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Avventura, lotta contro un nemico comune e giustizia sociale: l’appeal

3. Le tre “I” di Terrorismo: Identità, Ideologia, Informazione

3.2 Identità multimediale: la strategia di comunicazione dello SI

3.2.3 Avventura, lotta contro un nemico comune e giustizia sociale: l’appeal

Secondo gli studi dello storico e sociologo E. Todd,163 lo scenario culturale e sociale che attualmente caratterizza l’Europa e gli Stati Uniti presenta tre aspetti

fondamentali:

1. Il vuoto ideologico.

2. Il pessimismo culturale causato tanto dalla crisi economica quanto dalla stagnazione dell’istruzione.

3. L’atomizzazione della società e la conseguente volatilità delle relazioni sociali. Il vuoto ideologico deriva dalla mancanza di credenze e narrazioni potenti e stabili, di origine religiosa o laica, radicate territorialmente. Il processo di disintegrazione di credenze e valori condivisi, avviatosi a partire dagli anni settanta, ha condotto ad una graduale e caotica frammentazione delle forze politiche e delle ideologie tradizionali,

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L’incremento della popolarità dei partiti ultraconservatori, che presentano programmi dalle sfumature razziste, in Europa e non solo ne è un chiaro esempio.

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176 che, non essendo state rimpiazzate, hanno lasciato tale vacuum. Infatti, secondo

l’autore, anche le contro-credenze e le contro-ideologie come l’ateismo non trovano più la loro ragione d’essere, mancando l’oggetto della loro contestazione. Si giunge così ad un vuoto esistenziale che, a causa dell’ansia e del sentimento di mancanza, innesca la ricerca di un avversario contro il quale creare nuovi valori e nuove ragioni di coesione. Inizialmente il vuoto fu riempito dal benessere, da una vita resa più interessante dalla possibilità di viaggiare, di incontrare persone differenti e di accedere ad molteplici divertimenti164, tuttavia la crisi economica ha diminuito drasticamente queste opportunità, riportando a galla il sentimento di vuoto e di assenza.

Questa condizione sociale ed esistenziale ha avuto due sviluppi speculari e

consequenziali. Da una parte la diffusione e il rafforzamento dell’islamofobia. L’Islam è infatti percepito come l’ultima credenza attiva di cui la laicità disorientata ha

disperatamente bisogno come capro espiatorio dei problemi profondi e metafisici di società alla deriva ideologica, politica, economica e culturale. Dall’altra questo vuoto è stato colmato dall’Islam, molto spesso nelle sue manifestazioni più radicali. Ciò ha due cause di fondo: la prima è la stessa islamofobia, concausa dell’emarginazione e dell’esclusione sociale delle comunità diasporiche di matrice islamica. La seconda è la presenza in Europa di esponenti dei movimenti islamici radicali, dovuta alla

concessione dell’asilo politico a partire dagli anni sessanta, quando il giro di vite in

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177 senso laico e le persecuzioni da parte dei governi dei paesi a maggioranza musulmana si sono intensificate. Questi “Imam” hanno continuato la loro predicazione nelle sale di preghiera e nelle moschee, spesso situate nelle aree periferiche di centri urbani. Ciò ha avviato il fenomeno della radicalizzazione in moschea ancora oggi attivo.

Il pessimismo culturale rappresenta certamente una conseguenza del vuoto ideologico ma è principalmente causato dalla stagnazione dei sistemi educativi e dell’istruzione di medio e altro livello. La percentuale dei laureati è stabile al 33% dagli anni novanta: questo significa che esiste ancora un plafond de verre, che limita l’accesso all’istruzione di alto livello ad una parte della popolazione. Ciò ha due

conseguenze: l’emarginazione di alcune sacche sociali e culturali, e la crisi del sistema dell’istruzione che conduce all’assenza di rinnovamento ed al vacillamento dei valori e delle pratiche democratiche.

Anche in questo caso, l’Islam con il suo organico sistema di valori e il senso ecumenico ad esso intrinseco, è riuscito ad insinuarsi negli spazi vuoti ponendosi quale punto di riferimento, prassi e credenza comune capace di offrire il senso di appartenenza, d’identità e di coesione che il sistema culturale occidentale non è più in grado di fornire.

