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STEFANO PIRANDELLO: OPERE

M. Martini “LʼArgante” è il nome di più riviste attive nella prima metà del Novecento; molto probabilmente quello che a noi interessa è o “LʼArgante:

3.1.2 DESCRIZIONE DELLE COLLABORAZIONI

“La Tribuna” (1920-1921): vi sono pubblicati sette articoli. Il primo,

firmato Landi, appare il 4 giugno 1920. In questʼanno gli unici cinque articoli saranno proprio sul giornale romano. Nel 1921 vi appaiono altri due testi che segneranno la fine dei rapporti tra il giornale e Stefano: lʼultimo articolo è datato 13 luglio 1921.

“Noi e il mondo” (1921, 1924): Stefano collabora minimamente col

giornale, pubblicandovi soltanto due suoi pezzi. Nonostante questo ciò che è presente sulla rivista assume importanza, in quanto proprio qui vede la luce la prima novella di Landi, Brigidino Vergine il 1 gennaio 1921. La seconda opera, altrettanto importante, è il dramma I bambini elaborato in prigionia e qui pubblicato per la prima volta nel 1924.

“LʼIdea Nazionale” (1921): tre articoli nel 1921 di cui uno dedicato

allʼamico paterno Nino Martoglio.

“Comœdia” (1921, 1924, 1936): qui sono pubblicati tre articoli. Il primo è

dedicato al padre nel 1921. Seguono poi le pubblicazioni di due opere teatrali di Stefano La casa a due piani nel 1924 e Un padre ci vuole nel 1936. Singolare che il nostro Pirandello ritorni a pubblicare su questa rivista dopo ben dodici anni di assenza.

“Novella” (1922, 1925): qui vedono la luce un articolo nel 1922 e la

57 Nella parte che segue sono elencati i contributi di Stefano in rapporto alle riviste, cioè quanto vi ha collaborato e che tipologia prevalente di articoli vi ha pubblicato (la scansione è stata effettuata sempre seguendo lʼordine cronologico in base alla prima collaborazione). Subito dopo il nome della rivista sono indicati gli anni: questi rappresentano i periodi nei quali Stefano vi ha lavorato. Se è presente il trattino (ad es. x-x) ciò implica una collaborazione duratura in quegli anni, altrimenti ho inserito la virgola.

commedia Lʼuccelliera nel novembre 1925.

“Il Giornale di Roma” (1922): Stefano vi collabora a partire dallʼagosto

1922, pubblicandovi nello stesso anno quattro articoli e quattro novelle. Tra queste abbiamo Mamma da niente, nucleo originario della commedia In questo

solo mondo.

“Lo Spettatore italiano” (1924): vi sono presenti quattro articoli

composti tra maggio e luglio 1924.

“Il Tevere” (1925-1932): Stefano inizia a pubblicare nella testata due

novelle al mese nel 1925. Si può affermare che questa sia una delle collaborazioni più importanti intraprese dal nostro Landi. Qui pubblica, da settembre a dicembre 1925, sette novelle: in realtà qualcosa non coincide, poiché se la collaborazione era di due novelle al mese, avrebbe dovuto pubblicarne otto. È probabile che Stefano non abbia rispettato il contratto oppure che le novelle non siano state edite dal giornale. Al tempo stesso meriterebbe attenzione una ricerca sulla testata, per vedere se vi sono delle lacune nei dati riportati. Il primo articolo sulla rivista, datato 13 dicembre è di singolare importanza poiché è firmato “Stefano Pirandello” ed è intitolato La “Battaglia del Grano”. Voci del popolo contadino. È la prima volta che Stefano si firma col suo vero nome. Nel 1926 vi pubblica altre dodici novelle. Nel medesimo anno appaiono anche quattro articoli, firmati da “Fortunio”, un altro pseudonimo di Stefano. La prima volta che usa tale firma è nellʼarticolo Se Pirandello scrivesse il romanzo di Adamo ed Eva (Una intervista

del “Tevere”) il 31 luglio 1926. Nel 1927 su “Il Tevere” vi sono sette novelle e

firmato “Fortunio”. Nel 1929 abbiamo nove novelle e due articoli, sempre con il nuovo pseudonimo. Nel 1930 Stefano pubblica cinque novelle, due poesie e un articolo firmato, come sempre, “Fortunio”. Nel 1931 abbiamo dieci novelle, una poesia e due articoli di cui il secondo a firma “Fortunio”. Nel 1932 cinque novelle e una poesia. In definitiva sulla rivista romana, in sette anni di collaborazione, vi sono sessantadue novelle, dodici articoli (di cui dieci firmati Fortunio) e quattro poesie 58. Il primo pezzo firmato da Stefano è la novella Felicissimamente. Avventura possibile ma inverosimile (24 novembre 1925), lʼultimo è la poesia Vivo (28 giugno 1932).

“La Fiera letteraria” (1925, 1926): un articolo e un racconto. Lʼarticolo è

però di fondamentale importanza essendo la Prefazione allʼopera di mio padre

(“Uno, nessuno, centomila”), firmato comunque Landi.

