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CAPITOLO 9 Criteri di progettazione di una discarica controllata per RSU secondo il D.lgs.

9.1 Indagini preliminari

9.1.1 Scelta e valutazione del sito

Una corretta gestione del problema dello smaltimento dei rifiuti deve prendere avvio da indagini conoscitive che hanno come fine quello di individuare quei siti che, per le loro caratteristiche fisiche, igienico-sanitarie e tecnico-economiche, sono particolarmente idonei all’ubicazione di nuovi impianti di trattamento rifiuti.

Le indagini necessarie alla caratterizzazione dei siti riguardano i diversi aspetti di un territorio e vengono condotte con un livello di dettaglio e scale diverso in funzione dello stato di avanzamento dello studio. Tali indagini si distinguono in due tipologie: conoscitive e progettuali.

Le indagini condotte nella fase conoscitiva servono ad analizzare le caratteristiche del territorio nel suo complesso al fine di individuare i siti potenzialmente idonei all’ubicazione di un impianto di discarica.

La fase progettuale riguarda invece quei siti, che ritenuti potenzialmente idonei sulla base dei risultati ottenuti dalle indagini conoscitive, possono diventare oggetto di uno specifico progetto esecutivo.

9.1.1.1 INDAGINE DELLA FASE CONOSCITIVA

L’indagine per l’ubicazione di un nuovo impianto di discarica inizia col censimento delle arre che risultano potenzialmente idonee, escludendo via via quelle aree che risultano non idonee per cause antropiche e/o naturali. In questa fase risulta di fondamentale importanza esaminare la situazione esistente in materia di trattamento rifiuti confrontando da un lato la domanda del servizio, dall’altro l’offerta del territorio.

Nel condurre questa tipologia di indagini, la prima fase operativa consiste nel delineare il quadro della situazione esistente attraverso il censimento, presso uffici tecnici di enti pubblici di competenza sul territorio, dei dati riguardanti:

¾ la struttura produttiva dell’area;

¾ i quantitativi di rifiuti prodotti nell’area geografica per la quale la discarica entrerà in servizio;

¾ lo stato dei servizi di nettezza urbana, nonché le modalità di raccolta e trasporto dei rifiuti; ¾ gli impianti di trattamento già in funzione e in progetto.

I risultati di questa indagine possono essere riassunti in rappresentazioni grafiche, quali la carta ™ della corografia dell’area;

™ dei bacini d’utenza e dell’origine dei rifiuti;

™ degli impianti di trattamento esistenti o in fase di progettazione; ™ destinazione urbanistica dell’area.

In merito alle dimensioni del bacino di utenza, con particolare riferimento alle distanze massime dalle zone di raccolta al punto di conferimento, si ritiene che queste debbano essere contenute nell’intervallo di 15-50 Km.

E’ chiaro che la sviluppo di questa fase non può prescindere dal tenere in debita considerazione quelli che sono i vincoli di natura antropica relativa alla presenza di infrastrutture varie e di fasce di rispetto esistenti e/o in fase progettuale; queste possono riguardare:

㻝㻟㻠㻌

- il vincolo idrogeologico; - il vincolo sistema idrico;

- la classificazione sismica del territorio; - la salvaguardia del paesaggio;

- le leggi ed i piani regionali.

Anche in questo caso, così come nel precedente, si può ricorrere ad una approccio di tipo cartografico riassumendo le informazioni raccolta nelle seguenti carte:

- delle zone di rispetto dai centri abitati;

- della distanza degli insediamenti dal nuovo impianto; - delle fasce di rispetto dai punti d’acqua;

- della visibilità e dei punti di interesse; - delle infrastrutture varie;

- delle aree soggette a vincoli antropici.

Esistono anche vincoli di tipo naturale, definiti dalle caratteristiche geologiche, idrogeologiche ed ambientali, che rendono inadatta la realizzazione della discarica nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente; tali vincoli sono legati ad aree che/in cui:

- richiedono notevoli scavi nel sottosuolo;

- presentano forme di degrado dei versanti, quali frane e pendii in erosione; - sono a diretto contatto con le acque di superficie;

- hanno un franco di sicurezza tra il fondo della vasca e la massima escursione annua del

livello di falda inferiore a 1 m;

- sono soggette a rischio idrogeologico, quali erosione e valanghe;

- a causa di alti valori di precipitazione, presentano una meteorologia locale sfavorevole; - alimentano un acquifero;

- si caratterizzano per la presenza di discontinuità tettoniche attive; - si osserva la presenza di risorse fisiche altrimenti non sfruttabili.

