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Esistono, come abbiamo constatato, nella raccolta di Bandello alcuni esempi di novelle tragiche nelle quali l’adulterio della donna non viene guardato con un sorriso di comprensione, ma è immediatamente condannato e presentato come grave minaccia per un’intera comunità.

Tuttavia, con l’eccezione di alcuni casi di personaggi condotti all’eccesso, per lo più è sempre un’infrazione dell’ordine da parte dell’uomo a scatenare il potenziale femminile per il disordine e l’instabilità.

La maggior parte delle novelle che hanno per protagonista una giovane donna trascurata da un marito adultero sono tutte comunque provviste di lieto fine. In queste narrazioni, una situazione sbilanciata e insoddisfacente per la donna viene risolta in una pacifica conclusione, nel momento in cui la donna trova un amante che si fa carico di adempiere ai doveri del negligente marito: in questo modo, l’equilibrio è ristabilito senza nessun turbamento all’ordine sociale.

L’adulterio, in simili novelle, non è considerato un elemento di disturbo o rischio. Al contrario, proprio grazie all’adulterio viene risolta una pericolosa situazione di scompenso per il corpo della donna.93 Purché non vi sia scandalo, o che la reputazione di onestà di una donna non venga compromessa, una relazione adultera poteva essere vista come elemento pacificatore e salutare.

I personaggi presentati da Bandello in una luce positiva sono, dunque, quelli che desiderano e costruiscono i «regolati amori», siano essi leciti o no, nei quali è in ogni caso la ragione a dominare i rischi rappresentati da ogni forma di appetito passionale.

93 Bandello era infatti influenzato dalle teorie mediche che vedevano il corpo umano come dominato da

diversi livelli di calore e da differenti umori. Gli uomini erano considerati come per natura più caldi e di conseguenza, dotati di un maggiore livello di perfezione, mentre il corpo femminile necessitava di essere temperata dal calore maschile. Una ben regolata relazione sessuale pertanto, era considerata fonte di stabilità. La mancanza di riguardo del marito adultero, che trascura la propria moglie in favore di altre donne poteva quindi apparire dannosa anche dal punto di vista medico.

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La situazione rappresentata nelle novelle di adulterio a lieto fine non è certo lodevole o invidiabile, ma fa parte dei «casi che a la giornata accadono», a cui Bandello guardava con interesse.

Queste novelle trovano così posto nella raccolta di Bandello, innanzitutto, perché rappresentano esempi stimolanti e divertenti dei «mirabili accidenti» che l’autore si proponeva esplicitamente di collezionare e diffondere, e poi in quanto si configurano come punti di partenza per una profonda riflessione sulla natura della donna e sulla società del tempo.

Inoltre, dato il loro carattere di comportamento ragionevole, gli adulteri descritti nelle novelle a lieto fine sembrano essere, se di certo non moralmente raccomandabili, in ogni caso preferibili ai rischi connessi con una gestione non razionale degli appetiti della carne. Relazioni simili si caratterizzano, in conclusione, come modelli di un equilibrio perfettamente funzionale, in grado di risolvere una precedente situazione di squilibrio. Pertanto, le narrazioni di questo genere dimostrano che una simile relazione, anche se illecita, può essere accettata e giustificata nella misura i cui essa si qualifica come esempio di azione ben pianificata, di comportamento estremamente razionale e consapevole.

Qui, l’adulterio non rappresenta certo una capitolazione a passioni irresistibili, ma una strategia programmata che si dimostra essere la migliore e più sensata soluzione a un problema preesistente, come un matrimonio infelice e una condizione di frustrazione sessuale.

È comunque degno di nota il fatto che nelle novelle a lieto fine Bandello non sembri volere fare luce tanto sul problema della legittimità morale o civile di una relazione, quanto sulla necessità di non contravvenire apertamente alle regole sociali.

