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PUNTI DI DEBOLEZZA

MARIO LAURELLI *

4. PUNTI DI DEBOLEZZA

Il metodo degli scenari come strumento per indagare il futuro non è certamente esente da critiche. Indichiamo i punti di debolezza più significativi che sono emersi nel tempo.

4.1 Diversi futuri, nessuna certezza

Non c’è garanzia alcuna che i futuri alternativi costruiti dagli scenaristi si verifichino. Ciò, a differenza di quanto potrebbe apparire ad un’analisi superficiale, non è un limite ma una caratteristica intrinseca del metodo. Gli scenari infatti non devono predire ma aiutare a comprendere le trasformazioni anticipatrici del futuro e a cogliere le opportunità e le minac-ce che si presenteranno per individuare le opzioni preferibili. Gli sminac-cenari devono quindi essere concepiti come un supporto essenziale per gestire il cambiamento.

4.2 Parzialità

Una delle problematicità principali del metodo sta nella sua parzialità. Le idee, i valori e la visione del mondo e della società degli scenaristi hanno parte attiva nella creazione dei futuri possibili. In proposito Wagar (1991) individua tre diversi possibili approcci funzio-ne del differente modo di interpretare la realtà: il liberale, il radicale e il postmoderno. Il liberale ha una significativa fiducia nelle conoscenze scientifiche e tecniche che percepi-sce come strumenti con cui preservare la libertà e risolvere i principali problemi che la società deve affrontare. Il radicale ha una visione estrema della storia e della società ana-loga a quella dei gruppi socialisti, pacifisti, ambientalisti e femministi degli anni ‘60, ‘70 e ‘80. Il postmoderno, perplesso e disilluso dai progressi della civiltà e dal fallimento delle promesse della rivoluzione francese, combatte i valori traditi della nostra cultura e auspica una profonda trasformazione etica della società. Questi tre paradigmi, che trova-no corrispondenza con gli orientamenti conservatore, riformista e radicale caratteristici dell’analisi sociale, condizionano il punto di vista dello scenarista e conseguentemente influiscono sul modo in cui elabora i futuri possibili. Più semplicemente, come accade per gli scrittori, i pittori e gli artisti in genere, anche gli scenaristi, pur partendo dall’osservazione della stessa realtà, raccontano ciascuno una storia diversa.

5. ESEMPI

Numerosi sono gli esempi di applicazione del metodo degli scenari di cui si può trovare traccia in letteratura.

Gli scenari possono essere costruiti per rappresentare futuri di largo respiro e di inte-resse generale. Esempio famoso di questa classe di rappresentazioni è il “Rapporto sui limiti dello sviluppo”, commissionato al Massachusetts Institute of Technology (MIT) dal Club di Roma, che ci sta aiutando a riflettere sulle conseguenze della continua cre-scita della popolazione sull’ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della spe-cie umana. La relazione, pubblicata la prima volta nel 1972 e aggiornata nel 2004, riporta diversi scenari possibili per i prossimi decenni nei quali l’umanità è destinata a confrontarsi con le conseguenze del superamento dei limiti fisici del pianeta. Nel 2008 Graham Turner, del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) australiano, ha pubblicato una ricerca intitolata “Un paragone tra i limiti dello sviluppo e 30 anni di dati reali” in cui ha confrontato i dati degli ultimi 30 anni con le previsioni effettuate nel 1972. La conclusione a cui è giunto è che i mutamenti nella produzione industriale e agricola, nella popolazione e nell’inquinamento effettivamente avvenuti sono coerenti con le previsioni del 1972 relative a un collasso economico nel XXI secolo.

Gli scenari possono però essere efficacemente utilizzati anche dall’impresa privata. In pro-posito ricordiamo come gli scenaristi della Shell riuscirono a prevedere le crisi energetiche del 1973 e del 1979, la riduzione della domanda di greggio, il crollo dell’Unione Sovietica e l’evoluzione mondiale del movimento ambientalista. Il gruppo Shell è stato messo in con-dizione di conoscere e valutare rilevanti cambiamenti mondiali godendo di un importante vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.

Come caso di applicazione del metodo “Delphi” citiamo il recente lavoro “Roma al futuro”

realizzato a fine 2008 dalla S3.Studium su incarico della Cisl di Roma. L’indagine affronta il tema del futuro della città in maniera organica, considerando sia le dinamiche sociali e culturali, sia gli aspetti economici, amministrativi e di competitività internazionale, sia infi-ne la dimensioinfi-ne urbanistica e infrastrutturale che caratterizzeranno Roma infi-nei prossimi anni. L’indagine, condotta consultando un qualificato gruppo di esperti appartenenti ad aree disciplinari e professionali molto diverse, ha portato alla formulazione di scenari a medio termine sull’evoluzione della città.

