La cosa peggiore per un ex professore come me è quella di ascolta-re una lezione, di faascolta-re gli esami con altri esaminatori non colleghi;
nel 118, tutti volontari e dipendenti in servizio per l’emergenza sa-nitaria, tutti, almeno una volta ogni sei mesi siamo chiamati a fre-quentare un corso di aggiornamento e ripetere gli esami di BLSD.
Tutto ciò è previsto dai regolamenti e dal protocollo dell’ASUR, nessuno può essere ammesso ed operare nell’emergenza sanitaria sia milite che dipendente, se non abilitato col BLSD; senza questa abi-litazione non si può salire sull’ambulanza del 118, è un impegno, non molto gravoso per noi volontari, anzi ci serve e come, per rin-frescarci le idee, per aggiornarci sulle ultime novità , ma alcuni diri-genti dicono che forse per questo impegno i volontari sono sempre di meno e le P.A. spesso fanno fatica a trovarli.
A me sembra una cosa del tutto normale, ma come si può pre-tendere di partecipare ad una emergenza sanitaria se poi uno si di-mentica quello che deve fare o non è aggiornato e capace sia di fare la RCP o usare il DAE, il defibrillatore in caso di arresto cardiaco!
Il corso semestrale di “retraining” è tenuto di solito da un in-fermiere professionale abilitato ispettore o da un medico del 118;
questa volta nella sala dove siamo raccolti noi militi, a turno di due alla volta, c’è l’infermiere del 118 di Macerata, mio amico, molto esperto, da molti anni lavora al 118 ed e è anche istruttore abilitato per rilasciarci gli attestati sia di frequenza che di abilitazione.
Dopo una lezione teorica collettiva, dove veniamo aggiornati sulle ultime tecniche del soccorso e soprattutto sul BLSD, si passa alla prova pratica col manichino a terra e con gli strumenti come il DAE, la bombola dell’ossigeno, l’Ambu e i collari; ogni tanto i
protocolli del BLS e BLSD cambiano, dagli USA vengono le novi-tà e gli aggiornamenti.
Il BLSD pediatrico non ce lo richiedono, ma l’istruttore ci in-forma sulla tecnica, distinguendo un bambino di età superiore ad un anno dove può essere utilizzata una o entrambi le mani, a se-conda della taglia, sempre comprimendo il torace per circa un ter-zo del suo diametro trasverso, nell’infante si utilizza la tecnica del-le due dita con i pollici, a seconda della posizione dei soccorritori.
Certo i casi di arresto cardiaco per i bambini sono rari, ma spesso ci troviamo di fronte ad asfissie, per soffocamento o annegamen-to, e non riesco ancora a capire perché i militi, come noi, anche se volontari, non dobbiamo essere preparati; capisco che di solito di fronte a bambini si è intimoriti e molti militi non sono preparati e aspettano sempre il medico per la rianimazione! Io ho fatto già il corso presso la P.A. Croce Verde di Civitanova Marche, e ascoltare l’istruttore che mi rinfresca la memoria, è per me di grande soddi-sfazione ed interesse! A casa ho due nipotine piccole, e facciamo le corna, ma in caso di bisogno sapere cosa fare in attesa dei soccorsi, è tutto guadagnato!
La prima cosa che l’istruttore ci insegna è di verificare la sicurez-za dell’ambiente, poi verificare se il paziente è in arresto cardiaco, se non risponde e non respira normalmente, se non ha battito o se-gni di circolo; l’importante è seguire il protocollo e la catena della sopravvivenza che si può riassumere in 4 fasi:
- Attivazione del 118, essendo noi equipaggio dello stesso, ci colleghiamo solo con la C.O;
- Inizio immediato della rianimazione cardiopolmonare;
- Defibrillazione rapida, se indicata dal DAE;
- Inizio precoce dei trattamenti avanzati.
L’istruttore ci ricorda qui che le funzioni vitali fondamentali dell’organismo umano sono tre: coscienza, respirazione e circola-zione... Se anche una sola di queste funzioni viene a mancare, la vita è in pericolo.
L’istruttore prosegue la lezione aggiungendo “le tre funzioni vi-tali, sono strettamente correlate tra loro. Ad es., se un paziente gia-ce a terra supino, privo di coscienza, la sua lingua può cadere all’in-dietro ed ostruire le vie respiratorie; questa ostruzione può essere così grave da portare in breve tempo all’interruzione della respira-zione, e quest’ultima , per la mancanza di ossigeno (ipossia) che ne deriva, può portare all’arresto cardiaco! Lo stesso, se la funzione re-spiratoria cessa a causa ad es. di annegamento, l’ipossia che ne de-riva porta in breve tempo ad una interruzione anche dell’attività cerebrale e di quella cardiaca; in un soggetto colpito da infarto l’in-terruzione del battito cardiaco porta immediatamente alla perdita della coscienza e dell’attività respiratoria; e così via. Il supporto di base delle funzioni vitali consiste nel sostenere direttamente la fun-zione respiratoria e circolatoria quando queste si siano interrotte, rispettivamente mediante la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. La terza funzione vitale, quella cerebrale, viene mantenu-ta indiretmantenu-tamente mediante il sostegno della altre due, cioè assicu-rando al cervello un apporto di sangue ossigenato”.