L’autore, di conseguenza, insiste in particolare sull’importanza del sapere mantenere una reputazione di onestà. Non è raro trovare nelle novelle personaggi che vengono presentati come esempi di saggezza e buonsenso perché hanno evitato un possibile scandalo ricevuto alla scoperta di una relazione illecita. Il tema del sapere risolvere con accortezza e discrezione una situazione potenzialmente infamante, senza rendere le questioni private in pubbliche, ma trovando al contrario un pacifico compromesso, è già presente nel Decameron. La caratteristica distintiva di Bandello nel trattare l’argomento è rappresentata da una differente sfumatura di significato attribuita al termine onore, ovvero da una maggiore attenzione all’aspetto pubblico e sociale del concetto.

Novelle simili rappresentano esempi lampanti di amori adulterini che, nel momento in cui seguono la regola della prudenza e della circospezione, non vengono assolutamente

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classificati da Bandello come fonte di disordine o pericolo per la società, o comunque si tratta di relazioni extra-coniugali che vengono presentate come un punto di sfogo perfettamente funzionante; l’importante che venga evitato ogni tipo di eccesso.

La novella IV,25 contiene la lode di una vedova che decide «piú si volendo rimaritare, nè possendo contenersi, con che astuzia provide a li suoi bisogni […] Ma, sdegnato Amore de la rigidezza di questa donna, deliberò per ogni modo farle rompere il suo casto proponimento e di quella trionfare.» Essendo tuttavia giovane e incapace di resistere alle pulsioni del proprio corpo decide di munirsi di un amante segreto, la giovane sceglie con cura il potenziale futuro amante e lo invita clandestinamente nella propria casa, dove si presenta a lui indossando una maschera. Gli propone poi di iniziare una relazione amorosa ponendo come unica condizione l’assoluta segretezza: egli non dovrà mai rivelare a nessuno dei loro incontri, né tanto meno cercare di scoprire l’identità della donna. L’uomo accetta immediatamente, e la relazione dura per ben sette anni. Solo la prematura morte del giovane interrompe questo regolato amore.

L’occultamento di una relazione amorosa è un vecchio precetto del codice dell’amore cortese, che si incontra frequentemente nella letteratura italiana con significati diversi, dalla Vita Nuova di Dante al Cortegiano del Castiglione. A Bandello questa influenza cortese e cortigiana non è assente in una novella come IV,5, dove il segreto imposto dalla donna al suo amante, appare come un imperativo magico e ideale, se non irrealistico ed inutile.

Bandello sviluppa anche una vera e propria strategia di dissimulazione dell’adulterio, il cui scopo è sia quello di salvaguardare la soddisfazione dei cuori e dei sensi, ma anche la rispettabilità della famiglia. Il peso opprimente dell’opinione pubblica pesa, effettivamente, molto sull’amore e sui personaggi bandelliani e lo porta a dare avvio ad una moralità di dissimulazione che è onnipresente nella sua collezione.

Bandello sembra volere insistere sul significato sociale dell’adulterio e sulle sue conseguenze per la comunità. Ciò che intende dimostrare è infatti che le donne che sono trattate bene dai propri mariti raramente indulgono all’adulterio. Al contrario, la gelosia del marito e la frustrazione sessuale sono le cause che spingono una donna verso l’infedeltà: « i mariti deveno ben trattar le mogli e non dar loro occasione di far male, non divenendo gelosi senza cagione, per ciò che chi ben vi riguarderà troverà la più parte di quelle donne che hanno mandato i loro mariti a Corneto, averne da quelli avuta occasion grandissima,

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ché rarissime son quelle d’ mariti ben trattate e tenute con onesta libertà, le quali non vivano come deveno far le donne che de l’onor loro sono desiderose.»94

La tradizione comica della beffa è qui intrecciata con questa lode della razionalità, tanto cara a Bandello e le novelle di adulterio permettono quindi di combinare il divertimento derivante dalla derisione del marito beffato con una dimostrazione esemplare, da parte di donne adultere dotate di un atteggiamento razionale e dalle affinate abilità strategiche. I trucchi e le beffe delle donne a danno della loro relazione matrimoniale costituiscono un romanzo burlesco con molteplici episodi, dove si diffonde, senza alcuna limitazione la vena epicurea ed erotica del narratore, che a volte contrasta drammaticamente con le sue esigenze normative.

