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Il contributo dell’ISS

Nel documento 1978-2018: (pagine 147-151)

Innanzitutto, il punto di partenza del lungo cammino dei farmaci è rappresentato dalla ricerca di laboratorio. È qui, infatti, che si mettono a punto e si selezionano le nuove molecole, e se ne testa la sicurezza (studi tossicologici) e l’efficacia (effetti in modelli sperimentali di specifiche malattie). Questi studi di laboratorio devono essere condotti secondo regole precise. Oltre ad essere coinvolto nel controllo di tali regole (anche attraverso le ispezioni dei laboratori di ricerca), il nostro Istituto (fin dalla creazione del Laboratorio di Farmacologia, poi divenuto Dipartimento del Farmaco e attualmente Centro nazionale per la ricerca e la valutazione preclinica e clinica dei farmaci) svolge anche attività sperimentale nel settore dei farmaci.

Una volta che gli studi di laboratorio si siano conclusi positivamente (e cioè qualora la nuova molecola si sia mostrata efficace e sicura nelle prove preliminari), lo “sponsor” (in genere un’azienda farmaceutica, ma in alcuni casi anche uno sperimentatore indipendente) può presentare la richiesta di sperimentazione sull’uomo. La prima fase della sperimentazione clinica (definita Fase I) è un momento molto delicato nello sviluppo di un nuovo farmaco, e richiede una particolare prudenza perché, per l’appunto, comporta un “salto” potenzialmente rischioso dalle provette e dagli animali di laboratorio agli esseri umani. La sperimentazione di Fase I coinvolge poche decine di soggetti (volontari sani o pazienti) e ha l’obiettivo di confermare nell’uomo i dati di sicurezza acquisiti in laboratorio e, qualora si svolga in pazienti, di esplorare alcuni primi indici di efficacia. L’ISS svolge un ruolo primario in questo passaggio, in quanto fin dagli anni Settanta i nostri ricercatori hanno il compito di esaminare tutte le prove di laboratorio per stabilire se, a quali condizioni e con quali dosaggi, il nuovo farmaco può essere testato sull’uomo.

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Nel corso di tutti questi anni l’approccio scientifico a questo passaggio fondamentale dal laboratorio all’uomo ha subito molte evoluzioni, e il nostro Istituto si è sempre trovato al centro del dibattito culturale, rappresentando un punto di riferimento costante per le aziende, i ricercatori indipendenti, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), il Ministero della Salute e i cittadini.

Ma torniamo al “viaggio” del farmaco. Se la Fase I della sperimentazione clinica si conclude positivamente, si passa alle fasi successive. La Fase II, che coinvolge poche centinaia di pazienti, ha l’obiettivo di confermare la sicurezza della molecola, definirne le dosi ed esplorarne l’efficacia. La successiva Fase III (che potremmo definire come “il momento della verità” per il nuovo farmaco) coinvolge invece migliaia di pazienti e ha l’obiettivo di confermare definitivamente il profilo di efficacia e sicurezza della molecola, anche in confronto a farmaci già disponibili per il trattamento della stessa patologia. Se tutte le fasi sperimentali hanno dato gli esiti sperati, l’azienda può chiedere l’autorizzazione a immettere in commercio il farmaco. Con l’eccezione di alcune procedure “nazionali”, che prevedono l’autorizzazione da parte dell’AIFA, l’immissione in commercio delle nuove molecole viene autorizzata dall’Agenzia europea dei farmaci (European Medicines Agency, l’EMA), ed è valida su tutto il territorio comunitario. I ricercatori dell’Istituto possono essere coinvolti in ciascuna di queste tappe, in quanto sono spesso chiamati a valutare i dossier degli studi di Fase II e III oppure i dossier presentati per l’autorizzazione all’immissione in commercio.

Si potrebbe pensare, a questo punto, che il cammino del farmaco sia concluso. In realtà non è così, perché restano ancora da stabilire alcuni elementi molto importanti: il farmaco può essere rimborsato dall’SSN (entra, quindi, nel prontuario terapeutico)? E se sì, a quale prezzo? Già la Legge 833 stabiliva che “Il prontuario terapeutico del servizio sanitario nazionale deve uniformarsi ai principi dell’efficacia terapeutica e dell’economicità del prodotto”, richiamando quindi con chiarezza la necessità di una valutazione dei singoli farmaci. Al fine di tale valutazione, infatti, la legge istituisce un apposito comitato del quale fanno parte tre componenti dell’Istituto (incluso il direttore del

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Siamo giunti quindi al punto in cui il nuovo farmaco può essere reso disponibile, in farmacia o in ospedale, ai pazienti. Neanche adesso però il lavoro degli esperti può ritenersi concluso, perché è ancora necessario continuare a studiare gli effetti del farmaco nelle sue reali condizioni d’uso, e cioè quando viene utilizzato al di fuori delle condizioni rigide (e un po’ “asettiche”) che sono tipiche della sperimentazione clinica. È inoltre necessario rivalutare nel tempo il cosiddetto “posizionamento in terapia” dei farmaci, considerando anche le nuove molecole che vengono messe a disposizione a mano a mano. Anche questa era stata un’intuizione della Legge 833, che aveva previsto una “revisione programmata delle autorizzazioni già concesse per le specialità medicinali” e un aggiornamento annuale del prontuario. Per fare queste verifiche è necessario raccogliere i dati di sicurezza (attraverso le attività di farmacovigilanza), ma anche mettere a punto delle indagini epidemiologiche. Altri settori, questi ultimi, ai quali i ricercatori del nostro Istituto hanno sempre fornito il proprio qualificato e imparziale contributo.

Conclusioni

Il nostro sistema sanitario, con il suo carattere universalistico e solidale, rappresenta ormai un’eccezione (se non un esempio unico) nel panorama internazionale. La sua tenuta, tuttavia, è messa a dura prova dai costi sempre crescenti delle cure (farmaci in primis) e dall’aumento della domanda di salute (soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione). Per mantenere in vita questo sistema è indispensabile ridurre tutte le fonti di spreco, “scegliere”

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accuratamente i beni da comprare, pagarli al giusto prezzo e rivalutarli nel tempo. Questo richiede un approccio rigoroso sul piano scientifico e indipendente da qualsiasi indebito condizionamento. Nel campo dei farmaci – come in molti altri settori della salute – l’ISS offre, da sempre, il proprio contributo a sostegno e a difesa del sistema.

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Istituzione del Servizio Sanitario

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