OBIETTIVO DI MEDIO-LUNGO PERIODO 2.1 Eccellenza del sistema della ricerca
2.3 Aumento del livello di occupazione e del lavoro di qualità, compreso l'allineamento verso l'alto della domanda e dell'offerta di competenze
Inquadramento
In Trentino le professioni high skill rappresentano un modesto 12,2% delle entrate lavorative nel 2019, mentre le figure di tipo non qualificato sono il primo gruppo per numero di assunzioni in provincia di Trento (35%).
L’elevata richiesta di queste ultime figure si lega per larga parte a fabbisogni di tipo stagionale, che generano fortissimi flussi in entrata e poi in uscita dal mercato del lavoro (Fonte: 34° Rapporto sull’occupazione). In Trentino è infatti presente una quota superiore di lavoro temporaneo rispetto a tutti i territori di confronto, sia italiani che europei. Si aggiungono a questi fabbisogni quelli del mondo agricolo e dell’edilizia.
Il confronto territoriale mostra per il 2018 un posizionamento dell’occupazione del manifatturiero trentino nei settori ad alto e medio alto contenuto tecnologico distante rispetto alle aree più virtuose del Nord Italia (3,8% contro il 6,1% dell’Italia e dell’Area Euro) per quanto riguarda l’occupazione (ossia nel manifatturiero e nei servizi ad alto contenuto tecnologico o di conoscenza tecnologica). Il gap maggiore si osserva per il comparto manifatturiero, mentre nei servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica si riscontra una collocazione migliore che ci pone allineati alle incidenze che si osservano in Europa (3,2% in Trentino, contro il 2,6% dell’Italia e il 3,1% dell’UE-15).
Conseguentemente, la richiesta di laureati rimane limitata, anche se in aumento (nel 2019 il 23,4% degli occupati era in possesso di laurea breve, laurea o dottorato), in linea con il valore medio italiano, ma al di sotto della media europea (Unione europea 34,4%; Area euro 35,3%) e l’incidenza degli occupati sovraistruiti raggiunge il 23,0%.
Il forte peso delle figure di tipo non qualificato comporta che - nel confronto con la media italiana, la provincia di Bolzano e il Nord Est - la retribuzione lorda oraria in Trentino sia la più bassa per qualunque titolo di studio (dati rilasciati nel 2019). Questa evidenza è presente per ogni fascia d’età e per genere.
In Trentino stiamo assistendo ad una progressiva riduzione della componente attiva della popolazione in ragione di una dinamica demografica debole.
Le modifiche normative sulla previdenza hanno più che raddoppiato il tasso di occupazione degli occupati maturi (classe di età 55-64 anni). Nella nostra provincia si è passati dal 27,7% del 2005 al 59,3%
del 2019. Il valore risulta superiore a quello della media nazionale (54,3%).
Si osserva un gap occupazionale tra uomini e donne, comune agli altri territori italiani (nel 2019 in Trentino il tasso di occupazione maschile era pari al 74,9%, quello femminile al 62,1%) e un incremento marcato del part-time involontario e più in generale uno svantaggio qualitativo nel lavoro per la componente femminile.
La condizione giovanile è caratterizzata dal risentire in maniera particolare delle criticità sopra elencate in termini di temporaneità del lavoro e scarsa valorizzazione del capitale umano.
L’attuale situazione di crisi legata alla pandemia rende più vulnerabili i soggetti lavorativamente più deboli: lavoratori disabili e svantaggiati, lavoratori stagionali del comparto turistico ricettivo, lavoratori poco qualificati.
La pandemia ci consegna una società diversa, con un maggior numero di persone in condizione di difficoltà sia economica che sociale. Occorre prendere in carico queste problematicità: mettere in atto servizi per sostenere nella ricerca attiva chi deve trovare una nuova occupazione; adeguare e riconvertire le competenze degli occupati che rischiano di perdere il posto di lavoro.
