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ASPETTI ATTUARIALI DELL’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI IN AMBITO DOMESTICO - PREMIO MEDIO GENERALE

RENDITE A SUPERSTITI

5. ASPETTI ATTUARIALI DELL’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI IN AMBITO DOMESTICO - PREMIO MEDIO GENERALE

L’obbligatorietà dell’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico consente di far pagare un premio medio uguale in senso assoluto a tutti gli assicurati e rende possibile assi-curare anche coloro per i quali è maggiore il bisogno di una difesa assicurativa.

Il premio medio per sua natura è commisurato al rischio dell’intero collettivo e non è speci-fico del singolo, rispettando così il principio della solidarietà oltre che della mutualità tra i soggetti assicurati.

Tale premio, costante per l’intera durata illimitata della gestione, si definisce “premio medio generale” ed è calcolato in modo da assicurare l’equilibrio tra il valore attuale dei contributi di ogni anno della gestione ed il valore attuale dei corrispondenti oneri.

L’equilibrio così definito genera nell’anno t della gestione le riserve matematiche degli attuali e futuri assicurati attivi e le riserve matematiche dei già percettori di rendita nell’anno t.

Questo sistema finanziario di gestione viene definito a “capitalizzazione pura”.

Per valutare l’equilibrio attuariale della gestione si può limitare l’analisi ad un periodo fini-to di congrua durata, nel caso specifico si è ritenufini-to opportuno considerare un arco tempo-rale di 40 anni.

In tal caso si verifica che il premio medio generale risulta la media dei premi per generazione;

infatti, nell’ipotesi che negli anni 2001-2040 entrino in assicurazione 40 generazioni (una ogni anno) il premio di equilibrio P[2001-2040], costante per l’intero periodo, sarà tale che:

Formula (5.1) dove:

Nm = numero di assicurati dell’anno m V = fattore di attualizzazione

Pm = premio di equilibrio della generazione m-esima

¦

Il premio Pm della generazione m-esima si ottiene rapportando il valore attuale degli oneri al numero degli assicurati dell’anno m.

Formula (5.2)

Nell’anno m il valore attuale degli oneri (Om) è dato dal valore capitale delle rendite dirette ed a superstiti di competenza della generazione m-esima.

Nella tabella 5.1 si riporta il calcolo dei premi per generazione necessario a determinare il premio medio generale.

m m

m N

P =O

Generazione Rendite Onere della

generazione Assicurati Premio della Generazione Dirette Superstiti

2001 45 - 2.900.106 1.307.807 2,22

2002 60 - 3.866.808 1.729.910 2,24

2003 65 - 4.189.043 1.847.496 2,27

2004 75 - 5.410.281 1.877.510 2,88

2005 80 - 5.770.966 2.612.559 2,21

2006 90 5 7.447.747 2.456.210 3,03

2007 100 15 8.637.197 2.307.685 3,74

2008 120 15 11.010.739 2.163.014 5,09

2009 130 15 11.659.703 2.033.592 5,73

2010 150 22 14.461.778 2.000.000 7,23

2011 151 22 14.526.674 2.000.000 7,26

2012 152 23 16.694.444 2.000.000 8,35

2013 153 23 16.767.615 2.000.000 8,38

2014 154 23 16.840.787 2.000.000 8,42

2015 155 24 17.156.236 2.000.000 8,58

2016 156 24 19.383.083 2.000.000 9,69

2017 157 24 19.465.401 2.000.000 9,73

2018 158 25 19.820.281 2.000.000 9,91

2019 159 25 19.902.599 2.000.000 9,95

2020 160 25 22.483.032 2.000.000 11,24

Tab. 3.11 - Premi di equilibrio delle generazioni

Come si evince dalla tabella sopra riportata si ipotizza che la numerosità della generazione delle rendite dirette si stabilizzi a 165 dal 2025 e la numerosità della generazione delle ren-dite a superstiti risulti pari a 28 a partire dal 2030 in poi.

