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Le dimensioni del campione consentono di valutare per comprensorio il nume-ro complessivo delle aziende e degli addetti nell'artigianato. Però, salvo il caso di Torino e di qualche altro comprensorio di maggior rilievo occupazionale, non è possibile fornire molto più di qualche indicazione riguardante i settori produttivi in cui l'artigianato è presente. La distribuzione delle aziende e degli addetti per comprensorio, previa estensione all'universo dei dati campionari, è riportata nella tabella n. 5. Tab. n. 5 Comprensori 1 Torino 2 Ivrea 3 Pinerolo 4 Vercelli 5 Borgosesia 6 Biella 7 Novara 8 Verbania 9 Cuneo

10 Saluzzo - Savigliano - Fossano 11 Alba - Bra 12 Mondovi 13 Asti 14 Alessandria 15 Casale Monferrato Complesso Aziende % Addetti % artigiane 40,5 97.100 40,6 2,2 4.400 1,8 2,4 5.400 2,3 2,8 5.800 2,4 2,4 5.300 2,2 6,2 16.500 6,9 6,3 17.400 7,3 5,7 13.100 5,5 4,4 9.000 3,8 4,5 10.600 4,4 3,0 5.400 2,3 1,9 3.600 1,5 - 4,5 10.600 4,4 11,2 30.500 12,8 2,0 4.400 1,8 100,0 239.100 100,0 38.300 2.000 2.300 2.600 2.300 5.900 6.000 5.400 4.200 4.300

2.800

1.800

4.300

10.600

1.900 94.700

La tabella mette innanzitutto in luce il peso di Torino che da solo conta per cir-ca il 40,5% sia sul numero totale delle aziende che su quello degli addetti. Si noti che questa percentuale appare più bassa di quelle stimate con riferimento all'oc-cupazione industriale (pari a circa il 55%) e all'ocall'oc-cupazione totale (pari a circa il 48%). Lo stesso fenomeno si manifesta anche nel caso di Ivrea che, pur contando per il 3,4% dell'occupazione industriale del Piemonte e per il 3% di quella com-plessiva, conta soltanto per l'l,8% dell'occupazione artigianale.

Una spiegazione di questo fenomeno che non si manifesta negli altri compren-sori a più elevata industrializzazione, deve probabilmente essere ricercata nel fat-to che nei due comprensori considerati c'è una elevata concentrazione dell'occu-pazione industriale in aziende di dimensione molto grossa che non hanno attuato un processo di decentramento produttivo nei confronti dell'artigianato ma, even-tualmente, soltanto nei confronti di imprese di media e piccola dimensione. Que-sta osservazione può essere ulteriormente rafforzata considerando che nei due

comprensori c'è una minor presenza relativa dell'artigianato di produzione rispet-to a quello di servizio. Infatti, la percentuale di aziende produttrici di servizi supe-ra il 60% in Torino e il 67% in Ivrea mentre si aggisupe-ra sul 55% a livello regionale. In entrambi i casi, ma specialmente per Ivrea, l'artigianato sembra rivolgersi alla clientela privata di più di quanto avviene nel resto del Piemonte anche se in Tori-no c'è una miTori-nor presenza relativa del settore delle costruzioni che ha per lo più questo sbocco produttivo.

Negli altri comprensori a più elevata industrializzazione: Biella, Borgosesia, Verbania e Novara, la percentuale dell'occupazione nell'artigianato sul totale pie-montese supera le corrispondenti percentuali relative all'occupazione industriale e, in maggior misura, a quella totale. Nel caso di Biella e Novara è molto consi-stente la presenza di aziende produttrici di semilavorati e prodotti finiti, destinati a piccole e medie imprese come conseguenza dei processi di decentramento attua-ti dalle industrie tessili in Biella e da quelle del vesattua-tiario e del metalmeccanico in Novara. Per Verbania e Borgosesia non è possibile essere molto più precisi data l'esiguità del campione. Pare tuttavia che i fenomeni che ivi si manifestano non siano troppo dissimili da quelli appena ricordati: decentramento del metalmecca-nico nel comprensorio di Verbania, e del tessile e meccametalmecca-nico in Borgosesia.

Nei comprensori di Alessandria e Saluzzo il peso dell'artigianato appare parti-colarmente elevato. Infatti, mentre tali comprensori contano rispettivamente per il

12,8% e per il 4,4% dell'occupazione artigianale piemontese, essi contano soltan-to per circa il 6,7% e l'I,9% in quella industriale. Naturalmente, la causa più rile-vante di questo fatto è la presenza di tradizioni artigianali in particolari settori e precisamente nell'oreficeria, nelle calzature e nei trasporti per il caso di Alessan-dria e nei mobilifici, nelle lavorazioni minerali non metalliferi e negli alimentari nel caso di Saluzzo.

Rilevante è anche il peso dell'artigianato nei comprensori di Cuneo e Asti dove l'occupazione artigianale pesa rispettivamente per il 3,8% e per il 4,4% contro percentuali di circa il 2,2% e il 2,9% per l'occupazione industriale. Nel cuneese si nota una certa specializzazione nel legno e mobili e nella lavorazione di minerali non metalliferi, presumibilmente come effetto della vicinanza con Saluzzo.

