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L’autorizzazione integrata ambientale

CAPITOLO II – I principali vincoli ambientali all’attività di impresa

2. I procedimenti autorizzatori a presidio della compatibilità

2.2. L’autorizzazione integrata ambientale

L’autorizzazione integrata ambientale – d’ora in poi, AIA - è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o parte di esso a determinate condizioni che devono garantire che lo stesso sia conforme ai requisiti del decreto autorizzativo. L’AIA si pone quale strumento di semplificazione procedimentale in quanto sostituisce, ad ogni effetto, ogni

172 Art. 27 d.lgs. 15/2006 come modificato dall’art. 16 d.lgs. 104/2017.

173 Si noti che l’unicità procedurale è prevista, sa pure in termini facoltativi, dalla disciplina sulla

VIA di matrice europea Cfr. S.A. Frego Luppi, Giusto procedimento e amministrazione ambientale, cit., p. 65.

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altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale174. Il

termine «integrata» indica che l’autorizzazione deve tenere conto dell’intera prestazione dell’installazione, ossia delle emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo, nonché dalla produzione di rifiuti, dell’uso delle materie prime, dell’efficienza energetica, del rumore ecc., valutandone gli effetti complessivi.

La logica di questo strumento, infatti, mira a superare l’approccio settoriale del fenomeno inquinante attraverso una visione congiunta delle diverse forme di inquinamento con riferimento ad una determinata attività. Un sistema basato su differenti autorizzazioni per ogni singola forma di inquinamento, oltre che appesantire il procedimento, non è in grado di realizzare un’efficiente prevenzione, dato che gli effetti inquinanti non corrispondono alla loro semplice somma, ma sono il frutto della loro interazione175.

L’AIA si configura quindi, a differenza della VIA, come un’autorizzazione all’esercizio di una determinata installazione, è un’autorizzazione all’esercizio che verte sul progetto esecutivo, concerne gli aspetti relativi alla gestione effettiva dell’installazione. L’AIA può dunque essere negata in presenza di VIA positiva, perché essa esprime un giudizio definitivo sull’intervento proposto176.

L’AIA è un provvedimento di origine comunitaria, introdotto per la prima volta dalla direttiva 96/61/CE, confluita poi nella direttiva 2008/1/CE, e recentemente riscritta ad opera della direttiva 2010/75/UE, conosciuta come direttiva IED.

174 Il concetto di autorizzazione integrata ambientale deriva dalla dir. 96/61/CE, c.d. IPPPC-

Integrated Pollution Prevent and Control, ossia prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento

che subordina l’attività degli impianti industriali, con un elevato potenziale di inquinamento, ad una particolare autorizzazione capace di racchiudere in un unico atto amministrativo il permesso a rilasciare sostanze inquinanti in aria, acqua, suolo e che viene rilasciata solo previo rispetto di determinate condizioni ambientali. L’ordinamento europeo infatti è intervenuto con l’esigenza di comporre esigenze tra loro contrapposte, partendo dal presupposto che produrre senza impattare sull’ambiente è impossibile, ma si può realizzare una produzione che sia compatibile con l’ambiente.

175 G. Rossi (a cura di), Diritto dell’ambiente, Giappichelli Editore, 2015, pag. 83. 176 S.A. Frego Luppi, Giusto procedimento e amministrazione ambientale, cit., p. 60.

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In attuazione di tale disciplina comunitaria l’AIA è stata introdotta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372. Con il vigore del TUA, nel 2006, l’AIA non vi rientra ma rimane regolata separatamente, infatti, solo nel 2010, con il vigore del d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, verrà inserita all’interno del TUA tra i procedimenti a valenza ambientale. Più recentemente, in forza della direttiva del 2010, il TUA è stato modificato dal d.lgs. 4 marzo 2014, n. 46.

La competenza del procedimento di AIA può essere statale o regionale; se di competenza statale, l’autorità competente è il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, se di competenza regionale, l’autorità competente è la pubblica amministrazione con compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale individuata secondo le disposizioni delle leggi regionali o delle province autonome177.

L’AIA si applica alle attività energetiche, agli impianti chimici, all’attività mineraria, all’attività di gestione dei rifiuti (i termovalorizzatori) e alle attività di trasformazione dei metalli, nonché le modifiche agli stessi178.

L’elenco degli impianti sottoposti ad AIA è indicato in appositi allegati alla parte seconda del Testo unico ambientale. Se il provvedimento è di competenza statale il riferimento è all’allegato n. XII, mentre se di competenza regionale, all’allegato n. VIII.