Infine, individuate le aree potenzialmente idonee, si procede col selezionare, sulla base di considerazione morfologiche e di uso del suolo, i siti dove risulta tecnicamente possibile impiantare il corpo della discarica. In questa operazione, sono da preferirsi le zone improduttive o degradate, quali le cave di argilla, in quanto queste possono acquisire una nuova rivalutazione, nel contesto del piano regolatore generale, grazie ala realizzazione della discarica, dalle iniziali opere di bonifica e adeguamento fino alla chiusura e alla messa in esercizio della stessa.

9.1.1.2 INDAGINE DELLA FASE PROGETTUALE 9.1.1.2.1 Premessa

Le indagini di questa seconda fase vengono effettuate ad una scala di grande dettaglio su quella parte di territorio direttamente influenzata dalla costruzione dell’opera e che, in prima approssimazione, può essere ipotizzata in un’area di indagine di circa 2 Km di raggio intorno alla discarica. Gli aspetti da prendere in considerazione sono più diversificati rispetto alla fase precedente, perché il quadro finale deve poter esprimere, oltre che la congruità del progetto, anche i possibili effetti ambientali ed igienico-sanitari, che tale opera apporterà in fase di costruzione, di esercizio e di chiusura. Le risultanze delle indagini che seguono servono per caratterizzare il sito e costituiscono parte integrante del progetto e dello studio per la valutazione di impatto ambientale da

㻝㻟㻡㻌 allegarsi alla domanda per ottenere l’autorizzazione da parte degli organi competenti. E’ per tale motivo che le indagini da svolgere in questa fase devono essere sufficientemente esaurienti e in grado di far fronte a tutte le necessità future che possono emergere e devono riguardare sia le componenti biotiche che quelle abiotiche

9.1.1.2.2 Indagini su suolo e sottosuolo

Questo tipo di indagini sono condotte allo scopo di determinare le caratteristiche geologiche, geotecniche ed idreologiche del sito, utilizzando metodi diretti ed indiretti. Le indagini indirette includono le tecniche geofisiche che non richiedono l’esecuzione di scavi e sondaggi; è chiaro che sulla base delle caratteristiche geologiche del sito si sceglierà il tipo di indagine più appropriata. Le indagini dirette si riferiscono invece ai rilievi di campagna, agli scavi, ai sondaggi meccanici e alle trincee; queste ultime permettono di:

- osservare e misurare le condizioni geologiche reali del sito;

- ricostruire la successione stratigrafica degli orizzonti litologici, la loro profondità, il loro

spessore;

- effettuare prove in sito;

- eseguire test per la determinazione dei parametri idrogeobiologici degli acquiferi interessati; - prelevare campioni dal sottosuolo da sottoporre a prove di laboratorio per la determinazione

delle relative proprietà geotecniche.

Le indagini su suolo e sottosuolo, a livello operativo, si articolano nelle seguenti fasi:

1. censimento cartografia tecnica e tematica ufficiale, delle riprese aerofotogrammetriche, dei lavori tecnici eseguiti da enti pubblici e privati, delle stratigrafie di sondaggi esistenti presso gli uffici tecnici Comuni, delle Province, del Genio Civile, consorzi irrigui e di bonifica; 2. accertamento delle caratteristiche geologiche, morfologiche e pedologiche dei terreni

mediante analisi di foto aeree e rilievi diretti di campagna;

3. all’eventuale determinazione dell’estensione e spessore degli orizzonti più superficiali del sottosuolo mediante rilievi geofisici indiretti;

4. diagnosi diretta della litografia del sottosuolo mediante sondaggi meccanici che possono essere effettuati con tecniche diverse in funzione della profondità e dei litotipi da attraversare;

5. esecuzione di prove in situ per la determinazione delle proprietà meccaniche dei terreni; 6. determinazione dei parametri idrogeologici dei terreni acquiferi;

7. prelievo di campioni per la determinazione delle caratteristiche geotecniche del terreno.

Al fine di dare un maggior grado di dettaglio alla presente trattazione e rendere la stessa quanto più chiara possibile agli occhi del lettore, si è voluto entrare nel merito, in maniera sintetica ma nondimeno esaustiva, delle indagini dirette ed indirette.