Ascoltare, questo infermiere istruttore ed anche mio amico, è un piacere, le sue parole sono chiare, facilmente comprensibili e lui stesso è capace , anche con battute spiritose , di attrarre l’attenzione dei militi che ascoltano. Soprattutto me, mia moglie mi ripe-te sempre, che io non ascolto, abituato come docenripe-te ad insegnare ad altri, non riesco ad ascoltare e mi distraggo, così mi rimprovera spesso e quasi sempre quando andiamo a prendere lezioni di ballo dal nostro maestro di danza preferito, per rimanere aggiornati e per tenerci in allenamento.
Segue poi la lezione sull’arresto cardiaco, sulla rianimazione car-diopolmonare e su tutte le sequenze del BLSD: a) valutazione dello stato di coscienza; b ) apertura delle vie aeree; c) valutazione dell’at-tività respiratoria con la manovra detta GAS (G guardo il torace, A Ascolto i rumori respiratori, S Sento il flusso sulla guancia. Il tutto in 10 secondi, e poi se il paziente respira, ma è privo di coscienza metterlo in posizione laterale di sicurezza, avvertire la centrale e se
non respira iniziare la rianimazione cardiorespiratoria con 30 com-pressioni toraciche alternate a 2 ventilazioni artificiali, ma su indi-cazione del DAE (defibrillatore).
Dopo le dimostrazioni tecniche delle compressioni toraciche, della ventilazione con pallone maschera o ambu, l’istruttore ci fa passare alla pratica sul manichino di tutte le sequenze alternandoci con due militi soccorritori alla volta; non solo ma l’istruttore ci po-ne anche a sorpresa delle casistiche in cui dobbiamo dire e fare co-me ad es. un incidente stradale, un incendio, un ambiente dove ci sia pericolo di crolli o di corrente elettrica con fili scoperti o altro.
In tutte le prove dobbiamo dimostrare di saper agire, e seguire tutto il protocollo del BLSD e dell’emergenza sanitaria, senza erro-ri o esitazioni.
A dire il vero, in queste prove si è un po’ agitati, forse la paura di sbagliare o di fare figuracce, ma nella realtà è molto diverso e siamo sempre con i nervi tesi, io in particolare un po’ in ansia!
Nel mio servizio, in 11 anni, mi è capitato di procedere alla ria-nimazione e massaggio cardiaco e uso del DAE circa 6/7 volte ; in soli due casi il paziente è stato rianimato e salvato, negli altri casi era troppo grave la situazione e il nostro arrivo, non per colpa no-stra, non è stato tempestivo o per la lontananza o per essere stato avvertito il 118 in ritardo dai presenti o dai parenti, che magari ave-vano sottovalutato la situazione di estrema gravità.
Dopo quasi mezza giornata passata ad ascoltare la lezione, inizia nel pomeriggio il turno di esami per me e per un mio collega; mi sento un po’ agitato, quasi fossi un alunno, infatti per me è più fa-cile esaminare che essere esaminati, per 31 anni ho fatto il docente, il presidente di commissione di esami sia per alunni che per inse-gnanti nei corsi di abilitazione , dove più volte ero stato nominato dal Provveditorato Coordinatore! In questo caso, mia moglie ave-va ragione, il difetto o la “deformazione professionale “di docente mi rendeva quasi impacciato, ma all’inizio, dopo riesco a fare tutto, eseguire le sequenze del BLSD alla perfezioni e rispondere alle do-mande “trabocchetto” dell’esaminatore! L’istruttore, in questo caso
non mi è amico, né mi può aiutare, anzi mi mette alla prova, per vedere se sono capace di agire in situazioni diverse!
Per fortuna, tutto va liscio, supero tutte le prove ottimamente ed ottengo il brevetto rinnovato; in verità è una settimana che mi preparo e che studio il manuale fornitoci dal 118.
Per qualcuno tali prove o esercitazioni, come si suole dire, sono quasi ragazzate o occasioni per ridere o per prendersi in giro, ma nella realtà sono necessarie e indispensabili; io so che in altre P.A., durante le pause diversi ragazzi con istruttori qualificati, le fanno spesso per allenarsi e per rinfrescare la memoria.
Quando ero nella Croce Gialla di Montegranaro, nel servizio sempre di Emergenza Sanitaria del 118, spesso ci si esercitava ad usare le imbracature, i kit, il ked, il ragno, e capitava spesso di scor-dare alcune manovre, la ripetizione guidata di esperti era provvi-denziale.
Nel servizio del 118 di Macerata, mi è capitato rare volte, ma su mia richiesta a qualche dipendente più esperto del soccorso!
Quel giorno fui veramente soddisfatto, come ex professore, ora alunno, avevo superato gli esami!
Corso BLSD su manichino