Come ogni venerdì, all’alba, dopo la chiamata della sveglia alle ore 6,30, mi avvio verso la sede della Croce Verde di MC per il turno di mattina al 118; oggi mi sento quasi un altro, ho la divisa fiamman-te, lavata alla lavanderia, dopo un mese d’uso, e ne sento il profu-mo di pulito, di solito gli odori che emana sono di pronto soccorso o di ospedale!
È una bella giornata, il cielo è limpido, la strada è deserta e fac-cio in tempo a fermarmi per fare colazione e prendere un giornale, come di solito, per ammazzare il tempo, quando si sta nella sala dei militi in attesa! Spesso il tempo non passa mai, solo se si fanno in-terventi dei vari codici di soccorso, allora il tempo vola!
Alla sede il mio collega è già sul posto che esegue la check-list dell’ambulanza Victor 21-40, è un Fiat Ducato turbo diesel di 2500 di cilindrata, si guida ottimamente, è veloce e tiene molto bene la strada; meno male, oggi tocca a me fare l’autista soccorritore! Le fir-me, come prassi, sul foglio servizio, il deposito della copia della C.
List sul cassetto come di dovere e pronti, ci avviamo verso la cen-trale operativa del 118, presso l’Ospedale provinciale di Macerata.
“Victor 21-40 a Marche Soccorso, siamo operativi in sede” –
“Ricevuto” – la risposta dell’infermiere di turno!
Nella sala un rilasciamento totale, gli equipaggi dell’ASL e del-la Croce Rossa dormono sbracati sui divani, sicuramente avranno avuto molto da fare la notte! Mi siedo e stendo il mio giornale sul tavolino per leggere le notizie, non faccio in tempo ad aprire le pa-gine che già squilla il telefono “rosso”, è quello della centrale ope-rativa! Il mio collega con una mano tiene la cornetta all’orecchio, con l’altra scrive sul foglietto staccato dal blocco notes che è lì sul-la mensosul-la!
“Codice Rosso a Pollenza, un incidente d’auto” – mi dice! Pren-do le chiavi dell’ambulanza e in pochi secondi siamo a sirene spia-nate e a lampeggianti accesi lungo Corso Cairoli verso la corta tra Macerata e Pollenza, passando dai “Vigili del Fuoco”.
In quei momenti, il problema principale per l’autista di un’am-bulanza di soccorso è quello di fare a mente della strada più corta per arrivare sul posto!
Bisogna conoscere bene le strade della città e della Provincia, in quanto operiamo su un territorio vasto che va da Macerata a Mo-gliano, ad Appignano, a Corridonia, Petriolo e così via! È vero che abbiamo a disposizione le carte topografiche, le piantine dei comu-ni, e in ultimo il GPS del Navigatore satellitare; solo in caso estre-mi, se non riusciamo a trovare l’indirizzo esatto, o la strada è nuo-va e non censita, la Centrale Operatinuo-va è di nuo-valido aiuto, o i Vigili urbani o i Carabinieri!!
Sul posto dell’incidente: Ambulanza, auto medica e Vigili del Fuoco
Guido con molta attenzione, il traffico è solo dentro la città, poi da comando dei Vigili del Fuoco, la strada scorre veloce; la nostra sirena, quando il traffico non c’è, mi da quasi fastidio e mi sem-bra inutile! Ma le regole sono le regole, dalle strade laterali potreb-be uscire ed immettersi qualche auto e per evitare incidenti, men-tre siamo in emergenza sia la sirena che i lampeggianti accesi sono obbligatori! “Mi sembra di udire altre sirene” – dico al collega che mi è seduto accanto, “o mi sbaglio?” – “Non ti sbagli sono quelle dell’auto medica che ci segue e quella dei vigili del fuoco” – mi ag-giunge! “tombola!” penso fra me, “deve essere successo qualcosa di grosso”. Guardo per un attimo il mio collega che è incollato alla ra-dio e lo sento che discute con la Centrale Operativa e dalle sue pa-role e da quelle dell’infermiere del 118, sento che diverse persone sono in pericolo in un’auto, tra cui una bambina, per questo con noi a sirene spiegate e dietro di noi corrono sia l’auto medica, che il camion dei VV.FF.
