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Bambini orfani due volte.

Nel documento Femminicidio e tutela degli orfani. (pagine 109-113)

CAPITOLO QUARTO

4.3 Bambini orfani due volte.

Non ci sono solo il sangue, le botte, la paura. Nelle terribili storie di femminicidio c’è un capitolo nascosto e quasi mai ricordato. Ed è quello dei figli che sopravvivono alle madri uccise dai loro compagni. Sono orfani due volte o perché i padri, dopo aver tolto una vita, quella della loro compagna, si sono suicidati o perché sono finiti in carcere. È su questi bambini che vengono esercitati traumi enormi. È difficile dire con esattezza quante siano queste vittime invisibili.

Grazie ad una ricerca di Anna Costanza Baldry236 è possibile affermare che tra il 2000 e il 2013 sarebbero 1.500 i bambini rimasti orfani in seguito a un femminicidio.237 Il loro destino, come se non bastasse quello che hanno già vissuto, dopo gli interrogatori della polizia, la confusione è quello di essere dimenticati e ignorati.

234 Ibidem

235 Lieberman A.,Van Horn P., Bambini e violenza in famiglia. L’intervento psicoterapeutico con minori testimoni di

violenza, Il Mulino editore, Bologna, 2007, p. 34

236 Docente alla Seconda Università di Napoli e consulente Onu, la Nato e l’Ocse in materia di violenza sulle donne e i bambini e coordinatrice dei progetti europei Daphne e Switch-off.

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“La mamma non c’è più. L’ha ammazzata papà. Le ha sparato. L’ha strangolata. L’ha accoltellata due, tre, dieci volte. Tu non hai potuto farci niente. E ora sei solo.”

È questo il messaggio che viene trasmesso a questi bambini, costretti ad affrontare il dolore per una doppia perdita. Si tratta di un problema sociale certamente non secondario anche se in realtà troppo spesso trascurato. La legge infatti non tutela questi soggetti e anche i mass media ne parlano troppo poco concentrando il proprio interesse solo sul massacro che certamente produce più ascolti. Oltre alla violenza e alla morte c’è un seguito molto incerto: che fine fanno i figli delle vittime? Spesso testimoni della tragedia, segnati a vita dal lutto e dall’esperienza della violenza più estrema. Per questi figli c’è un rischio enorme, quello di essere tirati da una parte e dall’altra. Mentre a loro serve solo la serenità.

Storie che si accumulano: più di 1500 casi in Italia, secondo il suddetto studio condotto dalla dottoressa Anna Costanza Baldry. Si tratta di uno studio che si concentra sui casi di bambini vittime del femminicidio e che ha portato alla conclusione che in Italia non esiste nulla di specifico, nessun percorso per questi orfani speciali. Il tutto è affidato ai Tribunali dei minori con ampia discrezionalità caso per caso poiché non è prevista nessuna regola specifica. Il più delle volte l’affidamento va ai parenti più prossimi. Altrimenti non resta che l’adozione come ultima chance ai piccoli innocenti testimoni di vite familiari degenerate in tragedie. Nessuna legge esiste attualmente che preveda un’assistenza per questi minori, i cui genitori sono entrambi morti oppure con il padre in carcere. Un caso questo che impone di chiedersi: chi si occuperà dei loro figli materialmente, affettivamente e psicologicamente dopo? Se alle volte ci sono delle famiglie pronte ad intervenire, in altri casi i piccoli corrono il rischio di rimanere soli o, peggio, con un padre che corrisponde a colui che ha tolto loro la figura più importante del mondo.

Le prime vittime del femminicidio sono ovviamente le donne ma non vanno dimenticati anche i loro figli che devono sopravvivere ad una delle perdite più forti e dolorose della vita. In Italia esiste

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soltanto una legge che aumenta la pena di un terzo se la violenza è consumata davanti ai figli.238 I piccoli in questi casi si ritrovano a soffrire di depressione, ansia, disturbi da stress post- traumatico e per alcuni di loro, purtroppo la violenza diventa l’unico modello di relazione. C’è quindi un gran bisogno di aiuto psicologico perché questi figli non solo si trovano senza madre ma anche senza certezze. Per aiutarli, oltre al lavoro degli esperti, può essere utile l’affidamento ai parenti più disponibili e capaci di offrire un ambiente sano e stabile ma anche lo Stato deve fare la sua parte. I figli delle donne uccise dai loro mariti, compagni, ex sono vittime di una tragedia perciò meritano un sostegno economico, lavorativo e psicologico. A tal proposito la Corte Europea ha sanzionato l’Italia perché non risarcisce adeguatamente le vittime di crimini violenti e tra di loro vi sono anche gli orfani del femminicidio. 239

