Lavoro di ricerca qualitativa sugli studenti del corso di IC cinese-italiano – Cdl ITES, Università Ca’ Foscar
3.4. Raccolta dei dat
3.4.3 Osservazione delle lezioni di tutorato specialistico
L’occasione per continuare la ricerca in questa direzione mi si è presentata con l’attività di tutorato, un modulo di ore extracurricolari a frequenza facoltativa che si tiene ogni anno a supporto degli studenti di Ca’ Foscari. Per il nostro corso di “Interpretariato e Traduzione Editoriale e Settoriale” l’attività del tutorato può spaziare dal potenziamento della grammatica cinese, alla traduzione, a ulteriori esercitazioni di IC ed è stato proprio questo il caso dell’anno accademico corrente. Al tutorato possono partecipare gli studenti del primo e del secondo anno: mi sembrava per questo un’ottima occasione, due volte utile, sia per fare esercizio in vista dell’esame, sia per continuare l’analisi con l’obiettivo che mi ero prefissata. Dopo la prima lezione, infatti, ho parlato con la nostra tutor, la dottoressa Martina Codeluppi, esponendole il mio progetto di tesi e tutte le difficoltà che avevo incontrato fino a quel momento. Le ho detto che mi ero dovuta scontrare con l’assenza di un riscontro costante dei ragazzi del primo anno, una parte dei campioni che avrei voluto considerare e per questo stavo utilizzando soltanto i miei appunti e le registrazioni delle lezioni della professoressa Zhu come materiale per la ricerca.
La dottoressa Codeluppi ha concordato con me nel pensare che sarebbe stato molto più facile ottenere informazioni ponendo domande in forma orale piuttosto che scritta e ciò sarebbe stato possibile grazie al suo aiuto con un’intervista indiretta, o meglio, svolta in forma implicita. Durante le lezioni avremmo fatto esercizio utilizzando materiale audiovisivo, prevalentemente video di interviste o documentari in cui vi erano persone di madrelingua cinese che parlavano di argomenti simili a quelli affrontati in classe con la professoressa Zhu, concordati di volta in volta con la docente. L’esercitazione si sarebbe svolta in modo simile a quelle della professoressa Zhu, con la differenza che si sarebbe lavorato in un contesto secondo me molto più realistico. Per questo avrebbe avuto senso raccogliere le opinioni dei ragazzi in quella situazione ancor più che durante le lezioni usuali.
Per esercitarsi, veniva ascoltata una parte di video di lunghezza variabile, che per i ragazzi del primo anno non avrebbe superato i 30-40 secondi. Considerato che non avevano
ancora consolidato un proprio metodo di presa di appunti, più la porzione di testo da ascoltare era lunga, più sarebbe stato difficile utilizzare solo la memoria per interpretare. Al termine della parte di video ascoltata, la docente sceglieva uno studente casuale che avrebbe fatto la resa in italiano, come realmente accade nel contesto di un interpretariato, cioè senza interruzioni e correzioni di parole mancanti o di diverso significato. La valutazione dell’interpretariato svolto avrebbe considerato il contenuto di ciò che si era compreso e la forma con cui lo si era organizzato ed esposto, con le correzioni e le osservazioni del caso fatte al termine della resa dello studente.
Al termine della lezione, dopo che un certo numero di studenti aveva interpretato una parte dei documentari o dei programmi televisivi proposti, la docente avrebbe posto delle domande generali a tutta la classe su cui ci eravamo accordate in precedenza. Le domande corrispondevano in buona parte a quelle del diario, ovvero ai nuclei centrali dell’analisi che grazie a questa strategia mi era possibile approfondire. Ovviamente dovevo tenermi pronta a capire quando sarebbero cominciate le domande sul video appena ascoltato e, soprattutto, a scrivere le risposte e a conservarle. In questo modo, la docente avrebbe avuto un’idea più chiara di come stessero procedendo le esercitazioni e io, dall’altro lato, avrei ottenuto finalmente informazioni prodotte dagli studenti e quindi più oggettive e dettagliate. Avrei potuto capire realmente a che punto si era arrivati e quali fossero i problemi più evidenti secondo loro. Le domande poste ai ragazzi sono state le seguenti:
“Quali sono secondo voi le difficoltà di questo video? Sapevate qualche termine oppure no?”
La prima domanda voleva essere di carattere molto generale e al contempo capire se e quanto il lessico fosse conosciuto o fosse ancora un problema. In effetti lo era, perché la risposta ha evidenziato come solo pochissimi termini, quelli più generici, fossero conosciuti, mentre la maggior parte non lo erano e hanno causato per questo alcuni problemi nelle fasi di ascolto e presa di appunti.
Anche la velocità di eloquio ha rappresentato una difficoltà, ma è stata comunque messa in secondo piano rispetto al lessico, a termini sconosciuti. È stato detto ad esempio “Se anche il testo è letto velocemente si conoscono i termini uno un’idea se la fa, se invece non si conoscono i termini la velocità viene messa un po’ in secondo piano”. La terza domanda riguardava, invece, la presa di appunti “Come va la presa di appunti dopo averla affrontata in classe?” (ci si riferisce al fatto che la lezione di tutorato si è svolta dopo la lezione teorica del prof. Zanini in cui si spiegava per la prima volta il metodo della divisione del foglio e dell’organizzazione dei concetti secondo lo schema S V O). “Come state procedendo adesso?”
La velocità di lettura sembra aumentata rispetto ai video precedenti e questo ha comportato un’altra difficoltà da tenere in considerazione, che si va a sommare alla difficoltà del testo stesso. Alla domanda “Quanto è difficile questo testo da 1 a 10?” i ragazzi hanno risposto “8”, quindi pensano che sia molto difficile già a prescindere dalla velocità di lettura.