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e ricorso al credito

2.2. Disponibilità di fido bancario: fido sufficiente o insufficiente

Delle aziende del campione, il 27,6% ha dichiarato di avere un fido o altra for-ma di credito bancario e il rifor-manente 72,4% di non averlo. Come già visto, esami-nando invece le risposte sull'utilizzazióne di credito bancario, si hanno percentua-li analoghe: il 26,7% ha fatto qualche volta ricorso al credito ordinario e il 73,3% ha dichiarato di non essere mai ricorso.

La percentuale di aziende con fido o altra forma di credito bancario aumenta notevolmente con la dimensione aziendale: si passa dal 17,8% registrato per le aziende fino a 2 addetti al 74% per quelle con più di 10, passando attraverso il 42,8% per le aziende da 3 a 5 addetti e il 62,7% per quelle da 6 a 10. La grande

maggioranza delle aziende con disponibilità di credito bancario lo ha utilizzato al-meno qualche volta. La percentuale di aziende con più di 2 addetti che ha fatto ri-corso al credito supera infatti l'88% di quelle che ne hanno disponibilità. Tra le aziende fino a due addetti, si nota invece che il numero di quelle che hanno fatto ricorso almeno una volta al credito ordinario supera di circa il 7% il numero di aziende affidate. Sembra quindi che si manifesti talvolta il fenomeno di concessio-ne temporaconcessio-nea di facilitazioni creditizie in occasioconcessio-ne di particolari operazioni ef-fettuate da aziende artigiane di dimensione molto limitata. Probabilmente, una volta cessato il momento di necessità finanziarie, le aziende che non si pongono il problema di effettuare salti dimensionali tendono a rientrare nella normalità di ge-stione senza ricorrere alle banche.

A livello settoriale, si può notare che le aziende che più frequentemente dispon-gono di fido bancario appartendispon-gono all'artigianato di produzione. Infatti, risulta superire alla media la percentuale di aziende affidate nei settori della cartotecnica, oreficeria, tessile di Biella, mobili di Saluzzo, lavorazioni minerali, metalmeccani-co e legno. Tra le aziende che produmetalmeccani-cono servizi, è relativamente elevata la pre-senza di fido bancario nei settori dei trasporti. La spiegazione è presumibilmente legata al più lento rigiro dei mezzi finanziari che si riscontra nelle aziende di pro-duzione e, specialmente, in quelle che non operano direttamente con la clientela privata. Quest'ultima ragione sembra spiegare anche il caso dei trasporti che per lo più forniscono i propri servizi a imprese.

Delle circa 1.000 aziende del campione che dispongono di fido bancario il 75,5% dichiara di utilizzarlo. Dalle risposte si nota poi che soltanto il 61% ritiene sufficiente il volume di credito di cui dispongono.-Si deve però rilevare che una parte delle aziende affidate che non utilizzano il credito disponibile non ha rispo-sto alla domanda sulla sufficienza o meno di detto credito. Si può quindi ritenere, con elevata probabilità, che queste aziende dispongano di un fido sufficiente. Di conseguenza, si può stimare che la percentuale di aziende che non si lamentano di un affidamento troppo basso si aggiri attorno al 67%. Naturalmente, si deve tene-re semptene-re ptene-resente il fatto che molte aziende non hanno accesso al ctene-redito banca-rio mentre, come vedremo, potrebbero averne bisogno.

La quota di aziende che utilizzano effettivamente il credito messo a disposizio-ne dal sistema bancario aumenta con 0 crescere della dimensiodisposizio-ne aziendale. Si passa infatti dal 72% in quelle fino a 2 addetti a quasi il 90% in quelle con oltre

10 addetti.

A proposito della sufficienza del credito disponibile, si può osservare che le aziende di dimensione maggiore che, come si è detto, ricorrono più frequentemen-te al credito, si trovano in una situazione nettamenfrequentemen-te più sfavorevole delle altre. Infatti oltre il 56% delle aziende affidate che occupano più di 10 addetti dichiara-no che il fido concesso dichiara-non è sufficiente a far fronte alle loro necessità. Tale per-centuale scende a valori intorno al 30-35% per le aziende con meno di 10 addetti, senza che si possa notare l'esistenza di differenze significative tra i diversi rag-gruppamenti dimensionali.

L'affermazione appena effettuata può forse significare che il sistema bancario è restio ad ampliare il volume dell'affidamento in relazione alla crescita dimensio-nale delle aziende specialmente quando queste stanno sulla soglia del passaggio

all'attività industriale. Dal punto di vista bancario, si deve probabilmente tenere conto dei rischi connessi al salto dimensionale. Dal punto di vista della colletti-vità, non si può però trascurare di osservare che un simile comportamento tende a limitare gli stimoli ad un più elevato grado di imprenditorialità che, talvolta, si manifesta a livello dell'artigianato. Il fatto che questa limitazione creditizia operi con notevole intensità proprio nel momento più delicato che le aziende debbono affrontare nel processo di evoluzione, non può non avere delle chiare connotazio-ni negative e non richiedere una serie di misure atte a favorire le aziende in cresci-ta.

