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III. Materiali utilizzati

3 Caso Studio: La fabrique NOMADE

3.2 L’azione de La fabrique NOMADE

L’obiettivo principale delle azioni de La fabrique NOMADE sono l’accompagnamento dei rifugiati e dei migranti partecipanti al programma per favorirne l’inserimento nel contesto culturale ed economico francese. A tal fine la fabrique ritiene prioritario rimuovere i gli ostacoli che limitano le possibilità di questi pubblici per l’esercizio della loro professione. I “freni” individuati dall’associazione sono: le barriere sociolinguistiche cioè la lingua e i codici di comportamento del paese di accoglienza; l’assenza di reti di rapporti interpersonali; il mancato riconoscimento delle loro qualifiche, esperienze e competenze professionali da parte della società di accoglienza; la scarsa conoscenza del mercato francese; l’effacement de soi ossia il sacrificio delle proprie aspirazioni e la perdita di fiducia nelle proprie possibilità e capacità da parte dei migranti349. Spesso infatti i rifugiati e i migranti sono soggetti che vivono in una situazione fragilità e precarietà a livello economico, sociale e psicologico.

3.2.1 Il programma di accompagnamento

Il programma di accompagnamento che La fabrique NOMADE ha concepito per rimuovere tali fattori problematici, si compone di cinque moduli interrelati. Il primo consiste in corsi di lingua specifici per i mestieri d’arte, ovvero focalizzati sui termini e le formule da utilizzare nell’ambito lavorativo. Per il secondo modulo, gli artigiani sono portati a visitare musei, esposizioni, rivendite di oggetti di design, imprese artigiane etc. alla scoperta del settore del mercato francese di riferimento, da un punto di vista sia estetico che commerciale. Di grande importanza è il terzo modulo: gli artigiani tengono degli atelier di pratica artigianale, diventando maestri e insegnanti del proprio savoir- faire. Questa attività, oltre a essere funzionale per la raccolta di fondi dalle quote di iscrizione dei partecipanti agli atelier e per aumentare la visibilità degli artigiani e dell’associazione, permette agli artigiani di praticare la lingua francese, intessere relazioni sociali, ma soprattutto di riacquistare fiducia in sé stessi comprendendo l’interesse e la stima che il loro savoir-faire suscita nel pubblico. Il quinto modulo è quello che assorbe maggiormente le energie degli artigiani e della fabrique, si tratta di una collaborazione professionale con alcuni designer francesi. Ogni artigiano, in coppia con un designer, crea una serie limitata di oggetti che vogliono essere rappresentativi

349 Queste informazioni sono ricavate dal rapporto di attività dell’anno 2017 che è stato fornito

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della loro abilità tecnica e delle loro competenze professionali. Questa attività si conclude un evento lancio della collezione dei manufatti prodotta da tutti i binomi artigiano-designer che la fabrique ha emblematicamente chiamato Traits-d’union. Ad oggi sono state create tre collezioni con le rispettive serate di lancio, che hanno riscosso grande successo in termini di partecipazione del pubblico e di vendita degli oggetti. Questo modulo per la sua complessità organizzativa e per le sue implicazioni è diventato il cuore dell’attività dell’associazione. Il momento di progettazione in collaborazione con i designer, seguito dalla fase produttiva seguita da un responsabile di produzione e da un responsabile della collezione, rappresentano una prima esperienza lavorativa per i migranti in qualità di artigiani in Francia. Vengono infatti portati a interfacciarsi con tali figure professionali e vengono invitati a rispettare degli orari di lavoro, delle quantità produttive e degli standard di qualità determinati. L’evento mondano del lancio della collezione ripaga gli artigiani degli sforzi fatti, mostrandogli - ancor più degli atelier di pratica artigianale - l’apprezzamento del pubblico verso il loro lavoro. Il quinto ed ultimo modulo del programma di accompagnamento consiste nell’attivazione di uno stage presso un ente esterno.