Per quanto concerne le rendite dirette, ai fini del calcolo degli oneri delle generazioni, si è utilizzata un’età all’infortunio pari a 57 anni ed un grado medio del 38% nel periodo 2001-2006, del 32% per le generazioni degli anni 2007-2040 (cfr. Tab. 3.6).

Per le rendite a superstiti si suppone che la quasi totalità dei reddituari siano coniugi di età media pari a 56 anni.

Nella tabella 5.1 si nota che il premio per generazione tende ad aumentare anche quando i parametri relativi al collettivo risultano costanti; questo è spiegato dalla rivalutazione delle rendite secondo l’articolo 116 del T.U. (cfr. par. 2.c) che si stima intervenga ogni quadriennio.

Utilizzando un tasso di attualizzazione pari al 2,5% (Deliberazione n. 287 del 25/7/2007 del Consiglio di Amministrazione) nella Formula (5.1), si perviene al Premio Medio Generale:

P[2001-2040] = 9,50 euro

2021 161 26 22.882.272 2.000.000 11,44

2022 162 26 22.974.879 2.000.000 11,49

2023 163 26 23.067.487 2.000.000 11,53

2024 164 27 26.400.068 2.000.000 13,20

2025 165 27 26.504.251 2.000.000 13,25

2026 165 27 26.504.251 2.000.000 13,25

2027 165 27 26.504.251 2.000.000 13,25

2028 165 27 29.817.283 2.000.000 14,91

2029 165 27 29.817.283 2.000.000 14,91

2030 165 28 30.205.365 2.000.000 15,10

2031 165 28 30.205.365 2.000.000 15,10

2032 165 28 33.981.035 2.000.000 16,99

2033 165 28 33.981.035 2.000.000 16,99

2034 165 28 33.981.035 2.000.000 16,99

2035 165 28 33.981.035 2.000.000 16,99

2036 165 28 38.228.664 2.000.000 19,11

2037 165 28 38.228.664 2.000.000 19,11

2038 165 28 38.228.664 2.000.000 19,11

2039 165 28 38.228.664 2.000.000 19,11

2040 165 28 43.007.248 2.000.000 21,50

Segue: Tab. 3.11 - Premi di equilibrio delle generazioni

Grafico 3.4 - Premio medio generale

Graficamente si ottiene:

Il premio di equilibrio è superiore al premio di generazione fino all’anno 2015 e gli avanzi strutturali accumulati in questo arco temporale sono necessari a coprire i disavanzi struttu-rali della durata residua della gestione.

Tenendo conto che le spese per prestazioni istituzionali non costituiscono l’unico costo da imputare alla gestione, è necessario applicare anche un opportuno caricamento per oneri indiretti (spese medico-legali, spese generali di amministrazione, oscillazioni del rischio, ecc.) al fine di ottenere il Premio Medio Generale di tariffa:

PT[2001-2040] = 12,65 euro

Il premio così determinato è in linea con il premio stabilito all’inizio dell’assicurazione (Euro 12,91) che si ritiene pertanto ancora valido ai fini dell’equilibrio tecnico-attuariale della gestione.

Tuttavia, è necessario verificare periodicamente l’andamento della gestione e la validità delle ipotesi effettuate per il calcolo del premio medio generale di equilibrio.

6. CONCLUSIONI

La natura dell’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico è estremamente com-plessa principalmente a causa dell’eterogeneità del collettivo. Si riscontra infatti la

diffi-coltà di misurare il rischio da assicurare connesso allo stato di salute dovuto alla mancata valutazione delle condizioni fisiche che per i lavoratori solitamente viene definita al momento dell’assunzione con visita medica.

Inoltre, il premio assicurativo non può essere commisurato all’effettivo rischio del singolo assicurato in quanto potrebbe risultare eccessivo rispetto alle capacità economiche del sin-golo, trattandosi di individui che non percepiscono reddito.

L’obbligatorietà dell’assicurazione ha permesso l’istituzione di un premio costante e uguale per ogni individuo per i vari anni della gestione considerata, realizzando la solidarietà tra le varie generazioni di assicurati.

Tale soluzione si è resa possibile con l’utilizzo della tecnica attuariale che consente la determinazione del Premio Medio Generale costante che garantisce l’equilibrio tecnico della gestione.

