Per un Trentino sicuro, affidabile, capace di prevenire e di reagire alle avversità
5.1 Miglioramento della vivibilità urbana e della sicurezza dei cittadini
Inquadramento
È prioritario garantire il massimo livello di sicurezza ai cittadini, alla comunità, al territorio. È un impegno trasversale, che richiede l’attivazione di politiche integrate coinvolgenti capaci di intervenire in modo efficace e tempestivo per ridurre rischi e minacce che possano violare l’incolumità fisica e psicologica delle persone. Le politiche integrate, che agiscono grazie all’affermazione di una cultura della legalità e di una efficace educazione alla cittadinanza, hanno quindi un ruolo attivo nel tessuto economico e sociale locale.
L’emergenza sanitaria da COVID-19, che ha colpito in modo pandemico, ha avuto importanti ripercussioni anche sul fenomeno della violenza di genere. Se in generale le donne hanno risentito maggiormente degli effetti della crisi economica che ne è derivata ed ha aggravato il carico dei lavori di cura, già in precedenza sbilanciato, le donne vittime di violenza si sono viste costrette in casa con chi agisce violenza nei loro confronti, impossibilitate o fortemente limitate nell’uscire e nell’incontrare altre persone.
Anche per affrontare questa ulteriore condizione di isolamento e fragilità, non deve venir meno l’azione pubblica in favore delle donne vittime di violenza e dei loro figli.
Sul fronte della sicurezza sul lavoro, è stata promossa un’azione di prevenzione primaria e di assistenza e supporto alle aziende nella gestione dell’emergenza sanitaria nei luoghi di lavoro mettendo al centro la salute e la sicurezza dei lavoratori, degli utenti e di tutti i cittadini, tra l’altro con la definizione di protocolli e linee guida e l’attivazione della piattaforma per la formazione base del referente COVID-19.
Parallelamente, sono state portate avanti iniziative per la legalità economico-finanziaria in Trentino. Il deciso contrasto alla produzione, importazione e commercializzazione di merci contraffatte, abusivismo commerciale, lavoro nero/irregolare e al “caporalato”, nonché ai tentativi di infiltrazione della criminalità economico-finanziaria nell’economia legale può assicurare competitività e legalità al mercato, incoraggiare gli investimenti e tutelare le imprese e i lavoratori che vi operano nel pieno rispetto delle regole.
Su queste tematiche, l’impegno della Giunta è quello di intervenire con politiche il più possibile incisive.
LE POLITICHE DA ADOTTARE
5.1.1 Rafforzare la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere
La violenza sulle donne e sui bambini, compresa la violenza assistita, rimane purtroppo un fenomeno diffuso anche in provincia di Trento, nonostante il forte impegno delle istituzioni e degli enti del Terzo settore che operano in rete da molti anni e che la pandemia di COVID-19, con i relativi lunghi periodi di permanenza nell'ambito domiciliare, risulta aver acuito.
Nel 2020 gli accessi ai servizi di consulenza e supporto non residenziale da parte delle donne vittime di violenza hanno avuto un incremento dell’11% (293 donne nel 2020 a fronte delle 264 del 2019). In particolare si osserva una propensione delle donne a contattare il Centro Antiviolenza (+16% rispetto all'anno precedente), il servizio che offre un supporto specifico e specializzato, focalizzato esclusivamente sulle situazioni di violenza.
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L'Amministrazione provinciale si propone quindi di rafforzare la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, da un lato, sostenendo e potenziando le iniziative e gli interventi già in essere per contrastare questo inqualificabile fenomeno, a partire dal consolidamento del relativo sistema informativo e di monitoraggio, fino ad assicurare alle vittime non solo tutela e protezione ma un percorso di effettiva libertà ed indipendenza, anche sotto il profilo economico.
Dall'altro, la Provincia intende potenziare, in una logica di rete, il sistema di emersione precoce delle situazioni di vittimizzazione anche con il coinvolgimento attivo del sistema scolastico e in particolare attraverso percorsi formativi rivolti agli insegnati delle scuole trentine, al fine di incrementare le loro competenze nell’ individuare precocemente le situazioni di violenza assistita ed attivare efficacemente e tempestivamente opportuni interventi a tutela di chi è vittima di violenza domestica.
Destinatari: donne e bambini vittime di violenza anche assistita, operatori del mondo scolastico, insegnanti degli istituti scolastici di ogni ordine e grado
Soggetti attuatori: Provincia (Dipartimento Salute e politiche sociali, Dipartimento Istruzione e cultura), IPRASE, enti locali, enti del Terzo settore, forze dell'ordine, istituzioni preposte, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, in una logica di rete
Risultati attesi entro la legislatura: incremento delle competenze del personale scolastico nell'individuare precocemente situazioni di violenza assistita e correlato incremento dell'emersione e presa in carico di tali situazioni
Risultati attesi di più lungo periodo: incremento delle competenze del personale scolastico nel favorire la gestione non violenta dei conflitti e la promozione di relazioni improntate al rispetto
5.1.2 Investire sulla cultura della regolarità e della sicurezza e salute sul lavoro, incrementando la partecipazione, in una logica di responsabilità sociale e con un approccio incentrato sulla prevenzione
Nel 2019 la percentuale di persone infortunate sul lavoro sul totale degli occupati in provincia di Trento era del 3,5% (6,3% in Alto Adige, ma 2,8% in Italia).
