1. Le tre “S” del Terrorismo: Studio, Significato e Storia
1.4. Nuovi e vecchi schemi del terrorismo: tra divergenza e continuità Storia del
1.4.3 Il potere dell’ideologia
Una retorica diretta e semplice
Il terzo pilastro delle strutture terroristiche è costituito dalla struttura ideologica su cui esso pone le proprie fondamenta. In generale, più il sostrato ideologico è efficace più un’organizzazione terroristica ha successo.
Un’ideologia per essere efficace deve contenere messaggi semplici, coerenti e largamente comprensibili; per ampliare la sua funzione magnetica, la struttura del messaggio è spesso fondata su un dialettica manichea: noi-loro, fedeli-infedeli, giustizia-ingiustizia, deboli-potenti, poveri-ricchi, semplificando la percezione del mondo e dell’altro. Sebbene la realtà venga distorta dalla lente ideologica, essa viene anche resa più comprensibile e perciò anche più accettabile.
La finalità generale di un costrutto ideologico è quello di orientare i comportamenti e le azioni dei membri e di ottenere delle reazioni da parte dei non membri (designati in base alla logica A/non A ovvero Noi/non Noi).
Una conseguenza immediata di tale retorica è la de-umanizzazione dell’Altro, inteso soltanto come nemico, non come essere umano, impedendo così tanto ai perpetratori di atti terroristici quanto alle vittime di mettersi nei panni dell’altro e percepirlo come proprio simile. Questo costituisce forse il lato più oscuro e pericoloso della
manipolazione ideologica portando con sé fraintendimenti, paura e inasprimento della violenza. Tale processo sembra attivarsi non soltanto nei confronti di persone
60 geograficamente e culturalmente distanti ma anche verso i vicini di casa: ne sono una dimostrazione le recenti violenze a Bruxelles, a Parigi e a Baghdad, colpite dai propri cittadini45 e con vittime correligionarie.
Una fase dell’addestramento dei combattenti terroristi comporta l’indottrinamento attraverso processi psicologici, che prevedono la scissione netta del soggetto dal resto del genere umano in molti casi già avvenuta spontaneamente; ciò fa si che essi vedano gli uomini come nemici, le donne e i bambini come possibili vittime collaterali. Non padri, fratelli, nonni, madri, figli e figlie. Molti di essi riportano gravi disturbi della personalità in seguito a torture e trattamenti disumani subiti nelle famigerate carceri mediorientali, russe o africane (per non citare Guantanàmo). I prodotti di ciò non sono “pazzi squilibrati” come molti politici o addetti ai media usano descrivere, ma piuttosto persone sensibili alla dissociazione sociale e talvolta inclini alla rabbia, alla violenza e a pensieri ossessivi di vendetta.
Gli stessi processi speculari si innescano nelle vittime di attacchi terroristici: la dissociazione sociale, la scissione del cervello razionale da quello emotivo dovuta all’evento traumatico e al lutto, conducono alla medesima sintomatologia legata al pensiero ossessivo che ha come fulcro il desiderio di vendetta. Tali reazioni
patologiche sono perfettamente prevedibili e su di esse è perciò possibile intervenire clinicamente, ma purtroppo sono utilissime al fine della manipolazione e quindi
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I processi di (auto)radicalizzazione e di deumanizzazione saranno trattati e approfonditi nel capitolo III relativo all’ideologia e le ripercussione sociali e psicologiche del terrorismo.
61 invece di essere lenite, le ferite vengono volutamente e subdolamente riaperte dai rispettivi discorsi ideologici.
Il pregiudizio inconsapevole diventa cosi la lente forgiata dalla propaganda, attraverso la quale viene letta la realtà. Si tratta di una lettura dolorosa ed
incomprensibile che istiga circoli viziosi di violenza a nutrimento delle sotterranee radici del terrorismo e della ritorsione violenta.46
La funzione ideologica si sviluppa in modo bidirezionale su due fronti:
internamente la manipolazione dell’opinione è principalmente finalizzata a mantenere la coesione e a rafforzare il sostegno materiale e morale. Esternamente, invece, l’azione di orientamento ideologico è molto più delicata, complessa ed imprevedibile; non sempre infatti la reazione esterna risulta essere quella ricercata e attesa. Si può assumere che la finalità è quella di dare una giustificazione comprensibile (e condivisibile?) alle azioni compiute nel tentativo di ottenere sostegno (visibilità) esterno ed ingrossare le fila dei seguaci. Può tuttavia anche essere il contrario: la ricerca di una reazione contraria (violenta) come giustificazione stessa del messaggio ideologico.