9.1.1.2.2.1 INDAGINI DIRETTE: I SONDAGGI MECCANICI

Gli obiettivi di un programma di sondaggi possono variare anche di molto in base alla complessità della geologia del sottosuolo da investigare, della variabilità stagionale delle condizioni idrogeologiche e delle informazioni già disponibili. Da un punto di vista prettamente operativo, i nuovi sondaggi vanno ubicati in posizioni strategiche in base alla risultanze emerse dal censimento delle stratigrafie esistenti, in modo da chiarire i punti di difficile interpretazione. La profondità alla

㻝㻟㻢㻌 quale spingere i sondaggi è strettamente legata alle caratteristiche specifiche del sottosuolo e del sito; i sondaggi dovrebbero comunque essere estesi almeno fino al raggiungimento del primo livello impermeabile significativo o comunque di qualche metro oltre la superficie piezometrica principale. Nei casi in cui tale superficie piezometrica risulti ad una profondità superiore ai 20 m dal progettato fondo della vasca non è necessario raggiungerla con le perforazioni ma basta semplicemente effettuare misure di permeabilità dei livelli litologici dello strato insaturo. Le coordinate topografiche dei sondaggi e delle testate dei piezometri installati devono essere rilevate mediante apposita livellazione plano-altimetrica in modo da poterne registrare l’esatta ubicazione su una cartografia di riferimento e disporre di un sistema di riferimento al quale riportare tutte le misure dei livelli piezometrici e di posizionamento di eventuali falde acquifere inquinante. I sondaggi vengono in genere effettuati con macchine sondatrici a rotazione e a percussione a carotaggio continuo, con diametro minimo di 100 mm, fino ad una profondità dal piano campagna che dipende dalle esigenze e caratteristiche specifiche dell’area. Di seguito una tabella recante i metodi di perforazione per specifiche tipologie di terreno.

Tabella 9.1 - Indagine in sito e prove di laboratorio

Fonte: Sonia Gervasoni – Discariche Controllate – HOEPLI 2004

Ad ogni cambiamento litologico significativo, con particolare riguardo ai primi 10 m, deve essere prelevato un campione di terreno, possibilmente indisturbato, e verificata l’eventuale presenza di falde sospese. In fase di approntamento del programma di sondaggi si deve inoltre verificare l’eventuale nell’area di un pozzo adatto all’effettuazione di una prova di emunzione e risalita al fine di determinare i parametri idrogeologici della falda; qualora non fosse disponibile alcun pozzo con

㻝㻟㻣㻌 le caratteristiche richieste, uno dei sondaggi programmati dovrà essere effettuato anche con questa finalità nel luogo e secondo le dimensioni e profondità più opportune.

Ai fini dell’installazione di un pozzo di controllo, antecedente l’installazione del piezometro, si procede alla cementazione del fondo del foro per non trasformare il sondaggio stesso in una direzione preferenziale di flusso verso le falde più profonde e alla collocazione di uno strato di ghiaietto in prossimità dei livelli forati delle finestrature per agevolare il flusso dell’acqua.

Nei sondaggi che si riterranno significativi, per la loro collocazione rispetto al perimetro della discarica, verranno pertanto installati dei tubi piezometrici di lunghezza e diametro adeguati per il controllo del franco tra la soggiacenza della massima escursione della superficie piezometrica ed il fondo della discarica stessa, oltre che al prelievo di campioni per la verifica della qualità dell’acqua nella falda.

9.1.1.2.2.2 INDAGINI INDIRETTE: RILIEVI GEOFISICI

L’indagine geofisica seppur è da considerarsi solamente integrativa di quella geologica condotta con sondaggi meccanici, presenta il grande vantaggio legato al fatto che, nei settori ove si hanno dati sicuri sulla struttura geologica, è possibile con poca spesa estendere tali conoscenze anche ad aree comprese fra un settore e l’altro. I metodi più utilizzati riguardano le prospezioni geoelettriche, sismiche, gravimetriche, radar e magnetiche che di seguito verranno brevemente discusse.

Uno dei procedimenti più utilizzati per la prospezione elettrica consiste nei cosiddetti sondaggi elettrici verticali (SEV) la cui interpretazione consente di individuare correttamente l’andamento della superficie limite di corpi particolarmente conduttivi o particolarmente resistivi, purché questi abbiamo un certo spessore e si trovino intercalati a livelli di resistività marcatamente differente tra loro. I metodi di prospezione basati sulla rifrazione sismica sono in genere più costosi di quelli appena definiti e vengono utilizzati nei casi in cui i terreni da analizzare non presentano differenze di resistività ma rivelano differenze di compattezza e quindi di velocità di propagazione delle onde prodotte con esplosioni artificiali. Le indagini gravimetriche si basano sulla misura delle differenze di accelerazione di gravità misurata nei vari punti della superficie terrestre ed i valori teorici relativi ad una ellissoide di rotazione a densità omogenea. L’analisi di tali differenze, comunemente definite “anomalie gravimetriche”, permette di rivelare la presenza di orizzonti litologici ad alta densità, rifiuti sepolti e superfici di passaggio tra la terra compatta e quella smossa.