L’inizio dello stage è l’evento che chiude il programma di accompagnamento, ma La fabrique NOMADE non intende con ciò sottrarre il suo supporto agli artigiani migranti. Essa non impone dei limiti temporali al suo rapporto con gli artigiani e, se necessario, essa è disponibile a fare da tramite tra gli artigiani e le imprese che li accolgono per lo stage o che li assumono, oppure per continuare ad aiutarli nella ricerca di un impiego se lo stage non sfociasse in un’assunzione. Molti degli artigiani infatti, in virtù dell’apertura della fabrique verso di loro, continuano a frequentare attivamente l’associazione anche dopo il termine dell’attività e, di tanto in tanto, animano ancora degli atelier di pratica artigianale.

3.2.2 Altre azioni

Ulteriori strategie di valorizzazione e promozione degli artigiani e dei loro savoir- faire sono attuate da La fabrique NOMADE: oltre al programma di accompagnamento e al lancio della collezione Traits-d’union, viene messa in atto un’appropriata attività di comunicazione e pubblicizzazione attraverso i mezzi di comunicazione e i social networks, che si sviluppa anche nell’organizzazione di incontri con altri artigiani e professionisti del settore e nella partecipazione a conferenze e a grandi eventi. Alcuni

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degli eventi con maggiore risonanza sullo scenario francese a cui hanno partecipato sono: la Paris Design Week nell’esposizione “Savoir-faire et design” presso l’INMA (l’Istituto nazionale francese dei mestieri d’arte) nel settembre 2018350; la Biennale

Emergences nell’ottobre 2018 a Pantin351, le Journées Européennes des Métiers d’Art nel maggio 2018352, il Carrousel des Métiers d'Art et de Création nel dicembre 2018353.

Nell’ambito di tali manifestazioni gli oggetti delle collezioni sono stati esposti e venduti, gli artigiani avuto inoltre l’occasione di interagire con altri artigiani, clienti ed eventuali possibili datori di lavoro.

3.2.3 I criteri per la scelta degli artigiani migranti

Gli artigiani che prendono parte al programma di accompagnamento de La fabrique NOMADE possono essere sia beneficiari di protezione internazionale che immigrati soggiornanti regolarmente sul territorio francese354. Il possesso del permesso di lavorare in Francia è infatti uno dei requisiti fondamentali che la fabrique richiede agli artigiani che segue. Gli altri parametri secondo cui vengono scelti gli artigiani sono, innanzitutto, le loro competenze artigianali, che devono già essere avanzate e certificate da almeno 10 anni di esperienza nel paese d’origine355 , la fabrique non fa corsi di

formazione artigianale e non valuta l’originalità e la creatività personale dell’artigiano, ma solamente la sua maestria tecnica. Non è richiesta alcuna conoscenza della lingua francese che, anzi, viene insegnata loro nell’ambito del primo modulo dell’accompagnamento. Come già accennato al primo paragrafo del presente capitolo, per la buona riuscita del programma di accompagnamento, la fabrique ricerca artigiani con una forte motivazione personale a continuare a lavorare in qualità di artigiano e le cui contingenze di vita siano abbastanza stabili, ovvero che i bisogni primari siano soddisfatti: è auspicabile che i rifugiati e i migranti siano già seguiti dalle strutture di 350 Cfr. <https://www.institut-metiersdart.org/agenda/exposition/exposition-savoir-faire-et-design-a-l- inma>. 351 Cfr. <https://biennale-emergences.fr/programme/la-fabrique-nomade>. 352 Cfr. <https://www.journeesdesmetiersdart.fr/manifestation/la-fabrique-nomade>. 353 Cfr. <https://www.carrousel-metiers-art.com/>.

354 Gli artigiani che hanno preso parte ai primi due cicli di accompagnamento erano tutti beneficiari di

protezione internazionale, Mesmar sostiene che sia una casualità.

