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CAPITOLO 6 Sostenibilità nella gestione dei rifiuti

6.2 Informazione, Sensibilizzazione e incentivazione del cittadino sulla R.D

Per dare un impulso alla raccolta urbana dei rifiuti oltre che stimolare sempre più l'adozione di modalità organizzative del servizio di raccolta differenziata che consentirebbero una crescita dimensionale qualitativa delle raccolte, è stato siglato un nuovo accordo quadro Anci-Conai 2009- 2013 che prevede che venga riconosciuto e garantito nel tempo un corrispettivo economico, in funzione della quantità e della qualità dei rifiuti urbani raccolti, ai comuni che sottoscrivono le convenzioni col sistema CONAI - Consorzi. Questo nuovo accordo che ha una validità di 5 anni a decorrere dal 1° gennaio 2009, prevede che i corrispettivi economici, riconosciuti dal sistema consortile per i rifiuti di imballaggio raccolti dalle pubbliche amministrazioni, vengano rivalutati

㻝㻜㻠㻌 annualmente dei 2/3 dell'indice nazionale dei prezzi al consumo. Inoltre, a supporto di una maggiore qualità dei materiali conferiti, fondamentale per la successiva fase di riciclo, verranno definiti nuovi limiti qualitativi in % di frazione estranea. Con l'obiettivo di puntare ad un sempre maggiore contenimento dei costi e ad una ottimizzazione delle rese di raccolta e riciclo, l'Anci e il Conai promuoveranno ed incentiveranno la diffusione di linee guida condivise, relative sia ai modelli organizzativi sia alle attrezzature della raccolta differenziata. Assumono quindi particolare rilievo l'impegno e la responsabilità delle parti nonché il cittadino in prima persona coadiuvato ed informato dal comune di appartenenza nel proseguire in modo costruttivo il negoziato giungendo all'obiettivo in maniera efficace. Proprio attraverso l'informazione e la sensibilizzazione dei cittadini sui benefici della raccolta differenziata si potrà procedere ad uno sviluppo sostenibile dell'ambiente in cui viviamo che a catena dovrà diventare lo sviluppo sostenibile del intero territorio. La protezione dell'ambiente e la tutela della salute dei cittadini sono i principi fondamentali alla base di una politica sulla gestione dei rifiuti, perchè è un'attività di pubblico interesse finalizzata ad assicurare un'elevata protezione dell'ambiente. Alla base di tutto ciò si colloca la prevenzione, la raccolta differenziata, il recupero sia di materia (riutilizzo e riciclaggio), che di energia e come ultimo anello mancante della catena lo smaltimento in discarica. Un primo ostacolo al buon funzionamento di un sistema di gestione integrata dei rifiuti è rappresentato dalla mancanza di consapevolezza da parte dei cittadini, del fatto che essi rappresentano il primo anello della catena per la gestione dei rifiuti. Proprio per tutti questi disagi scaturiti da una scarsa informazione o una errata gestione dei rifiuti, il VI programma europeo di azione per l'ambiente pone grande attenzione alla gestione sostenibile dei rifiuti, elencando una serie di interventi e di attività utili per il perseguimento degli obiettivi ambientali stabiliti disponendo che:

 i rifiuti non devono essere pericolosi o devono presentare rischi molto bassi per l'ambiente e per la salute dell'uomo;

 la maggior parte dei rifiuti deve essere reintrodotta nel ciclo economico mediante riciclo oppure deve ritornare nell'ambiente in modo utile o non pericoloso;

 le quantità da smaltire in modo definitivo devono essere ridotte al minimo assoluto, distrutte o messe in discarica in modo da non recare danno alla salute umana;

 il principio di prossimità deve essere applicato per cui il rifiuto deve essere trattato o smaltito vicino al luogo in cui è stato prodotto.1

Questo decreto legislativo n. 22 del 5 Febbraio 1997 detto “decreto Ronchi” modifica la precedente normativa (D.P.R. n.915 del 10 settembre 1982), ormai abrogata che considerava il rifiuto come un qualcosa destinato al solo smaltimento in discarica invece questo, inspirandosi alla cosiddetta gestione integrata dei rifiuti, disciplina le attività di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento, con lo scopo dichiarato di prevenire la formazione di rifiuti, incentivare il recupero e di disincentivare l'uso delle discariche, ad oggi la forma di smaltimento più diffusa nel nostro Paese.