Per il 2020, anno contrassegnato dallo stato di emergenza sanitaria, sono al momento disponibili i dati relativi ai casi denunciati all’Inail dai quali emerge che sono stati denunciati 7.640 infortuni (contro i 7.363 del 2019). Di questi, 2.452 sono infortuni da COVID-19, con un’incidenza del 32%, superiore di 6 punti percentuali rispetto al dato nazionale, anche in relazione al maggiore impatto che la pandemia ha avuto nelle regioni del Nord-Est e ad alcuni focolai nel settore della logistica e della lavorazione della carne.
In una prospettiva più ampia, occorre peraltro considerare anche i nuovi rischi connessi ai cambiamenti climatici (in particolare l’aumento della temperatura estiva in determinati ambienti lavorativi) e i rischi connessi alla crescita di contratti stagionali o a termine nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia. Un ulteriore aspetto da presidiare riguarda la regolarità dei contratti, che rileva sotto il profilo della qualità del lavoro, anche in termini di sicurezza.
Con riferimento all’attività di vigilanza, nel 2020 sono stati effettuati controlli in circa 1700 aziende, rilevando una percentuale inferiore al 10% di situazioni da migliorare. Il dato, molto più basso rispetto ad alcuni anni fa, sarà analizzato anche alla luce dello stato di emergenza.
L’andamento complessivo degli infortuni sul lavoro in Trentino, peraltro, richiede massima attenzione per migliorare la sicurezza. Nel corso del triennio 2022-2024 si porterà avanti un percorso già in atto volto a irrobustire l’assetto istituzionale della prevenzione e a rafforzare la dimensione legata alla cultura della sicurezza e della prevenzione.
Destinatari: datori di lavoro e lavoratori
Soggetti attuatori: Provincia (Dipartimento Sviluppo economico, ricerca e lavoro, Dipartimento Salute e politiche sociali), Comitato provinciale di coordinamento al quale partecipano rappresentanti della Provincia, dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, dell’Inail, dell’Inps, del Consorzio dei Comuni, dei datori di lavoro, dei lavoratori, dei medici competenti e di altre associazioni di categoria, tra cui l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro
Risultati attesi:
• diminuzione degli infortuni sul lavoro, con particolare attenzione per quelli gravi e/o mortali
• riduzione, per effetto dell’attività di prevenzione, delle situazioni lavorative da migliorare sotto il profilo della sicurezza e salute sul lavoro
Nell’ambito delle linee di intervento, si intende, in particolare:
- rafforzare il confronto tra le parti per la programmazione della prevenzione, la gestione delle emergenze lavoristiche e delle criticità emergenti e, più ampiamente, per includere il tema della sicurezza e della salute sul lavoro nei parametri di qualificazione dell’attività d’impresa e della responsabilità sociale;
- adeguare la dotazione di risorse umane per i servizi di prevenzione, anche liberando il più possibile risorse altamente specializzate dell’organo di vigilanza a favore dell’attività di prevenzione;
- favorire un approccio di crescente coordinamento e integrazione con il livello nazionale, per migliorare le sinergie nelle azioni di prevenzione;
- accelerare, nell’ambito del piano provinciale della prevenzione, un approccio innovativo che sposti l’attenzione dalla vigilanza ai piani mirati di prevenzione che, su temi critici per la sicurezza e la salute sul lavoro, prevedono in primo luogo lo studio dei rischi e delle misure di prevenzione e protezione con tutti gli attori, incluse le parti sociali, una seconda fase informativa sul territorio per i lavoratori e solo come fase finale il controllo;
- sostenere la cultura della sicurezza attraverso la formazione, verificando anche la fattibilità di affrontare questo tema fin dai percorsi scolastici e formativi, ampliando quanto già previsto per l’alternanza scuola lavoro;
- valorizzare, nell’ambito dell’istruzione terziaria, le iniziative volte alla formazione di figure altamente specializzate, con carattere di eccellenza nel panorama nazionale e con ottimi risultati anche sotto il profilo dell’inserimento dei neo-laureati nel mercato del lavoro;
- potenziare il settore ispettivo sulla regolarità dei rapporti di lavoro, promuovendo nel contempo una ottimizzazione dei controlli in collaborazione con i servizi di vigilanza sulla sicurezza del lavoro;
- promuovere un impiego delle risorse derivanti dalle sanzioni per mancato rispetto delle norme antinfortunistiche per finalità legate alla prevenzione.
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