Come ha sottolineato Cesare Segre95, alcune delle beffe femminili nella settima giornata del Decameron rappresentano una rappresaglia contro comportamenti, come la gelosia e la bigotteria, che contraddicono l’ideale umano di Boccaccio. Segre legge quindi le novelle di Boccaccio secondo una distinzione tra «motivi negativi» sottostanti alla beffa e «motivi positivi», ovvero l’innamoramento della donna per un altro uomo.

In Bandello, al contrario, i motivi che spingono la donna all’adulterio appaiono quasi inevitabilmente tutti negativi. Gli intrighi sono, per le loro strutture (i processi e le tecniche della beffa) e per certe implicazioni ideologiche (la schiacciante superiorità della moglie sul marito) legati fortemente e attribuiti alla tradizione decameroniana, ma anche a quella successiva delle commedie di successo: la Calandria del Bibbiena e alla Mandragola di Macchiavelli, che avevano dato un nuovo impulso nella prima parte del XVI secolo.

Inoltre, non è raro vedere in Bandello, le mogli maltrattate prendere la decisione di ingannare il marito prima di incontrare il loro futuro amante. Questi progetti di infedeltà da parte delle donne bandelliane sono spesso accompagnate da discorsi e riflessioni che, sulla base di un esame critico della loro situazione mirano a razionalizzare a priori l’aggressività che commetteranno.96

Anche se Bandello fa qua e là qualche riflessione critica sulla condotta o sul carattere di queste mogli spinte all’adulterio dalla necessità, concede loro un pregiudizio favorevole e circostanze attenuanti, con una generosità che sembra essere meno caratteristica di un religioso che predica la virtù della pazienza che non di uno studioso cortigiano ansioso di compiacere il suo pubblico di donne del mondo e dei loro ammiratori. Ma anche

94Novella I,5, Quanto scaltritamente Bindoccia beffi il suo marito che era fatto geloso.

95 C. Segre, Funzioni, opposizioni e simmetrie nella giornata VII del Decameron, in Le strutture e il tempo,

Torino, Einaudi, 1974.

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l’adozione dello schema strutturale e ideologico della beffa, sulla base dell’inganno è un problema nell’opera bandelliana che condanna in ogni occasione gli smodati appetiti e che vanta a difendere la morale famigliare.

Ora, bisogna riconoscere che nell’arte dell’inganno fraudolento, la donna di Bandello, sebbene l’infedeltà rimanga di per sé riprovevole, a volte supera di gran lunga le imprese dei suoi modelli decameroniani.

Ancorché nelle storie di beffe l’autore prende in conto anche temi di satira misogina basati sull’idea di una natura femminile piena d’astuzia e ingannevole, non lascia che i mariti gelosi pronuncino alcuna parola di condanna contro la moglie infedele e ribelle. Al contrario, le donne infliggono umilianti pene ai mariti, ribaltando simbolicamente la reale condizione delle donna, che una lunga tradizione religiosa aveva condannato ad un rispettoso silenzio.

Per esempio, nella novella I,5 il signor Angravalle, che aveva sperato di sorprendere la moglie infedele tra le braccia di un suo domestico e che aveva chiamato a raccolta tutta la bella famiglia, si ritrova abbindolato dalla moglie, la quale aveva cancellato ogni prova di adulterio e accusa il marito di essere un falso accusatore.

Nella rappresentazione delle dinamiche coniugali quotidiane, comunque, si insiste sulla responsabilità da parte del marito di considerare la particolare essenza della natura femminile e di prendersene adeguatamente cura.

Bindoccia, la protagonista della novella I,5 è un perfetto esempio di una simile dinamica: «Dimostra ancora che i mariti deveno ben trattar le mogli e non dar loro occasione di far male, non divenendo gelosi senza cagione, per ciò che chi ben vi riguarderà troverà la più parte di quelle donne che hanno mandato i loro mariti a Corneto, averne da quelli avuta occasion grandissima, ché rarissime son quelle da’ mariti ben trattate e tenute con onesta libertà, le quali non vivano come deveno far le donne che de l’onor loro sono desiderose. Né per questo mai sarà lecito a donna veruna far torto al suo marito, ancor che mille ingiurie da lui riceva»97. Questa è la moglie di Angravalle, un gentiluomo napoletano che improvvisamente abbandona l’atteggiamento disponibile e comprensivo dei primi anni del matrimonio per divenire preda della gelosia, trascurando inoltre la moglie che si ritrova infine materialmente e sessualmente insoddisfatta. Nel denunciare la propria infelice

