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La professione dell’interprete di consecutiva è stata riconosciuta come tale a partire dalla prima metà del ‘900, in seguito al numero sempre crescente di conferenze multilaterali e organizzazioni internazionali ne richiedessero la presenza. Ad oggi, gli interpreti di consecutiva si dividono in due categorie principali, ovvero interpreti funzionari, regolarmente assunti da un’istituzione e interpreti free-lance, che lavorano all’interno del mercato privato italiano o estero.

Nel primo caso, gli interpreti lavorano per una delle numerose istituzioni presenti sul territorio nazionale, europeo o extra europeo. In questi contesti, l’attività di interpretariato si rende necessaria per ogni forma di comunicazione volta alla creazione e al mantenimento di relazioni internazionali politiche, sociali ed economiche. Accanto a queste vi sono anche gli obiettivi condivisi delle ONG, che corrispondono in larga misura alla tutela dei diritti umani, allo sviluppo sociale e alla promozione di un’identità culturale, in un contesto di costante cooperazione internazionale. La più grande istituzione che assume interpreti in modo continuativo è rappresentata dal Parlamento Europeo, affiancata da altre più piccole per dimensioni ma non meno importanti, come il Consiglio dei Ministri Europei e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). Un esempio di istituzione extra - europea che includa il cinese tra le lingue ufficiali è, invece, il BRICS, l’associazione economica internazionale creata tra i cinque paesi emergenti rappresentati da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Oltre alla prima vi è anche la World Trade Organization (WTO), di cui la Cina è entrata a far parte nel 2001.

Tra le organizzazioni internazionali più importanti vi sono sicuramente la North Atlantic Treaty Organization (NATO) e l’ONU. Quest’ultima utilizza sei lingue ufficiali, tra cui il cinese, accanto al russo e all’arabo per le lingue extra europee e all’inglese, al francese e allo spagnolo per le lingue europee. Gli interpreti assunti a tempo pieno in una di tali istituzioni od organizzazioni svolgono attività di interpretariato di conferenza, per una durata giornaliera che non può superare le 7 ore. In ogni caso, l’IS sta diventando la forma preferita per l’interpretariato di conferenza, anche se l’IC rimane accanto alla prima senza scomparire del tutto. Tale predilezione per l’IS è legata alla volontà di stringare i tempi il più possibile: nel caso dell’IC, infatti, non sarebbero raddoppiati, ma sicuramente più dilatati rispetto alla forma di IS.

Per quanto riguarda il secondo sbocco professionale, invece, vi sono diversi ambienti in cui si richieda la presenza di interpreti di consecutiva. Possiamo fare una distinzione tra mercato privato nazionale, che comprende società ed enti pubblici e mercato privato

internazionale, che include, invece, associazioni di categoria internazionali, società multinazionali, eventi sportivi internazionali e media stranieri. In tutti questi casi, l’interprete è un libero professionista che - come tale - svolge la prestazione di interprete in modo occasionale, a seconda delle offerte che gli si presentano e può gestire il suo lavoro in modo del tutto autonomo.

Non esiste un albo ufficiale degli interpreti a cui iscriversi, ma una serie di associazioni tra cui l’Associazione Italiana dei Traduttori e degli Interpreti (AITI) e l’Associazione Internazionale di Interpreti di Conferenza (AIIC). Quest’ultima è nata nel 1953 e ha stabilito gli standard universali per gli interpreti di conferenza, ovvero quello che ha preso il nome di “Code of Professional Ethics”. Si tratta di un codice di condotta professionale che contiene le norme etiche a cui gli interpreti devono attenersi, ma anche le condizioni di lavoro e gli standard professionali degli stessi. L’insieme di norme è stato stabilito con l’obiettivo di regolare il mercato dell’interpretariato, inizialmente a livello europeo e poi in tutto il mondo. La stessa AIIC ha stipulato diversi accordi con varie organizzazioni internazionali e ONG e i principi di base, incluse diverse linee guida fornite a studenti che vogliano intraprendere la professione dell’interprete, sono considerati un riferimento da corsi di laurea magistrale e master in interpretariato di tutto il mondo.37

Tra le organizzazioni internazionali che propongono master e programmi di stage in traduzione e interpretariato a studenti e neo laureati, una delle più importanti è sicuramente l’Unione Europea (EU). È all’interno di questa istituzione, infatti, che si svolge uno dei più prestigiosi master nel campo della traduzione, l’European Master in Translation (EMT). l’EMT è un progetto bilaterale istituito tra la Commissione Europea e diversi istituti universitari nel mondo che offre una formazione di traduzione ad alto livello a giovani neolaureati.

Tra gli obiettivi principali di tale programma vi sono sicuramente il miglioramento della preparazione nel campo della traduzione con un livello di insegnamento offerto molto alto. Ma anche la formazione di giovani traduttori con competenze specifiche da inserire come risorse all’interno delle varie sedi che costituiscono l’Unione Europea. I criteri utilizzati per stabilire le competenze necessarie agli aspiranti traduttori delle sedi EU sono decisi da una commissione di traduttori che lavorano all’interno delle stesse istituzioni. Molti di questi parametri sono stati utilizzati come riferimento nel programma di diversi corsi universitari in traduzione. Tra i principali requisiti richiesti ai traduttori vi sono competenze di base e competenze specifiche. Tra le competenze di base vi sono sicuramente una forte motivazione,

curiosità intellettuale, capacità di reagire ad ambienti e situazioni dinamiche e mutevoli e ottime capacità comunicative. Ma anche, accanto a queste, la capacità di lavorare in condizioni di pressione elevata, sia in team sia individualmente.

Le competenze specifiche richieste dalla commissione includono, invece, una padronanza perfetta degli aspetti sintattici e stilistici della propria lingua madre, ma anche una competenza elevata in almeno due delle lingue ufficiali dell’EU. Vi sono poi, accanto a queste, le competenze traduttive, che includono capacità di comprensione dei concetti espressi nel testo in lingua sorgente e della loro resa corretta dal punto di vista formale e del registro nel testo in lingua di arrivo. Inoltre, una certa velocità nello svolgimento di ricerche attraverso diversi mezzi in lingua di partenza e in lingua di arrivo e competenze nell’utilizzo dei principali mezzi automatici di traduzione, i cosiddetti CAT tools, i mezzi informatici per lo svolgimento della Computer Assisted Translation.38

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“European Master’s in Translation”, European Commission,

CAPITOLO 2