Lavoro di ricerca qualitativa sugli studenti del corso di IC cinese-italiano – Cdl ITES, Università Ca’ Foscar
3.4. Raccolta dei dat
3.4.1 Osservazione delle esercitazioni di IC del primo anno
Una volta chiarito, almeno in linea generale, quali volessero essere i contenuti e gli obiettivi del caso di studio, si è passati alla fase di raccolta dei dati. Ho pensato di cominciare questa fase attraverso l’osservazione delle lezioni della professoressa Zhu del primo anno, pensando di utilizzare come campione solo questo gruppo di studenti. La partecipazione a
2 A questo proposito è stata molto interessante la lettura dello studio condotto da Friedel Dubslaff, della danese
Aarhus School of Business, che si occupa di descrivere quali siano le difficoltà che i cosiddetti “newcomers” o “beginners” incontrano durante il percorso di progettazione e scrittura di un lavoro di ricerca. A dimostrazione di ciò, Dubslaff ha portato l’esempio della sua esperienza personale di scrittura di dissertazione finale di dottorato. Il suo resoconto raccoglie le difficoltà incontrate in ordine cronologico e parte dalla prima fase di scelta del tema e di assenza di docenti esperti in interpretariato che potessero seguire il progetto nel suo svolgimento, fino al difficile reperimento di materiale bibliografico e una non sempre corretta gestione delle tempistiche di lettura e scrittura. Egli passa, in seguito, a illustrare i problemi legati alla scelta di un metodo coerente da adottare per lo svolgimento della ricerca e per il raggiungimento dei risultati voluti, fino a un’ultima fase di scrittura sempre soggetta a “costant time pressure”. Friedel Dubslaff, “Beginners' Problems in Interpreting Research: A Personal Account of the Development of a PhD Project”, in Daniel Gile, Helle V. Dam, Friedel Dubslaff et al. (a cura di),
lezioni già affrontate l’anno precedente mi avrebbe consentito di esternarmi dal gruppo degli studenti per osservarli da un angolo privilegiato, per così dire. Non avrei dovuto, infatti, mantenere lo stesso livello di concentrazione richiesta all’IC ma avrei potuto dedicarmi solo a osservare come i ragazzi si comportavano di fronte all’ascolto di testi in cinese mai affrontati prima.
Inoltre, la conoscenza degli argomenti oggetto d’esame dell’anno precedente ha rappresentato per me un grande vantaggio. Se è vero che per un interprete la padronanza dell’argomento può essere di enorme aiuto per la resa in lingua di arrivo, lo è stato anche per me che avrei dovuto raccogliere dati a partire da ciò che sentivo. Avrei potuto, infatti, appoggiarmi su una base un po’ più solida che se avessi ascoltato testi relativi ad argomenti sconosciuti. Non mi ricordavo nel dettaglio tutte le parti dei testi e anche riascoltandoli per la seconda volta, se mi avessero chiesto di interpretare, avrei proposto una resa in italiano in parte diversa da quella originale. Tuttavia, l’ascolto di un testo già conosciuto mi permetteva di pensare a come avessi appuntato quella parte un anno prima, a come l’avrei appuntata in quel momento e, soprattutto, a quanto e come gli studenti campione, ascoltando il testo per la prima volta, riuscissero ad appuntare e a tradurre.
La stessa attività sarebbe risultata difficile se non impossibile per le lezioni del secondo anno, poiché non avrei potuto esentarmi dall’attività di interpretariato. Prima di tutto perché venivano proposti testi che sarebbero stati oggetto d’esame anche per me e su cui dovevo esercitarmi, sia a livello di ascolto sia di presa di appunti. Oltre a ciò, un’osservazione svolta su testi del livello richiesto per superare l’esame di interpretariato 2, non sarebbe stata, a parere mio, neutrale, né molto funzionale alla ricerca. Gli aspetti che potevo riscontrare come problematici negli miei compagni molto probabilmente lo erano anche per me, se non sempre, almeno in qualche caso. Non potevo, quindi, pormi in una condizione di sola valutazione, ma avrei dovuto anche condurre un’autovalutazione, che ho elaborato in un secondo momento. Nel caso invece del corso di interpretariato 1, in cui vi erano conoscenze già consolidate, almeno in buona parte, il processo risultava molto più semplice e mi sembrava centrasse maggiormente l’obiettivo della ricerca.
Durante l’osservazione delle lezioni della professoressa Zhu tenevo vicino a me un blocco note su cui appuntavo tutto ciò che vedevo e mi sembrava significativo evidenziare, come il metodo utilizzato per appuntare i concetti chiave o parti del testo problematiche. Ad esempio, nelle prime lezioni dedicate alla presentazione di marchi di pc internazionali e allo sviluppo dei social network in Cina, molti nomi di marchi venivano pronunciati dalla docente in cinese e non trovavano un immediato corrispondente in italiano, vedi la Dell, la cui
trascrizione fonetica è Dai er, 戴尔, fattore, questo, che ha causato molta indecisione.
A fianco ai termini o alle frasi che mi sembrava più significativo appuntare, con la relativa trascrizione in caratteri cinesi, ho scritto un’osservazione su quale fosse la difficoltà o il punto di forza emerso da quella particolare parte del testo. Ad esempio, in alcune delle prime lezioni ho potuto riscontrare difficoltà relative, ancora prima che all’ascolto, alla velocità di lettura, che non sempre era considerata sostenibile. In tal caso scrivevo ad esempio “Ascolto: chiedono di ripetere la frase”, oppure “Problemi velocità di lettura”. O ancora, se ascoltando la frase mi sembrava che la struttura fosse stata compresa ma c’era insicurezza su come tradurre alcuni termini in italiano, scrivevo “Termini”, oppure “Lessico: resa non molto sicura”, oppure “Incertezza”, con accanto i termini cinesi che avevano provocato le maggiori difficoltà. Se si erano verificati, invece, problematiche nell’esatta comprensione della struttura del periodo e la resa cominciava con una frase che veniva modificata in corso d’opera scrivevo ad esempio: “Struttura della frase, come è costruita? Problema di resa”.
Cercavo, quindi, di avere per ogni lezione un resoconto il più possibile completo di come si fosse svolta la lezione e di quali fossero i punti su cui era necessario soffermarsi maggiormente. In ogni caso, oltre alle trascrizioni dei miei commenti ho deciso di registrare di volta in volta le lezioni e di conservarle insieme al materiale cartaceo. Durante la prima lezione della professoressa Zhu ho messo al corrente gli studenti del fatto che sarebbero stati registrati durante l’interpretariato per sapere se qualcuno di loro non fosse d’accordo. Ho cercato di spiegare che sarebbe stato fondamentale per la ricerca affiancare al materiale cartaceo le registrazioni delle lezioni e anche che durante il percorso avrei richiesto e apprezzato la loro collaborazione.