355 Stando ai criteri posti nell’invito a presentare la candidatura per il prossimo ciclo di

accompagnamento, pubblicati da La fabrique NOMADE sulla propria pagina Facebook il 30 gennaio

2019, disponibile al

<https://www.facebook.com/LaFabriqueNomadeParis/photos/a.900956159975155/2278982115505879/?t ype=3&theater>.

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assistenza sociale e residenziale preposte dallo stato francese per il loro supporto; che abbiano un alloggio e che questo sia situato in Île-de-France, cioè ad una distanza geografica dal centro di Parigi tale da permettergli di partecipare quotidianamente le attività proposte dall’associazione; che la loro situazione economica sia accettabile e che non siano obbligati a svolgere attività lavorative i cui orari potrebbero impedire un’attiva partecipazione al programma. La fabrique ha posto tali criteri basandosi sulle esperienze dei primi due cicli di accompagnamento, confrontandosi con le difficoltà e le necessità degli artigiani; la soddisfazione di tali parametri è importante per la buona riuscita del programma di accompagnamento perché esso richiede molto impegno da parte degli artigiani: il programma ha una durata di circa sei mesi e occupa una buona parte del tempo libero degli artigiani (che solitamente sono già molto occupati da attività obbligatorie di integrazione previste dalle istituzioni francesi); ulteriori ostacoli rappresentati, per esempio, dal non avere un alloggio, dal vivere troppo lontano dai luoghi di svolgimento delle attività o essere obbligati a lavorare molto nel periodo dell’accompagnamento, possono rendere nulli o addirittura controproducenti gli sforzi dell’associazione.

3.2.4 I tre cicli di accompagnamento

Il primo ciclo di accompagnamento inizia nel novembre 2016 e finisce un anno dopo, nel novembre 2017, e vede protagonisti tre artigiani: Abou Dubaev, stuccatore e gessista ceceno; Ablaye Mar, sarto senegalese; Yasir Elamine, vasaio sudanese. Il secondo ciclo, rispetto al primo, dimezza i tempi e raddoppia gli artigiani, si è infatti svolto tra gennaio e luglio 2018 e ha coinvolto sei artigiani: Adam Youssoupkhadjiev, ebenista ceceno; Georges Elias, fabbro siriano; Lhamo Jigme, perliera d'arte tibetana; Maïmouna Diallo, sarta e stilista guineana; Zaker Huseini, pellettiere afgano; Hafizullah Tajik, sarto afgano. Il terzo ciclo di accompagnamento è iniziato in settembre 2018 e sta volgendo al termine (febbraio 2019); anche questo ciclo vede in azione sei artigiani: Burhan Husseini, tessitore afgano, Wadie Haddad, carpentiere e cestaio siriano; Sana Sanyang ebanista e carpentiere gambiano; Jeannette Enaku, gioielliera togolese; Fadhila Klich sarta tunisina; Fayun Yang ceramista cinese. Il prossimo ciclo di accompagnamento, stando all’invito a presentare le candidature per partecipare in

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qualità di artigiani migranti pubblicato da La fabrique NOMADE in gennaio, si estenderà da aprile a dicembre 2019356.

Si può notare come le nazionalità e i mestieri degli artigiani migranti siano molto vari357, questo ha richiesto alla fabrique un gran dispendio di energie nella ricerca degli utensili e delle materie prime necessarie alle lavorazioni e dei mediatori culturali per poter comunicare con gli artigiani, che è fondamentale soprattutto nella fase iniziale del rapporto per chiarificare lo svolgimento e le finalità del programma. L’investimento di risorse è tale che i membri della fabrique hanno paventato l’idea di specializzarsi in una ristretta cerchia di mestieri per ammortizzare i costi di tali attività, ma a giudicare dall’ulteriore ampliamento dei mestieri del terzo ciclo, si può dedurre che questa opzione è stata scartata o per il momento accantonata.