, Saggi e interventi, a cura e con un saggio introduttivo di F. Taviani e una testimonianza di A. Pirandello, Milano, A. Mondadori, 2006

71 F. TAVIANI, La minaccia di una fama divaricata in L. PIRANDELLO, Saggi e interventi, pp. LXIX-LXXI. La nota è ripresa da L. PIRANDELLO, Saggi, Poesie e Scritti varii, a cura di M. Lo Vecchio-Musti, «I Classici Contemporanei Italiani», Milano, Mondadori, 1977 (4ª ed. riveduta; 1ª ed. 1960), p. 1044

Pirandello a Max Reinhardt Aprile-maggio, Opuscolo per la tourneé di Reinhardt in

Italia

1935 «Fra i tanti Pirandello» Datato New York, 30 luglio 1935. È la

prefazione di Pirandello a Domenico

Vittorini, The Drama

of Luigi Pirandello

1936 Introduzione al Teatro Italiano Saggio introduttivo in

Storia del teatro italiano, a cura di

Silvio dʼAmico

Trovare senza cercare 27 dicembre, “Meridiano di Roma”

Taviani, nelle osservazioni agli articoli (in Notizie sui testi 72

) riporta una testimonianza di Andrea Pirandello (interrogato personalmente dal curatore), il quale afferma che Stefano o della bontà venne steso da suo padre e non dal nonno Luigi. 73

Oltre ai testi che ho sopra riportato ve ne sono molti altri, sempre collegabili al rapporto collaborativo tra i due Pirandello: sono quelli presenti nelle pagine del giornale argentino “La Nación”. Nella già citata lettera del 4 novembre 1925 Stefano scrive al padre: «Sto provvedendo al piazzamento internazionale degli articoli della “Nación”». La collaborazione consisteva in questo: il figlio scriveva per il padre gli articoli da pubblicare sulla rivista sudamericana: a Luigi la fama, a Stefano il guadagno. Taviani riporta una testimonianza di Andrea

72 F. TAVIANI, Notizie sui testi, in L. PIRANDELLO, Saggi e interventi, pp. 1596-1603 73

Unʼaltra interessante argomentazione di Taviani riguarda lʼIntroduzione al Teatro Italiano che ho deciso, però, di affrontare successivamente nel capitolo appositamente dedicato ai rapporti letterari tra padre e figlio (Cap. V § 5.4)

Pirandello secondo cui Stefano, suo padre, ha svolto questo lavoro a partire dal 1924 e fino al 1936 (morte di Luigi). Grazie ai soldi derivanti dalla collaborazione con la testata di Buenos Aires, Stefano potè abbandonare il suo lavoro a “La Domenica dellʼAgricoltore” 74

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