I sondaggi radar si basano sul rilievo di onde radio ad alta frequenza e vengono utilizzati per individuare oggetti sotterrati, superfici tra suoli indisturbati e suoli rimossi, cavità in cui sono stati riposti materiali di rifiuto, sacche di inquinanti o zone intrise di percolato.

Infine i sondaggi magnetici rivelano i disturbi del campo magnetico terrestre dovuti alla presenza di corpi naturali o artificiali metallici.

9.1.1.2.3 Indagini su acque sotterranee

Una realistica ricostruzione del modello concettuale idrodinamico delle falde presenti nel sottosuolo dell’area oggetto di studio, ossia eventualmente destinata ad accogliere un impianto discarica, è della massima importanza non solo in fase di raccolta di informazioni da allegare alla richiesta di autorizzazione del progetto, ma anche per rendere più tempestivi ed efficaci gli interventi di bonifica e ripristino ambientale, qualora si verificasse un eventuale inquinamento delle acque a causa della fuoriuscita del percolato.

㻝㻟㻤㻌 L’indagine ha inizio col censimento delle sorgenti e dei pozzi per acqua presenti sia a monte che a valle dell’opera, definendone l’ubicazione topografica, lo stato di funzionamento, le profondità alle quali si trovano le finestrature, la soggicenza dei livelli statici e dinamici delle superfici piezometriche, le stratigrafie e la destinazione d’uso dell’acqua emunta.

Al fine di studiare, monitorare e tutelare le acque sotterranee, si rende di fondamentale importanza condurre una campagna di misura dei livelli predisposta al fine di allestire una carta delle isopiezometriche che evidenzi:

- le principali direzioni del flusso idrico; - i gradienti idraulici;

- la soggiacenza della falda freatica dal piano campagna; - le relazioni tra l’acqua di falda e quella di superficie.

Particolare attenzione deve essere posta alla verifica del franco si soggiacenza del pelo libero della falda freatica e della superficie piezometrica della falda artesiana rispetto al fondo della discarica.

9.1.1.2.4 Indagini sulle acque di superficie

Lo studio del sistema idrografico di superficie deve precisare l’andamento della rete di drenaggio naturale, fatta da sorgenti, corsi d’acqua e laghi, e artificiale (canali ed opere di captazione) rispetto all’ubicazione della discarica e dei suoi rapporti con le acque di falda.

Tale tipologia di indagine è articolata nelle seguenti fasi principali:

1 verifica che l’opera in progetto si a distanza di sicurezza da corsi d’acqua e fuori dalla aree di inondazione e/o erosione;

2 verifica che il progetto sia fuori dalla fascia di rispetto dei punti di prelievo di acqua destinata ad uso potabile;

3 valutazione dei volumi di acqua di ruscellamento che potrebbe fluire al sito e dal sito, elaborando i dati di precipitazione;

4 valutazione delle acque pre-discarica quale valore di riferimento, in base ai valori limite definiti dalla normativa vigente in materia

9.1.1.2.5 Indagini sul comparto atmosferico

Tale indagini riguardano gli aspetti meteorologici e climatici, nonché quelli relativi alla qualità del’aria nel sito dove sarà ubicato il corpo della discarica. Alle condizioni climatiche dell’area che ospita l’impianto, si perviene tramite elaborazioni delle serie storiche, rilevate per un periodo di almeno 20 anni, delle misure relative ai principali parametri meteo climatici quali precipitazioni, temperature e direzione dei venti, pressione, umidità dell’aria, ecc. Queste indagini rivestono un ruolo importantissimo ai fini della progettazione di una discarica in quanto i volumi annui complessivi di pioggia, nonché l’umidità dell’aria, hanno un’incidenza sulle quantità di percolato prodotto e la direzione del vento ed i valori di pressione incidono sulla diffusione degli odori e del biogas in direzione dei diversi quadranti intorno alla discarica.

9.2 La fase di progettazione della discarica