Malgrado questo scarso interesse a livello nazionale va annoverata una recente proposta presentata al parlamento che vede tra i primi firmatari la deputata Franca Biondelli.240 La suddetta proposta vuole tutelare le vittime indirette della violenza di genere, ovvero i minori. Gli orfani di queste immani tragedie oltre a dover affrontare le terribili difficoltà che conseguono a simili orribili fatti si trovano a dover affrontare condizioni economiche precarie dovute all’immediato venir meno di qualsiasi tipo di mantenimento o sostegno. Con questo provvedimento si vuole impegnare il Governo a valutare l’opportunità di individuare e adottare misure di sostegno rivolte agli orfani delle vittime del femminicidio. L’obiettivo è quello di sostenere non solo economicamente e finanziariamente le vittime, ma anche di agevolarne l’ingresso nel mondo del lavoro e di offrire loro sostegno psicologico.241

C’è dunque una vera e propria emergenza, finora però sottaciuta. Ci sono circa 1500 orfani di madre, vittime di omicidi compiuti da mariti, conviventi, fidanzati. Per lo più ex che non si

238Legge n.119/ 2013. Legge sul femminicidio.

239 Le informazioni riportate sono interamente consultabili sul sito internet www.ilfattoquotidiano.it 240 Le informazioni riportate sono interamente consultabili sul sito internet www.corrieredinovara.com 241 ibidem

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rassegnano alla fine di una relazione e confondono l’amore con il possesso. Dietro le donne uccise, restano invisibili i loro figli, non tutelati economicamente da una legge specifica e trattati dai tribunali alla stregua degli altri orfani anche se le loro storie sono completamente diverse.

L’ esercito invisibile dei 1500 orfani è un dato emerso grazie al progetto Daphne coordinato dalla psicologa e criminologa Anna Costanza Baldry. Il progetto punta a creare un data-base degli orfani da femminicidio per poi poterli aiutare. Questi orfani sono vittime che non sono sotto i riflettori perché minori ma proprio per questo sono più a rischio. Di loro infatti si perdono le tracce.

Al termine femminicidio ne va aggiunto dunque un altro forse ancora più terribile: infanticidio. Quasi la totalità dei delitti infatti riguarda coppie che avevano bambini. Un bambino che a causa di una malattia o di un incidente diventa orfano resta indubbiamente segnato da questa perdita con ripercussione sull’intera esistenza. Ma quando è la mano del proprio padre a ridurlo nella condizione di orfano, cosa avviene nella sua mente? Probabilmente con quell’atto criminale il padre uccide anche l’infanzia del figlio o dei figli. Quali punti di riferimento potranno avere? Come potranno perdonare? Cosa ne sarà di questi bambini? Basterà una vita per elaborare quanto, molto spesso, è accaduto sotto i loro occhi?

Siamo di fronte dunque all’altra faccia del femminicidio, ad altre vittime di cui nessuno parla mai. Questi bambini vengono scordati e nonostante siano un esercito nessuno se ne accorge. Cosi in assenza di regole la discrezionalità è massima. Molti vengono affidati ai parenti più prossimi, in altri casi vengono adottati, nei casi peggiori finiscono in brutti giri di droga e di prostituzione.242 Vi sono infatti delle dinamiche psicologiche interne che si sviluppano negli anni e che formeranno la personalità del ragazzo/a che ha subito il trauma. L’effetto peggiore è la deprivazione affettiva dunque l’amore, il calore e la comprensione che solo una madre può dare. Pertanto perdere questo legame causa nei bambini danni psicologici e fisici non indifferenti. Quello che questi bambini

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faranno, come vivranno e chi si prenderà cura di loro rimane quasi sempre un triste punto interrogativo.

Per cercare di mitigare questa emergenza è stato ideato a livello europeo il progetto Switch-off. Si tratta del primo progetto europeo che si occupa degli orfani delle vittime di femminicidio. Al centro vengono poste le esigenze dei figli delle vittime analizzando i fattori di rischio e di protezione e sviluppando le linee guida per i professionisti. L’obiettivo è quello di ridurre gli impatti emotivi di tale tragedia nella vita di bambini e adolescenti e di individuare per ognuno di loro la strategia più adatta.

Nel documento Femminicidio e tutela degli orfani. (pagine 109-113)