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Dinamica del valore aggiunto nel settore manifatturiero piemontese per tipo di imprese

2.7. Prime conclusioni

Le riflessioni che siamo andati facendo, confrontando le diverse fonti di informa-zione relative all'artigianato piemontese, concordano in b u o n a misura nel ritenere inadeguate le interpretazioni, vecchie e nuove, che tendono ad enfatizzare la di-mensione produttiva (di beni) del settore.

Sia l'artigianato tradizionale ed artistico, quello cioè che evoca in qualche modo tecniche di produzione preindustriali, sia l'artigianato moderno, compreso

quello che si sviluppa a seguito di processi di ristrutturazione e decentramento dei settori industriali, sembrano riguardare non più di un terzo dell'intero settore ar-tigianale; il resto, come abbiamo visto, svolge attività che in vario modo sono ri-conducibili al settore dei servizi e del commercio.

La situazione dell'artigianato, cioè presenta un'ampia articolazione interna che può essere rappresentata come segue:

1. Servizi

A R T I G I A N A T O C O N N E S S O \ \ ^ ( p r o d u z i o n e e commercio)

A L 1 b K Z J A K l U

4. Installazione, riparazione, manutenzione .—privati - i m p r e s e

A R T I G I A N A T O C O N N E S S O A L L ' I N D U S T R I A

1. Produzione per il mercato 2. Produzione per le imprese

(decentramento o sub-lavorazione) 3. Produzione delle costruzioni;

-costruzione edile instali, - m a n u t e n z i o n e impianti

Una prima riflessione che emerge dalla lettura di questa riclassificazione delle categorie esistenti e come risultato della disamina critica è che, essendo la zona di sovrapposizione eventuale tra Piccola Industria e Artigiano di dimensioni piutto-sto limitate, le considerazioni che spesso si fanno circa le politiche di intervento regionale risultano viziate da questa visione «industriocentrica» e generalizzante dell'artigianato che, ribadiamo, costituisce un insieme eterogeneo e residuale di fi-gure professionali accomunate non da una logica produttiva, quanto da definizio-ne giuridica condefinizio-nessa ad un sistema di garanzie.

Diversi sono quindi i problemi e i modi di affrontarli per microimprese (la mi-noranza) e per lavoratori autonomi ed è probabile che una ugualizzazione dei si-stemi delle garanzie sociali per tutti i cittadini comporterebbe uno sfoltimento na-turale della categoria, riconducendola ad un insieme più omogeneo di operatori fondato su una più chiara definizione giuridica del settore (Cap.I).

Questa ipotesi comporta conseguenze rilevanti sia sul piano conoscitivo, sia sul piano operativo per chi, come l'ente locale, ha responsabilità e competenze diret-te verso il settore.

Sul piano operativo, due tipi di interventi che sono di competenza regionale vengono ampiamente sollecitati dai rappresentanti delle associazioni sindacali ar-tigiane: l'erogazione di credito a tasso agevolato e l'avvio di iniziative di forma zione professionale.

1) Riguardo al credito, le osservazioni fatte nel corso dei precedenti capitoli mo-strano come il problema debba essere affrontato avendo presenti esigenze di fi-nanziamento che in scarsa misura sono assimilabili a quelle delle piccole im-prese industriali.

L'analisi delle modalità di realizzazione degli ammortamenti nelle imprese ar-tigiane, ad esempio, ha dimostrato indirettamente l'esiguità degli investimenti in macchinari ed impianti (si veda anche la parte seconda del volume). 2) Quanto alla formazione professionale, l'estrema articolazione del settore, il suo

collocarsi in un punto di confluenza di logiche diverse (produttive, commercia-li, di servizio), suggeriscono un'articolazione di interventi che tenga presenti almeno tre aspetti:

a) la formazione alla gestione, intesa come acquisizione di strumenti di cono-scenza dei margini di sviluppo che all'impresa artigiana vengono lasciati dalla struttura economica e sociale esterna al fine di aumentare la capacità dei tito-lari delle imprese nel prendere decisioni «imprenditoriali». Questo aspetto del-la formazione acquista un certo rilievo, come è ovvio, soltanto per le imprese artigiane di più ampie dimensioni;

b) la formazione professionale, in senso stretto, ossia l'acquisizione di specifiche abilità professionali che hanno la loro sede privilegiata di applicazione proprio nelle piccole botteghe artigiane e in particolare nei settori di artigianato artisti-co;

c) un sottotipo particolare di formazione professionale che riguarda quell'insieme di mestieri artigiani che abbiamo definito «attività di manutenzione, riparazio-ne ed installazioriparazio-ne» e che, come abbiamo visto, hanno come mercato preva-lente le famiglie.

In questo caso la formazione professionale assume un rilievo particolare anche rispetto al problema delle garanzie da offrire agli utenti dei servizi, garanzie che in alcuni casi acquistano una rilevanza del tutto particolare in termini di «sicurezza»: è per esempio il caso di elettricisti, idraulici, riparatori di mezzi di trasporto, ecc.

3) Un terzo tipo di intervento che riguarda i problemi di infrastrutturazione e di

localizzazione, la fornitura, cioè, di servizi agli artigiani, in funzione anche di

ipotesi di eventuale rilocalizzazione di determinati settori, può essere affronta-ta a partire dal riconoscimento dell'esistenza di alcune «aree sistema» che hanno una precisa fisionomia e su cui probabilmente è possibile avviare, in fase sperimentale, gli interventi.

Le aree di specializzazione della lana, dell'oreficeria, del mobile, ecc., sono note almeno nel senso che un successivo approfondimento conoscitivo può es-sere ragionevolmente posto già in termini di «ricerca-intervento» coinvolgendo le categorie interessate nell'attività di progettazione.

4) La necessità di migliorare le conoscenze su cui basare gli interventi pone inol-tre il problema di acquisire strumenti conoscitivi che non richiedano ogni vol-ta di mettere in moto grosse e costose macchine di ricerca, ma di coordinare e mettere a frutto tutti i canali conoscitivi disponibili in via, per così dire, istitu-zionale.

Da un lato, gli stessi interventi cui si è accennato possono diventare canali in-formativi importanti qualora vengano predisposti adeguati strumenti di raccol-ta di informazioni.

Si pensi ad esempio alla mole di informazioni che possono essere raccolte at-traverso la documentazione relativa alle richieste di finanziamento o atat-traverso

le attività di informazione, qualora queste sollecitino la discussione di casi concreti e utilizzino tecniche di «autoanalisi».

D'altro canto, un'attenzione particolare deve essere rivolta aWAlbo

dell'Artigia-nato, in due sensi. Rispetto ai fenomeni che abbiamo più volte citato, di

iscrizio-ne all'Albo di lavoratori di fatto dipendenti o di piccole imprese che si configura-no come «reparti staccati», si pongoconfigura-no, evidentemente, problemi di controllo, che non possono essere risolti se non nel quadro più generale di una riconsiderazione dei meccanismi assistenziali e previdenziali per tutte le categorie di lavoratori. Nella situazione attuale l'Artigianato non può che funzionare anche come canale assistenziale. In termini strettamente conoscitivi, si pone invece un problema di

«manutenzione» delle classificazioni adottate e di censimento esplicito delle

Capitolo I