Oggi venerdì, sono di servizio al P.S. di Macerata con l’ambulanza Charly Verde MC, con un mio collega sono di affiancamento al-le altre due ambulanze del 118, una della ASUR, una della Croce Rossa; mi sento abbastanza tranquillo, con me un collega molto esperto che presta servizio da molti anni ed è dipendente stipendia-to dalla Croce Verde.
Infatti è lui che con molta praticità e professionalità control-la l’ambucontrol-lanza e tutte le sue apparecchiature e strumenti come da check -list obbligatoria da fare subito all’inizio del turno! Non si può certo scherzare con la salute e la sicurezza dei cittadini, la mac-china deve essere a punto e deve avere tutto a posto, controllato e verificato, come le eventuali scadenze delle fisiologiche, e di tutti gli altri strumenti necessari e stabiliti dal regolamento. L’infermie-re dell’ASUR che affianca il medico di turno, conferma tutto ok, dopo aver visionato il ns. mezzo! Fare un intervento magari dopo aver dimenticato o una spirale, o il defibrillatore o le “Robin”, può significare essere preso a calci dal medico e denunciato, oltre che li-cenziato per chi è dipendente!
Nell’hangar del 118, sono sistemate le due ambulanze e l’auto medica, pertanto sono costretto a parcheggiare fuori, a lato pronto per partire in emergenza davanti al SERT provinciale! Sono le 9 del mattino, e da due ore non siamo stati chiamati, né noi , né gli altri due equipaggi! Meglio così, vuol dire che non ci sono incidenti, né casi di emergenza sanitaria!
È una bella giornata di sole, siamo a maggio, si sta bene fuori, all’aperto anziché stare dentro la sala riservata agli equipaggi a leg-gere o vedere la tv; la mia attenzione è attirata dai molti ragazze e
ragazze, di cui giovanissimi che vanno al SERT per la razione gior-naliera di metadone, alcuni li riconosco, sono del mio paese, entra-no alla svelta ed escoentra-no alla svelta dopo neanche un minuto, alcu-ni giovaalcu-nissimi sono accompagnati dai gealcu-nitori! Molti sono facce conosciute, non mi meraviglio se di alcuni non credevo che fossero
“tossici” o “alcolizzati”, tutti in cura! Come ex docente, vedere tutti questi Ragazzi e ne sono tanti, con questi problemi di dipendenza mi rattrista! “Ma che vuoi fare, il mondo va così!!” – dico fra me!
Non ho tempo di riflettere, che il mio collega uscito dalla sala equipaggi, mi viene incontro e mi dice “Accendi, e andiamo, co-dice rosso ufficio Stranieri Macerata!” In un batter d’occhio salgo, accendo il motore, mentre le sbarre si alzano in automatico e la si-rena con il suo urlo stridente spazza la strada davanti a noi, mentre i lampeggianti blu ritornano a noi riflessi dalle vetrine dei negozi e dei bar che sfrecciano veloci ai lati!
Ora il traffico è intenso, la strada è intasata di auto che a fatica si scansano dandoci strada, procedo infilandomi nei varchi aper-ti tenendo gli occhi puntaaper-ti sugli specchietaper-ti retrovisori e sulle luci degli stop e delle frecce direzionali delle auto che mi parano davan-ti, spesso gli automobilisti all’improvviso cambiano direzione o in-chiodano appena sentono la sirena dietro di loro; il pericolo è tam-ponare e questo non ci è permesso, le auto moderne spesso sono in-sonorizzate, spesso gli automobilisti ascoltano musica a tutti watt o sono incollati o al cellulare o alle cuffiette! Ogni autista soccorritore sa tutte queste cose e deve procedere veloce sì, ma con la massima prudenza evitando i distratti o i “sordi”! Per fortuna la destinazione è vicina, dentro la città, in pochi minuti siamo sul posto! “Qui Vic-tor 21-40 siamo sul posto” avverte la Centrale al microfono il mio collega. – “Ricevuto” dice la voce dell’infermiere al P.S.
Posizionata l’ambulanza, caricata la borsa del P.S., ci avviamo verso gli uffici; quel giorno è pieno di gente, ci sono molti stranieri, molti di colore, famiglie intere in fila per le solite pratiche, penso io, di regolarizzazione, di rinnovo dei permessi di soggiorno ecc. Le persone ci fanno largo, si aprono a ventaglio e ci fanno entrare nel
salone dove sono sistemati gli uffici, a terra una giovane donna di colore! procediamo secondo il protocollo verifichiamo, chiediamo ai presenti cosa sia successo, soprattutto ci accertiamo dei parame-tri vitali: è semisvenuta, ma respira, ha polso basso, e saturazione normale, risponde alle nostre domande e subito ci accorgiamo che è in stato interessante! Un giovane di colore le è accanto con altri due bambini di 5 e 3 anni, anche essi di colore, gli chiediamo se è il marito, ci conferma con la testa e ci parla con un italiano stenta-to, ma comprensibile!
Sicuramente la lunga attesa, nella fila per le pratiche, forse il sal-to della colazione hanno causasal-to un “mezzo collasso”; avvertiamo la centrale operativa a cui fornisco i parametri (pressione, saturazione, pulsazione), la C. O. ci ordina di caricare e di portare la ragazza al P.
S., procediamo e avvertiamo il marito di raggiungerla al P. S. presso l’Ospedale di Macerata, quello annuisce, ci ringrazia e stringendo per mano i due bambini, quasi spaventati dalle nostre divise aran-cioni, ci saluta e dice “Ok”, “Ok !!”
Procedo senza urgenza, senza sirena e senza lampeggianti verso l’Ospedale, ogni tanto mi vanno gli occhi sullo specchietto retrovi-sore e guardo il mio collega che la tiene sotto controllo, misurando la saturazione e i battiti; dentro di me “è una giovane ragazza del Ghana, giovane di aspetto bello, con la pelle scura, ma non nera, anzi verso il marrone scuro, ha gli occhi lucidi! Certo la conferma di una situazione di indigenza, di speranza, una famiglia in cerca di sopravvivenza per sé e per i figli nel nostro paese; spontaneamente le dico a voce alta: “Signora tutto ok?” “Sta meglio?”, lei si gira ver-so di me, mi guarda e mi dice “grazie”, “scusatemi se vi ho distur-bati, non volevo”….
Non ho risposto potevo dire “è nostro dovere”, mi è venuto in mente le solite sparate razziste e calunniose verso questa gente, ver-so questi extracomunitari spesver-so dipinti come stereotipi della ma-leducazione o della ingratitudine, e se uno va a indagare ti accorgi magari che sono esseri umani, magari cristiani come noi, che vo-gliono solo lavorare e vivere una vita normale senza tante pretese!
Le porte del P.S. mi si aprono in automatico, sbarellata e conse-gnata la paziente al personale del Pronto Soccorso, ce ne andiamo, come solito, lasciando ad altri il seguito! Alla radio il mio collega:
“Da Victor 21-40 a C.O. MC Soccorso, siamo operativi!!
L’ingresso della P.A. Croce Verde Macerata Sita in via Indipendenza