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condizione alla cugina, Bindoccia non solo dà sfogo alla propria delusione, ma si descrive anche come spinta all’adulterio da necessità che non può controllare.98

La novella trova il proprio lieto fine nel momento in cui la donna riesce a ingannare il marito e ad allacciare una relazione amorosa con il suo giovane amico Niceno. La narrazione si conclude con una breve riflessione sull’abilità delle donne di ottenere tutto ciò che vogliono, insieme a un consiglio rivolto a tutti i mariti: «Insomma, io conchiudo che di rado avvenga che, quando una femina delibera far alcuna cosa, che l’effetto non segua secondo il disegno de la donna. Medesimamente ogni marito deve fuggir più che il morbo di dar occasione a la moglie di far male.»

Esempi come questo provano quanto Bandello avesse un’attenta considerazione delle questioni legate al matrimonio e alle responsabilità dell’uomo e della donna nelle dinamiche coniugali. Seguendo la corrente di pensiero di molti trattati del tempo sul matrimonio e sull’educazione degli sposi, Bandello ribadisce la necessità di una scelta attenta del proprio coniuge e di un comportamento rispettoso e moderato da parte tanto dell’uomo quanto della donna. Di conseguenza, nell’opera bandelliana la nota tolleranza verso l’adulterio maschile sembra essere messa in discussione, dal momento che l’adulterio distrae il marito dai propri doveri coniugali, crea un terreno fertile per l’insoddisfazione e il desiderio di rivincita della donna verso il proprio sleale marito, e infine spiana la strada a un comportamento rischioso per la stabilità sociale, quale poteva essere l’infedeltà femminile.

Tuttavia, nel complesso i mariti sono designati apertamente come i responsabili delle deviazioni delle loro mogli e le novelle e le dediche contengono consigli e rimproveri, tanto da costituire una sorta di manuale di educazione coniugale per gli uomini:

“Ma perchè io mi son messo a scrivervi, non per volervi esporre la Scrittura, ma per narrarvi un miserabil caso avvenuto tra marito e moglie, e forse causato per difetto del marito, mi pare non disdicevole che io alquante parole dica d’alcune cose che deverebbe ogni buon marito usare con la moglie. E perchè la prima cosa che deve essere tra il marito e la moglie io fo a

98 “Il perché io mi son deliberata di cangiar anch’io il mio consueto vivere, e se egli quello di casa

risparmia, di quello di fuori provedermi. Sallo Iddio, che mal volentieri a questo mi metto; ma il bisogno mi stringe, e la necessità non ha legge. Io non passo ancora venti tre anni, e sono pur tenuta bella, e a me pare i poter comparir fra l’altre, ‘l mio buon specchio non m’inganna. Se io ora non mi prendo qualche piacere, quando il prenderò poi? Aspetterò che queste mie bellezze dal tempo o da qualche infermità siano guaste, e che i miei biondi capelli diventino d’ariento, e le carni morbide ed alabastrine s’increspino, e poi non ritrovi alcuno che mi voglia? Grandissima dapocaggine sarebbe la mia, se io non facessi quello che molte fanno. E quante ce ne sono che, dai loro mariti ben trattate, hanno non dimeno qualche segreto amatore? Non piaccia adunque a Dio che io senza goder la mia giovanezza divenga vecchia. Io sono di carne e d’ossa come tutte l’altre.”