L’urlo delle tre sirene, le luci dei lampeggianti dei tre mezzi, fan-no scappare o fermare tutti gli automobilisti che incontriamo, sem-bra una processione! Ai lati della strada vedo ogni tanto auto ferme e gente in piedi che ci guarda, chissà che sarà successo penseran-no! Do uno sguardo allo specchietto laterale dx e intravedo anche un’auto dei CC! – “Siamo tutti, manca solo l’esercito!” – “Che Dio ci aiuti”– mi esce d’istinto.
A tutta velocità, quasi sparati, ma col buon senno, premo sull’ac-celeratore, il collega con una mano si regge alla maniglia, ogni tan-to ci sono i sobbalzi della strada un po’ ondulata, la conosco e so quando rallentare per evitare scossoni e rotture al mezzo! Dalla ra-dio ci chiamano : – “Dirigetevi sulla corta tra Pollenza e Macera-ta” – “Ci siamo” risponde al microfono il collega, un ragazzo molto robusto sui 30 anni, che sa il fatto suo, da molti anni è in servizio ed è un dipendente della P. A.
Siamo quasi alla salita che porta al centro di Pollenza, nessun incidente, nessuna auto incidentata, nessuno che ci faccia segno di qualcosa di accaduto! Ci guardiamo in faccia, sopraggiungono
l’auto medica che ci supera, l’auto dei CC a cui chiediamo spiega-zione, ma i militari sono più sconsolati di noi; arriva anche il ca-mion dei Vigili del fuoco, siamo tutti, “ma chi cacchio dobbiamo soccorrere?!”
Le trasmissioni radio verso le centrali si intrecciano, alla radio un correre di voci che confermano: “la strada, la corta per Pollenza”
–Riparto verso la seconda strada, quella che va verso Treia e taglia della metà il tragitto da Treia a Pollenza, dopo un po’, non vedendo ad occhio nudo niente, dalla strada si può vedere sino a fondo val-le, ma di incidente o assembramento niente!
Al che ho come un “flash back”, – “non sarà la strada che dal-la piana delle Casette conduce a Pollenza attraversando i campi?
Quella strada per un bel tratto è tutta coperta da alberi, querce, la conosco bene, l’ho fatta tante volte quando portavo mia figlia a la-vorare presso un restauratore di mobili antichi!” – Non faccio in tempo a dirlo al dottore del 118, è lui il responsabile di tutto, che mi dice – “vai ti seguiamo!” E così sia, il percorso è breve, rigiria-mo e tutti in fila “indiana” come un corteo di “mezzi urlanti” a si-rene spiegate, io davanti con la mia Ambulanza, dietro l’auto me-dica, l’auto dei CC, il camion dei pompieri! Sarebbe da ridere, ma la situazione è tragica, per la C. O del 118 è codice rosso, ci hanno segnalato diverse persone su un’auto in pericolo, non si sa quale, e una bambina da soccorrere in fretta! C’è poco da scherzare!
Ora sono concentrato, dopo una lunga discesa a “folle”, meglio forte, velocità arrivo alla curva dove so che c’è una strada che sa-le verso Polsa-lenza! Infatti la trovo e salgo, la strada è molto stretta e tutta in salita con molte curve; ci passo appena con il mezzo seguito dagli altri mezzi che vedo nello specchietto retrovisore; non so per-ché, ma poi lo scoprirò, mi sento più sicuro, il camion dei VV.FF . è proprio dietro di me!
Infatti in pochi secondi vedo la strada con i lati cinti da vecchie e grandi querce! – “ecco perché dalla strada non si vedeva niente”
e dopo tre o quattro curve a gomito l’ultima curva con in mezzo un’auto! Diamo la conferma alla Centrale Operativa e di corsa con
le borse del soccorso ci avviamo verso la macchina: è una fiat mul-tipla, è talmente grossa, quadrata e brutta (per me) che non si può sbagliare di riconoscerla!