“Il popolo dʼItalia” (1925-1926): due soli articoli, uno nel 1925 e lʼaltro

nel 1926; entrambi sono importanti in quanto firmati da Luigi Pirandello, ma opera di Stefano 59

.

“La Domenica dellʼAgricoltore” (1927-1930): come ho già ricordato a

partire dallʼagosto 1925 Stefano lavora alla Commissione Tecnica dellʼAgricoltura. Il giornale appare nei nostri dati solamente nel 1927. Tutti gli articoli qui pubblicati sono firmati col nome vero, cioè Stefano Pirandello (oppure con sigle che però richiamano sempre il suo nome, come “s.p.”). Questa, insieme a “Il Tevere”, è la collaborazione più duratura e che registra il maggior numero di

58 Preciso che il conteggio delle novelle è stato svolto così: ad esempio nel caso di Storielle. 1-

Fiducia. 2-Odio di classe, le novelle seppure siano pubblicate nello stesso giorno, sono due.

Questa tipologia di conteggio vale anche per tutte le altre collaborazioni.

59 Nel capitolo III § 3.1.6 verrà analizzata nel dettaglio la collaborazione tra Stefano e Luigi Pirandello relativamente a questi articoli.

articoli pubblicati. Qui Stefano, abilmente, si adatterà a trattare tematiche a lui finora estranee: resoconti su miniere, case rurali, ma anche interviste a personaggi di spicco dellʼetà fascista come il Sottosegretario allʼEconomia Nazionale Bisi. Ovviamente, sia a causa del periodo storico, che della vicinanza del fondatore Interlandi allʼambiente, molti di questi contributi sono visti come esaltazione dellʼoperato di Mussolini. Nel 1927 Stefano vi pubblica quattordici articoli in poco più di sei mesi. Nel 1928 avremo ben diciannove articoli, undici sia nel 1929 che nel 1930. Il primo testo pubblicato è Due anni nelle miniere dʼoro della

California. Nostra intervista con un tecnico siciliano il 15 maggio 1927; lʼultimo

sarà Lʼimponibile di mano dʼopera il 15 giugno 1930: in totale (nei tre anni di collaborazione) cinquantacinque articoli 60

. “Corriere dei Piccoli” (1927): il 28 settembre 1927 Stefano invia una novella, Le astuzie del Gobbetto Coccò al “Corriere” che la pubblicherà però solamente nel mese di novembre. È il ritorno di Stefano alla sua vera produzione, come una fuga dal suo attuale lavoro, legato a tematiche agricole.

“LʼIllustrazione Italiana” (1928, 1935): qui sono pubblicati quattro

articoli nel 1928. Stefano anche in questo giornale affronta la tematica dellʼagricoltura e firma tali testi Pirandello. Egli tornerà a collaborare col giornale alcuni anni dopo (1935) quando vi vedranno la luce ben quattro articoli tutti firmati da Luigi, ma attribuibili a Stefano.

“Lunario siciliano” (1929): qui appare solamente un articolo nel giugno

60

S. ZAPPULLA MUSCARÀ, E. ZAPPULLA, La vita e lʼopera, p. 181: Lʼimponibile di mano

dʼopera è lʼultimo articolo, mentre nei già citati saggi di S. Zappulla Muscarà lʼultimo pezzo è

anticipato di un mese (11 maggio 1930), Scienza italiana nel mondo creando una singolare discordanza.

1929.

“Il Lavoro Fascista” (1930-1931): vi sono pubblicate quattro novelle, due

nel 1930 (novembre) e due nel 1931 (gennaio e maggio)

“LʼItalia Letteraria” (1931, 1932, 1935): troviamo un racconto nel 1931.

Lʼanno seguente un articolo (Parole ai giovani) firmato da Luigi, ma di Stefano. Infine nel 1935 vi sarà pubblicato un estratto del suo romanzo, vincitore del Premio Viareggio, Il Muro di casa.

“La Nazione” (1931-1933): la collaborazione con il celebre quotidiano

inizia il 21 febbraio 1931 con lʼarticolo Lʼamico e il tempo. Nel medesimo anno sono pubblicati altri due articoli e diciassette novelle, tutte inedite tranne una ripresa da “Il Tevere”. Nel 1932 vi sono pubblicate dieci novelle, di cui otto già edite in precedenza e un articolo. Nel 1933 appare una sola novella, inedita.

“La Stampa” (1931-1932): sempre nel 1931 Stefano inizia a collaborare

anche con il vetusto giornale torinese, pubblicandovi nellʼanno quattro novelle. Nel 1932 appaiono altre cinque novelle: i nove testi erano tutti inediti fino a quel momento.

“Le Opere e i giorni” (1931): vi viene pubblicata una sola novella nel

1931.

“LʼArgante” (1932): vi è un solo articolo, La barzelletta del «teatro teatrale», nel mese di aprile: è una delle opere firmate da Luigi, ma attribuibile a

Stefano.