L’istanza di autorizzazione integrata ambientale, ex. art. 29ter d.lgs. 152/2006, deve essere presentata in forma telematica da parte del gestore dell’impianto, corredata da specifiche schede tecniche e anche da una sintesi non tecnica dove vengono illustrate tecniche e tecnologie utilizzate179.

177 Art. 7, co. 5 e 6, d.lgs. 152/2006.

178 Inoltre, si tenga presente che le procedure di VIA e AIA possono dar luogo a sovrapposizioni e

interferenze, per questo motivo il legislatore ha previsto forme di raccordo e soluzioni di semplificazione. Infatti, l’art. 10 del d.lgs. 152/2006, come novellato dal d.lgs. 128/2010, prevede che il provvedimento di VIA si sostituisce all’AIA per i quali la valutazione è di competenza statale. Allo stesso modo, in caso di procedura di VIA di competenza regionale, deve essere assicurato un adeguato ed efficiente coordinamento tra le due procedure. In ogni caso la consultazione al pubblico deve essere unica per le due procedure. Cfr. G. Rossi, Diritto dell’ambiente, cit., p. 86.

179 Come già ricordato per la VIA, la sintesi non tecnica viene predisposta al fine di consentire

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Tutta la documentazione presentata dal gestore dell’impianto è oggetto di pubblicazione sul sito web dell’autorità competente, in maniera tale da garantire la partecipazione dei soggetti interessati. Entro trenta giorni dalla data di pubblicazione sul sito, i soggetti interessati possono presentare in forma scritta, all’autorità competente, osservazioni sulla domanda180. A

differenza del procedimento di VIA, qui la partecipazione non prevede il ricorso a quei meccanismi di inchiesta pubblica e dibattito pubblico, la partecipazione non ricorre a strumenti di compensazione pubblica e si concretizza in una partecipazione squisitamente documentale e con tempistiche più ridotte.

Per quanto riguarda durata e tempistiche del procedimento per il rilascio dell’autorizzazione, si prevede che entro 30 giorni dalla ricezione della domanda l’autorità competente ha l’obbligo di comunicare al richiedente la data di avvio del procedimento.

Ai fini del rilascio dell’AIA l’autorità competente convoca un’apposita conferenza dei servizi decisoria, alla quale sono invitate le amministrazioni competenti in materia ambientale; nel caso di impianti a competenza statale, sono invitatati anche i Ministeri dell’interno, del lavoro, della salute e dello sviluppo economico; invece, nel caso di impianti a competenza regionale, sono invitate alla conferenza anche la altre amministrazioni competenti per il rilascio dei titoli abilitativi richiesti contestualmente al rilascio dell’AIA.

In sede di conferenza dei servizi, alla luce della logica di semplificazione perseguita dall’autorizzazione, l’amministrazione competente è tenuta quindi ad acquisire i pareri, le valutazioni tecniche e ogni altro atto di assenso da altre pubbliche amministrazioni. Inoltre, è in questa sede che si acquisiscono le prescrizioni del Sindaco del comune, di cui agli

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artt. 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, dove l’opera verrà localizzata181.

Il procedimento di AIA deve concludersi entro centocinquanta giorni dalla data di presentazione dell’istanza182. Tale termine è estendibile di

ulteriori trenta giorni solo nel caso in cui venga richiesta un’integrazione documentale. In caso di inerzia dell’amministrazione sono previsti poteri sostituivi in capo all’organo politico.

Il provvedimento di AIA è un esempio applicativo dei principi di prevenzione e precauzione, di correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, ma anche del principio dello sviluppo sostenibile183. A dimostrazione del fatto che il provvedimento di AIA è

espressione di tali principi è che, ex art. 29bis d.lgs. 152/2006, viene rilasciato sulla base delle migliori tecnologie disponibili, le best avaible

techniques – BAT184. Le BAT, che risultato essere il frutto di una

ponderazione tra i benefici ambientali e i relativi costi, vengono definite come la più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costruire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione e delle altre condizioni di autorizzazione intesi ad evitare oppure, ove ciò si rilevi impossibile, a

181 Tali norme prevedono che entro 15 giorni dall’apertura di una fabbrica o di una manifattura

ricomprese tra quelle insalubri se ne debba dare comunicazione al Sindaco che, ove ritenga necessario, può vietarne l’apertura o prevedere determinate cautele. Inoltre, al Sindaco viene riconosciuta la facoltà di imporre prescrizioni finalizzate a impedire o prevenire il danno e il pericolo derivanti da vapori, gas, esalazioni, scoli o rifiuti provenienti da manifatture o fabbriche considerate insalubri.