L’ultimo esempio di utilizzo del metodo degli scenari di cui facciamo cenno e a cui ho con-tribuito è quello presentato nella tesi “Un esempio di applicazione del metodo degli scenari al Giubileo dell’anno 2000”, realizzata nell’anno accademico 1996/97 per la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Strategie Decisionali dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

In questo lavoro si è applicato il metodo degli scenari al Giubileo del 2000 allo scopo di analizzare l’impatto dell’evento sulla città d Roma. In particolare sono stati sviluppati tre scenari, ciascuno dei quali descrive uno specifico contesto sociale, economico e politico in cui si svolge l’evento stesso. Nel primo scenario, in una situazione sociale, economica e politica mondiale negativa, si ipotizza la morte del Papa Giovanni Paolo II, a causa delle sue precarie condizioni fisiche, prima dell’avvento dell’anno 2000. Come conseguenza nella città eterna arriva un limitato flusso di turisti e pellegrini. Il verificarsi di questo even-to avrebbe determinaeven-to disagi limitati per la città. Nel secondo scenario, in una congiuntura sociale, economica e politica in linea con quella degli anni precedenti l’arrivo dei visitatori è significativo solo in occasione dei grandi eventi, tra i quali peraltro ricade anche la cele-brazione per la scomparsa del Pontefice. Ne deriva che le conseguenze per Roma sarebbero state pesanti solo in occasione delle giornate straordinarie previste dal calendario giubilare.

Infine nel terzo scenario, in un contesto sociale, economico e politico mondiale positivo, il flusso dei viaggiatori è intenso anche durante le giornate ordinarie del Giubileo con conse-guenze nefaste per i residenti ogni giorno dell’Anno Santo.

Fa piacere ricordare che gli scenari sul Giubileo dell’anno 2000 stimolarono la curiosità dell’Agenzia per il Giubileo, organo costituito espressamente per preparare l’evento, che, seppur informalmente, chiese di consultarli traendone interessanti spunti di riflessione.

5. CONCLUSIONI

La tecnica degli scenari è un veicolo per costruire il pensiero a lungo termine. Lo scenario favorisce un nuovo modo di pensare che sostituisce una semplice e statica visione del

futu-Figura 3 - San Pietro (Roma). Centro nevralgico del Giubileo dell’anno 2000.

ro con delle viste multiple e dinamiche. Rinunciare a una previsione vera e propria a favore degli scenari, da un lato aiuta ad assumere consapevolezza rispetto al fatto che il futuro è incerto e non rispetta le previsioni categoriche, dall’altro finisce con il tradursi in una cono-scenza più accurata del futuro.

I dirigenti delle organizzazioni hanno sempre avuto enormi difficoltà a riconoscere gli avvenimenti esterni in tempo utile per evitare le crisi. Gli scenari mostrano di essere un otti-mo strumento per migliorare la capacità di percezione dei capi d’impresa e un buon metodo per permettergli di sviluppare le memorie del domani. Da questo punto di vista gli scenari costringono i dirigenti a mettere in discussione i propri assunti e a riorganizzare le mappe mentali che avevano della realtà. Detto con le parole di Pierre Wack gli scenari devono semplicemente servire a far esclamare ai dirigenti “Ecco! Ora capisco che cosa sta succe-dendo!”. E ciò nell’ottica di permettere ai decisori di fare le scelte migliori.

RIASSUNTO

Il mondo in cui viviamo, così come la micro realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno, è un sistema sempre più caotico ed instabile dove prendere decisioni adeguate è estremamen-te difficile. Il metodo degli scenari è uno strumento che può aiutarci non solo a rappresenta-re il futuro tenendo conto delle incertezze che lo caratterizzano ma anche a proporrappresenta-re un ambiente virtuale nel quale esercitarci ad affrontare eventi inattesi.

BIBLIOGRAFIA

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Francisco J. Manso Coronado: La Planificación por Escenarios como estrategia contra la incertitumbre, Pensamiento Imaginactivo, luglio 2009,

http://manuelgross.bligoo.com/content/view/570258/La-Planificacion-por-Escenarios-como-estrategia-contra-la-incertidumbre.html

Isabel Licha: La construcción de escenarios: herramienta de la gerencia social, Banco Interamericano de Desarrollo, Instituto Interamericano para el Desarrollo (INDES),

“Diseño y gerencia de políticas y programas sociales”, giugno 2000, http://decon.edu.uy/100jovenes/materiales/sgNC-16.pdf

Mara Angeloni, Cristina Casciano, Mario Laurelli: Un esempio di applicazione del metodo degli scenari al Giubileo dell’anno 2000, Tesi di Diploma di Specializzazione, Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Strategie Decisionali, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, anno accademico 1996/97.

Peter Schwartz: The art of the long view. Planning for the future in an uncertain world, Currency Doubleday, 1991.

S3.STUDIUM SETTORE RICERCA: Roma al futuro, http://www.slideshare.net/palumbo-st/delphi-roma-2015-rapporto-5053561

WIKIPEDIA: l’enciclopedia libera, http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale