L’esperienza della pandemia ha avuto effetti dirompenti anche sulla formazione scolastica e ha messo a dura prova la tenuta del sistema educativo ma ha, nello stesso tempo, stimolato la ricerca didattica, lo sviluppo di nuove competenze, il rilancio della riflessione su cosa significa “fare scuola”
agli inizi del terzo millennio.
È un ripensamento strategico, comunque, che deve partire da alcune scelte rese prioritarie dal perdurare della pandemia e dalla consapevolezza che la scuola rientra a pieno titolo nel novero dei soggetti deputati a guidare la duplice transizione verde e digitale dell’Italia.
L’uscita dalla fase pandemica vede coinvolti tutti gli attori del sistema scolastico ed educativo in un delicato momento di transizione, verso una riconfigurazione del ruolo della formazione in un mondo in rapida evoluzione.
La scuola trentina dovrà quindi sperimentare nuove soluzioni sul piano organizzativo e metodologico, sia al livello “macro” delle modalità di erogazione del servizio scolastico, sia al livello
“micro” dell’azione didattica del singolo docente in un contesto formativo ed organizzativo completamente inedito, in grado di rispondere ai bisogni educativi di ciascuno, nessuno escluso, e di corrispondere alle aspettative delle famiglie.
Questo ri-orientamento deve salvaguardare l’obiettivo di fondo di rafforzare la dimensione di una scuola che sappia rispondere ai bisogni di tutti. Con la pandemia si sono ampliate le fragilità educative, non solo degli studenti con bisogni educativi speciali, ma più in generale, nelle fasce sociali più deboli o meno attente alla dimensione di crescita dei giovani. Vi è dunque la necessità di recuperare, con una didattica inclusiva e stili rinnovati, la dimensione scolastica partecipativa per tutti, senza perdere di vista le necessità dei talenti presenti all’interno del sistema educativo provinciale.
Si tratta di delineare fin da ora le azioni di rilancio e sviluppo della scuola trentina alla luce di alcuni obiettivi strategici su un orizzonte temporale più lungo, coerenti con l’impostazione prevista dal Piano Nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR).
Si vuole quindi progettare, condividere ed implementare un innovativo modello di progressione di carriera dei docenti, anche in relazione ai percorsi di sviluppo professionale realizzati, nonché il potenziamento e la legittimazione di figure di “middle management” (collaboratori vicari, animatori digitali, funzioni strumentali, ecc.). Tale percorso sarà sostenuto ed accompagnato da un Piano straordinario per la formazione dei docenti.
Inoltre, per ampliare le opportunità occupazionali delle nuove generazioni, priorità sarà attribuita al rafforzamento della filiera della Formazione professionale ed in particolare alla promozione del sistema dell'Alta formazione professionale (AFP), in stretto raccordo con le esigenze manifestate dalle imprese del territorio. Si intende intraprendere un riordino complessivo dell’intero settore, che tenga in considerazione i rapporti tra l’AFP e le lauree professionalizzanti triennali che l’Università degli Studi di Trento ha intenzione di attivare in un futuro prossimo (ivi compreso il tema del riconoscimento dei crediti maturati). Contestualmente, dovrà anche essere rafforzata la conoscibilità e l’attrattività di questi percorsi formativi professionali, parallelamente a processi orientativi indispensabili per la valorizzazione della persona e della sua capacità di effettuare scelte consapevoli e appropriate.
L’emergenza sanitaria da COVID-19 ha avuto pesanti ripercussioni anche sul sistema della cultura trentina (interruzioni di attività, assenza di visitatori/fruitori, perdite di finanziamenti e reddito, carenze di risorse e deficit di governance, ecc.). È un dato assodato come conoscenza, memoria, conservazione e fruizione culturale concorrano a tutti gli effetti a comporre una condizione di benessere sociale/collettivo.
Beni e attività culturali si configurano come generatori di ricadute sia sul versante immateriale del sapere e dei comportamenti civili, sia su quello tangibile dell’economia.