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credere che debbia esser l’unione e la tranquilla pace, deve il marito non esser ferino nè aspro ne la conversazion sua in casa, perchè se vorrà con fatti e con parole inasprire di irritare la moglie, e d’ogni minimo fuscello garrirla e farle un gran romore in capo, la casa non sarà casa ma terreno inferno, nè mai vi abiterà pace. Bisogna dunque che l’uomo sia benigno ed umano, e talora si risenta con modestia ne le cose mal fatte; e a la moglie conviene saper tacere e paziente sofferire ciò che fa il marito. Chè in vero quella casa ove il marito non sa usare prudenza e la moglie è poco paziente, non è abitacolo di maritati ma uno spedale di pazzi, e a la fine converrà che tra simili congiunti in matrimonio segua il divorzio, o sempre viveranno come cani e gatti. Si vede per l’ordinario le donne esser di temperamente delicato e debole, e per questo è loro dato l’uomo che le governi, a ciò che egli sappia e debbia tolerare e coprire gentilmente la debolezza e difetto de la donna, e con mansuetudine correggerla e non riuscendo prenderla in pubblico già mia, Sono alcuni tanto indiscreti e sì stizzosi e bizzarri, e di tal maniera e modi in casa e fuori si diportano, che converrebbe che la moglie a sopportagli e servirli fosse più savia di Salomone e più paziente che il paziente Giob. Consideri ognuno se la moglie che È saggia o pazza. Se per disgrazia ella è pazza, pensi pure di non la poter governare d’altra sorte che con la prigione onesta d’Una camera. Se ella è savia, una volta sola che il marito le dica l’animo suo e le mostri come egli vuole che in casa e fuori si diporti. Ella no mancherà di essere obediente e prudentemente governarsi”99

Se il marito adultero risulta così il personaggio più frequentemente biasimato e deriso dell’intera raccolta, le donne che imbrogliano più o meno impunemente i loro mariti sono sorprendentemente la maggioranza nella raccolta del vecchio domenicano.

Le disavventure dei mariti per Bandello interessano tutti i membri della società, dalla più alta aristocrazia ai contadini; tuttavia, la borghesia fornisce il più grande contingente dei mariti ingannati dalla moglie astuta. Questi mariti hanno un profilo abbastanza definito: si tratta di gentiluomini possessori di feudi, che hanno una grande eredità, o hanno servito un grande signore o principe, uomini nobili e ricchi e famosi perlopiù per il loro giudizio, tranne che per la loro vita privata, hanno abilità professionali e politiche che assicurano il loro successo negli affari.

Gli amanti, d’altra parte, appartengono a gruppi sociali molto più bassi: a causa dell’isolamento dove sono detenute le mogli, gli uomini che le consolano sono spesso servitori o parenti del marito, raramente uomini di qualità, o con un grado.

L’ineguaglianza del livello sociale dei personaggi non è di per sé un ostacolo in questa lotta della donna per la soddisfazione dei suoi bisogni sessuali. L’immagine iniziale del marito con le sue virtù e le sue mancanze gioca un ruolo fondamentale nello svolgimento della storia d’ adulterio. Sei si tratta di un marito di morale o di rango elevato, l’adulterio della donna è punito senza pietà, mentre l’indulgenza cambia a seconda della situazione, della determinazione e della personalità dell’amante.

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Ci sono racconti di adulterio che implicano motivazioni precise e in cui la donna interviene attraverso un impegno deliberato che rivela una chiara consapevolezza della sua condizione e che a volte postula un certo programma di emancipazione.

Le beffatrici più audaci cominciano a non essere più soddisfatte della libertà conquistata di vivere un tenero amore con il loro amante, ma riflettono la loro vittoria in termini di emancipazione domestica, compresa la libera disposizione di approvvigionarsi delle proprie risorse finanziarie. È significativo tuttavia che la conquista di certi vantaggi materiali della donna adultera avvenga solo nei circoli dell’aristocrazia o dell’alta borghesia, dove la donna gode di una relativa autonomia.

È chiaro che in queste storie l’adulterio conosce un epilogo felice. Il letterato di corte si esprime, schierandosi dalla parte della libertà per lusingare il suo pubblico di costume, altre volte da moralista di corte propone un codice etico a una società aristocratica- borghese divisa tra la preoccupazione di regolamentare e salvaguardare il loro divertimento mondano e il timore di far disintegrare l’unità familiare, garantendo l’autorità della nuova madre di famiglia.

Naturalmente, l’infedeltà della moglie non viene mai considerata legittima apertamente