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Attività svolta in ISS nelle neuroscienze

Nel documento 1978-2018: (pagine 172-176)

Enrico Alleva (a), Francesca Aloisi (b), Anna Ladogana (b), Maurizio Pocchiari (b)

(a) Centro di Riferimento Scienze Comportamentali e Salute Mentale (b) Dipartimento Neuroscienze

Il primo dipartimento interamente dedicato alle neuroscienze nasce in ISS (Istituto Superiore di Sanità) con il riordino del 2017 con l’intento di svolgere attività di ricerca sulle malattie neurodegenerative e demielinizzanti i cui risultati possano essere trasferiti rapidamente al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e quindi al paziente neurologico.

Nonostante la recente istituzione del Dipartimento di Neuroscienze, le attività dell’ISS in questo importante campo della biomedicina risalgono alla fine degli anni Quaranta quando Domenico Marotta, direttore dal 1935 al 1961, invitò Daniel Bovet a dirigere il Laboratorio di Chimica Terapeutica. Quando Bovet entrò in ISS era già un famoso biochimico per i suoi studi nel campo dei chemioterapici che gli valsero il conferimento del Premio Nobel per la medicina nel 1957. Oltre a queste ricerche, Bovet ebbe anche un interesse vivace per il sistema nervoso, soprattutto per quel cervello che “nascosto e protetto nella scatola cranica, sembrava inaccessibile anche per i ricercatori”.

Alla sua scuola si formò il primo nucleo di neuropsicofarmacologi e psicologi sperimentali dell’ISS con Vincenzo Longo, Amilcare Carpi de Resmini e Giorgio Bignami che proseguirono e ampliarono queste attività di ricerca. Altre due grandi personalità del mondo scientifico internazionale hanno contribuito alla crescita e formazione di validi

155 ricercatori nell’area neuroscienze dell’ISS: Ernst Boris Chain, premio Nobel per la medicina nel 1945 per la scoperta della penicillina, che lavorò in ISS per circa 20 anni a partire dalla metà degli anni Quaranta e Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986 per la scoperta del fattore di crescita nervoso (Nerve Growth

Factor, NGF), che diresse il Centro di Ricerche di neurobiologia

creato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e ospitato presso l’ISS dal 1961 al 1969. Chain e il folto gruppo di ricercatori dell’Istituto intrapresero importanti e innovativi studi sul metabolismo cerebrale che tracciarono le basi per la scoperta del neurotrasmettitore inibitorio GABA. Tra i suoi allievi, Giovanni Serlupi Crescenzi che contribuì alle conoscenze biochimiche del metabolismo lipidico nelle patologie neurologiche e, tramite Annamaria Confaloni, allo studio genetico della malattia di Alzheimer e di altre forme di deterioramento intellettivo. Tra gli allievi di Levi Montalcini che intrapresero una lunga e proficua attività di ricerca presso l’ISS ricordiamo Giulio Levi e Enrico Alleva. Sotto la guida di Giulio Levi si sono sviluppate importanti ricerche sulle malattie demielinizzanti a eziologia multifattoriale (sclerosi multipla) e genetica (leucodistrofie).

Negli anni 1995-2000 l’ISS ha promosso e coordinato il primo progetto nazionale sulla sclerosi multipla, la malattia cronica infiammatoria del sistema nervoso centrale maggiormente diffusa tra i giovani adulti, finanziato dal Ministero della Sanità. Il progetto, con oltre 70 unità operative partecipanti e uno stretto collegamento con l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, ha avuto il merito di dare un forte impulso alla ricerca italiana sulle cause, sui meccanismi e sugli aspetti clinici, epidemiologici e assistenziali della malattia. In seguito, è stata sviluppata una linea di ricerca che dal 2004 ha accesso i riflettori sul ruolo patogenetico dei linfociti B, una sottopopolazione di cellule del sistema immunitario, i cui risultati hanno contribuito a consolidare il razionale per avviare studi clinici che hanno dimostrato l’efficacia terapeutica di molecole biologiche (anticorpi monoclonali) aventi come bersaglio i linfociti B. In seguito a questi studi, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato

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nel 2018 l’ocrelizumab, un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio selettivo i linfociti B ed è il primo farmaco prescrivibile per pazienti affetti da sclerosi multipla con forma recidivante remittente e forma primariamente progressiva in fase iniziale. In ISS, la ricerca è oggi focalizzata sulle cause della sclerosi multipla, in particolare su un virus molto comune che infetta i linfociti B, il virus di Epstein-Barr, e sulle terapie rigenerative per il sistema nervoso centrale, con l’intento di applicare le nuove conoscenze allo sviluppo di farmaci sempre più efficaci e sicuri.

Un ultimo riconoscimento per aver contribuito alla costituzione delle neuroscienze in ISS va al virologo Giovanni Battista Rossi. È grazie alla sua capacità di prevedere possibili situazioni di crisi per il servizio sanitario che agli inizi degli anni Novanta fu istituito all’interno del Laboratorio di Virologia, da lui diretto, un piccolo gruppo di ricerca sulle malattie da prioni. Pochi anni dopo (1993), Rossi fortemente volle l’attivazione del Registro nazionale della malattia di Creutzfeldt-Jakob per valutare quanto l’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina (Bovine Spongiform

Encephalopathy, BSE) nel Regno Unito potesse causare un aumento

delle malattie da prioni nell’uomo. Nessuno poteva prevedere quanto Rossi sia stato lungimirante. In pochi anni i ricercatori del Registro contribuirono all’identificazione e descrizione di una nuova forma di malattia da prioni umana dovuta al consumo di cibi infetti con l’agente della BSE. Questa scoperta ha avuto un grande impatto sull’opinione pubblica, sull’SSN e sull’economia del Paese per l’improvviso e drammatico calo del consumo di carni bovine.

L’ISS ha svolto in quegli anni attività di grande supporto per il Ministero della Salute, il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, la Commissione europea e la World Health Organization. Ha anche svolto un’intensa attività di ricerca che è oggi centrata sullo sviluppo di tecniche diagnostiche sensibili e specifiche per ridurre i tempi di diagnosi della malattia di Creutzfeldt-Jakob con la speranza che una diagnosi precoce possa un domani essere d’aiuto per bloccare l’evoluzione tumultuosa della malattia.

157 Nel 2018, l’ISS ha approvato l’istituzione di una struttura di missione temporanea sulle demenze, che avrà il compito di convogliare e favorire l’integrazione delle competenze scientifiche e di sanità pubblica presenti in ISS nel campo delle demenze, dalla ricerca di base all’epidemiologia clinica e alla sanità pubblica, al fine di identificare fattori di rischio per suggerire misure di prevenzione, identificare nuovi bersagli terapeutici, migliorare la qualità della vita dei soggetti affetti da demenza e dare sostegno ai loro familiari.

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Sanità pubblica veterinaria

Nel documento 1978-2018: (pagine 172-176)