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III. Materiali utilizzati

2 L’artigianato artistico e tradizionale come patrimonio culturale immateriale e come

2.3 Rifugiati e immigrati nell’Unione europea

2.3.2 Le politiche d’integrazione

Le politiche di integrazione comunitarie si riferiscono all’articolo 79 comma 4 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che attribuisce al Parlamento e al Consiglio il compito di stabilire misure volte a incentivare e sostenere l'azione degli Stati membri al fine di favorire l'integrazione dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti nel loro territorio. A ciò non si aggiunge l’armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri, in quanto le politiche di integrazione, così come la determinazione del volume di ingresso di cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro, sono competenza dei singoli Stati. L’Unione individua problematiche, stabilisce obiettivi e propone approcci, che supporta con azoni di monitoraggio, scambio di buone pratiche e con l’utilizzo degli strumenti finanziari a sua disposizione. Le più recenti comunicazioni emanate dalla Commissione europea su questo tema sono: 1) l’Agenda europea per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi del 2011309, che pone linee d’azione riguardanti l’integrazione all’interno del programma di

308 Cfr. cap. 1, par. 1.2.2.6. 309 Cfr. cap. 1, par. 1.2.3.4.

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Stoccolma sulle priorità unionali in materia di giustizia, libertà e sicurezza per il periodo 2010-2014; 2) la Comunicazione per un’Europa aperta e sicura310 attraverso cui - nel 2014, all’approssimarsi del termine del programma di Stoccolma - la Commissione ha indicato la strada da seguire negli anni a venire per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia; 3) il Piano d’azione sull’integrazione del 2016, che dà continuità e aggiorna l’agenda per l’integrazione del 2011, a seguito del grande aumento di richiedenti asilo del 2015311. L’Unione europea si descrive in tali strumenti come attraversante un

periodo in cui deve far fronte ad una crisi dei valori fondamentali su cui si basa312 e,

contemporaneamente, all’arrivo di un ingente flusso di persone che fuggono da guerre, povertà e disastri naturali313.

In questo contesto risulta necessario sviluppare politiche di integrazione che favoriscano il dialogo interculturale tra vecchi e nuovi cittadini dell’Europa, per perseguire il benessere economico e sociale dell’UE; una priorità già sentita anche dal Consiglio d’Europa, che nel 2008 pubblica il Libro bianco sul dialogo interculturale. In esso il Consiglio d’Europa dà indicazioni sul tema ai responsabili politici come ai mezzi di comunicazione e alle associazioni della società civile314. Come già riportato precedentemente, l’immigrazione emerge negli strumenti europei come un’importante risorsa per lo sviluppo economico e per la ricchezza culturale, purché accompagnate da adeguate politiche di integrazione. Gli investimenti in queste politiche sono investimenti a lungo termine necessari per costruire società coese, «le politiche di integrazione sono più efficaci se sono concepite per instaurare sistemi coerenti, che facilitano la partecipazione e l'emancipazione di tutti in seno alla società – sia dei cittadini dei paesi terzi che delle collettività in cui si stabiliscono»315.

La Commissione riscontra che larga parte dei cittadini di paesi terzi soggiornanti regolarmente nell’Unione vive in una situazione di svantaggio in termini di

310 Cfr. cap. 1, par. 1.2.3.8.

311 Il numero di domande d’asilo deposte nel 2015 ammonta a 1.321.600, più del doppio rispetto al 2014

quando furono 626.960, cfr. EMN (EUROPEAN MIGRATION NETWORK), Annual Report on Immigration

and Asylum 2015: A Synthesis of Annual Policy Reports 2015 submitted by EU Member States and Norway, Directorate General Migration and Home Affairs - European Commission, 2016.

312 Ai sensi dell’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea, questi sono: la democrazia, lo Stato di diritto

l’uguaglianza e il rispetto delle libertà e dei diritti umani.

313 COMMISSIONE EUROPEA (DIREZIONE GENERALE DELL’ISTRUZIONE, DELLA GIOVENTÙ, DELLO SPORT E

DELLA CULTURA), How Culture and the Arts Can Promote Intercultural Dialogue in the Context of the

Migratory and Refugee Crisis: Report with Case Studies, by the Working Group of EU Member States’ Experts on Intercultural Dialogue in the Context of the Migratory and Refugee Crisis under the Open Method of Coordination, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, Lussemburgo, 2017, p. 9. 314 CONSIGLIO D'EUROPA, Libro bianco sul dialogo interculturale: Vivere insieme in pari dignità,

Strasburgo, 2008.

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occupazione, istruzione e inclusione sociale. Bassi sono i livelli di occupazione straniera e spesso la forza lavoro immigrata è sovra qualificata, si concentra infatti in pochi settori lavorativi di scarso prestigio, rappresentando «una risorsa inutilizzata e uno spreco di capitale umano, senza contare che l'esperienza può risultare per loro degradante»316. Oltre a prendere atto del problema dell’esclusione sociale dei cittadini

non comunitari, il piano d’azione del 2016, rispetto all’agenda per l’integrazione del 2011, riporta il forte aumento di fenomeni di discriminazione, razzismo e xenofobia nei paesi europei. Tutti questi aspetti devono essere affrontati all’interno delle politiche di integrazione, che devono gestire i sentimenti di paura, rabbia e sospetto che possono nascere nel confronto con l’alterità.

La società civile è uno dei soggetti spronato ad agire: l’agenda del 2011 individua la partecipazione dal basso come una delle direttrici d’azione principali su cui agire per l’integrazione, assieme alle azioni a livello locale e di cooperazione con i paesi d’origine. Le politiche hanno il duplice compito di attivare la partecipazione degli immigrati alla società ospitante e, contemporaneamente, spronare l’apertura di quest’ultima verso di loro. Il piano d’azione del 2016, al paragrafo 4.1.5 si concentra sulla partecipazione attiva dei cittadini non comunitari nella comunità locale, regionale e nazionali in cui risiedono: essi dovrebbero poter prendere attivamente parte al processo di costruzione della società inclusiva attraverso la progettazione stessa di azioni di inclusione e, più in generale, mediante attività sociali, culturali e sportive che permettono di ampliare la propria rete di contatti interpersonali.

La Commissione vuole valorizzare il potenziale di migranti e rifugiati promuovendone l’istruzione, l’imprenditorialità e l’inserimento nel mercato del lavoro in posizioni corrispondenti alle loro qualifiche ed esigenze; supporta, quindi, iniziative circa la creazione di formazioni linguistiche accessibili, l’adattamento dei sistemi scolastici ad una popolazione studentesca sempre più multiculturale, la creazione di servizi di riconoscimento delle qualifiche e delle competenze professionali e servizi di orientamento all’impiego. L’attenzione è rivolta soprattutto a donne e giovani, in quanto categorie con più difficoltà a trovare un impiego; per le persone più vulnerabili si prevedono azioni volte a ridurne l’isolamento, come servizi sociali e psicologici.

Gli strumenti di cui si serve l’Unione, per raggiungere gli obiettivi posti e supportare gli Stati e la società civile nel perseguimento degli stessi sono: la

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coordinazione delle politiche a livello nazionale, regionale e locale; la creazione di reti e banche dati; l’allocazione dei fondi dedicati; il coinvolgimento di esperti e di portatori di interessi. Nella diffusione dei valori positivi di cui l’Unione si è fatta portavoce, come il rispetto della diversità e il contrasto alle discriminazioni, grande importanza è data ai programmi per la cultura e di scambio come Europa Creativa, Erasmus+ o il Servizio di Volontariato Europeo317.