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CAPITOLO 4 – La Politica e l’Ambiente

4.3 Azione dell'UE contro i cambiamenti climatici

Combattere i cambiamenti climatici è una delle maggiori sfide che dobbiamo affrontare. Se non agiamo subito a livello globale per stabilizzare le temperature in costante aumento sulla superficie terrestre, il danno potrebbe essere irreparabile e il bilancio catastrofico.

4.3.1 Strategia Europea

Nel dicembre del 2008 l'UE ha adottato una strategia integrata in materia di energia e cambiamenti climatici, che fissa obiettivi ambiziosi per il 2020. Lo scopo è indirizzare l'Europa sulla giusta strada verso un futuro sostenibile sviluppando un'economia a basse emissioni di CO2 improntata all'efficienza energetica. Siglato nel Marzo del 2007, l’Accordo, trasformatosi nella Direttiva

㻤㻜㻌 Europea chiamata, appunto, 20-20-20, si prefigge come obiettivo la riduzione del riscaldamento globale del Pianeta rafforzando i propositi del protocollo di Kyoto ed imponendo condizioni più restrittive.

4.3.1.1 MISURE ADOTTATE Sono previste le seguenti misure:

x ridurre i gas ad effetto serra del 20% (o del 30%, previo accordo internazionale); x ridurre i consumi energetici del 20% attraverso un aumento dell'efficienza energetica;

x soddisfare il 20% del nostro fabbisogno energetico mediante l'utilizzo delle energie rinnovabili.

Traguardi da raggiungere tutti entro la data del 2020. Inoltre tali misure ridurranno anche la dipendenza dalle importazioni di gas e idrocarburi e proteggeranno l'economia dalla volatilità dei prezzi energetici e dall'incertezza delle forniture.

4.3.1.2 LE STRATEGIE

Il riscaldamento globale è causato dall'eccessiva produzione e dallo smodato consumo di energia da parte dell'uomo. Con il crescere del nostro fabbisogno energetico aumenta anche la nostra dipendenza dai combustibili fossili (petrolio, gas naturale e carbone), che producono ingenti volumi di CO2 e rappresentano attualmente circa l'80% del consumo di energia dell'UE. Affinché l'UE possa raggiungere i suoi obiettivi e combattere i cambiamenti climatici,è essenziale che trasformi radicalmente i suoi modelli di produzione e consumo di energia. L'azione dell'UE affronta quindi una serie di temi chiave quali il mercato dell'energia elettrica e del gas, le fonti energetiche, il comportamento dei consumatori e una maggiore cooperazione internazionale. Più del 50% dell'energia che consumiamo proviene da paesi extra europei e il tasso di dipendenza è in aumento. Gran parte dell'energia arriva dalla Russia, le cui dispute con i Paesi di transito hanno provocato ripetute interruzioni delle forniture negli ultimi anni. L'Unione Europea deve pertanto sorvegliare più attentamente le sue forniture di petrolio e di gas ed essere meglio preparata in caso di una nuova emergenza energetica. Per decenni i paesi dell'UE hanno mantenuto riserve petrolifere di emergenza. L'UE vuole che diventi più facile attingere a tali scorte e intende stabilire i tempi e le modalità del loro impiego.

Un'altra importante priorità è la creazione di un corridoio meridionale con gasdotti per il trasporto del gas dalla regione del Mar Caspio verso l'Europa passando attraverso la Turchia. I lavori di costruzione potrebbero iniziare già nel 2010. L'UE punta inoltre a rafforzare le sue reti energetiche (ossia le linee elettriche e le condutture che riforniscono le case e le imprese di energia elettrica, gas e petrolio) e ad adattarle in vista dell'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, tra cui l'energia eolica. La strategia dell'UE comporta un impegno costante a promuovere l'efficienza energetica, ad esempio attraverso la costruzione di edifici a basso consumo energetico,sostenibili dal punto di vista ambientale e la ristrutturazione di quelli già esistenti. Un'altra proposta prevede l'introduzione dell'etichetta energetica per i pneumatici a partire dal 2012. Inoltre sono in cantiere altre proposte legislative per separare (disaggregare) la fornitura di gas ed energia elettrica dalla produzione. Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili contribuirà inoltre a ridurre la dipendenza dell'UE dalle

㻤㻝㻌 importazioni di petrolio e gas, rendendola meno vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi energetici e alle incertezze sul fronte degli approvvigionamenti. La strategia dell'UE in materia di energia e cambiamenti climatici è in linea con l'impegno dell'Europa a promuovere la crescita economica e occupazionale. Anticipando la rivoluzione energetica si creeranno anche nuove opportunità sul fronte delle imprese e della ricerca.

4.3.1.3 IL RUOLO DEGLI STATI MEMBRI

I singoli Stati membri vengono esortati ad adottare una serie di misure e coordinarsi con l'UE per garantire un'equa ripartizione degli oneri. Pur essendo vincolanti, gli obiettivi fissati terranno conto delle rispettive capacità a livello nazionale. Resistenze al pacchetto clima erano state espresse dai paesi dell'est europeo,che chiedevano più risorse, e dalla Germania e Italia,preoccupate per il futuro di alcuni settori dell'economia. Per i settori industriali a rischio saranno concessi dei diritti di emissioni gratuiti, mentre a metà percorso, nel 2010, si valuteranno i risultati confrontandoli con gli impegni degli altri Paesi. Per quanto riguarda l'Italia, dovrà tagliare il 13% di emissioni di C02 nei

settori non inclusi nel sistema di scambio di emissioni (ETS) e dovrà aumentare del 17% i consumi energetici da fonti rinnovabili entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005. In fase di accordo,l’ Italia non solo aveva accettato il programma dell’UE, ma aveva proposto limiti più restrittivi. Alla fine del 2008, il Governo Italiano, ha deciso di capire l’efficacia della Direttiva prima di aderire in maniera incondizionata; in quanto:

x in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, l’ambiente deve essere messo leggermente da parte;

x Il piano dell’UE risulterebbe economicamente troppo oneroso per il nostro Paese, a causa dei costi elevatissimi che lo stesso dovrebbe sostenere per adeguarsi alle condizioni previste; x Un piano Europeo non ha senso se il resto del mondo (vedi India e Cina) continua ad

inquinare 㻌

4.3.1.4 CONCLUSIONI

Il pacchetto per la lotta ai cambiamenti climatici dell'Unione, oltre agli obiettivi del 20-20-20 prevede anche un aumento della quota di utilizzo di biocarburanti nel settore dei trasporti del 10 per cento. In definitiva un'azione globale e’ necessaria per poter combattere i cambiamenti climatici che ovviamente si riscontrano a tutte le parti dell’ universo. A tal riguardo l'UE ha già svolto un ruolo chiave nell'elaborazione di due importanti trattati: la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 1992 e il relativo protocollo di Kyoto del 1997. Ciò però non basta; l'UE vuole infatti portare avanti il dibattito sui cambiamenti climatici e punta all'ambizioso obiettivo di ridurre collettivamente i gas ad effetto serra del 30% entro il 2020.

4.4 Il G8 di Siracusa