“Occidente” (1933): qui appare lʼarticolo Non parlo di me (gennaio-

“Quadrivio” (1933-1936, 1944): come nei casi precedenti, il primo

articolo su questa rivista, Si dovrebbe intendere (6 agosto 1933) è firmato dal padre, ma attribuibile al figlio. Nello stesso anno (20 agosto) vi viene pubblicata una poesia (poi inglobata nella raccolta Le Forme). Nel 1934 le uniche pubblicazioni di Stefano sono proprio su “Quadrivio”, con una poesia e un racconto. Nel 1935 vi appare una novella e un estratto del suo romanzo Il Muro di

casa. Nel 1936 escono sulla rivista unʼinchiesta sugli “scrittori laureati” (scritta

con Tombari) e lʼarticolo La vita ardente di Pirandello, composto il 13 dicembre, giorno della cremazione del padre. Per alcuni anni Stefano non pubblicherà sul giornale: una nuova collaborazione risale al 1944 quando appare la novella

Cattiva, debole Poldina ripresa proprio da “Quadrivio”, 1935.

“Nuova Antologia” (1937): la collaborazione di Stefano con la celebre

rivista è minima. Qui, infatti, è pubblicata solamente la poesia La moglie, presente poi nella sua raccolta poetica.

“Meridiano di Roma” (1939): vi viene pubblicato solamente un estratto

da Lʼinnocenza di Coriolano nel gennaio 1939.

“Il Dramma” (1939, 1941, 1942, 1944): la collaborazione inizia nel

febbraio 1939 con la pubblicazione di un articolo dedicato al padre, Pirandello è

sempre nel nostro cuore. Il mese successivo vi appare la commedia Il falco dʼargento. Nel 1941 Stefano pubblica sulla rivista due opere, già edite

precedentemente: I bambini e Lʼuccelliera. Lʼatto unico Ciò che non si dice (settembre 1941) è invece inedito. Nel 1942 appare nella rivista Un gradino più giù, mentre nel 1944 In questo solo mondo.

“Il Fiore” (1939): la collaborazione alla testata risale al 1939 quando

Stefano, firmandosi col suo vero nome, pubblica lʼarticolo Ricordi di mio padre. Nel mese di dicembre vi appare il testo, Ricordo di Bonn am Rhein, riguardante lʼesperienza universitaria del giovane Luigi, anche se lʼautore è ovviamente Stefano.

“La Lettura” (1943): vi sono pubblicati due soli pezzi, nel 1943, cioè una

novella e lʼarticolo firmato con lo pseudonimo Testis idoneus. Tale frima viene impiegata da Stefano solamente in questa occasione, dove tratta della descrizione del padre Luigi come pittore.

“Cosmopolita” (1944): la collaborazione consta di un solo racconto. “Mercurio” (1945): un solo articolo, firmato Landi.

“Scenario” (1952, 1953, 1955): Stefano collabora con questa rivista negli

anni Cinquanta, pubblicandovi Qui si insegna a rubare e Lʼinnocenza di

Coriolano nel 1952. Nel 1953 è la volta della tragedia Sacrilegio massimo. Infine

nel 1955 vi pubblica La scuola dei padri, redazione intermedia di Un padre ci

vuole, e lʼatto unico Visita di mattina.

“Sipario” (1956): la collaborazione con la rivista vede un solo pezzo

pubblicato, nel 1956, cioè Qui sʼinsegna a rubare (presente già nel 1952 sulla rivista “Scenario”). Nel 1988, molti anni dopo la morte di Stefano, in “Sipario” verrà pubblicato nuovamente lʼarticolo Pirandello intimo, già in “Comœdia” (5 marzo 1922).

“Selezione assicurativa” (1953, 1957): Stefano vi pubblica un racconto

“Paese Sera” (1958): la collaborazione di Stefano alla celebre testata

romana va collocata solamente allʼanno 1958. Il giornale, molto giovane poiché fondato nellʼimmediato dopoguerra, in quel periodo aveva una straordinaria diffusione. Stefano firma i suoi articoli Landi, quindi un ritorno allʼuso dello pseudonimo dopo aver preferito per qualche tempo il suo vero nome. Nel giornale romano sono pubblicati tre articoli, due novelle e un monologo composto per Paola Borboni.

“Ridotto” (1959): vi appare solamente la commedia Il falco dʼargento

(già edita in precedenza) nel mese di ottobre.

“Tempo presente” (1965, 1968): stando alla cronologia la collaborazione

di Stefano con “Tempo presente” è lʼultima della sua vita. Dopo alcuni anni in cui non pubblica nessun testo (precisamente sei, a partire dal 1959), nel 1965 appare sulla rivista di Bompiani il monologo Figli per voi (febbraio, n. 2). Tre anni dopo, nel 1968, sulla medesima rivista (luglio, n. 7) Stefano pubblica la poesia Che

diventiamo quando sogniamo: è interessante che dopo oltre venticinque anni egli

torni a pubblicare una poesia ed è singolare che chiuda proprio con la lirica le sue pubblicazioni.