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UNA SIMULAZIONE DI CALCOLO DELLE RISERVE

RAFFAELLO MARCELLONI *

6. UNA SIMULAZIONE DI CALCOLO DELLE RISERVE

Le Riserve servono per garantire l’impegno assunto da parte di un istituto assicuratore ad erogare i pagamenti futuri delle rendite in vigore alla fine di un determinato anno (Riserva per oneri maturati) e delle rendite per casi di infortunio e malattia professionale avvenuti entro la data suddetta che ancora si dovranno costituire (Riserva per oneri in corso di defini-zione o Riserva Sinistri).

11% - 40% 41% - 100%

83,1%

16,9%

11% - 40% 41% - 100%

39,4%

60,6%

Numero rendite in vigore al 31/12/2009 Riserve al 31/12/2009

Le Riserve Matematiche rappresentano il debito che l’impresa di assicurazione ha matu-rato nei confronti dei suoi assicurati nel momento in cui il contratto stesso è stato stipula-to. Esse sono alimentate tramite l’accantonamento di una quota dei premi di tariffa pagati dai contraenti

L’origine di questo accantonamento risiede nello sfasamento temporale esistente fra il momento il contraente paga il premio e il momento in cui l’assicuratore dovrà erogare le prestazioni che, nel caso di INAIL ed IPSEMA, sono di lunga durata.

Nella trattazione del presente studio analizzeremo soltanto le Riserve relative alle rendite di inabilità del settore Industria e, per una maggiore semplicità, considereremo solo le rendite per infortunio o malattia professionale con grado iniziale di inabilità compreso fra l’11% ed il 40%.

Come evidenziato nei grafici che seguono, infatti, questo contingente risulta essere suffi-cientemente rappresentativo del complesso costituendo per numerosità oltre l’83% del set-tore e, per importo delle Riserve, circa il 61%.

Come accennato valuteremo in quale misura ciascuna delle diverse componenti demografi-che e finanziarie adottate per il calcolo dei coefficienti attualmente in vigore, hanno contri-buito alla determinazione dell’importo complessivo delle Riserve.

Le variazioni dei coefficienti così ottenute ci aiuteranno nella determinazione delle diverse componenti della variazione delle Riserve tecniche calcolate al 31/12/2009, scomponendole nelle distinte quote di competenza delle basi demografiche (mortalità e proiezione) e finan-ziarie (tasso tecnico).

Nella tabella che segue vengono riportate le variazioni medie riscontrate nei valori dei coef-ficienti al termine di ciascuno dei passaggi:

Come si evince dai risultati mostrati, partendo dai coefficienti di capitalizzazione calcolati sulla base della mortalità relativa all’esperienza INAIL 1990-1995, si osserva immediata-mente un significativo incremento medio dei coefficienti (pari al 4,85%) nell’ipotesi che questi siano elaborati sulla base delle tavole di mortalità aggiornate con l’esperienza INAIL del 1996-2004. Volendo poi considerare anche l’effetto di uno schema di proiezione della mortalità per tener conto dell’attuale carattere evolutivo del fenomeno, si otterrebbe un ulte-riore aumento medio del 5,23%. Questi due fattori, considerati congiuntamente, costituisco-no la componente demografica della variazione complessiva dei coefficienti di capitalizza-zione e comportano un aumento medio del loro valore pari al 10,34%. Oltre al conseguente maggior importo delle Riserve, è opportuno evidenziare anche il diverso significato che le riserve stesse assumono in relazione alle diverse basi tecniche demografiche adottate.

Infatti, nel caso di tavole di mortalità aggiornate e proiettate, l’orizzonte temporale cui ci si riferisce in relazione alla durata dell’impegno assunto da parte dell’Istituto nei confronti dei titolari di rendita, risulta essere più lungo in conseguenza delle aspettative migliorative riguardanti la mortalità.

Se poi si volesse considerare anche la variazione del tasso tecnico (diminuito in questa simulazione dal 4,5% al 2,5%), si registrerebbe un altro aumento medio dei coefficienti del 23,09%, per una variazione complessiva pari al 35,82%.