L’auto è metà sulla strada, l’altra metà pende paurosamente ver-so la scarpata e le querce ver-sottostanti. Usiamo la massima prudenza con il mio collega, ci avviciniamo: dentro ci sono 5 passeggeri im-pauriti e urlanti, tutte donne, tra cui una bambina di circa 8/9 an-ni, che è seduta sulle ginocchia del passeggero alla dx della guida!
A parole rassicuriamo le donne, cercando di farle stare calme e di non muoversi, anzi le sollecitiamo a spostarsi sulla sinistra, una so-pra l’altra, anche la bambina, ma “con calma, piano piano, mi rac-comando” urlo loro, mentre il mio collega cerca di fare peso sul-la fiancata sx, ci sale sopra il parafango mentre mi incita a segni di prendere e fare uscire la bambina per prima! Non ci penso due vol-te, la bimba è impaurita, ma non mi sembra ferita, è immobile e ci guarda con gli occhi atterriti, cerco di rassicurarla con lo sguardo dolce e con un sorriso e le dico: “dammi le mani, tute e due”. Sono di fianco al finestrino sinistro, dove vi è il guidatore che mi dice –
“sono la mamma, quella è la zia, aiutateci presto” “signora calma, vi portiamo in salvo tutte, tranquille, però ora mi dia piano piano la bambina”.
Finalmente riesco a prendere le braccia della bambina, poi il corpo e la metto a terra in posizione di sicurezza! Il mio collega è lì che preme l’auto a terra, per bilanciarla e non farla precipitare, ci sono ancora 4 persone a bordo! Lo aiuto nella sua opera ciclopica, per fortuna che quasi subito, in un attimo attorno a me 4/5 figu-re in divisa di colofigu-re grigio verde, con i caschi inconfondibili che bloccano l’auto, l’imbracano in un batter d’occhio con corde e fu-ni agganciate alle querce del lato sifu-nistro! Questi ragazzi, vederli in opera sono spettacolari, preparati ad ogni emergenza, pronti a darti una mano nei momenti più critici e dal volto tranquillo che ti da sicurezza e tranquillità! “Potete lasciare l’auto” – ora mi dice il loro capo squadra, “l’auto è bloccata!” Sopraggiunge anche il medico e l’infermiere che si prendono subito cura della bambina e i CC, un
po’ trafelati, la strada era in salita e loro erano gli ultimi del “cor-teo”.
Con i vigili del fuoco facciamo uscire dall’auto le 4 donne, per fortuna stanno tutte bene, nessun ferito, solo paura! La bambina, visitata dal medico, è sana, nessuna ferita e tranquillizzata, abbrac-cia la mamma in un pianto liberatorio! Tutto è bene quel che fini-sce bene!
Anche questa volta la ns. dottoressa del 118, non si vuole smen-tire, tuti noi la conosciamo, è molto simpatica, ma pronta anche alla “rissa”, se occorre, e subito, dopo che tutto è stato fatto, com-presa la rimozione dell’auto e il controllo di tutti i passeggeri, si ri-volge alla mamma della bimba e gli dice a brutto muso. – “signora, lo sa che i minori non possono essere tenuti in braccio in auto, so-pra le ginocchia, e per di più davanti?” – “lo sa che in caso di urto frontale, la bimba può essere scagliata in avanti contro il vetro con una forza 10 volte superiore al suo peso, solo andando a 80 km ora-ri?” Ci guardiamo tutti in faccia, soccorritori, carabinieri, vigili del fuoco! Ha ragione la dottoressa! La povera madre e la zia che la tie-ne in braccio, non osano tie-neanche rispondere, tanto sono in torto!
“Victor 21-40 a Charly Oscar Macerata Soccorso, ritorniamo in sede operativi, nessun paziente a bordo!” Furono le mie uniche pa-role alla radio! “Qui C. O a Victor 21-40, ripartire subito in codi-ce rosso verso la strada che porta a Treia, verso l’agriturismo “Case Vecchie”! – “Oggi è proprio giornata”, dissi fra me! Mentre alla ra-dio risposi – “ricevuto”!
Auto medica, Vigili del Fuoco e ambulanza con tutti e tre gli equipaggi all’opera di soccorso.