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㻝㻜㻡㻌 Fig. 6.2 - esempio di ammasso di rifiuti urbani in discarica

È quindi una strategia necessaria per poter governare in modo sostenibile un processo dai complessi aspetti tecnici, economici, amministrativi, legali e ambientali; in quanto la gestione integrata non considera più il rifiuto come qualcosa di cui disfarsi, ma come una risorsa dalla quale produrre da esso nuovi materiali ed energia. La prevenzione deve essere incentivata attraverso lo sviluppo di tecniche appropriate per l'eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti, attraverso la determinazione di specifiche condizioni di appalto che ne valorizzino le capacità e le competenze tecniche in materia. Lo schema logico conforme ai principi e alle prescrizioni della gestione integrata dei rifiuti prevede delle prescrizioni di cui:

a) la prima riguarda la diminuzione della quantità di rifiuti alla fonte e la produzione di beni poco inquinanti;

b) la seconda prescrizione riguarda l'attuazione di strategie per privilegiare il recupero, il riuso e il riciclaggio della materia. Tali strategie confluiscono su due azioni prioritarie: l'ottimizzazione dei sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti, che dovranno risultare efficaci sotto il profilo tecnico, economico e ambientale, e lo sviluppo del mercato del recupero, del riuso e del riciclaggio dei rifiuti. Le autorità competenti promuovono e

stipulano accordi e contratti di programma con i soggetti economici interessati al fine di favorire il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti, con particolare riferimento al reimpiego di materie prime e di prodotti ottenuti dalla raccolta differenziata, con la possibilità di stabilire agevolazioni in materia di adempimenti amministrativi nel rispetto delle norme comunitarie ed il ricorso a strumenti economici(art. 4,c.4, d. lgs. 22/97);

c) la terza prescrizione concerne il recupero dell'energia intesa come produzione di calore e/o di energia elettrica a partire dal rifiuto “tal quale” sottoposto a processi di trattamento più o meno complessi quali, ad esempio , la produzione del combustibile derivato da rifiuti(CDR), ricavato dai rifiuti urbani mediante trattamento finalizzato all'eliminazione delle sostanze pericolose per la combustione e a garantire un adeguato potere calorico e recupero energetico, che possieda caratteristiche specifiche di norme tecniche;

d) la quarta prescrizione riguarda lo smaltimento in discarica intesa come la fase residuale della gestione integrata dei rifiuti.

Oggi in conformità del nuovo accordo di programma quadro Anci-Conai sottoscritto il 23 dicembre 2008 che ha validità fino al 2013 si evidenzia come i Comuni e reciproco impegno di Anci e Conai, ovvero della pubblica amministrazione , del mondo industriale e commerciale, debbano sostenere

㻝㻜㻢㻌 un sistema di gestione di rifiuti imperniato sulla raccolta differenziata degli imballaggi. Il nuovo quadro quindi assicura il miglioramento della qualità delle raccolte differenziate anche in ragione del loro ruolo funzionale alle successive operazioni di riciclo dei materiali.

La produzione di rifiuti in Italia è aumentata dal 1995 al 2006 del 20%, con un tasso di crescita del 2,6% legato alle migliorate condizioni economiche della popolazione e come estratti del rapporto rifiuti 2006 pubblicato dall'ONR e dall'APAT2 sono stati presentati i dati sulla produzione di rifiuti urbani totale e pro capite in Italia suddivisi per regioni. Al periodo attuale i valori di produzione di rifiuti in Sicilia aggiornati daal'ISPRA nel 2009 è stato registrato un totale di 2.650.411 (t), e un dato di pro capite di 507,6 kg/ab. Anno; circa 1,63 kg di rifiuti urbani al giorno per ogni abitante.