L’atomizzazione della società, a partire dal declino del modello famigliare

tradizionale quale unità di base delle società stesse, ha comportato un abbassamento del tasso di fecondità e l’invecchiamento della popolazione. L’individualismo e la

178 ricerca di autodeterminazione del singolo a scapito della comunità non sono stati, per cosi dire, controbilanciati dall’emergere di progetti sociali condivisi e di volontà di gruppo.

Ancora una volta sia dal punto di vista demografico sia dal punto di vista sociale, le popolazioni musulmane compensano tali squilibri. Sono principalmente costituite da giovani alla ricerca di obiettivi comuni e consistenti che l’Islam politico è in grado di offrire.

Tutto ciò e molti altri elementi, propri degli specifici contesti sociali, concorrono all’incremento dei casi di radicalizzazione soprattutto tra i giovani. Molti di questi casi seguono uno schema classico di inter-radicalizzazione tra giovani coetanei/e che

condividono interessi, condizioni sociali e che si influenzano reciprocamente. Si sono verificati molti casi di ragazze che, provenienti da famiglie di religione musulmana, affascinate dell’ideologia dell’Islam radicale hanno lasciato le loro case e le loro vite per unirsi ai muğahiddīn in Siria e in Iraq. Queste giovani donne,

rifiutando il modello della donna “occidentale” che sacrifica la famiglia e il ruolo tradizionale di madre per l’autodeterminazione e la carriera, trovano nell’Islam la propria identità di donne e madri della nuova patria, dello Stato Islamico.

Quest’ultimo ha messo in atto una vera e propria politica matrimoniale (che ricorda quella dei Romani con le Sabine) tra i combattenti e le donne delle popolazioni locali (in Siria soprattutto). Per il Califfato “le donne e i bambini sono la spina dorsale, il

179 futuro”165, perciò paga la dote della sposa, la casa, il viaggio di nozze e offre

agevolazioni per i figli.

Una delle attrattive fondamentali della propaganda jihadista è l’offerta di

un’esperienza avventurosa e la possibilità di lottare per una causa che è iusta et pia.

L’ideale romantico del combattente e del martire che sacrifica tutto per un bene superiore è magnetico per giovani che vivono il vuoto ideologico occidentale.

Un'altra causa della radicalizzazione e della scelta di unirsi alla legione straniera jihadista è l’aumento della disoccupazione di giovani qualificati.

Oltre ai paesi europei, agli Stati Uniti ed al Giappone, il Maghreb ha conosciuto negli ultimi anni un incremento esponenziale dei giovani laureati che sono destinati alla disoccupazione. Dal 2011 in Tunisia i sindacati universitari e i comitati

studenteschi lottano contro l’assenza di programmi per l’inserimento nel mondo del lavoro. Gruppi come AQIM e lo Stato Islamico hanno continuamente bisogno di personale qualificato nell’ambito della tecnologia, della comunicazione, della gestione delle risorse166 e offrono posti di lavoro ben retribuiti. Si trovano on-line annunci di offerte di lavoro dello Stato Islamico: a Raqqa cercavano segretari amministrativi da impiegare nel sistema scolastico167.

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L. Napoleoni, ISIS, lo stato del terrore. L’attacco all’Europa e la nuova strategia del Califfato, Feltrinelli, Milano, Edizione aggiornata 2016. P. 113. 166 http://www.ibtimes.co.in/isis-job-vacancy-jihadists-offer-salary-225000-new-oil-refinery-manager-612896 167 http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/isis-advertises-10-jobs-in-the-caliphate-including-press- officers-bomb-makers-and-teachers-10168485.html

180 La propaganda e le strategie di reclutamento dei gruppi terroristici contemporanei fanno leva su tutti questi elementi di debolezza delle società (post)democratiche approfittano delle falle del sistema capitalistico internazionale.

In conclusione, ogni fattispecie di percorso di radicalizzazione ha le proprie caratteristiche specifiche, ma generalmente si può identificare un calo nei casi

d’indottrinamento in moschea e un aumento dei processi di auto-radicalizzazione on- line, proprio grazie alla diversificazione delle strategie propagandistiche proposte negli ultimi anni. Infatti lo Stato Islamico “si concentra sul singolo individuo di cui esamina esigenze e motivazioni.(…) Soprattutto il messaggio di radicalizzazione è più

nazionalistico e patriottico che religioso.”168 Non deve stupire pertanto l’attrattiva dell’appello dello SI in società che, dopo la democrazia, non hanno progetti politici comuni e positivi da offrire ai loro giovani.

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