Partendo dalla dialettica manichea sembra forse più chiara la teleologia ideologica: creare ordine, comprensione e coesione interna, portare disgregazione e disordine all’esterno. Il principio del “divide et impera” risulta sempre molto efficace ed
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Questo discorso sarà ripreso alla fine di tale lavoro per rielaborarlo come chiave di alcune buone pratiche contro il terrorismo.
62 adattabile ai più svariati contesti: è proficuo infatti sfruttare le debolezze, le fratture, le rivendicazioni senza sfogo e dare loro un quadro ideologico di riferimento. L’abilità nel far leva sui punti dolenti ha una doppia valenza: da un lato quella di ampliare il bacino di possibili nuove adesioni, dall’altro quella di provocare un sospetto e un timore tali nelle altre parti della società da logorarne il tessuto costitutivo.
Un possibile esempio di tale meccanismo può essere il seguente: quando una popolazione ha paura è molto più disposta a rinunciare a diritti e libertà in cambio di sicurezza47, generando in tale modo un circolo vizioso di rottura del patto sociale, sospetto e violenza, scatenando reazioni (preventive o ritorsive) che finiscono per giustificare nuove azioni terroristiche.
L’ideologia come messaggio
Affinché una data ideologia abbia risonanza devono verificarsi diverse condizioni contemporaneamente. L’ideologia agisce a livello comunicativo e necessita perciò di un mittente, di un mezzo di comunicazione e di un destinatario per svolgere le proprie funzioni. Il mittente deve saper costruire il messaggio in modo che sia recepito dal destinatario e che sia idoneo al mezzo comunicativo di cui vuole usufruire. È necessario un destinatario in grado di decodificare e fare proprio il messaggio, deve quindi esistere un sostrato sociale, politico e culturale fertile al
contenuto ideologico. Devono inoltre esserci degli “spazi ricettivi” pronti ad accogliere
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Cfr. Patriot Act, 2001. https://www.fincen.gov/statutes_regs/patriot/ and http://www.justice.gov/archive/ll/highlights.htm
63 tale contenuto. Questi spazi ricettivi coincidono spesso con le fratture ed i vuoti (di potere, di valori, di cultura) presenti in una data realtà e sono essenziali alla vita e al vigore di un pensiero ideologico. La principale difficoltà e ostacolo in tale ambito è il fraintendimento del messaggio da parte del destinatario. Per quanto riguarda infine il mezzo di comunicazione del messaggio ideologico, occorre valutarne la prestazione rispetto ad altri in base al tipo di messaggio e di destinatario.
La politica e la costruzione ideologica sono, in generale, materia di competenza dei
leaders che solitamente non superano la decina di individui. Il mittente è quindi
costituito da cerchie ristrette di persone, talvolta anche solo da un singolo individuo. I mezzi di comunicazione e di propaganda utilizzati sono molteplici e sono
“targettizzati” sulla base del pubblico (destinatario del messaggio). La violenza stessa (sotto forma di atto, di minaccia, di contenuto multimediale) è il mezzo attraverso il quale si trasferisce il messaggio ideologico enfatizzando i gesti compiuti quali successi sul nemico. Ed infine c’è la sottile pervasività della mistica della “bella morte e
dell’estetica del gesto plateale”48 di chi ha sempre vissuto come un signor nessuno.
L’ideologia e la globalizzazione
La globalizzazione, che ha avuto come conseguenza la democratizzazione e la liberalizzazione dell’informazione e della comunicazione, ha elevato in modo
esponenziale la portata ideologica grazie alle molteplici reti e livelli sui cui essa può
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Recensione da parte di Davide Bidussa del libro di Gabriele Donato, La lotta è armata. Sinistra rivoluzionaria e
64 viaggiare ed espandere. In questo contesto, il messaggio confezionato da un nocciolo ristretto di persone raggiunge un’infinità di destinatari, con un linguaggio semplice e diretto, attraverso canali comunicativi efficacemente sfruttati e pensati ad hoc. Se tradizionalmente era il messaggio ideologico a doversi adattare al medium,
attualmente esiste un medium per ogni tipologia d’informazione, fatto questo che aumenta la capillarità e la potenza comunicativa del contenuto.
La caratteristica transnazionale delle recenti organizzazioni, che hanno cellule e affiliati in molti paesi, fa sì che la conoscenza e la comprensione dei bisogni e delle peculiarità dei diversi destinatari sia tanto precisa ed approfondita da rendere il
messaggio quasi personalizzato, come insegnano le basi delle strategie di web e social media marketing.
La finezza nella costruzione del messaggio, la capillarità dei mezzi d’informazione e l’abilità di sfruttarne a pieno le potenzialità e l’efficacia costituiscono i grandi elementi di novità del ideologia radicale del XXI secolo e sarà proprio su questi che si
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