È necessario, inoltre, proseguire e accelerare un percorso su una prospettiva di più lungo periodo con:
definizione delle politiche pubbliche attuali guardando ai fabbisogni formativi del futuro, adottando un approccio diverso orientato alle traiettorie di innovazione e sviluppo del nostro territorio, agli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale e di trasformazione digitale delle imprese e anche del tessuto sociale, ponendo attenzione sia ai fabbisogni di professionalità elevate, sia alla necessaria evoluzione dei ruoli più operativi;
forte accentuazione del processo di digitalizzazione del mercato del lavoro e conseguente innovazione delle politiche attive: sul piano dei contenuti perché i cambiamenti in atto passano per una contaminazione fortissima di competenze digitali nelle professioni; sul piano delle modalità di erogazione dei servizi all’utenza per beneficiare della fruibilità della leva digitale e per fornire un servizio quanto più possibile personalizzato all’utenza; sul piano del rafforzamento delle competenze digitali del personale pubblico. L’inserimento nella pubblica amministrazione di personale giovane può essere stimolo e supporto in tale senso per l’intera struttura;
valorizzazione della sinergia e cooperazione tra i servizi formativi o di orientamento pubblici e i servizi privati, nell’ottica di creare un sistema integrato a favore dei lavoratori disoccupati, con il coinvolgimento del sistema della Formazione professionale, la Formazione tecnica superiore, le Università;
una migliore corrispondenza tra le competenze richieste dal mondo del lavoro e quelle offerte dal mondo della formazione, lavorando sia sull’offerta che sulla domanda. In Trentino c’è già un buon disegno di tutto l’apparato formativo ma c’è ugualmente difficoltà a far entrare le persone in un circuito virtuoso di formazione adeguata alle richieste del mercato del lavoro. Rafforzare l’offerta di una solida formazione tecnica valorizzando le esperienze STEM e di Alta formazione professionale può avvicinare ulteriormente l’offerta formativa alle esigenze del mondo del lavoro (sul punto si veda quanto già illustrato con riferimento all’obiettivo 1.1). Non va inoltre trascurata la formazione delle figure più operative, fortemente richieste dalle attività economiche del nostro territorio, che possono incrementare la qualità dei servizi turistici, il lavoro in agricoltura e anche nell’edilizia. A tal fine è fondamentale una forte collaborazione con gli enti bilaterali e le associazioni datoriali, il disegno di percorsi in ingresso e anche di riqualificazione dei disoccupati e della forza lavoro con alle spalle percorsi formativi più fragili e brevi. Considerando gli andamenti demografici, risultano da non trascurare le politiche di attrazione e formazione di forza lavoro proveniente anche da altri territori nazionali e internazionali;
organizzazione di una filiera ispirata a un dialogo costante tra formazione e mondo del lavoro, in modo da creare un percorso di apprendimento che permetta l’aggiornamento o la riqualificazione del capitale umano che perde momentaneamente la propria occupazione o che deve affrontare nuove sfide lavorative. Una possibile proposta riguarda le Academy di impresa, da realizzare assieme agli enti bilaterali, anche sotto forma di consorzi, che offrano ai dipendenti delle aziende che ne fanno parte una formazione continua, aggiornata e adeguata soprattutto ai momenti di trasformazione;
119
valorizzazione e implementazione del sistema di certificazione e validazione delle competenze, per renderlo adeguato alle esigenze del mercato del lavoro tramite una revisione del repertorio provinciale delle professioni;
creazione degli elementi di contorno per un miglioramento generalizzato delle condizioni contrattuali, per evitare l’ingresso sul nostro territorio di contratti “pirata” e per evitare che le imprese incrementino la loro produttività facendo leva sul costo del lavoro o sulle condizioni contrattuali dei lavoratori.