A sostegno di quanto appena affermato, si può rilevare che le più elevate per-centuali di aziende che dichiarano di avere un fido insufficiente sono quelle relati-ve ai settori a più rapida espansione: tessile di Biella, metalmeccanico, cartotecni-ca, mobili di Saluzzo, oreficeria.

Considerando ora soltanto le aziende che dichiarano di avere un fido sufficien-te si nota che l'ammontare di tale fido per addetto si aggira attorno ai 2 milioni. Il valore medio riportato deriva da valori nettamente superiori rilevati per le aziende di dimensione più limitata e nettamente inferiori per quelle più grandi. Infatti le aziende fino a 2 addetti dispongono di circa 2,8 milioni per addetto, quelle con di-mensione occupazionale da 3 a 5 si trovano sui valori medi del campione, quelle con 6-10 addetti hanno disponibile 1,9 milioni, quelle con oltre 10 addetti scendo-no fiscendo-no a 1,75 milioni. È probabile che il più elevato valore per addetto rilevato per le aziende minori sia, in larga parte, spiegato dal fatto che tali aziende utilizza-no il fido molto limitatamente e saltuariamente poiché spesso la loro attività è ca-ratterizzata da un scarso dinamismo (si continua ad operare come si è sempre fat-to) e il finanziamento della gestione risulta assicurato da un rapido rigiro, special-mente nel caso di aziende che forniscono la clientela privata. A conferma di que-sta affermazione que-sta il fatto che tali aziende utilizzano mediamente solo il 40-45% dell'ammontare di fido disponibile.

Al contrario, le aziende di dimensione maggiore utilizzano il credito disponibile in misura molto più elevata: mediamente attorno al 70-75%. Non è improbabile che tali aziende possano facilmente passare nella categoria di quelle con fido in-sufficiente se dovessero intraprendere azioni volte ad aumentare i livelli produttivi ed occupazionali. Ciò perchè, come si è visto, non sempre il sistema bancario ri-valuta tempestivamente il volume di credito concesso quando le aziende stanno attuando un processo di espansione, anzi talvolta non si ha neppure la rivaluta-zione necessaria a recuperare il degrado monetario dovuto all'inflarivaluta-zione.

Le aziende che hanno dichiarato di avere un fido insufficiente rappresentano circa il 33% di quelle affidate e poco più del 9% del totale delle aziende intervista-te. Le percentuali tendono a crescere con la dimensione aziendale. Si nota infatti che soltanto il 5% delle aziende intervistate che occupano fino a 2 addetti ritiene insufficiente il fido di cui dispongono. Tale quota sale rispettivamente ad oltre il 15% per le aziende da 3 a 5 addetti, a circa il 21% per quelle da 6 a 10, e addirit-tura al 42% per quelle con più di 10 addetti. Si ha cosi una nuova conferma delle maggiori difficoltà creditizie da parte delle aziende di dimensione maggiore.

L'ammontare di fido per addetto si aggira attorno ai 2 milioni, cioè attorno alla cifra rilevata per le aziende che ritenevano sufficiente il fido ottenuto.

Probabil-mente, il sistema bancario non esamina i programmi e i fabbisogni gestionali delle singole aziende, ma segue una prassi uniforme nei confronti di tutte le aziende ap-partenenti ad un certo settore e privilegia soltanto l'esistenza di garanzie reali pre-state dal titolare, al di fuori delle prospettive aziendali.

A livello dimensionale, si può osservare che il fido concesso alle aziende che occupano fino a 2 addetti risulta pari a circa 3,6 milioni per addetto. Esso si ridu-ce a 2 milioni circa per le aziende da 3 a 5 addetti, e a circa 1,8 milioni per quelle di dimensione superiore. Anche questi dati sembrano confermare che l'ammonta-re di fido non è stl'ammonta-rettamente legato al livello di attività dell'azienda m a piuttosto alle garanzie patrimoniali dell'affidato.

I livelli medi di utilizzazione del fido sono piuttosto elevati superando, per la gestione, 1*80% di quanto disponibile. Le aziende di dimensione minore si avvici-nano ad una utilizzazione del 90%. Tenuto conto che questi sono valori medi, è evidente che le aziende che stiamo considerando arrivano spesso al massimo sco-perto, pagandone le relative commissioni. È altresì chiaro che, in queste condizio-ni, gli eventuali programmi di espansione trovano un limite molto stretto dal lato della disponibilità di credito. Senza dare molto credito alle risposte degli artigiani riguardanti l'entità del fido di cui vorrebbero disporre (più del doppio di q u a n t o hanno), sembra però certo che le necessità superano ampiamente la disponibilità attuale, e questo soprattutto nel caso di aziende con programmi di espansione. A conferma, si può osservare che le percentuali più elevate di risposte che denuncia-no un fido insufficiente si h a n n o nei settori a più rapida espansione: tessile di Biel-la. metalmeccanico, mobili di Saluzzo, cartotecnica, oreficeria e lavorazioni mine-rali.