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Lavoro di ricerca qualitativa sugli studenti del corso di IC cinese-italiano – Cdl ITES, Università Ca’ Foscar

3.6 Risultati dell’analis

3.6.1 b) Accento e stile discorsivo dei parlant

Per quanto riguarda, invece, la seconda categorizzazione, è necessario considerare due aspetti dell’eloquio strettamente correlati tra loro. Il primo è l’accento del parlante, tipico della sua zona di provenienza, che può variare molto da una provincia all’altra della Cina. Il secondo, invece, è quello che definirei più uno stile discorsivo, del tutto soggettivo e non riconducibile ad altri parlanti, anche se provenienti dalla stessa area geografica. Per capire come questi fattori abbiano influito sulla comprensione del messaggio, vorrei citare alcuni

esempi raccolti durante lo svolgimento di varie lezioni, di ragazzi del primo e del secondo anno. Durante una lezione di tutorato, ad esempio, una delle domande relative ai video ascoltati riguardava proprio gli accenti, ovvero se si erano incontrate difficoltà nella fase di ascolto dovute a essi. In più di un’occasione è emerso come il fattore accento sia stato motivo di disturbo per la comprensione del messaggio.

In alcuni dei primi video che avevano per argomento l’inquinamento ambientale, gli accenti dei parlanti erano molto marcati: nel primo, ad esempio, vi erano due passanti intervistati con un forte accento di Pechino. Quanto al secondo video, riguardante lo stesso argomento ma proposto in forma di talk show, alla pronuncia standard del presentatore seguiva una telefonata da casa di uno spettatore della provincia dello Yunnan, nel sud della Cina. L’accento dello spettatore era molto marcato e sembrava inserire a tratti forme colloquiali e dialettali, abbastanza lontane dal cinese mandarino che siamo abituati a sentire. A conferma di ciò si è potuta osservare l’evidente difficoltà dello stesso presentatore a seguire il discorso, al punto di decidere di concludere la telefonata senza approfondire alcune questioni citate dallo spettatore.

La risposta alle domande è stata affidata a un esperto in materia, di nazionalità cinese ma parlante inglese. Il suo discorso in inglese è stato interpretato in cinese da un’interprete simultanea ed era su quel secondo discorso che avremmo dovuto svolgere la presa di appunti. Inutile dire come la differenza di eloquio fosse evidente, nonostante il discorso in inglese di sottofondo potesse rappresentare un ulteriore elemento di disturbo. L’unica difficoltà poteva essere costituita dalla correzione in corso d’opera di alcune frasi, trattandosi di interpretazione simultanea. Tali correzioni potevano essere causate sia dalla struttura grammaticale del tutto diversa tra le due lingue, sia dai tempi molto più ristretti dell’IC. La voce, però, era molto chiara, scandiva bene le parole, rispettava le pause e chiariva i nuclei sintattici della frase. Abilità, questa, richiesta all’interprete professionista ma raggiungibile solo a fronte di moltissima esperienza e pratica.

Altro accento particolarmente marcato è stato riscontrato - ancora una volta - nel presentatore del programma televisivo di libri Kai juan ba fen zhong 开 卷 八 分 钟 Liang

Wendao 梁文道, alla cui velocità di eloquio si aggiungeva un accento chiaramente del sud e

più precisamente hongkonghese. La differenza rispetto agli accenti del nord si manifesta da un lato nella tendenza all’uniformità di suoni che in cinese mandarino sono pronunciati in modo distinto, come sh e s, zh e z, e dall’altro lato, in alcuni casi, a un’inversione di pronuncia. Anche i suoni l e n sono spesso pronunciati in modo simile e rischiano di essere confusi durante l’ascolto. La pronuncia in questo caso “不是很标准”, non è standard, ma è, invece,

caratterizzata da un accento del sud molto riconoscibile all’ascolto, che crea diversi problemi. Accanto all’accento non sempre comprensibile del parlante si colloca lo stile discorsivo di ognuno: nel caso della ragazza di Pechino intervistata, corrispondeva a un tono di voce abbastanza alto, quasi stridulo, una tendenza a parlare molto veloce e a omettere la parte finale delle parole. O ancora, in una lezione del professor Zanini, lo stesso problema è stato percepito durante l’interpretariato di un video sullo Yijing 易经, uno dei classici della

letteratura cinese. Il contenuto del video consisteva nella spiegazione dell’opera svolta da uno dei suoi massimi esperti, un uomo molto anziano, con una voce un po’ tremolante e qualche suono alterato. Questo ha rappresentato una fonte ulteriore di disturbo della fase di ascolto, in aggiunta alla tipologia del materiale, di natura audiovisiva.

L’accento è stato percepito come fattore rilevante anche durante le lezioni del professor Zanini, in cui, a parte alcuni casi, erano sempre studenti italiani a leggere i testi in cinese che sarebbero stati interpretati dai compagni. In ogni caso, essendo noi studenti italiani, avremmo avuto una pronuncia che, per quanto corretta, sarebbe stata diversa da quella di un madrelingua cinese e avrebbe potuto influire sulla resa finale del testo. Una delle domande più frequenti che veniva posta alla classe una volta finita la sessione di interpretariato era “Com’è andato l’oratore? La voce era chiara, avete capito, com’era la pronuncia?”. Fondamentale è l’attenzione ai toni, ma anche all’intonazione delle frasi e alla fluidità delle stesse, che possono rappresentare un aiuto o, al contrario, una difficoltà. In alcuni casi gli interpreti hanno avuto qualche problema a stare dietro al discorso dell’oratore, perché questo risultava insicuro, un po’ frammentato e non sempre rispettava la corretta scansione delle parole o le pause presenti nel testo.

Io stessa ho avuto questo problema quando mi è capitato di fare l’oratore e non l’interprete a lezione. Per la paura di sbagliare e di non essere abbastanza comprensibile, insieme ad alcuni errori di pronuncia dei toni, sono arrivata all’effetto opposto, cioè quello di scandire troppo le parole e farle risultare staccate, pronunciate meccanicamente una di seguito all’altra. Mi sono resa conto che il mio modo di leggere avesse messo un po’ in difficoltà l’interprete che stava di fianco a me. In aggiunta a ciò, il testo in questione trattava un argomento di per sé abbastanza impegnativo, il digouyou地沟油. Esso consiste nel metodo

illegale utilizzato in Cina per purificare e raffinare gli oli di scarico delle fogne e rimetterli sul mercato per venderli, il più delle volte, a proprietari di banchetti ambulanti di cibo di strada.