Le Linee guida per le politiche culturali della Provincia, approvate nel 2020, indicano per i prossimi anni, anche a fronte dei cambiamenti di contesto determinati dalla pandemia, le traiettorie per sostenere il Sistema Culturale Trentino impostando un modello culturale innovativo, in grado di esercitare la sua funzione in una dimensione sociale, civile ed economica, secondo i seguenti indirizzi principali:
1) consolidare la “comunità di eredità […] costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale” secondo le enunciazioni della Convenzione di Faro e perseguire una “politica culturale per le nuove generazioni”.
A tal fine sarà ulteriormente alimentato il rapporto già proficuo esistente con il mondo della scuola. Dovranno essere sempre più consolidate le relazioni, secondo prospettive interdisciplinari, con l’Università e con i soggetti deputati alla ricerca per sviluppare iniziative comuni per progetti di studio, conservazione e valorizzazione, con investimenti significativi sulla formazione delle professioni della cultura e l’elaborazione di nuove metodologie di progettazione.
Occorre valorizzare il ruolo dei giovani come soggetti produttori, anche in termini di sviluppo di competenze professionali oltre che di pratiche creative, e sostenere il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni nella progettazione e realizzazione di iniziative culturali;
2) agevolare e promuovere l’accessibilità della cittadinanza al patrimonio culturale, secondo logiche di inclusione e di partecipazione attiva, per migliorare il benessere collettivo percepito. A tale riguardo, si intendono:
sostenere le industrie culturali creative (ICC) che rappresentano uno degli elementi dinamici dello sviluppo socio-economico, considerato l’impiego di risorse umane ad alta specializzazione, tecnologie avanzate, capacità ideative e creative attraverso la messa a disposizione di risorse, competenze professionali e spazi dedicati;
attivare, con l’apertura di tavoli di confronto, azioni metodiche di dialogo con Amministrazioni locali, ordini professionali, espressioni del volontariato e
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dell’associazionismo e altri portatori di interesse pubblici e privati per fare crescere ulteriormente sensibilità e consapevolezze e condividere il senso civico di responsabilità per la messa in sicurezza, la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale;
3) potenziare la digitalizzazione sia per i beni sia per le attività culturali e, nello specifico:
introdurre logiche di open innovation (innovazione aperta) all’interno del sistema cultura, ricorrendo alla digitalizzazione in tutte le sue forme. L’innovazione e la digitalizzazione potranno rispondere alle dinamiche del necessario ricambio generazionale e alle problematiche legate agli aspetti finanziari e agli adeguamenti organizzativi;
garantire una gestione patrimoniale al passo con i tempi, che comprenda anche approcci predittivi dei rischi.
Sul fronte degli eventi sportivi di livello mondiale, mancano meno di cinque anni alle XXV Olimpiadi invernali che vedranno il Trentino protagonista con le gare di sci nordico a Tesero, il salto con gli sci a Predazzo e il pattinaggio velocità a Baselga di Piné. L’appuntamento olimpico rappresenta per il Trentino un’occasione imperdibile da più punti di vista.
Sul piano più prettamente sportivo, ci si attende che l’entusiasmo legato alla presenza sul territorio dei più grandi atleti delle discipline invernali nel corso degli svariati appuntamenti internazionali spinga un numero sempre maggiore di persone, soprattutto tra i più giovani, a praticare regolarmente un’attività sportiva, con positive ricadute in termini di salute e benessere, anche psicologico.
L’organizzazione dei Giochi consoliderà, inoltre, il modello trentino, che prevede la promozione dell’immagine del territorio come meta turistica per gli amanti dello sport outdoor, ma anche come laboratorio per la nascita di startup innovative operanti nel settore.
Il progetto ha un’ottica che non si limita al periodo di svolgimento delle gare, ma è pensato per produrre un impatto anche a più lungo termine.