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III. Materiali utilizzati

1 Le fonti giuridiche

1.2 Strumenti di diritto regionale europeo

1.2.2 Strumenti vincolanti, normativa derivata dell’Unione europea

1.2.3.9 COM(2016) 377 piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi,

Il piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi, del giugno 2016, comprende le iniziative della Commissione a favore dell’integrazione dando continuità a quanto affermato nell’agenda europea per l’integrazione del 2011. L’introduzione del testo informa che i cittadini di paesi terzi continuano a trovarsi in una situazione di svantaggio rispetto ai cittadini dell’Unione in termini di occupazione, istruzione e inclusione sociale, che l’UE deve occuparsi di gestire un ”elevato numero di persone bisognose” e che fenomeni di discriminazione, razzismo e xenofobia sono in aumento; per questi motivi l’Unione e gli Stati membri devono lavorare sulle politiche di integrazione con maggiore attenzione all’inclusione sociale e al rispetto dei diritti fondamentali, in particolare gli Stati con poca esperienza in questo ambito (cap. 1). Anche le politiche economiche e sociali dovranno tenere conto dell’afflusso di migranti, sia per soddisfarne le necessità che per la loro integrazione lavorativa che può apportare vantaggi economici se gestita correttamente; il lavoro dipendente dei cittadini di paesi terzi, infatti, apporta un contributo tributario netto positivo, in caso contrario, se l’integrazione non è gestita nel senso di favorire l’effettivo inserimento lavorativo, il rischio è “che il costo della non integrazione superi quello degli investimenti nelle politiche di integrazione” (cap. 2). Gli investimenti nelle politiche di integrazione sono investimenti a lungo termine, queste politiche “sono più efficaci se sono concepite per instaurare sistemi coerenti, che facilitano la partecipazione e l'emancipazione di tutti in seno alla società”, per prendere parte alla società del paese di accoglienza è importante comprendere e aderire ai valori fondamentali dell’Unione europea quali la “democrazia, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali”.

95 Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e

sociale europeo e al Comitato delle Regioni: Piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi. Strasburgo, 7.6.2016, COM(2016) 377 final.

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In base a quanto affermato nei primi tre capitoli e dall’agenda del 2011, il quarto capitolo del piano d’azione pone le priorità e gli strumenti politici essenziali per sostenere l’integrazione nell’UE; per ogni priorità sono individuate delle direzioni verso cui gli Stati membri sono incoraggiati ad agire e le iniziative avviate o da avviare da parte della Commissione. La prima priorità riguarda le misure precedenti la partenza e l’arrivo dei migranti come azioni di informazione sulle aspettative di vita in un determinato paese o di preparazione della società di accoglienza per creare empatia e conoscenza e superare i pregiudizi; queste attività; per la realizzazione di questo tipo di attività è necessario lo sviluppo di partenariati globali con i paesi terzi e collaborazioni con i soggetti internazionali competenti (4.1.1). La seconda priorità è l’istruzione quindi l’attivazione di corsi linguistici, la promozione di un sistema scolastico inclusivo e dell’apprendimento non formale a completamento dell’integrazione dei giovani (4.1.2). La terza priorità riguarda il mercato del lavoro: si sostengono misure per promuovere l’identificazione rapida delle competenze e delle qualifiche dei nuovi arrivati, l’efficace condivisione delle buone pratiche e la rimozione degli ostacoli all’inserimento e alla formazione professionale; questa priorità riguarda anche i programmi rivolti ai cosiddetti NEET ovvero i giovani in situazioni vulnerabili che non lavorano e sono al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione, che devono essere aperti anche ai giovani provenienti da paesi terzi. Nel contesto di questa priorità la Commissione ha lanciato: progetti come Science4refugee, Social Innovation Competition; progetti per l’integrazione e l’inserimento accelerato nel mercato del lavoro e nella formazione professionale - in particolare per le donne – anche attraverso formazioni linguistiche specifiche per l’impiego; piattaforme per la condivisione delle pratiche promettenti in materia di integrazione nel mercato di lavoro anche attraverso un repertorio online; attività per il riconoscimento dei titoli accademici e delle qualifiche in generale dei cittadini di paesi terzi; avvierà, sosterrà e finanzierà l’imprenditorialità dei migranti etc (4.1.3). La quarta priorità riguarda l’accesso ai servizi di base ovvero ai servizi sanitari e ad abitazioni adeguate, si parla qui sia di alloggi immediati per rifugiati appena arrivati ma anche di politiche di edilizia abitativa e di politica urbana (4.1.4). La quinta ed ultima priorità si concentra sulla partecipazione attiva e l’inclusione sociale: i cittadini di paesi terzi dovrebbero essere coinvolti nella progettazione e attuazione delle politiche di integrazione per migliorarne i risultati, in quanto “L'integrazione non consiste soltanto nell'apprendere la lingua, trovare un alloggio od ottenere un posto di lavoro, bensì nello svolgere un ruolo attivo nella propria comunità locale, regionale e nazionale,

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nello sviluppare e nel mantenere veri e propri contatti interpersonali, mediante attività sociali, culturali e sportive, nonché la partecipazione a livello politico”. Questo tipo di attività favoriscono lo scambio tra i nuovi arrivati e la società di accoglienza. Nell’ambito di questa priorità, inoltre, gli Stati membri sono chiamati a garantire l’osservanza delle leggi unionali che tutelano ogni persona dalle discriminazioni e a lottare contro il razzismo, la xenofobia e l’incitamento all’odio; questo può essere fatto attraverso l’attuazione delle politiche dell’UE pertinenti, leggi nazionali e misure politiche mirate. Nell’ambito di questa priorità la Commissione si impegna ad avviare progetti di dialogo interculturale, sulla diversità culturale e sui valori comuni europei attraverso la cultura, il cinema e l’arte con il programma Europa Creativa96 oltre a questo si servirà di altri programmi rivolti ai giovani legati allo sport, delle svariate applicazioni del programma Erasmus+ e del Servizio di volontariato europeo, preparerà manuali e prontuari per gli operatori del settore e porterà avanti il progetto sulla Direttiva antidiscriminazione (4.1.5).

Gli strumenti utili all’applicazione del piano d’azione a favore dell’integrazione sono: il coordinamento delle politiche UE, nazionali, regionali e locali e il coinvolgimento dei portatori di interesse non governativi; l’utilizzo della Rete europea sull’integrazione per la connessione tra i vari attori e del Forum europeo delle migrazioni per il dialogo tra le istituzioni della società civile e quelle europee; la cooperazione politica dell’UE nei settori legati all’integrazione dei migranti; il sostegno finanziario da parte dell’UE agli interventi in materia degli Stati membri o delle organizzazioni non governative. Molti dei progetti passati non sarebbero stati sostenibili senza i fondi europei; per il periodo 2014-2020 gli Stati membri hanno assegnato 765 milioni di euro totali al Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (AMIF), un importo inferiore rispetto al periodo precedente97 e che “si rivela inadeguato per la situazione

attuale”; altri fondi sono a disposizione delle iniziative come i Fondi strutturali e di investimento europeo (fondi SIE), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (4.2.1 e 4.2.2).

In fondo al testo si trova una tabella che elenca tutte le iniziative della Commissione per ognuna delle cinque priorità individuate dal piano d’azione.

96 Cfr. cap. 1, par. 1.2.2.12.

97 Per il ciclo 2007-2013 sono stati erogati a titolo del Fondo europeo per l'integrazione 825 milioni di

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1.2.3.10 Comunicazione della commissione su una nuova agenda europea per la