RIASSUNTO

La Legge 493 del 3 dicembre 1999 (G.U. n.303 del 28/12/1999) ha istituito l’Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni in ambito domestico (capo III, artt. 6-11).

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 28 del 1995 ha compiuto l’attuazione dell’artico-lo 35 della Costituzione in modo innovativo, ponendosi in sintonia con i mutamenti interve-nuti in questi decenni sia nel mondo del lavoro sia in quello delle donne determinando l’equiparazione, almeno dal punto di vista della tutela dei rischi da infortunio, del lavoro svolto in casa a quello svolto fuori casa.

L’accentuata eterogeneità degli assicurati sia dal punto di vista del profilo di rischio, sia dal punto di vista sociale, rende complessa la gestione dell’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico.

La letteratura attuariale propone come soluzione adeguata che rispetta il principio della solidarietà oltre che della mutualità tra i soggetti assicurati, il Premio Medio Generale com-misurato per sua natura al rischio dell’intero collettivo e non è quindi specifico del singolo.

Il presente studio si propone di illustrare come la gestione possa essere mantenuta in equili-brio grazie all’adozione del sistema finanziario della “Capitalizzazione Pura”.

BIBLIOGRAFIA

D.P.R. n. 1124 del 30 giugno 1965 “Testo Unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali” e successive modifi-che ed integrazioni. Articolo 85, comma 3.

Sentenza della Corte Costituzionale n. 28 del 19/12/1995: “Diritto al ricongiungimento per i cittadini extracomunitari che prestino lavoro nella stessa famiglia”.

Legge n. 493 del 3/12/1999: “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici” - G.U. n. 303 del 28/12/1999.

D.M. 15/9/2000: “Modalità di attuazione dell’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico” - G.U. n. 222 del 22/9/2000

D.M. 15/9/2000: “Assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico. Individuazione dei requisiti delle persone soggette all’obbligo assicurativo” - G.U. n. 222 del 22/9/2000.

Circolare INAIL n. 9 del 22/2/2001: “Assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico”.

D.M. 31/1/2006: “Estensione dell’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico ai casi di infortunio mortale” - G.U. n. 113 del 17/5/2006.

Circolare INAIL n. 10 del 28/2/2007: “Assicurazione contro gli infortuni in ambito dome-stico. Legge finanziaria 2007. Estensione dell’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico ai casi di infortunio mortale. Assegno funerario”.

Circolare INAIL n. 29 del 14/6/2006: “Assicurazione contro gli infortuni in ambito dome-stico. Estensione della tutela ai casi mortali.”

INAIL: “L’Assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico. Note esplicative con aggiornamento normativo al 2007” - Edizione 2008.

M.A. COPPINI: “Lezioni di tecnica delle assicurazioni sociali” - Roma, 1968.

A. TOMASSETTI e autori vari: “Tecnica attuariale per collettività” - Edistampa, 1994.

SOMMARIO

1. Introduzione. - 2. Business Intelligence. - 3. Soluzioni evolute. - 4. Identity &

Relationship Resolution. - 5. Data Mining per attività antifrode. - 6. Raccomandazioni..

1. INTRODUZIONE

Il tema del contrasto alla frodi è piuttosto attuale ed abbastanza diffuso nell’ambito di diversi settori di attività. In termini generali, tutti i contesti nei quali vi è la presenza di un individuo o di un’entità che, sulla base delle caratteristiche o attributi che la caratterizzano, ha la possibilità di ricevere benefici da un’altra entità, in termini di prodotti o servizi o somme di denaro, oppure l’obbligo di versare somme di denaro ad un’altra entità, vedono la presenza più o meno importante del fenomeno “frode”. I principali settori interessati dal fenomeno, anche in relazione a quanto riportato nella specifica letteratura nazionale ed internazionale sul tema, sono brevemente menzionati di seguito:

• le prestazioni pensionistiche;

• le indennità di disabilità, tra l’altro attività istituzionale dell’Inail;

• le indennità di disoccupazione;

• le assicurazioni in generale, specialmente dove ci sono risvolti sanitari;

• l’erogazione di sussidi a persone in stato di bisogno;

• tutto il settore della raccolta dei tributi.