Nell'artigianato c'è una notevole specializzazione in campo alimentare e qual-che interessante iniziativa nella lavorazione del ferro, nel vestiario e arredamento (arazzi), nelle calzature e nel legno.

Nei rimanenti comprensori: Pinerolo, Vercelli, Alba, Mondovi e Casale M. la distribuzione dell'occupazione artigianale sul totale piemontese indica un peso di poco superiore a quella dell'attività industriale. In quasi tutti questi comprensori si nota una certa specializzazione nel settore alimentare.

Altre specializzazioni si hanno nel metalmeccanico (Vercelli, Pinerolo, Casale M.), nel legno (Alba, Mondovi), nell'abbigliamento (Alba, Casale M., Pinerolo). Da segnalare inoltre che in molti comprensori esterni a Torino, salvo Pinerolo, Biella, Mondovi e Alessandria, la quota di occupazione artigianale nel settore del-le costruzioni supera la media regionadel-le la quadel-le è quindi fortemente abbassata dal dato di Torino dove le aziende di costruzioni sono pari al 17,9% del totale contro una ercentuale del 20,9% riscontrata a livello piemontese. Come si vede, all'esterno di Torino le costruzioni non sembrano avere un peso molto consistente

nei comprensori a elevata specializzazione artigianale. Negli altri comprensori l'e-levata presenza delle costruzioni contribuisce a spiegare le percentuali più elevate registrate dalle aziende di piccola dimensione.

La presenza di lavorazioni artistiche riguarda un numero limitato di compren-sori. A livello di campione le aziende con produzione artistica rappresentano il 5,5% del totale. Percentuali più elevate denotanti quindi una certa specializzazio-ne si sono rilevate specializzazio-nei comprensori di Saluzzo (mobili), Alessandria (oreficeria) e Pinerolo (lavorazioni di ferro e rame).

Naturalmente, c'è una certa diffusione dell'artigianato artistico in quasi tutti 1 comprensori ma la significatività dei dati campionari è molto limitata. Nel caso di Torino, la presenza di produzioni artistiche non appare trascurabile ma riguarda diversi settori (abbigliamento, mobili, cartotecnica, lavorazioni minerali e metal-meccanico) per cui risulta difficile attribuire al comprensorio una precisa specia-lizzazione in campo di particolari produzioni artistiche.

L'esame della distribuzione delle aziende per anno di costituzione (attuale) in-dica che nei comprensori di Torino e Biella c'è, rispetto alla regione, una percen-tuale più elevata di aziende di costituzione recente, cioè dopo il 1970. In questi comprensori presumibilmente il processo di decentramento si è attuato con mag-giore intensità specialmente nei settori tessili e metalmeccanico. Altri comprensori con percentuali di aziende di costituzione recente attorno ai valori medi regionali sono quello di Novara, Verbania e Ivrea. Oltre a qualche fenomeno di decentra-mento metalmeccanico, si ha in tali casi anche una non indifferente espansione nel settore delle costruzioni.

La presenza di aziende di costituzione molto lontana nel tempo ha particolare rilievo nei comprensori di Pinerolo, Vercelli, Cuneo, Alba e Asti, cioè quelli in cui continua ad esserci un maggior peso delle attività agricole. Nei comprensori a tra-dizione artigianale artistica, quali Alessandria e Saluzzo, hanno peso rilevante sia le aziende costituite da molto tempo sia quelle di costituzione più recente, mo-strando quindi una certa continuità nella tradizione.

Per quanto riguarda le prospettive di aumenti occupazionali si può osservare che ci sono alcune differenze a livello comprensoriale che non sembrano però es-sere particolarmente elevate. La percentuale di aziende che prevedono un'espan-sione occupazionale è pari al 12,2% per la regione. Attorno a questo valore si tro-va il comprensorio di Torino, Borgosesia, Verbania, Mondovì, Cuneo, Asti. Regi-strano valori superiori a quello medio: Biella, Vercelli, Novara, Saluzzo, Casale, e valori inferiori: Ivrea, Alba, Alessandria e Pinerolo. Il valore minimo si ha nel comprensorio di Pinerolo con il 7,1% di aziende con prospettive di espansione oc-cupazionale. Quello massimo si ha in Biella con il 16,3%. In linea generale, sem-brano presentare migliori prospettive i comprensori su cui si manifestano processi di decentramento e quelli in cui si ha una forte presenza di una tradizione artigia-nale ad alta specializzazione.

Anche le differenze tra comprensori nei riguardi delle probabili difficolta nel re-perimento di manodopera non sembrano nel complesso essere di enorme portata. Si può solo notare che sembrano incontrare minori difficoltà rispetto alla media regionale i comprensori di Vercelli, Mondovì, Asti, Borgosesia, Torino. In alcuni casi pare che ci sia disponibilità di manodopera generica ma non di quella

qualifi-cata; in altri casi la risposta di non prevedere difficoltà può probabilmente essere assimilata a quella di non avere intenzioni di espandere l'occupazione. Nei com-prensori di Biella, Ivrea, Novara, Verbania e Saluzzo sembrano esserci difficoltà maggiori che altrove, determinate sia dalla mancanza di manodopera specializza-ta sia dalla concorrenza esercispecializza-taspecializza-ta dalle attività industriali.

Tab. n. 1

Distribuzione % delle aziende artigiane per forma giuridica attuale