182 Come stabilisce l’art. 29 quater, co. 10, d.lgs. 152/2006.

183 In particolare, con riferimento al principio dello sviluppo sostenibile, listituto dell’AIA rispecchia

il tentativo di raggiungere un equilibrio più sostenibile tra attività umane e sviluppo socio- economico – dove la sostenibilità costituisce un limite alla massimizzazione dello sviluppo – da un lato, e capacità rigenerative della natura dall’altro; del resto, lo stesso principio, ai sensi dell’art. 11 TFUE e dell’art. 37 CED, prescrive il riferimento ad un elevato livello di tutela dell’ambiente e a un miglioramento della sua qualità ad integrazione delle politiche dell’Unione . Cfr. G. Pizzanelli,

Conciliare interessi amministrando, nel dialogo tra scienza tecnica e diritto, cit., p. 91.

184 La direttiva 2010/75/UE ha previsto che le BAT devono essere individuate per ciascun settore

interessato e soggetto ad AIA. In particolare, si prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro tecnico a livello europeo, l’European IPPC Bureau, composto dai rappresentanti degli Stati Membri esperti della materia, ma al contempo che rappresentino le industrie. Il gruppo di lavoro è chiamato a redigere i documenti di riferimento sulle BAT, i c.d. Bat reference document – BREF, adottati successivamente con apposite decisioni di esecuzione della Commissione europea.

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ridurre in modo generale le emissioni e l’impatto sull’ambiente nel suo complesso185.

Il provvedimento di AIA prescrive i valori limite di emissioni fissati per le sostanze inquinanti che potranno essere emessi dall’installazione interessata in quantità significativa, anche alla luce del loro effetto combinato con le altre componenti ambientali (acqua, aria, suolo), nonché i valori limite ai sensi della normativa in materia di inquinamento acustico186. Inoltre, l’AIA

contiene le ulteriori disposizioni che garantiscono la protezione del suolo e delle acque sotterranee, le opportune disposizioni per la gestione dei rifiuti prodotti dall’impianto e per la riduzione dell’impatto acustico, nonché disposizioni adeguate per la manutenzione e la verifica periodiche delle misure adottate per prevenire le emissioni nel suolo e nelle acque sotterranee e disposizioni adeguate relative al controllo periodico del suolo e delle acque sotterranee in relazione alle sostanze pericolose che possono essere presenti nel sito e tenuto conto della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque presso il sito dell’installazione187.

Il provvedimento di AIA ha una durata pari a dieci anni, viene però previsto un sistema premiale a vantaggio degli impianti in possesso di certificazioni ambientali. In caso di certificazione EMAS, ex. reg. CE n. 1221/2009, l’AIA ha una durata pari a sedici anni; in caso di certificazione UNI EN ISO 14001, certificazione di matrice internazionale, ha una durata pari a dodici anni188.

Essendo il provvedimento in esame ad efficacia temporale limitata, assume rilievo particolare la fase riesame, applicando così una tutela ispirata al command and control; fase in cui l’autorità competente riesamina

185 Art. 5, co. 1, lett. l), d.lgs. 152/2006.

186 L’elenco delle sostanze inquinanti è indicato nell’allegato X alla Parte seconda del TUA. 187 Sul punto si veda il novellato comma 3bis dell’art.29 sexies d.lgs. 152/2006, che evidenzia

ulteriormente l’approccio integrato che sposa lo strumento dell’AIA.

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periodicamente l’autorizzazione ambientale, confermando o aggiornando le relative condizioni.

Il riesame tiene conto di tutte le conclusioni sulle BAT, nuove o aggiornate, applicabili all’installazione e adottate da quando l’autorizzazione è stata concessa, nonché di eventuali nuovi elementi che possano condizionare l’esercizio dell’installazione189.

Se durante la fase di riesame emergono difformità sulla base di quanto previsto in sede di rilascio del provvedimento di AIA scatta l’esercizio del potere sanzionatorio che si può concretizzare in una diffida, una diffida e contestuale sospensione dell’attività per un periodo di tempo determinato, fino alla revoca del provvedimento e chiusura dell’impianto. Per i soggetti che esercitino senza essere in possesso di AIA o che proseguano dopo che la stessa sia stata revocata è previsto la pena dell’arresto fino ad un anno o una ammenda da 2.500 a 2.600 euro190.

I controlli competono all’ISPRA quando l’AIA è di natura statale e delle ARPA quando l’AIA è di competenza regionale.