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III. Materiali utilizzati

2 L’artigianato artistico e tradizionale come patrimonio culturale immateriale e come

2.3 Rifugiati e immigrati nell’Unione europea

2.3.3 L’integrazione di migranti e rifugiati attraverso l’arte e la cultura

2.3.3.2 Il gruppo di esperti del metodo aperto di coordinamento sul dialogo interculturale.

Il Metodo aperto di coordinamento è una forma di collaborazione tra gli Stati membri attraverso l’azione di esperti del settore da questi nominati. Tali esperti sono stati chiamati a mappare le politiche e le buone prassi in merito al dialogo interculturale per l’integrazione di migranti e rifugiati tramite le arti e la cultura, quindi a condividerli nell’ambito del gruppo di lavoro secondo il metodo aperto di coordinamento. Il rapporto finale del loro lavoro di studio viene pubblicato nel 2017 con il titolo How culture and the arts can promote intercultural dialogue in the context of the migratory and refugee crisi ed è stato utilizzato anche nella formulazione del Piano d’azione per l’integrazione del 2016.

Il rapporto contiene la descrizione di una selezione di 46 esempi di buone pratiche e politiche (sulle 200 inizialmente individuate327) e 23 raccomandazioni per le nuove pratiche per il dialogo interculturale, rivolte sia ai responsabili politici a livello UE, nazionale e locale, che agli stakeholder e le istituzioni culturali. Le buone pratiche e le raccomandazioni sono state scelte in base a tre temi chiave e due prerequisiti fondamentali per l’efficacia delle iniziative. I due prerequisiti imprescindibili - che devono sussistere reciprocamente sia per le comunità di migranti che per quelle di accoglienza - sono la propensione positiva verso l’integrazione e l’impegno nel dialogo e l’accettazione e il rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani e quindi la condanna della violenza e del terrore. I progetti portati ad esempio nel rapporto spaziano in molti

326 COMMISSIONE EUROPEA, How Culture and the Arts Can Promote Intercultural Dialogue in the Context of the Migratory and Refugee Crisis, cit., p. 16.

327 Sono state tutte pubblicate sull’European Web Site on Integration alla pagina

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ambiti, dalla cucina al teatro, ma nessuno tra questi è centrato sull’artigianato, sebbene esso sia menzionato nella definizione di arte portata dagli esperti nel rapporto.

Il primo dei tre temi chiave individuati è “Empowerment”, che consiste nel rafforzamento delle capacità personali attraverso il dialogo e le arti per diventare più sicuri di sé, avere il controllo della propria vita e dei propri diritti; si tratta di un processo fondamentale per aumentare la partecipazione dei migranti e dei rifugiati nella vita culturale e sociale ed è importante che essi non vengano considerati come identità collettive, ma che le singole persone vengano valorizzate come individui che hanno il diritto ad essere ascoltati. Il secondo tema è “Intersectorial” e riguarda il tipo di rapporti e i partenariati da costruire che devono essere intersettoriali o trasversali: è importante che le attività culturali siano messe in relazione con gli altri settori dell’azione pubblica, come l’occupazione, l’istruzione, il benessere, la residenzialità, la giustizia l’arte e la cultura in quanto nessuno di questi ambiti ricopre un ruolo indipendente nel raggiungimento di un’integrazione riuscita, ma sono interdipendenti. Il terzo tema chiave è “Evaluation” per porre l’accento sul monitoraggio e sulla valutazione delle attività svolte, sulla condivisione dei risultati e sull’apprendimento dalle reciproche esperienze, «affinché si possa affermare che l’arte e la cultura contribuiscono a unire individui e popoli»328.

2.3.3.3 Il dialogo strutturato con la società civile sull’inclusione

Il secondo metodo prediletto dalla Commissione per l’implementazione delle priorità dell’agenda è il dialogo strutturato con la società civile, ovvero con gli stakeholder del settore che apportano idee e messaggi riguardo i vari temi proposti dalla Commissione. Il dialogo strutturato si sviluppa secondo due filoni: l’European Culture Forum un incontro biennale che riunisce i principali attori del settore per discutere le attività e le politiche (l’ultimo si è tenuto il 7 e 8 dicembre 2017 a Milano) e Civil Society Culture Platform nel cui contesto dal 2015 è stato lanciato il programma Voices of culture. Quest’ultimo tipo di dialogo strutturato consiste nel lavoro di trentacinque rappresentanti della società civile, che vengono selezionati attraverso un bando e convocati per una sessione di brainstorming su degli argomenti prestabiliti; l’output di

328 DIREZIONE GENERALE DELL’ISTRUZIONE, DELLA GIOVENTÙ, DELLO SPORT E DELLA CULTURA

(COMMISSIONE EUROPEA), Come la cultura e le arti possono promuovere il dialogo interculturale, nel

contesto della crisi migratoria e dei rifugiati: sintesi del report del gruppo di lavoro degli esperti degli stati membri UE sul dialogo interculturale, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea,

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questo incontro è un rapporto. I contenuti di tale documento vengono ulteriormente discussi a Bruxelles dalla Commissione assieme ad alcuni dei partecipanti alla sessione di brainstorming.

Gli argomenti trattati in questi programmi sono in linea con le priorità del piano di lavoro per la cultura; nel 2015 infatti si trattava di The role of culture in promoting the integration of refugees and migrants, discusso nel giugno 2016329. Dal rapporto di tale sessione di brainstorming vediamo che i rappresentanti si sono interrogati circa la relazione tra il settore culturale e la realtà delle migrazioni attraverso la mediazione dell’azione dei governi, considerando che la cultura

is particularly significant as an enabler of sophisticated democracy: it provides spaces for the articulation and dissemination of complex ideas, and facilitates broad participation in social space. The dynamic nature of cultural participation makes the cultural sector the perfect space from which to catalyse the development of polity and society as spaces in which refugees and other new citizens are afforded equal voice and status.330

Per ogni nodo di sviluppo individuato i rappresentanti hanno sviluppato una serie di raccomandazioni, che non sono rivolte qui a chi concretamente mette in opera azioni e attività di dialogo, ma si indirizzano agli esperti e ai giuristi incaricati di sviluppare le nuove politiche culturali.