Anche in questo caso si otterrebbe un aumento dell’importo delle Riserve da accantonare, in conseguenza di una stima differente sui rendimenti attesi.

7. CONCLUSIONI

Dalle osservazioni esposte si può concludere che per quanto le gestioni assicurative dei due Istituti siano molto simili sia dal punto di vista delle prestazioni erogabili sia per quel che riguarda i sistemi finanziari di gestione, esse presentano delle importanti differenze in rife-rimento alle basi tecniche utilizzate per il calcolo delle Riserve.

Allora dal momento che i due enti sono stati fusi per effetto della citata legge 122 del 2010, bisognerà decidere se far confluire la gestione assicurativa Ex-IPSEMA nella gestione INAIL dell’industria o se introdurre, all’interno dello schema assicurativo INAIL, una nuova gestione.

In INAIL, in verità, già coesistono differenti gestioni che prevedono accantonamento di riserve (es. Industria, Medici Radiologi , Infortuni in ambito domestico) quindi non ci tro-veremmo di fronte ad una situazione completamente nuova. Tuttavia le basi tecniche, lad-dove è necessario valutare gli importi da riservare, sono le stesse per tutte le gestioni e que-sto rappresenterebbe, invece, una novità.

Come detto in precedenza, da un punto di vista strettamente tecnico attuariale, le gestioni INAIL (Industria) e IPSEMA offrono un livello di garanzia profondamente diverso.

Nell’ipotesi di inserimento della gestione IPSEMA all’interno della gestione Industria dell’INAIL, l’utilizzo di diverse tavole di mortalità significherebbe accostare due gestioni aventi ipotesi differenti rispetto alla vita residua del titolare della rendita.

Se pensiamo poi al tasso tecnico dobbiamo considerare che tali differenze importi diversi da accantonare ma soprattutto significano diversi livelli di garanzia nei confronti dei titolari di rendita dal punto di vista del rendimento atteso.

Allora si potrebbe concludere che nel caso si voglia optare per una fusione delle due gestio-ni assicurative, sarebbe opportuno effettuare un allineamento sia delle basi tecgestio-niche demo-grafiche sia delle basi tecniche finanziarie.

Nel caso, invece, si volessero mantenere due gestioni distinte non si rispetterebbe appieno il dettato dell’art 7 della legge 122 del 2010 riguardante l’impegno ad evitare duplicazioni di attività. D’altra parte l’ottimizzazione delle risorse, ugualmente auspicata dallo stesso arti-colo di legge, in questa ipotesi non potrebbe prescindere dalla creazione di due gestioni indipendenti.

RIASSUNTO

La gestione finanziaria dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie pro-fessionali nel settore Industria si basa, prevalentemente, su un sistema di capitalizzazione che prevede l’accumulo di riserve. Per valutare l’ammontare di tali riserve si utilizzano i Coefficienti di Capitalizzazione i quali, a loro volta, si basano sulle cosiddette “basi tecni-che” costituite principalmente dalle tavole di mortalità oltre che da altre basi di carattere finanziario come il tasso tecnico.

Il presente articolo si pone l’obiettivo di illustrare in primo luogo i diversi effetti generati sul sistema INAIL dall’adozione delle nuove tavole di mortalità attraverso una serie conse-cutiva di simulazioni di calcolo delle riserve: si considereranno dapprima i vecchi coeffi-cienti ed in via successiva i nuovi coefficoeffi-cienti calcolati inizialmente sulla base della sola nuova mortalità e poi in base alla mortalità proiettata, per concludere con alcune osserva-zioni sulle conseguenze dovute alla diminuzione del tasso tecnico passato dal 4,5% al 2,5%.

In previsione del prossimo assorbimento dell’IPSEMA, i risultati illustrati saranno utili per fissare l’attenzione sulle ulteriori valutazioni alle quali sarà soggetto questo articolato pro-cesso, nel proposito di coniugare due gestioni, fino ad oggi disgiunte, per le quali le riserve tecniche vengono calcolate adottando basi demografiche e finanziarie aventi sostanza e struttura differenti.

BIBLIOGRAFIA

E. PITACCO: “Matematica e tecnica attuariale delle assicurazioni sulla durata di vita”,