Anche altri settori rilevano la presenza del fenomeno frode, ma l’incidenza e l’entità di que-sto sembra essere meno importante rispetto agli ambiti di attività sopra citati.

L’entità del fenomeno, seppure in termini percentuali non particolarmente significativa, è in valore assoluto importante, vista la spesa totale di determinati settori e viene generalmente sottostimata in termini di “percezione”, rispetto alla “reale” entità, da parte delle persone che operano nell’ambito del settore stesso. Studi di organizzazioni internazionali, governa-tive e non-governagoverna-tive, sul tema riportano che, a fronte della percezione degli operatori che dichiarano in media come inferiore all’1% l’entità del fenomeno frodi, la reale entità è tra il 2 ed il 10%. Le stime di società di consulenza, nel settore specifico del contrasto alle frodi,

* Consulenza per l’Innovazione Tecnologica - Direzione Regionale Lombardia INAIL.

valutano l’entità del fenomeno ben oltre il 10% del totale delle somme in gioco per lo spe-cifico settore o ambito di analisi.

Ulteriore elemento di interesse che emerge dalla letteratura, in particolare dagli studi ese-guiti nei settori dei benefici sociali e delle assicurazioni sanitarie, è che circa un terzo delle frodi è attuato direttamente o indirettamente dagli operatori stessi, cioè da coloro che, cono-scendo il sistema dall’interno e facendo leva sui punti deboli dei meccanismi di controllo di questo, colludono con soggetti esterni per frodare.

Un aspetto di particolare interesse, specialmente alla luce del forte impulso fornito dal pro-gresso tecnologico nelle modalità di fornitura dei servizi al cliente, che sia il cittadino o l’impresa per un ente pubblico oppure un individuo qualunque per un’azienda privata, è che la tensione verso l’integrazione, l’efficacia e l’efficienza del servizio, al fine di migliorare i parametri distintivi del servizio stesso per incrementare il livello di servizio al cliente, inde-bolisce le misure di protezione del sistema organizzativo che eroga il servizio contro l’atti-vità di frode. Maggiore è l’integrazione dei servizi, anche tra diversi partner, maggiore la velocità tra la richiesta del servizio e l’erogazione, minore è l’attenzione che all’interno della procedura di erogazione, a parità di strumenti, il modello operativo riesce a dedicare al contrasto delle frodi.

La ragione principale per cui le persone commettono una frode, anche ripetuta, risiede nel fatto che il sistema consente e permette questo comportamento. A prescindere che la frode nasca dall’interno o dall’esterno del sistema, la possibilità che questa si verifichi dipende dal beneficio che il potenziale frodatore ritiene di ottenere attraverso questo atto, dalla pro-babilità di essere intercettato e dalla gravità della pena. Per contrastare le frodi è necessario disincentivare i comportamenti fraudolenti attraverso un sistema di controlli che fornisca la

“certezza” di essere intercettati ed aumenti il “costo” che il frodatore deve sostenere a fron-te dell’azione malevola.

David Sherwin afferma:

“It has been said that there are three requirements which need to be met to reduce the risk of fraud: good ethics, good people and good systems. – David Sherwin, Ernst and Young”

Tre sono i requisiti da soddisfare per ridurre il rischio di frode:

1. una buona etica, che vuol dire diffondere nell’organizzazione la necessità di tenere com-portamenti coerenti con le regole, attraverso precise linee guida e azioni di controllo;

2. delle buone persone, che si traduce nello scegliere quelle giuste e metterle nelle migliori condizioni di svolgere le attività in modo accurato, senza errori e con tutte le informa-zioni necessarie a disposizione;

3. dei buoni sistemi, che vuol dire disporre di prassi di verifica e controllo formalizzate, con il supporto di tecnologie specifiche ed appropriate.

Analizziamo ora alcune tematiche tecnologiche che vengono più frequentemente usate per realizzare sistemi o soluzioni per il contrasto alle frodi.