LEPOLITICHEDAADOTTARE
2.3.1 Adottare un nuovo approccio alle politiche attive del lavoro - per formare, qualificare o attrarre risorse umane - da implementare in base agli esiti degli Stati generali presidiando al contempo forme di innovazione strutturale in risposta ai problemi sociali per coniugare crescita economica e contrasto alle disuguaglianze
Destinatari: persone in cerca di lavoro, disoccupati, lavoratori e imprese
Soggetti attuatori: Provincia (Dipartimento Sviluppo economico, ricerca e lavoro), rete provinciale dei servizi per il lavoro e privato sociale
Si presterà particolare attenzione ai seguenti aspetti:
- analisi prospettica sui fabbisogni del mercato del lavoro;
- accompagnamento alle transizioni lavorative con politiche di aggiornamento e/o riqualificazione delle competenze e delle professionalità coerenti al nuovo quadro del lavoro, privilegiando un approccio di anticipazione rispetto a possibili problemi di espulsione, disoccupazione e sotto-occupazione;
- rafforzamento e l’innovazione delle politiche del lavoro anche in ragione delle nuove sfide;
- migliore valorizzazione delle competenze e abilità di tutte le componenti della società, favorendo un deciso aumento dell’occupazione femminile, l’inclusione dei soggetti più deboli e l’adozione di un approccio di age management;
- politiche congiunte con enti bilaterali e associazioni di categoria per innalzare le competenze della forza lavoro;
- innovazione anche delle modalità organizzative del lavoro, in chiave sostenibile, con attenzione alle nuove relazioni industriali e alla contrattazione quale leva per incrementare la qualità del lavoro in Trentino;
- ridisegno dei processi di erogazione dei servizi valorizzando le potenzialità della digitalizzazione;
- rafforzamento delle competenze digitali del personale pubblico e della popolazione in generale;
- supporto alle imprese nell'assunzione di figure a sostegno di crescita, digitalizzazione, sostenibilità, resilienza (anche per passaggio generazionale e per riequilibrio di genere);
- attenta valutazione delle politiche di sostegno al reddito, per rafforzarne l’efficacia nelle fasi di transizione, con carattere di temporaneità ed elementi di condizionalità finalizzati alla reale attivazione al lavoro.
È intenzione della Giunta provinciale valorizzare il contributo del percorso di coinvolgimento degli stakeholder intrapreso con gli Stati generali del lavoro per sviluppare percorsi condivisi in materia di innovazione, sviluppo e occupazione. La prospettiva intrapresa dovrà guardare non solo al breve periodo, caratterizzato dall’uscita dalla crisi pandemica, ma anche verso un orizzonte temporale più ampio, con l’ambizione dunque di puntare in avanti, ai prossimi decenni, per indirizzare il modello di sviluppo, intercettare le traiettorie del cambiamento tecnologico e sostenibile, capace di innalzare la qualità del lavoro, con un riposizionamento delle rispettive politiche sul territorio. Come già illustrato, importanti sfide riguardano il mondo del lavoro e quello della formazione, il mondo dell’impresa, i giovani, le transizioni e le fragilità, anche alla luce dei megatrend. Tra questi si richiamano anche i cambiamenti demografici rispetto ai quali si pone la questione di governo della cd. silver economy (nuovi prodotti, nuovi servizi, nuovi mercati e nuovi lavori per la popolazione anziana).
Risultati attesi:
aumento del 10 per cento del numero di posti vacanti inseriti ed intermediati dai Centri per l’impiego in percentuale al totale delle assunzioni;
aumento del 10 per cento del numero di disoccupati di lunga durata avviati a misure di politica attiva del lavoro personalizzate, con prospettiva di successivo collocamento del 30 per cento;
incremento del 15 per cento del numero di persone occupate e disoccupate partecipanti a programmi di formazione con focus particolare sulle competenze digitali e con priorità ai più vulnerabili;
riduzione dei tempi di presa in carico ed assegnazione alle politiche del lavoro del disoccupato percettore di trattamenti previdenziali o assistenziali del 10 per cento con prospettiva di riduzione dei tempi di percezione complessivi del 10 per cento.
121